giovedì 27 dicembre 2012

2012 Stats



Finisce il 2012, e siccome non credo che mi butterò in acqua molto spesso da adesso al 31 direi che possiamo tirare le somme.
Nel 2012 sono uscito in mare 54 volte per motivi agonistici e sportivi, in pratica una volta a settimana. Un po’ meno degli anni passati, checcevoifà è l’età. Ho fatto 20 gg di mare in 470,  25 in laser e 9 in altura.
Io e l’eurotimoniere abbiamo stravinto il campzona 470, asfaltando i pochi avversari senza perdere neanche una prova, poi abbiamo vinto per il rotto della cuffia il Trofeo del Medio Adriatico (che difenderemo a spada tratta) e ci siamo fatti la Master’s cup di Gaeta in maniera sufficientemente dignitosa (16° su 22 partenti di flotta e ignoti in overall). Non ci si può troppo lamentare.
Con la fragliottina, ho fatto una regata del campzona (finita dietro) e abbiamo vinto il velandiamo, entrambe giornate di vento forte, non male, ma si deve fare meglio.
In laser ho provato la vibrante emozione di stare davanti a tutta la flotta e di chiudere secondo in ben 2 prove con arietta. Il campzona è finito con me terzo, perché quando si tratta di cinghiare arrivo dietro pure alle nasse…
In altura…beh ci siamo divertiti tanto e siamo arrivati secondi alla Cooking Cup, bevendo prosecco come se non ci fosse domani.
Ora passiamo alle statistiche serie, quelle che contano:

  • ho totalizzato almeno 5 foto fighe da mettere sopra al camino,
  • ho alzato 6 coppe,
  • Ho visto due medal race 470 una di seguito all’altra, cotto sotto il sole di Weymouth (lo so, non ci si crede, siamo stati in Inghilterra e siamo tornati abbronzati…e ci siamo pure fatti il bagno nella manica!)
  • Ho un tensiometro nuovo, benvenuto nel 20° secolo (il 21° è per quello digitale…)
  • ho offerto da bere un paio di birre e ne avanzo una da Angelo Galli.
Ecco un esempio di foto figa, si noti l’eroica tensione agonistica
Per il 2013….ne riparliamo nel 2013.
Stay tuned.

lunedì 3 dicembre 2012

Winter Cup minialtura, ultimo week end


Ovvero la giornata in cui si scopre, con amare crudeltà che con la carena sporca puoi anche essere Ben Ainslie ma arrivi dietro. Figuriamoci poi se sei noi…
Antefatto: la barca era stata pulita prima della prima giornata, e adesso sono passate 2 settimane all’ ormeggio. In queste due settimane c’è cresciuta un bel po’ di roba lì sotto!
Sabato, giornata di vento leggero leggero, siamo in 4, non per motivi strategici, ma per mancanza di Roberto. Visto che il vento è poco pochillimo, il mastro timonante fa anche il mastro randante, e io mi riciclo a centrale/(ehm…)tattico. Due prove corte corte, con un campo buono per le derive, di cui una anche ridotta che il vento ci lasciava per strada. Noi manovriamo bene, anzi ottimamente, partiamo meglio e teniamo alta la concentrazione: niente da fare, siamo dietro e lenti. Gente che in partenza è 2 lunghezze dietro, in boa 3 minuti avanti, andando dallo stesso lato.  A noi resta solo la cascetta L.
Domenica stesso copione ma siamo in 5, con un recuperato dell’ultimo secondo. Giriamo insieme al J24 e ai Blusail, roba da andarsi a  nascondere. Se non altro il vento è più promettente, facciamo bene tre prove l’ultima delle quali con quasi 10 (e dico dieci!!) nodi…
Sempre dietro ovviamente.
Chiudiamo così questo autunnale minialtura, con 5 prove intorno all’ottava posizione, e l’unico acuto con vento forte.
Se non altro ci siamo divertiti!

martedì 27 novembre 2012

Questione di stile

weekend di regate sul B25, ma di questo parlerò poi, la cosa più importante del sabato è che mi sono innamorato a prima vista di una cima in dyneema da 6 con cui ho fatto le scotte nuove per il fiocco, dato che le scottifredi sono ottime ma un pelino troppo spesse e si incastrano nei bozzelli se c'è vento inferiore a 6-7 nodi. Queste sono appunto più sottili e dovrebbero risolvere il problema, le avrò entrambe a disposizione e metterò su le scotte pesanti a partire da 10 nodi. Ma non è neanche questa la gran notizia del giorno, no. tenetevi forte, perchè ho una chicca tra le più stilose dell'ultimo decennio, dopo la tanto amata canotta del camafro: 
O sei Vertigo Lifestyle o non lo sei, punto
Il laccetto degli occhiali a riporto con la scotta, yes.

giovedì 22 novembre 2012

Quando proprio non puoi uscire perché piove…


Fidanzatina:mio valoroso e marinaresco compagno, che fai?
Io (col gene del nostromo dominante): Niente, unica ragione della mia vita, gioco un po’ con i tuoi bellissimi capelli.
F: ah si, è così rilassante…










IO: ecco fatto!
F: cosa?
IO (orgoglione come pochi): una perfetta impiombatura a 3 legnoli!
F (basita, preoccupata e tendente all’incazzata):EH?!

martedì 13 novembre 2012

Invernale minialtura: delle scuffie e della strapoggia. No, non in laser.


Domenica è PREVISTO ventone, verde scuro rafficato rosso, avviso di burrasca da qualche parte nell’adriatico ma non da noi a quanto sembra. Previsioni azzeccate.
Partiamo per la prima prova, una bolina sbandata e difficile in cui porto la randa a segno per 1 secondo ogni 6-7, in pratica sempre  tira e molla, niente strozzatore che è troppo pericoloso. Cerchiamo il bordo  a terra che di solito promette meglio e alla fine non siamo messi né male né bene, arriviamo in boa, diamo spi e iniziamo la cavalcata. Una unica veloce planata, ci sdraiamo una volta in straorza (ma come sempre non siamo i soli) ma ripartiamo a schioppo. Chiamano per radio una riduzione di percorso alla boa di poppa, siamo secondi, siamo degli spari! Evidentemente dal comitato sanno qualcosa che noi non sappiamo, qualcosa di pericoloso…e poi dulcis in fundo, quando è ora di ammainare partiamo con una strapoggia epica. 7 secondi di terrore e umidità, visto che eravamo in piedi sul fianco del pozzetto con l’acqua alle cosce…io urlo un GIULESTEEEEE!!! che suona come un GRANATAAAA!!! di un film di guerra. Il risultato è lo stesso, Remo abbraccia fiocco e pulpito e non li molla più, mentre io e roberto (centrarmatore) ci lanciamo pancia a terra e subito dopo vediamo di tirare giù lo spi e tangone in qualche modo. Fatto questo schizzo come una faina all’albero, scastro Remo e isso il fiocco, che siamo ancora in regata e non ancora morti, non ancora. La mazzata finale è la N issata dal comitato, l’annuncio via radio s’è perso nel casino. Ci hanno annullato la prova, avremmo potuto chiudere primi, visto che eravamo secondi e il primo, mente noi siamo all’incirca in assetto (tangone di traverso in coperta, spi in pozzetto tra le ginocchia per tenerlo a bada, varie ed eventuali, ma vele a segno, circa) è da qualche parte verso la diga foranea con lo spi a bandiera tenuto solo dalla drizza e nessun fiocco a riva…sembra la Sidney-Hobart.  
A questo punto ci manderanno a terra, hanno annullato! E invece no, ci fanno fare un'altra prova. Nel ventone di cui sopra, decidiamo tutti per un prudenziale vele bianche, e io mi passo le poppe a pompare addiavolo: scotta bloccata sullo strozzatore e impugnata a due mani direttamente dal bozzello sul boma. A tratti ho cercato anche di sbandare la barca sopravento…tanto a strapoggiare abbiamo già dato…eh eh… questo atletico gesto ci ha conferito buona velocità e chiudiamo bene la prova, secondi o terzi ad occhio. A questo punto stremati, ci manderanno a terra! E invece no, si fa una seconda (terza) prova, per recuperare l’insulso annullamento della prima. poco da dire sulla terza: partiamo male per una incomprensione tra me e lo stregone, bordeggiamo benino, poppa lenta e trafficata (per la prima volta) casino epico in ammainata (anche questo per la prima volta, la strapoggia non conta) e giochi finiti. Seconda bolina e seconda poppa (questa veloce, quando ormai è inutile) dietro ma dietro dietro, forse ce ne lasciamo alle spalle uno o due.
Le classifiche appena escono
Stay tuned 

lunedì 12 novembre 2012

Invernale Minialtura: ovvero delle straorze e dei randisti a tempo pieno


Che siccome l’armatore non aveva voglia di sbattersi a sistemare la barca da regata e smontare il frullaprua, perché ormai abbiamo una certa età, perché la crisi ci piega tutti, perché perché perché, giustamente ci siamo ritrovati su un B25 a prestito per fare l’invernale minialtura. Giusto perché non volevamo fare cose faticose. Insomma, dopo l’autunnale a 3 cilindri sfiatati del CNP, ci ritroviamo tutti duri e puri, cerate salate e tensiometri sui barchini. Della Strega siamo in tre, il timoniere e il reparto prua, anche se per necessità io sono stato riconvertito a randista. Qualcosa del genere:

CAPO TIMONANTE: “Corrà, ma tu c’hai il laser vero?”
IO: ehm…si…
CT: ok, alla randa.
IO: vabbè…

(ed è lì che ti rivengono in mente tutte le volte che in pozzetto alzando gli occhi al cielo e guardando quel triangolo di stoffa te ne uscivi stentoreo con un “mah.. io di rande non ci ho mai capito una ceppa!”)

Ah dimenticavo c’è stato ventone. Per tutti e due i giorni. Sto scrivendo solo con gli indici, dolorosamente.
Sabato, primo giorno, è prevista una roba tranquilla. Ci sono in verità 15-20 nodi nei momenti migliori, e come da tradizione ci rimolliamo due o tre straorze, tanto per ricordare su che barca siamo. La prima prova tiriamo la partenza, bordeggiamo discretamente ma non abbastanza (assetto leggero e vento forte = niente angolo) facciamo delle poppe da paura. Di poppa ne passiamo tipo 3 a volta, di bolina le riperdiamo. Arriviamo in mezzo ma abbastanza davanti, salvo poi scoprire che siamo OCS. Il buon Remo,  interrogato in proposito, fischietta un melanconico tango.
Durante la pausa tiriamo le sartie, mettiamo il pesante e ci facciamo l’estrema unzione con l’olio nuovo (del resto siamo a novembre). Effettivamente partiamo un po’ meglio (dentro soprattutto!) ma la prima bolina la passiamo nella mollana (ovvero circa 10 nodi) e gli altri scappano. Tanto li riprendiamo di poppa: complice un’ ammainata fantasiosa e repentina ne infiliamo un paio in boa, e poi per marcarli torniamo dalla parte sbagliata del campo dove abbiamo bordeggiato prima. Scelta consapevole, meglio tenere questi che rischiare la sorte, non totalmente condivisa ma consapevole. Ultimo bordo di poppa è un monobordo piuttosto stretto, dove ovviamente ci impegniamo a non finire all’orza al grido di guerra di “Molla il vaaaang!” . Allo stacchetto finale riusciamo a rollare la streghetta, la prima barca, lei. Non so che rating abbia oggi, comunque la freghiamo di un metro, ed è quello che conta. Ci ho lasciato il cuore su quella barca, mi è dispiaciuto minacciarli ai sensi della regola 19.
A terra la scuffia si supera: pasta, vino e dolce finale, ma soprattutto un atmosfera “di famiglia” che da questo lato del fiume mancava da un po’.

martedì 30 ottobre 2012

Birra Pagata…

Birra Raffo ovviamente, siamo velisti seri, noi.

Così possiamo riassumere questo anomalo Campionato Autunnale altura. 5 giornate previste: prima giornata ero sul lasers e quindi nisba, ma tanto regata annullata per vento assente sia per noi che per loro. Seconda e terza giornata vento leggero leggero, facciamo una prova il sabato e la domenica sono ancora sul 470, mentre la Strega fa 2 prove in 5-6 nodi d’aria. Quarta giornata, sabato scorso, garbino da 15 a 25, pioggia e nuvoloni. Vallo a capire ‘sto mese di ottobre…però finalmente inauguro la cerata oceanica da minitransat autografata da Giancarlo Pedote. domenica idem, con più vento e più sole, talmente tanto più vento che non ci hanno fatto neanche uscire. Raffiche costantemente sopra i 30.
Risultato 5 prove, che per noi sono 2-3-4-3-2, totale netto 10. Neanche malaccio, ma siamo terzi dietro ad un 7 e un 8. L’unica  giornata di regate serie, sabato, è stato il giorno in cui la prua ha offerto da bere all’equipaggio, vista la qualità, la numerosità e la spettacolarità dei disastri occorsi. Nell’ ordine:
  • 3 ammainate su 4 ciccate, con tanto di riflessione collegiale durante la pausa per capire come e dove. E poi ripetere l’errore pari pari.
  • Almeno 1 issata lenta
  • Apertura tendente all’inspiegabile di ENTRAMBI i moschettoni tylaska, risultati poi integri e perfetti, di bolina con quasi 20 nodi: il recupero a mano del genoa è stato piuttosto vivace. Mi hanno recuperato per la collottola mentre volavo fuoribordo attaccato alla bugna…

 E nonostante questo, abbiamo concluso con il miglior punteggio totale (senza scarti siamo noi 14, barca cattiva n°1 22, barca cattiva cattiva n°2 a 15) dietro ad una barca con le vele in laminato (ma almeno la decenza di avere il rullafiocco in coperta etc etc)e una barca che ha:
  • vele in laminato (tra cui un fiocco da vento –rollabile?-steccato)
  • frullaprua incassato
  • 1 metro e mezzo più di noi
  • E nonostante tutto un rating migliore (e poi c’è chi ha il coraggio di chiedermi perché mi ostino con le derive).

Classe gran crociera, ha l'elica tripala fissa. Fuori dall'acqua ma fissa... 
A Parte questo ho avuto l’impressione che la gestione delle regate da parte del Club stia diventando sempre di più “volemose bene”: comunicati in bacheca inesistenti o imprecisi, comunicazioni a voce sbagliate (e relative cazziate  quando per radio vengono chiesti chiarimenti…mah) campi storti e quasi monobordo, insomma robe così.

venerdì 26 ottobre 2012

I prestigiosi zonalcampionissimi…


Siamo sempre noi, parlando di 470.Sabato regata altura in (ebbene si!) classe crociera. Consola solo il fatto che sia la classe più numerosa di questo strano autunnale, con due o tre barche che hanno vele e livelli di inzazzosità a bordo non esattamente crocierose…

Piccola divagazione: 
la classe crociera esiste perché l’armatore non ha voglia di smontare il frullaprua, o semplicemente perché pensa che kevlar sia il nome di un cugino tedesco di qualcuno. Insomma, lo dice la parola stessa classe: crociera, non è che stai lì a smazzarti a tirare via i pesi et similia. Per carità sei sempre in regata quindi non vai neanche a spasso. Insomma ti impegni in mare ma senza troppe menate e taroccamenti a terra. Ha senso a questo punto strizzare alla morte il regolamento della classe crociera per avere la barca crocierosa più competitiva possibile? Se devi fare tricchi e ballacchi tanto vale andare in classe regata…ah ma poi arrivi dietro giusto.
Fine della divagazione.

Torniamo a Sabato, dopo lunga nullafacenza e vagolamenti nel nulla, dopo che il vento si dispone più o meno accettabilmente su 5-6 nodi, dopo che il CDR perde un po’ di tempo tanto per, dopo tutte queste cose partiamo per la nostra prima (e unica) prova della giornata. Io faccio il randiere, ovvero i prodiere di bolina e alle boe il randista di poppa. Strambare è stata un’ esperienza piuttosto curiosa.
Capire come siamo arrivati è un impresa epica, non so chi paghiamo e quanto, so solo che camminiamo abbastanza rispetto ai nostri diretti avversari, tenuto conto che in boa di bolina eravamo davanti a un 40’ classe regata…
Scopriremo a terra che siamo terzi, manco troppo male.
Domenica, giornata fotocopia del sabato, vento da genuflessione: il picco di sforzo aerobico della giornata è stato sfilarmi la muta. In mare facciamo non si sa come ben tre prove, 3 470 più un non iscritto dell’ultimo secondo e 4 snipe tra cui, la meravigliosa coppia prodigio, Nicolaj-Villanucci. Le figlie non i padri. Lo so fa strano leggere una classifica con questi due nomi com’era negli anni 60, fa strano vedere Elvira su uno snipe, ma tant’è, la vela riserva sempre delle sorprese.
Noi facciamo una prima prova piuttosto combattuta contro Angelo, arriviamo appaiati di poppa, dopo che lui ci ha tenuto in copertura per un bel pezzo. Qui ci sfila l’interno, noi pasticciamo un po’ e ci becchamo la protesta. Due giri di conseguenza, potrebbe essere regata finita ma qui scopriamo il suo punto debole: finché ci tiene nel mirino ha un buon passo, quado viene lasciato a sé stesso orza alla morte e si pianta. Scoperto questo la tattica della giornata è semplice: splittare e andare via, anche se dalla parte sbagliata e aspettare che si fermi da solo. Questa astuta strategia ha funzionato alla grande alla seconda prova e alla grandissima alla terza, dove neanche l’abbiamo visto passare.
Tra gli snipe, neanche a dirlo, Elvira ci mette il fermino!

giovedì 18 ottobre 2012

Ultima zonale laser, ovvero la caduta dei prodieri

Ultima zonale laser, al CNP, quindi a casa. Buono! dopo il carica-scarica della settimana scorsa, questa settimana me la prendo comoderrima, e arrivo giusto in tempo per armare ed uscire. 
diciamo subito che la regata è andata male dal punto di vista dei freddi numeri. ma chi siamo noi per contestare l' emozione di una bella partenza? chi siamo noi per non rivendicare la nobiltà decubertiana di un ultimo posto?
ovviamente siamo un sacco di cose e quindi noi (pluralia majestatis, sia chiaro) siamo scesi in acqua per raccogliere un ingaggio in poppa con un avversario poi terzo e svariati sverniciamenti da radiales incazzosi. 
però mi sono divertito, eh!
prima prova, vento da cinghiette, partenza abbastanza bella in barca esco fuori con una decente accelerazione, almeno per i miei standard (non la vela). Ma la standard (la vela) non perdona, e inizia il calvario delle cinghie e e della fatica. Di poppa ho un passo discreto, di bolina perdo eoni. devo ancora capire cosa non va veramente, non è che sbagli lato e bo' sei dietro, no è una cosa lenta e inesorabile: primo incrocio sei lì, secondo incrocio dietro di mezza lunghezza in boa ti sta dando 3 metri e così via...all'arrivo è 40-50 secondi buoni dal podio. uff.
il picco emozionale della giornata, si noti la presenza di avversari  intorno a me
Seconda prova, bolina del tipo "nun vojo sapè gnente" e poppa moooolto planante, che l'aria è intorno ai 12 adesso e tira da un po' quindi ha avuto tempo di mettersi su un po' di onda. di poppa la velocità c'è, arrivo in boa appaiato col terzo, ma qui combino un dei casini più spettacolari della mia carriera, mi si alza la pala del timone, non posso poggiare, giro un po' in tondo come un cane che si morde la scotta, insomma butto via un buon 15 secondi a capire chi sono e perchè. Va da se che a quel punto la regata era praticamente finita...

lunedì 15 ottobre 2012

Stratos quote/2

"the only other experience comparable to crewing a 470 on reaching in huge air is a 120000 feet launch"


Corrado Di Nicola - Prodiere estremissimo

Stratos quote

"the only other experience I had in my life comparable to a 120000 feet launch is crewing a 470 on reaching in huge air"

Felix Baumgartner - Paracadutista estremo

mercoledì 10 ottobre 2012

L'antica arte di caricare le barche...

...inutilmente. periodo nero dal punto di vista meteo, saltate nell'ordine regata regata 470 e regata laser in quel di Giulianova (entrambe ma in due circoli diversi).  In particolare la regata laser ce l'ha fatta credere, siamo addirittura usciti in mare con una bavetta che sembrava promettere 5 o più nodi come da regolamento.  alle 4 meno 5 ovviamente mica prima...
insomma è due settimane che carico e scarico barche senza fare neanche una viratella in regata, in compenso entrambe le giornate verranno recuperate a casa (e quindi niente più caricamenti per quest'anno, eh eh ), temo addirittura lo stesso giorno.
stay tuned

venerdì 28 settembre 2012

L'alba delle zanzare succhianti

Ieri pomeriggio ci siamo trovati per caricare le barche, si va a fare l'ultima zonale 470 a Giulianova. nel mentre che caricavamo, ho scoperto che in questo preciso periodo dell'anno, nel preciso luogo della LNI, in quel preciso orario del giorno c'è la massima concentrazione di zanzare mai registrata, sono talmente tante che mentre 2 ti distraggono la terza si avvicina con l'autocisterna e la quarta ti punge. Siamo dovuti scappare appena poggiata la barca sul carro, senza legare e niente, impossibile restare un minuto di più. 
ovviamente la soluzione è stata andare (io) stamattina all'alba...

tra l'altro dev'essere la settimana regionale dell'insetto impunito, visto che ho trovato la barca piena di formiche, adesso ho due opzioni: 

  1. insegnargli a migrare sopravento
  2. lavare la barca con l'anticristogamico più efficiente che c'è in commercio, realizzato dalla stessa ditta che si è occupata dello smaltimento del napalm inutilizzato dopo la guerra del Vietnam

martedì 25 settembre 2012

La nouvelle cousine!

Sabato ho cercato in tutti i modi di uscire in 470, alla fine ci simo trovati io e Paolo e per amor del confronto diretto siamo usciti in laser, ognuno con il suo. All’inizio c’era da soffiare, alla fine si è messo un ragionevole scirocco che ci ha portato addirittura a cinghiare nei momenti migliori. Sta di fatto che per un paio d’ore facciamo passo, manovre, giriamo sulle nasse, insomma un allenamento nei canoni: ce ne andiamo a casa contenti di aver fatto il nostro compitino.
Domenica, c’è la cooking cup, ovvero l’unica regata veramente importante della stagione. Noi imbarchiamo sulla Strega II una bottiglia di prosecco per ogni membro di equipaggio, cuochi(2) inclusi: non scherziamo per niente, noi. La prima bottiglia viene stappata in banchina prima di mollare gli ormeggi.
la differenza tra noi e gli alcolisti anonimi è che gli AA vanno agli incontri, noi ci incontriamo per bere.
Il briefing ha sancito definitivamente la mia inutilità odierna quando ha specificato nell’ordine:
  • percorso costiero andata ritorno (quindi una sola issata se va bene)
  • vele bianche (quindi niente issata, vabbè si tira la partenza)
  • partenza  non al vento senza bandiere ma con annunci via radio (quindi non devo neanche guardare il comitato)
in pratica potrei dormire tutta la giornata ma ci pensa il Mastro comandante a riequilibrare il Karma piazzandomi alle scotte (per inciso a bordo siamo in 7 velisti, tre prodieri di ruolo, tre ragazze un timoniere…) di fatto lavoriamo solo io, una ragazza controtailer, un prodiere-randista e il timonatore. Gli altri cercano la boa col binocolo.
Il mastro comandante cala la pinella infilando una partenza mure a sinistra in barca (partenza di poppa non al vento, eh!), praticamente li freghiamo tutti. Nell’ordine, tenute conte le vele da crociera, rolliamo un X40 (o 45, mai capito) carboniosissimo, e un GS 40 sempre in assetto speed. Siamo 4° in reale all’arrivo,meno uno squalificato perché ha tirato su un code0, quindi 3°. Con le vele da crociera e il rullafiocco: sono un tailer fortissimo, questa è l’unica possibile spiegazione :-D
La prova culinaria ci vede tra i protagonisti, laddove, tra un prosecco e l’altro, presentiamo il nostro (be’ nostro…dei cuochi che lo hanno mirabilmente preparato)vulcano di cous-cous con cosine di mare, buonissimo. A tavola ovviamente ci sbafiamo tutto lo sbafabile, e intanto parliamo del l’imminente campionato autunnale:pare che il mastro comandante non abbia granchè voglia di smontare il frullaprua e il musone dell’ancora, per cui si procurerà un IMX 40. La cosa è andata così:

IO (prodiere agonisticissimo&incredulo): oh be, ma allora veramente regatiamo in classe crociera?
COMANDANTE: bo’ vediamo, magari ci prendiamo un IMX 40 che non mi va di smontare il rullafiocco…
IO: si guarda anche io, aveva le gomme un po’ sgonfie ma non mi si creava di andare dal gommista e ho preso la macchina nuova!
Se vuoi convincere l’armatore a fare il salto di categoria, è sufficiente mettere un po’ di superattack sui bulloni del rullafiocco…
La storia vera è che c’è sto barcone a corto di equipaggio e potremmo fare la join venture, stay tuned.

giovedì 20 settembre 2012

Velandiamo Velavinciamo e Velatorniamo (di corsa)


Il mio velandiamo è iniziato, in maniera pericolosamente incerta, una settimana prima a cena con la mia dolce metà et di lei familia: Viene annunciato con nonchalance il PRANZO per il compleanno della Nonna domenica prossima, ovvero la domenica del velandiamo! Pericolosissimo, reso anco più pericoloserrimo dalla postilla “ah c’è la regata…bè non è un problema, tanto ce la fai  in mattinata…fate come credete” (rivolto a me, la mia dolce metà e suo padre, che per l’occasione si sta facendo fare un genoa nuovo…). Ovvio che in mattinata non ce la potrò mai fare, e soprattutto quel fai come credi grava sulla mia testa come una spada di Damocle. Il “fai come credi” dovrebbe essere vietato dalla convenzione di Ginevra.
Ma io sono tenace e tenacerrimo, e contratto con bulgaro impegno un orario di arrivo al detto pranzo intorno alle 14:15-14:30 a fronte di un arrivo presso il ristorante della comitiva parentale intorno alle 14:00: Primo passo. 
Secondo passo: verifico lunghezza del percorso, polari di Vertigo, vento previsto per intensità e direzione, dal solito pool di 5-6 siti meteo. Se mantengo una VMG di bolina superiore a 4 nodi, ce la faccio. Questa cosa l’ho decisa lunedì per domenica. Sono un genio certe volte.
Terzo passo: convoco la fragliottina e inizio la danza del vento, ho bisogno di almeno 12 nodi per chiudere il percorso e il ritorno a terra in tempo. Preparo con cura il flight plan della giornata:
  • sveglia nervosa&ansiosa alle 6:00
  • uscita in mare alle 10:40,
  • Partenza della regata alle 11:40,
  • Vittoria ed esultanza alle 13:07,
  • Rientro a terra ore 13:30,
  • rimollo la barca alla fragliottina e la saluto&ringrazio alle 13:30:04,
  • mi strappo muta di dosso (23”), mi lavo (1’20”) mi vesto elegantemente(47”)
  • parto alla volta del ristorante (che dista mezz’ora di curve ovviamente…tsk)alle 13:45
  • durante il tragitto finirò di allacciarmi i polsini della camicia, la cintura e altri dettagliucci. Sia lodato il cambio automatico.

Tutto questo naturalmente salvo tragici imprevisti...
Io che parto alla volta del ristorante, salvo tragici imprevisti. 
Domenica mattina, alle 8 non c’è un filo di vento. Alle 9 neanche. Alle 10 ci sono 6 nodi. Il vento atteso, i tanto sperati 12 nodi, dovrebbe essere di perturbazione, e quindi dovrebbe tirare dalle prime luci…un po’ scoraggiato e in ritardo recupero la fragliottina e ci tiriamo al circolo organizzatore, tanto per. Arriviamo al porto turistico che c’è vento, wow ragazzi esattamente 12 nodi, sbucati fuori dal nulla! Iscrizione al volo, non prima di aver appurato che non siamo le uniche derive e andiamo ad armare.
Fuori in mare, secondo la migliore tradizione velandiamese siamo in ritardo per la partenza, c’è un gran casino e prendiamo la partenza al volo, siamo sulla linea quando sentiamo degli squilli che potrebbero essere la partenza…noi partiamo e basta.
La regata, o meglio veleggiata, visto che non sembrano esserci avversari in vista, è una lunga bolina, ma lunga lunga…dopo un’ora e quindi pericolosamente oltre il tempo massimo stimato per la prima boa siamo ancora lì che andiamo, l’aria sarà sui 15-17, bella ondona, insomma tanto lavoro di randa. Una figata. In questa figata io inizio a panicare, perché il rischio di fare tardi nonostante il ventone è concreto, causa poco angolo di bolina.
Ma una volta superata la maledetta boa di bolina, inizia la discesa. Il tratto al traverso è a velocità Warp, la poppa idem. Torniamo indietro volando in 20 minuti scarsi, primi di classe (anche perchè soli…gli altri iscritti tutti ritirati…ehm).
Filiamo a terra addirittura con qualche minuto d’anticipo, e io arrivo al ristorante esattamente agli antipasti: che vuoi di più?
Dopo il …burp..lauto pranzo riesco pure a tornare indietro in tempo per le premiazioni dove scopro con piacere che c’era ben un'altra barca nella mia categoria (per la serie non siamo soli nell’universo), e quindi ci premiano in 2. segue quindi la tanto agognata birretta, strameritata e stragelata:
amo l’odore di luppolo dopo le regate…profuma…profuma come di vittoria 

lunedì 10 settembre 2012

Master cup – Ultimo giorno


Ultimo giorno di regate, per grazia divina e del bando oggi sono previste solo due prove, che dopo tutto quello che abbiamo fatto è una benedizione. Alle Olimpiadi ci sono i migliori velisti del mondo e prevedono non più di 2 prove al giorno ed un giorno di riposo prima delle final series. Qui siamo i peggio vecchiardi e ci crepano con 3 prove per sei giorni filati…
Il copione è ormai collaudato due prove con vento leggero a salire. Facciamo 2 volte 15, senza particolari sorprese, solo qualche bel duello di poppa dove chiudiamo l’ultima prova davanti di centimetri a un tedesco ignoto. quando si duella conta poco chi ha contro, è come essere dei purosangue. Li lasci liberi sulla pista e iniziano a tirare, è nella loro natura. E così siamo noi, questo qui probabilmente non è neanche nella nostra flotta, è l’ultima poppa dell’ultima prova, i giochi sono fatti, ma noi ci mettiamo a tirare per arrivargli davanti. Di 20 cm. E loro rispondono, fino all’ultimo.
ultima poppa, ultima prova
Una volta a terra scopro con raccapriccio che i signorini perfettini – che le gomme del carrello vanno gonfiate a 1.2 bar, né 1 né 1.3- hanno forato la detta vetusta gomma il cui copertone ha ceduto alla soverchia sollecitazione, che se stava mezza sgonfia a 0.5 bar da quel dì c’era un motivo. Per fortuna l’unico scopo del carrello è portare la barca fino al carrotraino, poca roba!
Carichiamo, impacchettiamo, sigilliamo tutto e seguiamo il rito della Birretta&classifica per l’ultima volta, salutiamo vecchi e nuovi amici, dandoci appuntamento alle prossime regate.
Ciao Gaeta! 

lunedì 27 agosto 2012

Master cup – l’impatto con le altre barche

Terzo giorno, il giorno in cui si avverò la nefasta previsione. Il giorno della botta, oggi quotata a 27,33 nodi.
Prime due prove con vento al livello di bonaccia adriatica, decisamente faticoso far camminare la barca ma facciamo lo stesso due prove.
La bonaccia è tale che pure il fotografo deve inventarsi qualcosa… 
Unico acuto della giornata è stata una bella collisione al cancello di poppa tra una barca su di noi (poca roba, una fiancata) e, mente il mastro timonatore litigava con la detta barca, tra noi e un'altra barca, centrata in pieno, colpita e affondata. A terra scopriamo di aver fatto dei bei danni, e a me incolpevole prodiere e proprietario mi tocca sorbettarmi a occhi bassi:
  1. la cazziata
  2. Lo scambio dei dati per l’assicurazione
  3. il tradizionale trattamento di disprezzo non verbale noto anche come  marinai della domenica che ci venite a fare alle regate se non sapete portare la barca” che viene riservato a chi fa cazzate del genere tramite sguardi di superiorità e sarcasmo gratis.
E neanche portavo io la barca.

Tornando alla regata, alla fine della seconda, neutrissima prova siamo nella bonaccia più assoluta e sono le 16:30 circa. L’acqua è uno specchio. tutto rimane così fino alle 5 meno 10 quando la barca giuria salpa e parte, bene giornata finita e si torna in porto…e invece no, la barca va verso il largo per prendere quell’aria che si vede laggiù…tempo di seguirla di cambiare centra per il vento in arrivo e issano il segnale di avviso alle 16:59. Questo è sadismo, una flotta cotta da due regate e 5 ore in mare, mezz’ora alla cappa senza vento, e adesso a fine giornata una terza prova con 20 nodi almeno: è arrivata la tanto temuta, mitizzata, drammatizzata botta. Sadismo puro. Partiamo per questa lunga, dura, faticosa bolina, e molte onde dopo giriamo neanche malaccio la boa, niente spi, andiamo giù a vele bianche. In altra situazione il vento sarebbe ampiamente gestibile, ma adesso stanchi e deconcentrati è troppo alto il rischio di fare danni. Ecco la differenza tra i brocchi e gli agonisti seri: loro non perdono la concentrazione neanche a fine giornata. I brocchissimi invece sono già in porto che 20 nodi neanche ci pensano a regatare.
Finiamo la nostra prova né meglio né peggio delle altre volte, riusciamo a tenere dietro pure qualche spinnakerista un po’ sprovveduto.
Il rientro, per la mia gioia è di bolina. Bolina da 25 nodi stabili, distruttiva. Ed è durante questo rientro che realizzo quale sia il più grande punto di forza della razza umana: lo straordinario spirito di adattamento, me ne sono reso conto esattamente quando ho formulato tra me e me il pensiero: “adesso alzo un po’ il paranco, incastro le mani sopra il gancio E MI RIPOSO…”

È possibile riposarsi al trapezio con 25 nodi. Vi assicuro che si può fare, basta dire al timoniere di svegliarti prima di virare.

giovedì 23 agosto 2012

Master cup – l’impatto con la fatica

Secondo giorno di regate, sempre con lo stomaco in subbuglio. Oggi le previsioni sembrano più regolari del solito, ma i soliti gufi predicono “la botta”. Ieri chiamavano una possibile botta da 15-20 nodi, oggi da 20-25. Ieri abbiamo avuto tre prove da 7-8 nodi nei momenti migliori.
Oggi chissà.
Il meteorologo della base nautica prevede la botta anche oggi, si noti la precauzionale ciambella.
Oggi siamo più furbi di ieri e partiamo con una centra medio-alta, pronti a setuppare la barca  in base al vento che promette una regolare crescita, e tanto sarà. In altre parole ho passato tutto il tempo non in regata a girare crocette (mezzo giro e un po’ di qua, ¾ di radiante di là…) e spostare il piede d’albero.
La flotta: noi siamo riconoscibili perchè abbiamol’albero spostato verso poppa, si noti la famigerata “botta” che sta entrando da est…ben 10 nodi…
Rispetto a ieri tanta fatica ha dato i suoi frutti, niente regate merdesime tranne la prima, dove per l’appunto eravamo con la centra sbagliata. Non c’è niente da fare, se la barca non cammina sei fuori dai giochi  a metà prima bolina. Se la barca cammina viaggiamo facile tra i 12 e i 14. Seconda e terza prova facciamo tattica mono idea: arialiberarialiberarialibera…cerchiamo sempre di evitare la folla, certe volte ci riusciamo certe volte un po’ meno. Fatto sta che questa strategia non paga se non hai un passo da olimpiadi: ti permette di galleggiare senza troppa fantasia a metà classifica, entrare nei primi 6-7 se per caso il lato libero è anche quello buono. Facciamo le nostre tre belle prove, nell’ultima riesco addirittura a stendere le gambe, che fortuna! Ma soprattutto, fortunati come siamo il ritorno è di bolina, anche oggi.
Noi, eroici marinai che teniamo duro…7 ore in mare senza poter andare in bagno…
A terra la routine si è instaurata, bagno, birretta e classifica, e poi filiamo a cena. Questa volta ci facciamo guidare dall’olfatto, e becchiamo una losca trattoria impreziosita da una pregiata birra belga di produzione polacca.io pasta e cosini marittimi, eurotimoniere riso in bianco ospedaliero Totale 9 euro a testa, se il posto lo sceglie il timonista c’è la carta dei vini, se lo scelgo io, ci sono le tovaglie di carta.
Dopo la lauta cena tocchiamo il record della regata, alle 10 meno un quarto siamo cotti al letto, stremati dalle vicende odierne.

martedì 21 agosto 2012

Master cup – l’impatto col cagotto

Secondo giorno della Practice race, piove, ma non è questo l’importante. Io e l’eurotimoniere accusiamo il medesimo malessere..come dire…colonizziamo il bagno del B&B e gli facciamo fare gli straordinari, ecco da questo momento in poi, andare in bagno sarà il leitmotif dele nostre giornate.
Una regata fantastica.
Una batteria, di grande utilità in questa settimana
Saliamo in macchina (che parte al primo colpo, 160 euri di batteria veramente ben spesi), andiamo al circolo senza sbagliare neanche una volta e guardiamo la pioggia scendere per il resto della giornata: nessuno ha molta voglia di regatare, col rischio di rompere qualcosa o peggio di inzuppare la muta il giorno prima della regata vera. La “regata vera” inizia ufficialmente alle 7 quando inizia la cerimonia di premiazione/apertura della Master Cup. Devo dire che è stato piuttosto toccante ed emozionante assistere all’alzabandiera, insomma la parola Wolrd non c’è scritta da nessuna parte ma è sulle facce di tutti.
Siamo ad un Mondiale.  
Conta poco che è open, siamo ad un mondiale. Credo che anche per i neozelandesi accanto a noi sia lo stesso. Molto bello il discorso d’apertura del non so quale assessore ben parlato in inglese, molto bello l’intervento dell sfizzero di cui sopra, che scopriamo essere il Gran Mogol di tutti i master: è opportunamente abbigliato con pantaloni cachi, panama, camicia bianca e cravatta di classe. Wow…ehm…
Molto bello anche l’apporto decisivo del sindaco o giù di lì le cui uniche parole, in italiano, sono state “dichiaro aperto il XVIII master cup” poteva sprecarsi a impararsi la frasetta in inglese…
Ma siccome non si vive di sole emozioni, ci fiondiamo sul buffet, e stringiamo amicizia con questo e quello, insomma facciamo vita sociale e alimentare.
Il giorno dopo, lunedì siamo ancora alla mercé dei nostri intestini, e andiamo in regata un po’ provati dalla situazione. Ci fanno fare tre prove in condizioni che variano dalla genuflessione al  trapezietto faticosissimo (il trapezietto faticosissimo è quella particolare combinazione di vento sui 7 nodi e ondina bastarda che costringe il prodiere a muoversi continuamente, con ripetuti carichi sui quadricipiti e le ginocchia, in pratica le mie condizioni preferite L ).
Noi genuflessi in boa, si noti l’eccellente posizione rispetto alla flotta
Noi facciamo le nostre tre prove, con vento un po’ a salire durante tutta la giornata, la prima schifo (centra troppo bassa) la seconda buona (gran partenza, aria libera, girati 8 la prima bolina) e la terza di nuovo schifo, per sopraggiunti limiti di gambe (mie), intestino (timonatore) e concentrazione (entrambi).
Noi, che abbiamo deciso di partire in barca per prenderci aria libera e la destra e che facciamo tutt'altro perchè siamo cotti
Ce ne torniamo a terra (bolina di un’ora ovviamente), birra, classifica e dritti a morire al B&B. A cena ci facciamo un giro per la Gaeta elegance, ci piazziamo in un ristorante amico del bed’n’breackfastaro, niente di indimenticabile, e infatti non mi ricordo neanche il nome…

photo courtesy Gianluca di Fazio