lunedì 27 agosto 2012

Master cup – l’impatto con le altre barche

Terzo giorno, il giorno in cui si avverò la nefasta previsione. Il giorno della botta, oggi quotata a 27,33 nodi.
Prime due prove con vento al livello di bonaccia adriatica, decisamente faticoso far camminare la barca ma facciamo lo stesso due prove.
La bonaccia è tale che pure il fotografo deve inventarsi qualcosa… 
Unico acuto della giornata è stata una bella collisione al cancello di poppa tra una barca su di noi (poca roba, una fiancata) e, mente il mastro timonatore litigava con la detta barca, tra noi e un'altra barca, centrata in pieno, colpita e affondata. A terra scopriamo di aver fatto dei bei danni, e a me incolpevole prodiere e proprietario mi tocca sorbettarmi a occhi bassi:
  1. la cazziata
  2. Lo scambio dei dati per l’assicurazione
  3. il tradizionale trattamento di disprezzo non verbale noto anche come  marinai della domenica che ci venite a fare alle regate se non sapete portare la barca” che viene riservato a chi fa cazzate del genere tramite sguardi di superiorità e sarcasmo gratis.
E neanche portavo io la barca.

Tornando alla regata, alla fine della seconda, neutrissima prova siamo nella bonaccia più assoluta e sono le 16:30 circa. L’acqua è uno specchio. tutto rimane così fino alle 5 meno 10 quando la barca giuria salpa e parte, bene giornata finita e si torna in porto…e invece no, la barca va verso il largo per prendere quell’aria che si vede laggiù…tempo di seguirla di cambiare centra per il vento in arrivo e issano il segnale di avviso alle 16:59. Questo è sadismo, una flotta cotta da due regate e 5 ore in mare, mezz’ora alla cappa senza vento, e adesso a fine giornata una terza prova con 20 nodi almeno: è arrivata la tanto temuta, mitizzata, drammatizzata botta. Sadismo puro. Partiamo per questa lunga, dura, faticosa bolina, e molte onde dopo giriamo neanche malaccio la boa, niente spi, andiamo giù a vele bianche. In altra situazione il vento sarebbe ampiamente gestibile, ma adesso stanchi e deconcentrati è troppo alto il rischio di fare danni. Ecco la differenza tra i brocchi e gli agonisti seri: loro non perdono la concentrazione neanche a fine giornata. I brocchissimi invece sono già in porto che 20 nodi neanche ci pensano a regatare.
Finiamo la nostra prova né meglio né peggio delle altre volte, riusciamo a tenere dietro pure qualche spinnakerista un po’ sprovveduto.
Il rientro, per la mia gioia è di bolina. Bolina da 25 nodi stabili, distruttiva. Ed è durante questo rientro che realizzo quale sia il più grande punto di forza della razza umana: lo straordinario spirito di adattamento, me ne sono reso conto esattamente quando ho formulato tra me e me il pensiero: “adesso alzo un po’ il paranco, incastro le mani sopra il gancio E MI RIPOSO…”

È possibile riposarsi al trapezio con 25 nodi. Vi assicuro che si può fare, basta dire al timoniere di svegliarti prima di virare.

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