giovedì 31 marzo 2011

come dicevano gli antichi...

"cinghiata meridiana res iusta et sana"


ovvero oggi pomeriggio inauguro la stagione pomeridiana di allenamenti laseristi. speriamo bene che le previsioni a random danno 6-8 nodi, ovvero serio rischio che sia 0-2...

lunedì 28 marzo 2011

La velapigrizia

Yaaaawn!

Week end orfano del’eurotimoniere, e quindi vedo di organizzarmi come posso. Week end primaverile, per sole (tanto), uccellini cinguettanti (tantissimi), sonno (tantissimissimo, ma proprio -issimo!)Com’è come non è, l’idea è quella di uscire nel primo pomeriggio di sabato con i fragliopodi e scroccare le boe alla squadra agonistica. Io vado un po’ prima che devo riarmare la barca da quel di Cervia, e ne approfitto per provare a fare andare d'accordola randa Olimpic con le centre North e vedere che succede:

mmmhh che belle pieghe!

Ci dovrò mettere mano, ma dovrò farlo con l’eurotimoniere presente: la randa deve piacere a lui prima di tutto! Mentre io faccio queste cose sagge e meravigliose gente più saggia esce, e si becca il poco vento presente. Alle due-duemmezza siamo pronti per andare in acqua, io , un altro 470 uno stormo di cinguettanti optimist. Usciamo, due boline, tric e trac, giusto il tempo di farmi sbeffeggiare dagli snipes, viratelle e…fine del vento. Un unico bordo di rientro durato un ora e mezza con un tristissimo tentativo di dare spi, che rimane sgonfio&moscio. Domenica, ho un po’ di giretti da fare, ma se mi organizzassi bene potrei ritagliarmi il mio spazio mattutino. Potrei, ma anche no. Mi sveglio sul fuso orario di Londra, alcuni sbadigli leonini dopo mi affaccio alla finestra per vedere la squadra agonistica in mezzo al mare, praticamente ferma. Io molto furbamente non ci provo neanche e torno a dormire…arriverà il vento prima o poi…

giovedì 24 marzo 2011

Seconda nazionale – secondo giorno

Giornata all’insegna dell’inutilità.
Nella notte il mare è montato come degli albumi sbattuti a neve, e rende impossibile una qualsiasi forma di uscita, forse Zandonà ci riuscirebbe, ci è riuscito a Pescara nel 2009…ma noi comuni mortali no, e il comitato, mortale pure lui issa la Echo (divieto di scendere in acqua) e ci fa stare a terra.
Per darci un tono apriamo la barca e facciamo due-centre-due. Nel dubbio che si regati davvero mettiamo mano alla barra del timone che traballa un po’: già ieri ho sostituito un rivetto al volo, ma si è rivelato inutile. Dopo breve consulto col timoniers chiedo ad alta voce il monofilm autoadesivo monopolimerico, e il timoniere come da prassi mi passa lo scotch.
Quando dici un lavoro destinato a durare…
Poi vediamo le barche che si allontanano dal piazzale in direzione parcheggio e noi senza che nessuno veda iniziamo a smontare le manovre con discrezione...piano piano…aspetta che si sono voltati da questa parte…vai ora…
Bighelloniamo così fino alle 11 circa: sentiamo un suono di sirena e la Echo va giù: silenzio ferale su tutto il piazzale, non si sente scrocchiare una randa. Un attimo dopo sale l’intelligenza su Alfa e parte l’applauso.
La flotta scalpita per andare in mare sempre e comunque…CERRTO!
Senza più nasconderci smontiamo tutto, carichiamo e scrocchiamo il piatto di pasta comunque offerto dal circolo appena dopo la premiazione.
Andiamo via così, due saluti e subito in macchina, lasciamo Piadinalandia senza aver visto neanche una piadina piccola piccola. uff...
Colpa nostra ovviamente

mercoledì 23 marzo 2011

Seconda nazionale – Primo giorno

Ci svegliamo e usciamo alla ricerca di un bar per fare colazione: il nostro albergo, che di norma è aperto solo per la stagione estiva, è ancora in semiletargo, quindi non colazioneggia. Gira che ti rigira, ci perdiamo un paio di volte ma alla fine troviamo un bar e ci fermiamo. Dopo questi rituali di riempimento pance approdiamo al circolo velico dove scorgiamo…un bar! E pure ben fornito!
Do’h!
Visto che sono le 8, la segreteria apre alle 9:30 e noi non abbiamo nulla da fare, compiamo un giro perlustrativo della spiaggia e indaghiamo i vari siti meteo del regno per capire che aria tira. Basterebbe alzaer il naso all’insù, ma vogliamo fare i precisini…siamo ad una nazionale ecchecaspio! Lammindgurufinder dicono che parrebbe una cosa debole sui 6-8 nodi, con una rotazione a destra nel corso della giornata. Per domani arriva una botta da 15-20.
Ci imbattiamo anche in uno snipista locale, e interroghiamo anche lui. lui guarda le nuvole come un contadino dell’aspromonte che deve potare gli ulivi e sancisce circa 10 frizzanti nodi…booo?
Il circolo Nautico ha l’uscita sulla spiaggia, estuario del fiume con travocchi a destra e palazzoni lontani a sinistra: in pratica è esattamente come Pescara, solo senza la diga foranea.
Il piazzale inizia ad animarsi, noi pure: armiamo la centra super leggera, da 6 nodi ed eventualmente ritocchiamo in mare per aggiustarla ai quasi 8 previsti.
Misuriamo, calcoliamo, valutiamo. Poi per non sfigurare di fronte al super coach di ieri sera, io salgo sulla terrazza del club, chiudo un occhio e guardo la barca come volessi prendere la mira per 30 secondi buoni e infine grido: “OOH! 3° e 14’ di apertura crocette!”
Siamo pronti e in perfetto orario, briefing, poi ci andiamo a cambiare e andiamo in acqua. la prima prova parte appena in ritardo,quando dopo aver visto il campo stiamo per fare due boline con Matteo tirano giù l’intelligenza e inizia la giostra:e che giostra! Pare che vogliamo partire tutti nello stesso punto: in braccio al giudice. Lui si offende e la prima procedura è annullata. Seconda procedura si parte con la nera, non scherzano mica da queste parti…
Noi decidiamo di non correre rischi e ci ritagliamo il nostro spazio libero a centro linea, con noi solo il fortissimo Bertagna: che sia una buona intuizione?
Si parte che il vento è debole stiamo entrambi seduti in barca. Giriamo abbastanza bene, le sacre vele sono fantastiche. Sale un po’ d’aria, mi aggancio e…iniziano i problemi. L’elastico del trapezio è incastrato sotto il piede d’albero (nella vecchia posizione era impossibile, in questa evidentemente no) e quindi non posso stendermi, se lo faccio strappo l’elastico e poi non riprendo più i trapezi. Passo un intera bolina con le ginocchia in bocca, schiena stesa e braccia fuori: in pratica la parodia di un prodiere. In questo momento spero che nessuno mi veda ma purtroppo stiamo andando benino, e quindi siamo circondati da avversari…
In un modo nell’altro concludiamo con 7-8 barche alle spalle, e visto che l’aria è salita a oltre 10 nodi (previsioni ad minchiam?Snipista saggio?) decidiamo di aprire le crocette: sghindiamo, io mi arrampico ed eseguo con la tipica efficienza prodierstica. Aspettiamo un po’ e poi un altro po’, che devono rigirare le boe dato che la rotazione è più consistente del previsto. L’aria sale ancora, saremo sui 15 nodi ora (previsioni ad minchiam superior!Snipista purem!) e allora decidiamo di scendere con la centra. E qui succede il disastro, ma andiamo con ordine. Per prima cosa mentre cambio foro sulla landa trapezio e sartia fanno l’amore e si arrotolano, me ne accorgo ma decido di sistemare la cosa appena siamo in assetto. Poi, ghindiamo sulla nuova centra e sentiamo un botto pazzesco: io per un attimo sono convinto di aver disalberato. Poi vedo l’albero ancora su e il fiocco che cade disordinatamente in coperta. A questo punto decidiamo di ritirarci e con l’albero che sta al suo posto per miracolo puntiamo al porto .Mentre andiamo io faccio un check dell’attrezzatura: Cavo ok, messaggero ok, pulegge ok, paranco…è sparito il gancio a S! breve ricerca e lo troviamo in pozzetto tutto deformato. Amen, regata finita.
Ma noi siamo quelli di Vertigo, se ci ritirassimo saremmo uguali a tutti quegli altri velisti della domenica che di solito arrivano nei primi 10 ad un campionato italiano qualsiasi. Noi siamo meglio di così, e che diamine! Stroppo e bozzelli, vediamo di trovare un modo per alzare ‘sto fiocco e presentarci sulla linea almeno per la terza prova. Alla cappa lavoro freneticamente mente l’eurotimoniere timona, tiene in tiro la ghinda e canticchia la sigla di MacGyver per creare il giusto pathos.
Lo sguardo sicuro di chi sa esattamente come riparare una ghinda con una forcina e una bigbabol…
In qualche modo riusciamo a tornare in assetto e scopriamo che il culo aiuta gli audaci: hanno dato due, dico due richiami generali, e quando noi arriviamo vicino alla barca giuria le barche sono tutte lì, in sitting, bandiera di classe e nera a riva: mancherà si e no un minuto e mezzo. Partiamo senza riferimenti di tempo, ci infiliamo nel mucchio e cazziamo quando cazzano gli altri.
Appena partiti esco a trapezio, mi stendo con piglio eroico e…mi ricordo del casino da sistemare. E chissene, srotolo il trapezio, esco fuori e mi tiro dietro l’elastico tutto grippato sulla sartia. Poi una volta fuori con tutta calma snodo l’elastico e gli faccio fare il giro corretto.
Alla fine a metà bolina siamo perfetti, ma tra casini e partenza a spanne non ce la passiamo bene…però le poppe sono una goduria planante, e si va da dio…
Chiudiamo 32°, niente di speciale, probabilmente la centra non è perfetta, ma siamo troppo stravolti per metterci mano. Parte la terza prova, e rimaniamo un po’ in seconda linea in partenza. Ottimo, visto che la prima linea è tutta BFD. Noi navighiamo con qualche problema di timone, la pala si è un po’ alzata, e il timoniers riesce a risolvere solo durante la prima poppa. Il vento scende, abbiamo ancora al centra da 15 nodi, siamo senza spunto. Chiudiamo dietro Matteo, ma senza brillare. Alla fine siamo 22, ma solo grazie ai BFD appunto…
Torniamo a terra, per smontare il paranco ghinda rimaneggiato ci mettiamo dieci minuti buoni,i nodi si sono stretti alla morte e noi siamo un po’ cotti.
Insomma prestazioni altalenanti, viziate soprattutto da piccole o grandi avarie. Ci sarà un po’ da lavorare…Serata tranquilla, filiamo prima in albergo e poi allo stesso ristorante di ieri, troppo stanchi anche per fare un minimo di vita sociale.
Zz…zz..zzz…

martedì 22 marzo 2011

Seconda Nazionale – Arrivo

Ormai siamo rodatissimi: io, timoniers e la signorina TomTom partiamo venerdi pomeriggio, rapidi ed efficienti. Piadinalandia ci appare solo 3 ore dopo di viaggio assolutamente incolore. Basterà dire che con consumata abilità arriviamo verso le 7, scarichiamo, armiamo e ci godiamo lo spettacolo del miglior rigger del mondo emerso. La scena è la seguente: piazzale semibuio con allenatore e 2 signorine una delle quali abbarbicata all’albero, c’è solo un lampione: la tipica ambientazione portuale da film Noir. Le ragazze eseguono gli ordini impartiti, gira un po’ le crocette, cazza un po’ di ghinda, tira qui, molla là…il coach sta a 6-7 metri dalla barca misura il tutto ad occhio. Si si, a occhio e senza strumenti: o lui è un genio, o io di questa roba qui non ho capito niente. O entrambe le cose. La migliore è stata:
allena-rigger: “guarda, dai mezzo giro alla crocetta di dritta…”
signorina arrampicata: “ah-ah”
signorina a terra: “dici? Riprendiamo quel millimetro di prima?” (cioè gli da pure corda…)
AR: “si guarda è una cosa di uno due mm, però per me va bene così, magari rivediamo più tardi”
Si certo…
il tensiometro PT-1 è la storia...accogliete a braccia aperte il nuovo microscopio Harken!
Noi ci limitiamo a chiudere la barca e portarla nel piazzale che al buio non si leggono neanche i numeri sul tensiometro, tralasciando le ben note variazioni dimensionali del rigging dovute alle dilatazioni termiche: variazioni dell’ordine di 0.5-0.7 mm!!
Dopo questo fortunato incontro, andiamo in albergo: Cervia è la città dei sensi unici deliranti, fai venti metri e devi girare perché la strada continua ma in senso contrario a quello di provenienza. In pratica è un labirinto dove il tratto rettilineo più lungo sarà si e no 50 metri. E per fare 100 metri in linea d’aria devi fare 1,6 km di stradine. La signorina TomTom ad un certo punto si arrende e va in crisi: ”al prossimo incrocio tentare un inversione di marcia consentita e buttarmi nel fiume, sono una stupida e ho pure la cellulite, non dovevo farti girare in via delle pannocchie…scusa, tutta colpa mia, sono proprio una stupida…sob sob sob… ”
Ho passato la serata a consolare un navigatore satellitare offrendogli una vaschetta di gelato al pistacchio, il suo preferito.
L’albergo della signora Raffaella è abbastanza carino, anche se offre una disparità di trattamento: Matrimoniale asburgica con bagno e riscaldamento per il timoniere, bolscevica singola, fredda e senza bagno per il prodiere. Prima notte niente coperte, solo con le lenzuola: ho dormito riscaldato solo dall’affetto satellitare della signorina TomTom in crisi depressiva.
Basandomi sulla sola voce al telefono avevo immaginato la signora Raffaella così…
Una volta sistemati approdiamo nella pizzeria più vicina all’albergo, dove si mangia discretamente bene…e si paga pure: 20 euri ‘na pizza e ‘na birra!

lunedì 21 marzo 2011

Back from Cervia

Eccoci qui, sono tornato da quel di Cervia ieri pomeriggio con comodo, visto che mare e onde hanno impedito di regatare siamo partiti presto. Per ora solo flashes and segnalescions:
articolo federvela, articoli sul sito del circolo qui, quo e qua. c’è anche un po’ di fotogallery ma noi non ci siamo, siamo ancora troppo lenti per interessare il fotografo :-( . Prima o poi scriverò un report per il sito della LNI-Pescara.
Flashes:
  • le vele nuove sono fighe, però c’è da fare un po’ di lavoro a terra per le centre: ancora, ancora e ancora. La randa della terza prova aveva una strana piega, che è stato argomento del controcampo autostradale tra me e l’eurotimoniere.
  • La premiazione con i cappelli sbrilluccicanti è stato un fulgido esempio di divertimento allo stato brado:
che bella gioventù!
  • Siamo un po’ migliorati, abbiamo concluso nel 75% della flotta invece che terzultimi…
  • …ma c’erano i Chiandussi, e quindi addio brocca Master.
  • Abbiamo fatto un po’ i fighi, cambio centre in mare, apri le crocette di 3/8 di giro…1,6 cm di puller…da bravi idioti spacchiamo tutto e a momenti non tiravamo giù il palo: ci stavamo ritirando ma…
  • …Al grido di barcollo ma non mollo, grazie a san spectra da prua abbiamo ricostruito una ghinda dal nulla, e grazie ad una consistente dose di culo e primi ripetitori a raffica siamo anche riusciti a partire decentemente
  • La spigola al sale di cervia è buona, ma salata appunto…
  • Ipocrisia timonieristica: rifiuta il quadrello di cioccolata in mare adducendo la seguente scusa “mah…’ste regate solo l’unica occasione di perdere qualche chiletto”, salvo poi farsi più primi (di pasta) degli sloveni con ancora la muta indosso

Mbè comunque ci siamo divertiti, as usual.

giovedì 17 marzo 2011

Ready to go

Barca sul carro, vele caricate, borsa fatta, comprate le tavolette di cioccolata...
si va per un altra regata, questa volta a Piadinalandia.

ci vediamo lunedi
Stay tuned

lunedì 14 marzo 2011

Numb3rs e sòle, ma non solo

Sabato, giornata di sole. Io vado di buon mattino dal mio adorato 470, che c’è da fare centre su centre. Per il pomeriggio è previsto un venticello di 6-7 nodi e io ho appuntamento con la fragliotta girl per uscire (…non pensate male, uscire in mare!!) così sto un po’ al timone e raccolgo le mie impressioni sulle vele nuove.
Passo la mattina tra metro e tensiometro, chiudi le crocette di mezzo giro…cazza ghinda…riaprile di 3/8…misura il rake, controrake e triplo rake carpiato… insomma tribolo un po’ ma ottengo i riferimenti per tutte le condizioni di vento.
Fare l’assetto è difficile solo in apparenza. In verità è un delirio totale…
L’unico problema serio è che avendo spostato il piede verso prua adesso il paranco della ghinda è corto e per agganciare mi serve una persona che cazza lo strallo con impegno. Non vi dico le scenette per riuscire nell’impresa da solo…con queste premesse cambiare la centra in mare a salire è semplicemente impossibile, dovrò provvedere con un paranco più lungo.
Ad ogni modo una volta risolta questa quisquilia grossomodo i numeri tornano e la flessione dell’albero è soddisfacente. È praticamente ora di pranzo mente isso la randa per vedere che forma ha, ma io oggi faccio digiuno e sacrifico il mio stomaco sul’altare della north sails. Quasi contemporaneamente mi arriva un messaggio: La fragliotta Girl mi ha sòlato! Sciagura a lei e alla sua stirpe per 7 generazioni, vado in giro per il circolo come un derelitto cercando di raccattare un prodiere tra i velisti presenti, laseristi, optimisti,istruttori e vegliardi & vegliarde esperti di burraco e tressette. Niente.
Ehi bella, vorresti uscire in barca con me tra dieci minuti?
Alla fine mi piego all’evidenza e smonto tutto, armo il laser e mi accodo alla banda di opti-4.7-radial che fa allenamento con i gommistruttori. Ho il morale sotto i tacchi, ma avviene un piccolo miracolo perchè questo allenamento di squadra si rivela essere la migliore uscita (regate escluse) da mesi: partenze a ripetizione ogni 2 minuti, regatine, manovre e poi ancora manovre. il vento prima timido a fine allenamento è da cinghia piena, block to block e tutto steso, una figata (si, una figata se mi ricordassi che si cinghia col culo fuori dalla barca…ehm…)
Insomma c’è da ringraziare tutta la squadra, dai vuaglioncelli che di strapoggia mi sverniciano in 4.7 (ebbene si…sob) agli istruttori, che mi hanno salvato da un sabato altrimenti catastrofico.

mercoledì 9 marzo 2011

Numb3rs e ghiaccioli

È importante che le stalattiti abbiano il giusto prebend
Ieri sera da bravo velista eroico qual sono, mi recai presso l’amato vascello per fare un po’ di centre, visto che Sua Santità randa nuova non c’azzecca nulla con l’amato albero vecchio.
Arrivo verso le 6 meno spicci, c’è ancora un po’ di luce. Non fa neanche tanto freddo. Con piglio deciso prendo la barca e la porto vicino al carrello biplano della squadra agonistica: infatti il mio piano perverso per regolare le crocette è di arrampicarmi come una scimmietta sul carrello e da lì sporgermi e fare le mie regolazioni: sono un genio del male, lo so.
Faccio una crocetta, scendo, giro la barca, faccio l’altra…alzo gli occhi un attimo e vedo un tramonto soave…oh che bel rosso…peccato che senza sole inizia a fare un po’ freddino, ma niente di che per un marinaio temprato come me.
Ora tocca al piede d’albero. Al buio (perché ormai il sole è solo un ricordo) apro la barca, inclino l’albero verso prua e sposto il primo perno. Per compiere questa operazione descritta in 2 righe ci ho messo un quarto d’ora…
Tra un cristone e l’altro raccolgo le dita che ho perso nell’operazione, ormai fa talmente freddo che sono completamente insensibili! Con gli arti rimanenti continuo imperterrito e sposto anche il perno di poppa: altri 23 minuti e missione compiuta.
A questo punto provato ma non domo, riarmo la barca, manovre, manovrine e manovrucce: l’ho fatto talmente tante volte che posso farlo al buio ormai, ciò non toglie che tra una cima e l’altra mi chieda chi diavolo me lo fa fare…insomma sabato mattina potrei venire qui e giocarci con sole e luce.
Finisco verso le 19:30 e sarebbe ora di andare a casa. Ma fatto 30 non vuoi fare 31? E allora dai, ghindiamo almeno una volta per vedere che ne esce fuori: tensione ok, prebend ok, albero ancora troppo alto. Devo provare chiudere un po’ le crocette e vedere che succede , ma lo farò con la luce.
Alla fine siamo solo io, vertigo, un gatto bianco e grigio che sembra Saiph e le stelle. Fa freddo, non so neanche che ore sono, sono brutto stanco e cattivo, maledico il giorno in cui sono salito in barca ma in questo momento non vorrei essere da nessuna altra parte se non qui, a lavorare sulla mia barca per farla correre ancora più veloce.

lunedì 7 marzo 2011

Weekend review

Sabato: avrei dovuto fare centre e allenamento, una giornata da consacrare alla vela. Sabato, la giornata è stata consacrata alla pioggia: ha smesso alle sei e un quarto, quando ormai era tardi anche per pensare di.
Domenica: regata altura da Giulianova a Pescara, 22 miglia. Sono incline alla lietitudine perché il meteo mette 15-18 nodi da NO e fors’anche il sole, in pratica una passeggiata di salute. Poi mi chiama L’armatore, e mi dice che ci incontriamo alle 7 di mattina al porto: inizio a piangere e rimpiangere Vigna di Valle, dove la prima partenza la danno non prima delle 14…Ad ogni modo, io e il mio cuscino che non sono a scollare dalla faccia ci presentiamo puntuali, al porto e qui la sorpresa: siamo solo in 5. Bah, menomale che io faccio il pruodromo e che una volta issato spi posso dormire fino a Pescara…mi sono portato pure il cuscino apposito…
sogna piccolo corr, sogna!
Nel dormiveglia veniamo autotrasportati fino al battello. Armiamo, prepariamo, caffettiamo e siamo fuori per la regata.
Il CDR dispone la linea con vento più o meno da dietro, all’incirca perpendicolare alla rotta per Pescara. In pratica si parte di poppa, mure a dritta. A 3 e mezzo andiamo ancora in giro con la randa mi dicono:

POZZETTO(voce stentorea dell’armatore-timonier-comandante): “tieniti pronto ad issare”
PRUA(sull’attenti, con battuta di tacchi, petto in fuori e spalle dritte): “signorsì…ma cosa?”
POZZ (in coro): “tutto! Genoa, spi, gran pavese e bandiera nera per la lotta senza quartiere! Ma che razza di prodiere sei se ti dobbiamo pure dire queste cose!!!”
PRUA: Zi buana…

A 3 minuti non sappiamo ancora se dobbiamo andare su di genoa o di spi alla fine optiamo per il genoa, partire e dare spi sullo zero. E così abbiamo fatto, seppur con qualche complicazione, come ad esempio la mancanza di un centrale… nei dettagli è stata:
  • su genoa...
  • ...ma arma lo spi, alza la campana,con discrezione,sottovoce, subdolo
  • manovrine varie in prepartenza
  • partiti!
  • su spi, io a prua, il due all’albero
  • spi a segno, genoa ancora su, il due non può mollare la presa alla drizza perché non c’è nessuno che recupera dal pozzetto…mentre io chiedo a nessuno di ammainare genoa ovviamente!Io strappo la drizza dalle mani del due, che corre in pozzetto a fare il centrale: cazza, issa ammaina, molla al base, strabuzza il vang, rinfaccia il meolo, tutto contemporaneamente.
La leggenda del pianista sull’oceano: ha 6 mani e sono tutte destre. Magnifico film basato sulla storia vera di un centrale
Per finire Io mi tuffo a prua tiro giù il genoa in caduta libera e mi godo lo spettacolo di un 44 piedi da corsa con equipaggio al gran completo, che ha ancora il tangone in coperta e lo spi ne sacco…ah…Doppio Ah!
In tutto questo il due/controtailer/centrale è finito a girar manovelle a random ed è in debito di ossigeno. Ed ecco che quando sto per appisolarmi a piede d’albero, cullato dalle ondine, arriva il famigerato ordine: aiutare il tailer, manovellatore! Io che con le mie pruesche e guantate mani non ho mai toccato un winch! Che affronto… non pago dopo sole due ore di pompaggio con 18 nodi il tailer decide di mettersi in sciopero e devo pure dargli il cambio per i 10 minuti in cui si riposa…concorderete con me che non c’è più religione;-)
Di riffa e di raffa, tra bordi a terra, correnti favorevoli, chiamate radio e ammennicoli vari chiudiamo in poco meno di 3 ore, 6° in reale e ignoti in compensato. La classifica compensata la scopriremo un giorno, quando i computer decideranno di collaborare, i ben informati dicono che siamo terzi…boo!
Settimana prossima la barca altura è impegnata nella Pescara x2, regata double handed, mentre io mi faccio la Pescara x 1…sul laser!

mercoledì 2 marzo 2011

considerazioni semiserie e segnalescions

courtesy Antonello Coppola: una foto in cui sembro un velista figo...
dopo essermi riposato e aver fatto posare nella mia testa le prime impressioni veniamo a noi. Domenica ho appreso le seguenti certezze:
  • 5 minuti di Dainese in acqua valgono più di un anno da solo. Mi è passato affianco e mi ha detto: “vang-cunny-culo-scotta” e ha ribadito il concetto a terra. Ho del materiale su cui lavorare per giorni…
  • Partenze infime: avevo appena fatto in tempo a imparare -non dico bene, ma decentemente- che bisogna ricominciare daccapo, grazie scazzo invernale!
  • Velocità di poppa insoddisfacente, però avevo pochi riferimenti, mentre ho visto bene la bolina e il lasco, wow
  • Manovre un po’ rugginose. So come si fa, ma sono lento, lento, lento.
  • Enrico il Bagnino ogni tanto cala la pinella e fa male. Di poppa soprattutto è una fatica tenerlo dietro. Se parte avanti devo sperare che sbagli lui.
  • Marco non lo riprendo neanche se sbaglia invece
  • Vado in giro sbandato. E io so bene che “flat is fast”! Quindi ora non resta che metterlo in pratica. Credo che mi comprerò una livella.
  • Scarsissimo acume tattico. Non vedo nulla che sia fuori dal raggio di 2 metri dalla barca in pratica…e se guardo fuori vado fuori rotta. Servono ore di volo in compagnia.

Insomma il succo della storia è che dopo svariati mesi di stop sono a carburazione diesel e giro a tre cilindri. Gli avversari invece o per esperienza o perché non si sono mai fermati già vanno più o meno a regime. Sarà forse il caso di allenarsi?
Ci sono un po’ di articoli sulla regata, come sempre. Il mio sul sito della LNI, il report dei dainesi, con le loro foto in streaming. Ci sono anche le foto del fotografo ufficiale, qui. Poi è esploso un bel flame sul gruppo facebook dei laseristi di zona in pieno stile controcampo dell’ocs, abbiamo pure la moviola di Lucia Blini…

secondo Mughini era tecnicamente OCS, ma se fischiamo pure queste cose...
per la Canalis era dentro di due lunghezze