venerdì 28 settembre 2012

L'alba delle zanzare succhianti

Ieri pomeriggio ci siamo trovati per caricare le barche, si va a fare l'ultima zonale 470 a Giulianova. nel mentre che caricavamo, ho scoperto che in questo preciso periodo dell'anno, nel preciso luogo della LNI, in quel preciso orario del giorno c'è la massima concentrazione di zanzare mai registrata, sono talmente tante che mentre 2 ti distraggono la terza si avvicina con l'autocisterna e la quarta ti punge. Siamo dovuti scappare appena poggiata la barca sul carro, senza legare e niente, impossibile restare un minuto di più. 
ovviamente la soluzione è stata andare (io) stamattina all'alba...

tra l'altro dev'essere la settimana regionale dell'insetto impunito, visto che ho trovato la barca piena di formiche, adesso ho due opzioni: 

  1. insegnargli a migrare sopravento
  2. lavare la barca con l'anticristogamico più efficiente che c'è in commercio, realizzato dalla stessa ditta che si è occupata dello smaltimento del napalm inutilizzato dopo la guerra del Vietnam

martedì 25 settembre 2012

La nouvelle cousine!

Sabato ho cercato in tutti i modi di uscire in 470, alla fine ci simo trovati io e Paolo e per amor del confronto diretto siamo usciti in laser, ognuno con il suo. All’inizio c’era da soffiare, alla fine si è messo un ragionevole scirocco che ci ha portato addirittura a cinghiare nei momenti migliori. Sta di fatto che per un paio d’ore facciamo passo, manovre, giriamo sulle nasse, insomma un allenamento nei canoni: ce ne andiamo a casa contenti di aver fatto il nostro compitino.
Domenica, c’è la cooking cup, ovvero l’unica regata veramente importante della stagione. Noi imbarchiamo sulla Strega II una bottiglia di prosecco per ogni membro di equipaggio, cuochi(2) inclusi: non scherziamo per niente, noi. La prima bottiglia viene stappata in banchina prima di mollare gli ormeggi.
la differenza tra noi e gli alcolisti anonimi è che gli AA vanno agli incontri, noi ci incontriamo per bere.
Il briefing ha sancito definitivamente la mia inutilità odierna quando ha specificato nell’ordine:
  • percorso costiero andata ritorno (quindi una sola issata se va bene)
  • vele bianche (quindi niente issata, vabbè si tira la partenza)
  • partenza  non al vento senza bandiere ma con annunci via radio (quindi non devo neanche guardare il comitato)
in pratica potrei dormire tutta la giornata ma ci pensa il Mastro comandante a riequilibrare il Karma piazzandomi alle scotte (per inciso a bordo siamo in 7 velisti, tre prodieri di ruolo, tre ragazze un timoniere…) di fatto lavoriamo solo io, una ragazza controtailer, un prodiere-randista e il timonatore. Gli altri cercano la boa col binocolo.
Il mastro comandante cala la pinella infilando una partenza mure a sinistra in barca (partenza di poppa non al vento, eh!), praticamente li freghiamo tutti. Nell’ordine, tenute conte le vele da crociera, rolliamo un X40 (o 45, mai capito) carboniosissimo, e un GS 40 sempre in assetto speed. Siamo 4° in reale all’arrivo,meno uno squalificato perché ha tirato su un code0, quindi 3°. Con le vele da crociera e il rullafiocco: sono un tailer fortissimo, questa è l’unica possibile spiegazione :-D
La prova culinaria ci vede tra i protagonisti, laddove, tra un prosecco e l’altro, presentiamo il nostro (be’ nostro…dei cuochi che lo hanno mirabilmente preparato)vulcano di cous-cous con cosine di mare, buonissimo. A tavola ovviamente ci sbafiamo tutto lo sbafabile, e intanto parliamo del l’imminente campionato autunnale:pare che il mastro comandante non abbia granchè voglia di smontare il frullaprua e il musone dell’ancora, per cui si procurerà un IMX 40. La cosa è andata così:

IO (prodiere agonisticissimo&incredulo): oh be, ma allora veramente regatiamo in classe crociera?
COMANDANTE: bo’ vediamo, magari ci prendiamo un IMX 40 che non mi va di smontare il rullafiocco…
IO: si guarda anche io, aveva le gomme un po’ sgonfie ma non mi si creava di andare dal gommista e ho preso la macchina nuova!
Se vuoi convincere l’armatore a fare il salto di categoria, è sufficiente mettere un po’ di superattack sui bulloni del rullafiocco…
La storia vera è che c’è sto barcone a corto di equipaggio e potremmo fare la join venture, stay tuned.

giovedì 20 settembre 2012

Velandiamo Velavinciamo e Velatorniamo (di corsa)


Il mio velandiamo è iniziato, in maniera pericolosamente incerta, una settimana prima a cena con la mia dolce metà et di lei familia: Viene annunciato con nonchalance il PRANZO per il compleanno della Nonna domenica prossima, ovvero la domenica del velandiamo! Pericolosissimo, reso anco più pericoloserrimo dalla postilla “ah c’è la regata…bè non è un problema, tanto ce la fai  in mattinata…fate come credete” (rivolto a me, la mia dolce metà e suo padre, che per l’occasione si sta facendo fare un genoa nuovo…). Ovvio che in mattinata non ce la potrò mai fare, e soprattutto quel fai come credi grava sulla mia testa come una spada di Damocle. Il “fai come credi” dovrebbe essere vietato dalla convenzione di Ginevra.
Ma io sono tenace e tenacerrimo, e contratto con bulgaro impegno un orario di arrivo al detto pranzo intorno alle 14:15-14:30 a fronte di un arrivo presso il ristorante della comitiva parentale intorno alle 14:00: Primo passo. 
Secondo passo: verifico lunghezza del percorso, polari di Vertigo, vento previsto per intensità e direzione, dal solito pool di 5-6 siti meteo. Se mantengo una VMG di bolina superiore a 4 nodi, ce la faccio. Questa cosa l’ho decisa lunedì per domenica. Sono un genio certe volte.
Terzo passo: convoco la fragliottina e inizio la danza del vento, ho bisogno di almeno 12 nodi per chiudere il percorso e il ritorno a terra in tempo. Preparo con cura il flight plan della giornata:
  • sveglia nervosa&ansiosa alle 6:00
  • uscita in mare alle 10:40,
  • Partenza della regata alle 11:40,
  • Vittoria ed esultanza alle 13:07,
  • Rientro a terra ore 13:30,
  • rimollo la barca alla fragliottina e la saluto&ringrazio alle 13:30:04,
  • mi strappo muta di dosso (23”), mi lavo (1’20”) mi vesto elegantemente(47”)
  • parto alla volta del ristorante (che dista mezz’ora di curve ovviamente…tsk)alle 13:45
  • durante il tragitto finirò di allacciarmi i polsini della camicia, la cintura e altri dettagliucci. Sia lodato il cambio automatico.

Tutto questo naturalmente salvo tragici imprevisti...
Io che parto alla volta del ristorante, salvo tragici imprevisti. 
Domenica mattina, alle 8 non c’è un filo di vento. Alle 9 neanche. Alle 10 ci sono 6 nodi. Il vento atteso, i tanto sperati 12 nodi, dovrebbe essere di perturbazione, e quindi dovrebbe tirare dalle prime luci…un po’ scoraggiato e in ritardo recupero la fragliottina e ci tiriamo al circolo organizzatore, tanto per. Arriviamo al porto turistico che c’è vento, wow ragazzi esattamente 12 nodi, sbucati fuori dal nulla! Iscrizione al volo, non prima di aver appurato che non siamo le uniche derive e andiamo ad armare.
Fuori in mare, secondo la migliore tradizione velandiamese siamo in ritardo per la partenza, c’è un gran casino e prendiamo la partenza al volo, siamo sulla linea quando sentiamo degli squilli che potrebbero essere la partenza…noi partiamo e basta.
La regata, o meglio veleggiata, visto che non sembrano esserci avversari in vista, è una lunga bolina, ma lunga lunga…dopo un’ora e quindi pericolosamente oltre il tempo massimo stimato per la prima boa siamo ancora lì che andiamo, l’aria sarà sui 15-17, bella ondona, insomma tanto lavoro di randa. Una figata. In questa figata io inizio a panicare, perché il rischio di fare tardi nonostante il ventone è concreto, causa poco angolo di bolina.
Ma una volta superata la maledetta boa di bolina, inizia la discesa. Il tratto al traverso è a velocità Warp, la poppa idem. Torniamo indietro volando in 20 minuti scarsi, primi di classe (anche perchè soli…gli altri iscritti tutti ritirati…ehm).
Filiamo a terra addirittura con qualche minuto d’anticipo, e io arrivo al ristorante esattamente agli antipasti: che vuoi di più?
Dopo il …burp..lauto pranzo riesco pure a tornare indietro in tempo per le premiazioni dove scopro con piacere che c’era ben un'altra barca nella mia categoria (per la serie non siamo soli nell’universo), e quindi ci premiano in 2. segue quindi la tanto agognata birretta, strameritata e stragelata:
amo l’odore di luppolo dopo le regate…profuma…profuma come di vittoria 

lunedì 10 settembre 2012

Master cup – Ultimo giorno


Ultimo giorno di regate, per grazia divina e del bando oggi sono previste solo due prove, che dopo tutto quello che abbiamo fatto è una benedizione. Alle Olimpiadi ci sono i migliori velisti del mondo e prevedono non più di 2 prove al giorno ed un giorno di riposo prima delle final series. Qui siamo i peggio vecchiardi e ci crepano con 3 prove per sei giorni filati…
Il copione è ormai collaudato due prove con vento leggero a salire. Facciamo 2 volte 15, senza particolari sorprese, solo qualche bel duello di poppa dove chiudiamo l’ultima prova davanti di centimetri a un tedesco ignoto. quando si duella conta poco chi ha contro, è come essere dei purosangue. Li lasci liberi sulla pista e iniziano a tirare, è nella loro natura. E così siamo noi, questo qui probabilmente non è neanche nella nostra flotta, è l’ultima poppa dell’ultima prova, i giochi sono fatti, ma noi ci mettiamo a tirare per arrivargli davanti. Di 20 cm. E loro rispondono, fino all’ultimo.
ultima poppa, ultima prova
Una volta a terra scopro con raccapriccio che i signorini perfettini – che le gomme del carrello vanno gonfiate a 1.2 bar, né 1 né 1.3- hanno forato la detta vetusta gomma il cui copertone ha ceduto alla soverchia sollecitazione, che se stava mezza sgonfia a 0.5 bar da quel dì c’era un motivo. Per fortuna l’unico scopo del carrello è portare la barca fino al carrotraino, poca roba!
Carichiamo, impacchettiamo, sigilliamo tutto e seguiamo il rito della Birretta&classifica per l’ultima volta, salutiamo vecchi e nuovi amici, dandoci appuntamento alle prossime regate.
Ciao Gaeta!