giovedì 30 giugno 2011

Ore 6 calma piatta

E ieri, vista la bella giornata decodi per un allenamento laserista dell’ultimora. Quando arrivo ho la solita fitta a vedere il mio adorato 470 che giace sul carrotraino da quel dì, mi scodinzola debolmente ma io con fare paterno gli spiego che l’eurotimoniere è in Norvegia per lavoro…
Esco con il laserino, e riesco a fare due bordi due. In 28 minuti. Poi poggio, e mi fermo.
Per fortuna c’è un minimo di corrente che mi fa scarrocciare verso terra…inizio a cazzeggiare alla grande, conduzione in piedi, conduzione senza timone, conduzione in piedi su una gamba sola, insomma gioco un po’ per ingannare la staticità della mia barchetta.
Per tornaere a terra in questo modo ci ho messo altri 34 minuti, stabilendo il mio nuovo record di lentezza, un’ ora per fare 300 metri ad andare e idem a tornare, giuro!

Tornerà pure il vento…

venerdì 24 giugno 2011

Pomeriggi soft

E qualche giorno che di pomeriggio tira uno scirocchetto flebile flebile, una roba da 5-6 nodi. Io ci esco in laser, dopo il lavoro.
Quando il vento è forte, nasconde gli errori. Orzi e al barca vira. Cazzi e la barca schizza in avanti. Col venticello di questi giorni la parola d’ordine è delicatezza. Sposti il peso -dolcemente- per far orzare la barca, dai un po’ di timone –non più di 30 gradi!- la barca vira, sbandi esci sulle altre mura per dare la schienata, sempre dolcemente.
E poi di nuovo, peso, barra, schiena, mani...
E ancora, peso, barra, schiena, mani, e ancora una volta, e ancora e ancora fino a quando non ti sembra di essere nato con la scotta in mano.

Virare con poca aria non è un cazzo facile :-(

martedì 21 giugno 2011

Il formidabile evento sociale

Evento sociale 2011: il vento ha rischiato di mandare tutto all’aria (che tra l’altro essendo il vento nient’altro che aria in movimento, mi sembra piuttosto coerente). Ma per fortuna l’intera giornata si è conclusa nel migliore dei modi, con le pance piene e le gambe sotto al tavolo, nonostante la scomoda presenza di alcuni sedicenti “velisti” che volevano rovinare la festa a tutti andando in barca. Per fortuna il vento non si è sollevato prima delle 16:00 ora locale, rendendoli del tutto inoffensivi.
Questa è stata la prima (eh?! E l’anno scorso io cosa ho vinto? E cosa ho fatto con la mia dolce metà? mah...) veleggiata sociale targata LNI Pescara, organizzata, diretta e pranzata, ma soprattutto pranzata dal nostro consigliere agli sport, Mariano Supplizi (del resto se hai un consigliere agli sport snipista ti organizza l’italiano snipe, se hai un consigliere bello pingue e rotondetto ti organizza i pranzi…).
Scherzi a parte, sarebbe stata un’ ottima giornata di vela, perché di barche, velisti e aspiranti tali se ne sono visti parecchi, e contemporaneamente, domenica mattina. Peccato che poi siamo rimasti a ciondolare nella bonaccia fino alle 2, quando ci hanno mandato a terra, e alle 2:10 il vento era sufficiente a navigare: sempre minimo, ma navigabile.
Amen.
Il momento migliore della giornata è stato quando ho fatto il poleno:

Pranzo luculliano e medaglietta ricordo, dal mio punto di vista queste cose addolciscono una giornata sbagliata, non sono il fulcro centrale di un evento che si definisce “veleggiata”. L’aria che tirava (metaforicamente) sembrava dire il contrario: l’importante è la pasta, poi se ci si esce si va pure a vela. Ma non che sia necessario.
Ciiegina sulla torta il sacro eurotimoniere mi ha confermato che non riuscirà a liberarsi per Lignano (non è colpa sua, è solo che c’ha una sfiga…) per cui la nostra stagione nazionale finisce qui.
Uff.
Ma veniamo alle cose positive: la luce risplendente dei miei occhi mi ha fatto un po’ di foto in cui sono bellissimo, a detta sua:
si noti tra l’altro che vento o non vento Vertigo va, eccome se va…

lunedì 13 giugno 2011

470 batte laser senza appello

Domenica mattina, continuo ad essere orfano dell’eurotimoniere.
Domenica mattina, decido che comunque questo vento (12? 14? Insomma bello figo) merita giustizia e vado alla Lega per armare il mio laserino. Arrivo che ci sono altri laseropodi imberbi un po’ in anticipo rispetto a me, due chiacchiere, as usual. C’è anche il coach Azzariti che ha quasi finito di armare, ma io lo guardo, poi guardo il suo 470 poi lo riguardo e mollo per terra la sacca con la vela del laser. Ci metto un po’ a convincerlo, ma la botta finale arriva dal giuovine laserista:

COACH: non lo so’ ho già armato…
IO: e dai, ma scusa non aneli una goduriosa planata al lasco?
COACH: e che poi volevo vedere come va ‘sta vela nuova per la prossima zonale
IO: mi stai dicendo in pratica che prefersci navigare in laser invece che in 470…
GIUOVINE: (che si intromette al volo): Bravo!
COACH: (con gli occhi di braci ardenti): vai. A. Prendere. Le. Vele!

Il resto, le boline, le virate, gli orgasmi a ripetizione le planate, sono storia.

Quarta regata nazionale – secondo giorno

Per questa mattina le previmeteo di due diversi modelli danno uno pioggia battente, l’altro ventone. Scopriremo che sono entrambi esatti. Contemporaneamente.
Fino all’una e mezza niente di fatto, il vento non si riesce a stendere e su Trevignano c’è il “nuvolone nero della morte” con qualche fulmine. L’ultima volta che ci siamo incontrati il nuvolone e io, mi hanno ripescato col gommone e ho dovuto abbandonare la barca nel lago. Barca che ho recuperato a rate: prima lo scafo, poi l'albero poi le vele. dare l'ordine di abbandonare la barca (rovesciata, io e Giovi sopra come due pellegrini) è stata la cosa più triste della mia vita velica.
Motivo per cui sin dal più tenero mattino ho le budella di piombo e i piedi anche. Armiamo prepariamo e aspettiamo. Poi visto che sull’altra sponda inizia a soffiare in modo piuttosto irregolare, e temiamo la botta decido per usare le vele vecchie che tanto non mi gioco nulla se non uno squarcio nello spi.
Poi visto che sempre sull’altra sponda il vento è diventato regolare sui 20 nodi, io e il cardoncello facciamo un mini briefing e decidiamo per gettare la spugna, con molto disonore.
Così mentre la flotta viene mandata in acqua noi e pochi altri rimaniamo al palo, chiedendoci se siamo dei coglioni o siamo i più furbi.
Dopo un po’ torna Vincenzo visibilmente adirato. Tra un cristone e l’altro vengo a sapere che in pratica è uscito con la media-alta e né riusciva a tenere la barca né a scendere di buco, e quindi si è dovuto ritirare.
Da terra, davanti ad una birra, riflettiamo sul mondo, sulla vela e sul fatto che passata la mezzora di inferno e nuvolone nero della morte probabilmente stanno regatando con 15 nodi scarsi. Ma vaff…
Se non altro abbiamo tempo e modo di caricare con calma, con il piazzale tutto per noi…magra consolazione.

venerdì 10 giugno 2011

Quarta regata nazionale – primo giorno

Un timido, tenero e piumato passerotto. Non sarebbe bellissimo se fosse anche afono?
Ore 5:07
Cip! Un singolo timido cinguettio si ode nella calma
Ore 5:08
Cip cip ciopp ciiip ccicp cipicpipipipi cicppp!!! Lo stormo risponde in massa
Ore 5:09
Ma porc #@$#!! ‘Celletti infami!!!

Ed è così che e iniziata la mia giornata. Dopo alcune ore di rotolamenti nel sacco a pelo decido di passare alla fase attiva, memore della promessa fatta da Vincenzo di buttarmi con tutta la tenda in mezzo al lago decido di giocare d’anticipo. Mi alzo e non c’è nessuno, ma proprio nessuno:
apro la barca e inizio a mastriare, qualcosina da faer c’è sempre. Arriva Vinc e mi saluta con un ”ciao pazzo!” riferito indubbiamente alle mie abitudini mattiniere o forse al fatto che sono ancora in pigiama
Comunque dato si che da queste parti prima dell’una non si muove foglia, me la prendo comoda, anzi comodissima: faccio colazione con la crostata imperiale alla nutella, armo e riarmo il vascello, faccio qui faccio lì…abbiamo anche il tempo di controllare le tradizionali 23 centre (perché una centra ti serve e poi devi darti un tono, sei ad una nazionale, caspio!) e di fare un po’ gli scemi…
La chiamavano calamity rake…
And finally, alle due andiamo in acqua per la regata. il vento sarà sui 13-15 nodi, direzione relativamente incomprensibile. Visto che siamo tra i primi in acqua facciamo un po’ di riscaldamento e manovre: le virate sono da da dimenticare per lentezza e angolo di uscita, in compenso alla prima strambata finiamo in acqua e lo spi (nuovo! Ma quel #$@#!!!) fa l’amore con la crocetta. Dopo quel giusto quarto d’ora per districarlo e convincerlo nella sua sacca ripartiamo, questa volta meglio…Se non altro è acqua dolce, mi beccherò pure la salmonella, ma le vele sono salve.
Prima prova partiamo nel mucchione tutti in barca. La partenza è obiettivamente bruttina, ma faccio una delle manovre più fighe della mia carriera: da fermo al vento e impaccato faccio un metro di retromarcia e poggiatone dietro la poppa di un altro impaccato fermo al vento come me appena sottovento, sfilo la sua poppa di un cm, faccio velocità, riorzo e vado via,da sottovento un’ altra barca sta già di bolina e io mi infilo tra questa e l’impaccata di prima, che è ancora lì che si chiede come dove, come e perché. Manovra bella ma abbastanza inutile, perché comunque siamo un po’ coperti. Facciamo i nostri due giri vergognosi in poco meno di un’ora. Maglia nera sulle spalle che imbarazzo…
Per la seconda prova decido di partire a centro linea in aria libera…peccato che con 40 barche il centro linea devi prendertelo due minuti prima dello start, e devi pure prendere il numeretto, come dal salumiere.
Serviamo ora il numero 4311…
Risultato parto alcune ore dopo, ma almeno vado verso la sinistra del campo, che mi sembra essere migliore. In effetti è così, se avessi una velocità decente di poppa probabilmente sarei neltreno delle ultime 5-6 barche ma siccome andiamo un po’ a spasso riesco a tenerne dietro solo uno. Se non altro!
Dopodiché il vento cala, scende ai più consoni livelli di zona, da ginocchia in bocca. Provano dopo qualche tentennamento a dare la terza partenza, e finalmente parto bene:in seconda linae, ma scientemente. A 30 secondi sono più o meno allineato, barche praticamente ferme con pochissima aria. Io mi sono messo un po’ in disparte così ho spazio per accelerare. A 10 secondi guardo la flotta che avanza e penso: questi sono tutti OCS, e rimango dove sono, meglio partire coperto che fuori. A 5 secondi cazzo e parto, relativamente veloce governo bene. Come pensavo tutta la prima linea o OCS, ovviamente richiamo generale, l’unica partenza decente della giornata va a pallino. Aspettiamo un po’ che le barche rientrino, e poi visto che il vento cala ancora ci fanno rientrare. E a questo punto avviene il magico momento che fa assomigliare me ad un velista vero: ho un gommone che mi traina! Ma non è stupendo? A parte il fatto che ho quasi decapitato Vinc con la cima di traino…ehm...

mercoledì 8 giugno 2011

Quarta regata nazionale – l’arrivo

Questa volta, vista la presenza di ferie, amici e tempo libero decidiamo di fare le cose per bene, ovvero partire per tempo e farci un bell’allenamento pomeridiano sul lago. Ottimo!
Il viaggio fila via liscio, salvo un po’ id piovaschi qua e là: che vuoi che siano, quando superiamo le montagne sarà bel tempo!


Ecco, il bel tempo
Santa tomma tomma ci guida bene fino agli ultimi 30 metri, dove una combinazione di orientamento, culo e memoria nell’ordine ci portano a destinazione al primo colpo. Orientamento: nel momento in cui la signorina satellitare canna sappiamo che il lago deve stare alla nostra SINISTRA, ora il lago è bello grosso ma tondo, fondamentale non sbagliarsi
Culo: la signorina dice di girare a sinistra e io canno completamente e vado a destra, avendo momentaneamente dimenticato cosa sono destra e sinistra. Cerchiamo una piazzola per tornare indietro ma niente, proseguiamo fino ad una svolta dove forse c’è spazio e…
Memoria: riconosco al volo il parcheggio del circolo, bello bello, centro al primo colpo!
La fortuna del week end si è esaurita qui.
Una volta arrivati scarichiamo armiamo, prepariamo e approntiamo anche il Vertigo Camp, ovvero il posto dove dormiremo:
fatte tutte queste cose io e Vincenzo rimaniamo due ore due a cercare di capire cosa vuol fare il vento, che di solito qui è preciso e puntuale ma oggi è un po’ nuvolo, e quindi nisba. I vento turnica, rotea e balla ma non ne vuole sapere di faer il suo lavoro, chi è uscito rimane fermo in mezzo al lago.o peggio rientra remando col tangone.
E allora niente, ci mettiamo l’anima in pace e aspettiamo il clan dei livornesi (matt-dan-giu), cazzeggiamo un po’ e poi andiamo a cena. Che cena! Trattoria con tovaglia a quadretti che fa ben sperare, ravioli, fritto di pesciolini e vino che per par condicio viene bevuto sia rosso che bianco indiscriminatamente. La Giulia ci allieta con le sue storie di vita vissuta, di free pumping e di giornate passate a fare la centre con ossessiva e metodica cura…non prova esattamente amore per la categoria degli ingegneri, io mi faccio piccolo piccolo e cerco di farmi passare per un improbabile parquettista.

ah dottò sarebbero 32 euri a metro quadro...vabbò famo 30 va, ma solo per lei!

Dopo cena scopro con gioia che le formiche amano la mia tenda…che somma letizia essere immesi nella natura!Mi infilo nel mio bozzolo con la promessa che domattina verranno a svegliarmi in massa smontando la tenda e gettandola nel lago…

martedì 7 giugno 2011

Visto (e fatto) a bracciano

Regata nazionale n°4 in assetto campagnolo almeno per me, con prodiere in prestito. Ne abbiamo viste di cose…
  • Vista l’invasione notturna delle ultraformiche, che organizzatesi hanno preso d’assedio la mia tenda, già, perché si dormiva sotto la quechua auto esplosiva
  • Bevute svariate birre, che si è perso il conto di chi deve offrire cosa…fino alla prossima volta.
  • Mangiati tanti pesciolini fritti, che c’è chi se li mangia a palate, chi con la forchetta, chi passa la serata a togliergli le teste una ad una...
  • Sentite storie di Mademblik, di Istanbul, di campi di regata dove non te la mandano a dire, dove i 30 nodi sono veramente 30 e non 18 gonfiati…storie raccontate da chi c’era.
  • Visto il salto di qualità di Matteo e Daniele, chapeau!
  • Vista troppa pioggia per essere bracciano a giugno. E la termica, la bellissima termica da 15 nodi che fine ha fatto?
  • Apprezzata l’ospitalità del circolo, come sempre e da sempre ormai.
  • Apprezzata al simpatia e la cortesia di Giulia, che pur conoscendomi da 5 minuti si prodiga in consigli (buono!) e in gommo traini (wow! Come un velista vero!)
Insomma alla fine, anche se vai lì per fare una mezza regata fatta male…ne vale sempre la pena, che è meglio una brutta regata che stare a terra a farnieteggiare
Stay tuned