lunedì 28 febbraio 2011

Laserismi Reloaded

Ieri come Eolo ha voluto si è regatato. Eolo ha voluto così: poco vento, direzione a random ma poi alla fine si è deciso per tramontana, ritorno a terra di bolina stretta.
Però siamo riusciti a fare due prove, 19 partenti ma solo 3 standard: all’atto dell’iscrizione la notizia mi ha riempito di gioia, “oggi è la volta buona che se non faccio cazzate vado a podio!! Yeee, yuppi…”
L’autocritica è importante.
A vedere il bicchiere mezzo pieno ho chiuso terzo a pari punti col secondo, Enrico il bagnino. A vederlo mezzo vuoto, mi sono fatto fregare alla seconda prova, a vederlo tutto vuoto e anche sbeccato sul bordo ho fatto ultimo: le magnifiche interpretazioni della classifica!
Arrivo come al solito all’alba, ghiaccio sulle barche. Becco l’eurotimoniere e lo costringo a scaricare il 470 che è ancora sul carro da Bari, nella speranza che un ernia improvvisa lo renda inoffensivo almeno per oggi. Macchè, sprizza salute da tutti i pori: con una mano tira su la barca, mente con una mano parla col telefonino e con l’altra si aggiusta la capigliatura. C’è qualcosa che non quadra ma non capisco cosa, amen.
Armiamo le rispettive barche, e aspettiamo. Poi aspettiamo. poi giochiamo a calcio, poi cazzeggiamo, poi, poi.
Poi nell’attesa io vado a fare colazione con la mia fidanzatina, che è venuta a fare un paio di foto agli amici pazzi del suo fidanzato pazzo, cioè me. Sono delle belle foto in effetti:
scatti di una certa classe artistica che ritraggono…
…l’atleta, che nel pieno della sua concentrazione pre-gara controlla i dettagli…
…e poi si dedica alla stupidera più galoppante…
…mentre il gabbiano saggio controlla dall’alto...
...e la nostra uscita in mare un po' titubante. Genuflessi sottovento of course.
Ci mandano verso l’una meno venti in acqua e corriamo due prove: la prima parto alcuni giorni dopo, vento impercettibile, ma grazie ad una culosa rotazione di 45 gradi circa chiudo secondo, neanche troppo lontano da Marco che evidentemente addormentato va a spasso per un quarto d’ora tra la boa di bolina e quella di lasco: se avesse fatto i due giri canonici invece del triplo toe-loop che ha fatto mi avrebbe dato il consueto mezzo lato. La seconda è una regata normale, e infatti arrivo dietro. Mah…
Infine vorrei spendere due righe per un atleta che pur non classificandosi tra i primi di rappresenta un esempio altissima statura atletica e morale. Sto parlando del mitico Veteradial, che un anno fa mi ha introdotto ai misteri della strapoggia. Ieri ho avuto il piacere di farmi immortalare con lui:
il grande veteradial: per classe e sportività questo velista è una spanna sopra gli altri

sabato 26 febbraio 2011

Si ricomincia!

Bene bene, domani c’è la prima regata laser dell’anno. Bene! A parte il fatto che quasi non mi ricordo più come si fa, visto che non esco in laser dal 15 gennaio, tra cartevetre, cazzulli e regate serie dove andiamo in premiazione….
Pensavo di farmi un bell’allenamento, ma:
  1. il mondo è troppo freddo e io ho prenotato un trattamento completo al centro benessere!
  2. Nel pomeriggio smette ma ci sarà ventone, freddo assassino e non mi si creerà, inoltre
    se esco bagno la stagna, e poi non mi si asciuga per il giorno dopo (questa è in assoluto la scusa peggiore che abbia mai pensato)

per domenica è previsto un set assortito di timidi refoli di direzione a random, come vuole l’antica tradizione locale. Il vero e unico motivo di gioia è che quest’anno la LNI è dotata di una squadra agonistica targata Dainese Bros con tanto di gommone, magari riesco a scroccare un passaggio fino a terra, eheh:

giovedì 24 febbraio 2011

Prima Nazionale-secondo giorno

Ovvero come “arrivare terzultimi e venire premiati per questo”.
Giornata decisamente migliore di ieri, vento sui 10-12 nodi con previsioni a calare, onda in caduta libera pure lei.
Arriviamo davanti al circolo e l’onnipresente tuttofare ci intercetta sulla strada:

Tuttofare (tono inquisitorio): Vvu che tènet le chèrrell?
Noi (vocina colpevole): ehm..si
TF (tono perentorio):e allèr, iète a pijere le chèrrell!!
N: ci scusi!

Solo in seguito intuiamo che tradotto in italiano sarebbe stato:

TF: salve regatanti quasi sconosciuti con i quali però sento una forte affinità basata sulla condivisione dei valori fondamentali della marineria, immagino che voi abbiate un carrello per trainare la vostra barca, giusto?
N: si, certo
TF: ebbene, in tal caso vi consiglio di andarlo a prendere e poi di parcheggiare lungo la strada che fiancheggia il nostro circolo, in modo da averlo pronto per caricare velocemente dopo la regata odierna. Ah proposito, buon vento!
Vvu che tènete le chèrrell?
Noi eseguiamo l’ordine, e poi ci dedichiamo alla regata. Dopo un accurata sincronizzazione scendiamo in mare alle 8:42 Zulu, in perfetto orario. Neanche il tempo di provare un paio di boline con Matteo e Daniele (i livornesi), che si odono gli squilli di tromba che danno inizio alle ostilità: prima partenza ci troviamo uno spazio a centro linea abbastanza liberi, i forti sono tutti ammassati altrove. Navighiamo al solito, e al primo lasco riusciamo a passare matteo da sopravento: goduria! Io dal trapezio lancio gridi guerreschi…il lasco mure a dritta, con onda incrociata dritta in poppa, è troppo, ma troppo divertente. È impossibile stare zitti in queste occasioni. il saggio eurotimoniers mi richiama all’ordine chiedendo dei commenti brevi e asettici!
Noi, mentre decidiamo la tattica per la seconda bolina:"Comandante, le comunico asetticamente una rotazione asettica del vento di 7 asettici gradi!"
Seconda partenza: i forti sono ammassati su di noi. Partiamo coperti, copertissimi, sottocoperta. Teniamo ancora il passo con matteo, ma ci batte impietoso. Uno pari. Terza prova da dimenticare: col vento a calare cala anche la nostra concentrazione, se la seconda siamo ancora in regata, la terza semplicemente io non giro per nulla, sto in barca utile e agile come un ciocco di castagno stagionato.
La migliore foto che mi hanno fatto a bari…bella eh?
Alla fine dopo aver raccolto un 26-28-25 filiamo a terra dove ci attende la “meritatissima” premiazione. Io sono in ansia come una scolaretta al primo giorno di scuola, da vergognarmi di me stesso. L’eurotimoniere, avvezzo a tali cerimonie mi prende per i fondelli e traspare tranquillità (o stanchezza infinita?) da tutti i pori.
La cerimonia inizia proprio da noi, nell’ordine si complimentano: lo speaker, il presidente dei circolo, il presidente di giuria, il fotografo (!). al dodicesimo “complimenti” ho il sottile sospetto che sia una velata presa per il culo…quando poi passando da un pasticcino all’altro ci congratuliamo con Nicola Pitanti per la sua vittoria e lui ricambia, ne ho la quasi certezza.
Oppure non ho capito niente, ed erano tutti sinceri dal primo all’ultimo, perché in fin dei conti l’amore per questo sport va premiato, e di certo non ti fai 300 km per farti prendere a schiaffi da una flotta intera, armato dell’unica barca di coccio in mezzo alle barche di ferro, se non ami questo sport.
Mi piace pensare che sia così.

mercoledì 23 febbraio 2011

Prima nazionale-primo giorno

Ovvero come “centrando la barca bassa è possibile sopravvivere a 25 nodi”.
Le previsioni sono completamente confermate: vento da 25 e onde da 2 metri. Uno spasso!
Il mare di bari nel pomeriggio dopo la regata. Che ci crediate o no, ci siamo stati dentro e siamo tornati per raccontarlo! Ah, che eroi!
Per fortuna (o per merito) il circolo è dentro un marina piccolo ma ben ridossato, quindi l’uscita e il rientro sono agevoli, mi ha colpito il particolare dei due scivoli orientati a 90° l’uno rispetto all’altro. Qualunque vento spiri riesci a scendere in acqua con la prua più o meno al vento: questo è un posto pensato e progettato da chi a vela ci va davvero e non per sbaglio.
Appena arrivati sbrighiamo le pratiche di iscrizione, tassa, borsetta regalo, due chiacchiere col presidente Losito e via ad armare: Questa volta facciamo tutto per benino e sperimentiamo la centratura “bassissima” dell’ordine 60/65: come da tabelle, forse dovremmo toccare un attimo le crocette, ma per non strafare lasciamo così com’è.
I gabbiani studiano le nostre evoluzioni dall’interno del porto incuriositi da cotantanto movimento
Barca pronta, vado a caccia dell’equipaggio più forte del circondario per parlare di vele: è arrivato il momento di comprare un vestito nuovo a Vertigo! Per costo e colore, l’acquisto è paragonabile ad un vestito da sposa. Di una sposa civettuola e un po’ fighetta per essere precisi:
  1. randa: bellissima, solo un mondiale alle spalle
  2. spi: bello, mondiale ed europeo, fa pendant con la barca
  3. fiocco: intonso, ha del commovente
uhh com’è fighetta! si noti l'ampia e svolazzosa gonna in tessuto ripstop siliconato
trotto sul posto per la felicità, e ho le lacrime agli occhi mentre stacco l’assegno: data la mia proverbiale tirchieria non è dato capirne esattamente il motivo. Stretta di mano e via, si torna a pensare alla regata che ci mandano in acqua. Per insondabili e tuttora sconosciuti motivi l’eurotimoniere viaggia su un fuso orario personale per cui è convinto di avere ore da spendere, mentre la dura realtà dei fatti è che stanno per dare la partenza e noi stiamo ancora a terra (io mi sono tolto l’orologio terrestre e l’orologio marino ha il display in modalità start 5:00): appresa la verità oraria scappiamo in acqua e arriviamo sulla linea con margine risicatissimo, ma va bene così che tanto in queste condizioni non siamo “esattamente” sofisticati nello studiare il campo di regata: la tattica è del tipo “meno tempo passiamo all’inferno e meglio è”.Partiamo un po’ coperti, prima bolina e prima poppa a vele bianche, percorso a triangolo. Si potrebbe anche tentare lo spi, io un po’ vorrei e un po’ ho paura, alla fine ci teniamo i nostri pochi guai. Rispetto a Formia la centra bassa fa il suo dovere e la barca va mooolto ma mooolto meglio. L’albero verso poppa, il boma basso in coperta: la configurazione ideale per depotenziare il primo e prendere in testa il secondo, cosa che avviene in strambata e causa una bella ferita al prode timoniere: eroico continua la regata sanguinando e cristonando. L’assetto ottimale non basta comunque per stare in mezzo al gruppo, c’è ancora da lavorare, c’è sempre da lavorare, ci sarà da lavorare per sempre! Chiudiamo la prima prova con relativa tranquillità, 24° ritiri inclusi. L’inizio della seconda prova sembra volerci graziare: il vento è un po’ sceso e continua a farlo, durante la seconda bolina ci diciamo: be’ dai se non diamo spi così siamo dei babbi! Ecco appunto, siamo quasi in layline che torna il vento e ci da pure il resto che si era tenuto da parte nel frattempo. arriviamo in boa e ci diciamo:
be’ dai se diamo spi così siamo proprio dei babbi! E si scende ancora a vele bianche con una certa difficoltà, come a Formia. Attorno a noi morti e feriti, e il nostro bordo punta verso il porto…l’eurotimoniere è attratto dal lato oscuro della forza, ma io contratto al volo: “finiamo almeno questa, poi ci ritiriamo per la terza!” e sia, in qualche anomalo modo chiudiamo 21° ultimi in mare, dietro di noi gente che ha gettato la spugna: siamo scarsi ok, ma duri a morire! Nella buriana scorgiamo una sancta intelligentia supra alpham, e tutti a casa!
Il rientro è stracomodo, ci accostiamo all’inglese al pontile, giù la randa e poi dal pontile camminiamo tirandoci dietro la barca fino allo scivolo, dove il solito Tuttofare ci aspetta con il carrello. L’ho detto, qui le cose le fanno per bene, talmente per bene che nonostante siamo gli ultimi o quasi a terra, stanchi, brutti e salati, un gentile signore che gestisce il ristorante del circolo si premura di trovarci un piatto caldo e un bicchiere di rosso salentino, anche se la teglia di pasta per regatanti era stata spazzolata mezz’ora prima.
Dopodiché raccogliamo le nostre carabattole e ci trasciniamo in albergo, dove nell’ordine segue il classico doccia-birra-debriefing, prima di una cena in centro in compagnia di nuovi amici livornesi.

Gaudio e tripudio…

… quando scrivi il tuo numero sullo spi nuovo!

martedì 22 febbraio 2011

Prima nazionale-L’arrivo

Per la serie “l’altroierivela”, iniziamo dall’inizio, ovvero dal viaggio. Partiamo come da programma venerdì pomeriggio alla volta della fantomatica Bari, sede della prima regata nazionale dell’anno. Tempo 5 minuti e iniziamo a parlare delle tragiche previmeteo. 25 nodi, ondona e raffiche. Questa volta tutti i sistemi e siti meteo consultati sono d’accordo: bruttissimo segno!
Io tremo al solo pensiero.
La lunga rotta di vertigo…
Viaggiamo a media sostenuta sotto una pioggia battente, e alla fine arriviamo al nostro circolo. Qui l’accoglienza è ottima: c’è un burbero Tuttofare, che dirige, smista, coordina: tutto contemporaneamente e in dialetto barese. Alquanto intimoriti da tale individuo scarichiamo a tempo di record, chiudiamo tutto e parcheggiamo il carrotraino alcuni km più in là, dove previsto dall’organizzazione. Il circolo sembra strafigo, il pontile e gli scivoli ottimi. Sicuramente meglio del cemetizio scivolo di Formia, per non parlare delle acque di casa nostra. A tirare su il palo e iscriverci ci pensiamo domani, visto che la segreteria è chiusa e tanto per cambiare piove!
Andiamo in albergo, la signorina tom tom 2.0 ci guida senza esitazioni, molto meglio di sua nonna che ci avrebbe fatto perdere almeno 3 volte per vicoli e vicoletti. L’albergatore ci dirotta nell’unico ristorante del circondario, che sta in riva al mare. Si mangia da dio: tonno pistacchiato e birra rossa a fiumi, e si paga di conseguenza. Ma una cena sontuosa ci vuole per rinfrancare gli spiriti metereologicamente abbattuti! Fuori dal ristorante si ode il tipico rumore di onde oceaniche che frangono: io inizio a piangere mentre L’eurotimoniere con fare paterno mi tira via per un braccio e mi riporta in albergo: Passerò una notte inquieta, a rigirarmi senza sonno tra delle coperte sconosciute…domani si regata e mica per scherzo!
Il mio letto dopo che ci ho “dormito”

lunedì 21 febbraio 2011

Flashes and segnalescions - 1° nazionale 470

Vogliamo parlarne?
Appena tornati da bari, sto ancora contando i lividi. Ma ciò non mi esime dall’aggiornare brevemente il mondo. Tecnicamente:
  • siamo primi classificati master con tanto di coppa e complimenti
  • non è mai accaduto nella storia delle regate nazionali 470 che un equipaggio esordiente portasse a casa una coppa
  • siamo in homepage del sito federvela. Ora posso anche ritirarmi e andare a pascere i cavalli: quando sarò in homepage del sito FISE poi mi ritirerò e tornerò a pascere le barche.

che dire, da un equipaggio della nostra levature ci se lo poteva pure aspettare, in fin dei conti nu’ seme nu’! nonché gli unici master in gara…

l’eurotimoniere ritratto in un momento di relax
praticamente:
  • siamo arrivati terzultimi.
Siamo arrugginiti, stanchi e depressi. Col ventone arriviamo fino in fondo e questa è cosa buona, ma ci arriviamo stremati. Con l’arietta gli altri volano via con angoli imbarazzanti rispetto ai nostri. E con altri non intendo Zeni, Desiderato e compagnia cantante, ma il sottobosco di velistelli locali senza troppe pretese, ma con 5 gradi di bolina in più.
Il sottoscritto in un momento di massima tensione agonistica, si noti l’analogia con la foto precedente
Le segnalescions:
L’eurotimoniere ha scritto (non so quando visto che è di sabato: tecnologie comunicative nascoste?) un pezzo per il sito di Zona, poi c’è ovviamente il sito federale e un giorno forse usciranno anche delle foto sul sito del circolo organizzatore.
Comunque sia ne è valsa la pena, anche solo per i laschi della prima prova di domenica :-)
Che figata…

venerdì 18 febbraio 2011

VertigoMania

La Compagnia teatrale della mia città mi ha onorato con uno spettacolo e io manco lo sapevo…ma pensa te!
Che barca multiculturale!

mercoledì 16 febbraio 2011

Il Tanto Agognato Schiumotangone: Pimp My Tangon!

attenzione: questo articolo è un po’ da nerd e quindi palloso. Fuggite sciocchi!
Dopo aver portato il lutto per Tangone I di Svezia e Tangone II detto “lo spectrato” ho deciso che il bellissimo, lucidissimo e principeazzurrissimo nuovo regnante Tangone III “il rigido” merita una sorte migliore. L’ho comprato su internetto e mi è giunto nel seguente assetto: imballato, intonso e privo del cimino per aprire le varee. Tze! ‘sti morti di fame della Superspars, 130 euri e manco due metri di scottino da 3 potevano mandarmi, e quanto potranno mai costare!Comunque prima di mandarlo in acqua è stato necessario fare un po’ di lavoretti per renderlo adatto agli altissimi standard di Vertigo: per prima cosa ho fatto una prova di galleggiamento. La cosa più ovvia sarebbe stato: “esco in barca e provo ad affondarlo, vediamo se risale”, ma visto che vento zero, non sono uscito in barca (tra l’altro…dopo tutti sto popo’ di lavori non c’è vento). E non avevo certo intenzione di bagnarmi i piedini solo per affogare un tangone, per quanto azzurro possa essere. Allora ho improvvisato un lancio del tangone dalla spiaggia legato con una lunga cima sottile, con tanto di rincorsa e gesto atletico
Un antico prodiere del IV sec a.C. collauda il suo tangone.
C’era la bassa marea:a quindici metri dalla costa la profondità era di 11 cm. Al primo lancio il giavellotto si è conficcato nella sabbia: una scena bellissima. Alcuni passanti mi hanno anche fotografato…
Dopo numerosi tentativi e il nuovo record regionale di ben 16,33 metri ho appurato che non galleggia: bene, porto a casa e ci lavoro su!
in scozia collaudare i tangoni è veramente difficile…
Arrivato a casa mi sono mangiato un tegolino, e solo dopo ho rimosso le varee col trapano, facendo saltare l’unico rivetto da 3 che le tiene. Indi ho sparato nel tangone la schiuma poliuretanica che si usa per isolare la casa dagli spifferi. Ora questa schiuma costa la folle cifra di 9 euro a bomboletta, e io per giustificare l’acquisto mi sono dovuto autoconvincere della necessità di isolare il cassone del bagno di casa mia, che in effetti la mattina presto ci trovo i pinguini. Ma è stato comunque un acquisto sofferto, se penso cosa si può fare al giorno d’oggi con 9 euro!
un ottimo modo per spendere 9 euro ed è altrettanto schiumoso!
Per la cronaca non è cosa furba togliere solo una varea e sparare la schiuma, per due motivi:
  1. la schiuma è molto appiccicosa e quindi è difficile che arrivi fino in fondo dall’altra parte
  2. la schiuma è molto appiccicosa e se ci arriva rischiate che si infila nel meccanismo della varea e grippa tutto. Quindi non fate i pigri, smontate entrambe le varee e riempite il tangone da ambo i lati.
Ah la schiuma è appiccicosissima, ma che più appiccicosa non si può, e macchia irrimediabilmente ogni cosa con cui entra in contatto. Se dovete fare questo lavoro indossate una tuta NBC. Dopo l’essiccatura della schiuma ho rimesso le varee al loro posto e rivettato nuovamente. Ma non è finita qui! ho messo due bande di un bel giallo fluo, che secondo me il tangone azzurrino nel mare azzurrone non è che si veda molto.
Le bande le ho fatte con il grip per le racchette da tennis, non è proprio una roba marina, vediamo come va. E alla fine sono andato dal mio pusher di scottine e ho comprato per soli 9 euro un paio di metri di spectrino per fare l’aprivarea: un affarone! Da ultimo ho siliconato i fori sulle teste dei rivetti in modo da sigillare tutto per ben benino, e ora ho un tangone che potrei prestarlo a Malcom Page senza vergognarmi…eh eh
Virdict: PIMPED!

martedì 15 febbraio 2011

AAAARRRGH!!

Non è esattamente quello che avevo sperato per la prima regata dell’anno (nonché prima uscita in mare…):

sabato 12 febbraio 2011

Manutenzia finita!

Oggi, grazie agli dei abbiamo finalmente finito con la cartavetra e le pinze su Vertigo. io e l'eurotimonier abbiamo affrontato il rush finale (e anche rush cutaneo, vista la quantità di fibra di vetro nell'aere) con cosumata esperienza, un equipaggio che dire simbiosi è dire poco. abbiam lavorato gomito a gomito, gioie e dolori in assetto sala operatoria. La cosa è andata più o meno così:

EUROTIMONIERE: passami il calibro passa non passa per misurare la scassa
IO: ciocco di legno da 20 mm in arrivo!
E: spessori in mylar da 5 decimi di mm
I: lamelle vecchie in arrivo!
E: adesivo iso-butil-etadiene ad alto modulo elastico
I : colla in arrivo!
E: Monfilm polimerico adesivo ad alta tenacità trazionale
I: scotch in arrivo
E: mazzetta da 5
I : mazzetta da 5 kg in arri...EHH??!

vi giuro su quanto ho di più sacro (ovvero la tacktick) che la foto seguente non è uno scherzo. ha avuto veramente il coraggio di mettere mano agli svuotatori elvestrom con quell' oggetto che brandisce, e lo ha fatto davanti ai miei occhi...
....La chiave italiana appunto!

venerdì 11 febbraio 2011

Forse forse...

Dico, forse forse domani la barca torna a forma di barca, con albero, manovre e tutto il resto...ma diciamolo a bassa voce, che come sempre la maledizione di montezuma grava su di noi.
Come già immagino avrò problemi a far tornare le centre, e farò un primo tentativo di fino utilizzando forbicette, carta da 1200 e chiavi inglesi:
delle ottime chiavi inglesi di precisione per un bell'assemblaggio da manuale
e poi farò un tentativo da sbrocco utilizando la ben più efficace chiave italiana:
una chiave italiana di precisione


martedì 8 febbraio 2011

Urgh!

Stamattina sveglia alle ore del signore 06:40 onde ritagliarmi, sotto un cielo di nuvole rosa, il tempo di carteggiare la mia celeste barchetta. Per il secondo giorno di fila, e domani sarà il terzo. Nelle fasi di dormiveglia vigile (caffelavadenticalzini) sento la mia dolce metà:
DM: dove vai è l’alba…
I: niente amore, assecondo la mia pazzia.
DM: dove c’è gusto…zzz...zz...ronf...zz

Ecco appunto, almeno ci fosse questo gusto!!

domenica 6 febbraio 2011

La radunanza

un raduno di motocilisti eroici. ma meno eroici dei coraggiosi prodieri della nona zona!

Stamattina è andato in onda il raduno federale -ovvero "tutto quello che avete sempre voluto saperre sul trapezio ma non avete mai osato chiedere"- a beneficio degli aspiranti prodieri di zona, che si sono divertiti ad appendersi come salamelle di mare. io ho fatto letteralmente la valletta-cavia. In pratica mentre l'istruttore parlava io facevo vedere, dimostrando nel contempo la precarietà del simulatore. con somma gioia of course, in definitiva in questi tempi bui non mi resta altro che fare finta e sono contento così. dopo gli eroici sforzi didattici nel pomeriggio sarei dovuto andare a grattare un po' vertigo ma il lato oscuro della pigrizia ha reclamato il suo dazio...
io, eroico levigatore federale oggi pomeriggio...

venerdì 4 febbraio 2011

A mali estremi...

...Mali estremi! Come diceva Paolo Bitta.
Dopo svariati giorni il sottile strato di gelcoat all'incirca azzurro che ho disposto sui bussoltappi non è ancora asciutto. E ci credo con questo tempo freddoloso! ieri sera alla fine preso dalla pazzia e dall'impazienza ho compiuto l'estremo gesto: ho titrato fuori vertigo dal capannone in cui si trova per mmetterla all'aperto, senza -e dico senza- telo di copertura!! ma ci pensate, la mia adorata tenera e coccolosa barchetta sotto il sole di oggi, il tutto nella speranza che i suoi benefici raggi facciano seccare definitivamente la vernice...senza neanche una copertina di pile, un cappello di lana della nonna, un paraorecchi!
un paraorecchi rosa, espressamente dedicato alla mia barca. la mia follia sta degenerando
Oggi pomeriggio, dopo questo sicuramente benefico bagno di sole vado lì e la riporto sotto il suo protettivo tendone dove la rotorbitale grana fine si prenderà cura di lei.
Gelcoat permettendo