martedì 25 febbraio 2014

Sunday windy sunday

Week end in cui sostanzialmente abbiamo scazzato al prima zonale laser e mi sono allenato in 470 con Ugo. Mai fatta scelta migliore.
Dedico questa lapide commemorativa a chiunque presti le sue giovini e forti braccia alla mia causa…
Sabato il menù prevede il consueto allenamento ad ora pranzo, io arrivo di solito qualche minuto prima per iniziare ad armare, in modo da ottimizzare le ore disponibili: oggi sembra inutile, visto che la manica a vento è moscia che più moscia non si può.
Visto che per pura e fortuita combinazione ci sono in giro un po’ di giovini e forti braccia di proprietà di amici, ne approfitto per scuffiare a terra e cambiare drizza randa (bellissima, melangissima, impiombatissima), un po’ di elastici in giro e varie ed eventuali.
Dopodichè, vista l’insistente e sconveniente bonaccia ripieghiamo su un programma numerico invece che manovristico: centre.
Tanto prima o poi andavano fatte…
Rivoluzioniamo un po’ tutto: piede avanti e pedalare e studiamo in maniera definitiva l’uso del puller, quantificando la correlazione valore palline/prebend  per ogni assetto.
Allo scadere del termine ci mancano ancora 2 assetti (vento forte e sopravvivenza) ma per oggi basta, chiudiamo tutto e ci vediamo domani.
Domani, una giornata che sembra iniziare in maniera mooolto poco promettente. Ventone, ondona, nuvoloni neri che minacciano pioggia. Noi con molta timidezza ci mettiamo con la barca ridossata e facciamo la centra da vento forte che ancora ci mancava -guardacaso quella necessaria per uscire- prendiamo le misure e quatti quatti ci andiamo a cambiare.  Poi con piglio deciso ed eroico salutiamo i presenti, dichiariamo con voce stentorea le nostre ultime volontà (nominare Erede universale suo figlio per Ugo, Nessuno osi liberarsi della mia collezione di foto di code di cavallo sfocate per me) e andiamo in acqua.
Il mio pezzo più raro, un capolavoro unico e irripetibile
Il programma sarebbe di raggiungere la flotta laser che va in acqua per la prima regata zonale dell’anno, su un gommone assistenza ci dovrebbe essere anche Elvira che ci da un occhiata. In verità usciamo da soli perché è stato emesso un avviso di burrasca e quindi dall’altra parte del fiume tutti a terra. Ci buttiamo in acqua un po’ timorati, per scoprire dopo poco che in fondo non è così male J ok, è nuvolo e piove; ok,  fa freddo; però in fin dei conti tutto ‘sto ventone non sembra esserci, saranno 15-17 nodi +raffiche… (che poi una barca altura di amici ha misurato 20-25, la stessa che ha segnato 52 il giorno del disastro: anemometro pompato?)
Iniziamo a lavorare e sulle prime sembra di aver fatto un passo indietro rispetto all’ ultima uscita: siamo lenti impacciati, poco soddisfatti e ancor meno soddisfacenti. Io personalmente faccio molta fatica a virare, la combinazione boma basso & stagna ingombrante è micidiale.  Però in un modo o nell’ altro iniziamo a mettere a punto i nostri errori, e ci lavoriamo su a tutte le andature: e alla fine il miracolo: no, non riusciamo a strambare bene, semplicemente esce pure il sole e il vento crolla (il mare no ovviamente…che culo). Già che ci siamo cambiamo centra in acqua e ci settiamo da vento medio-leggero e ripartiamo con un trapezietto spaccagambe, quello che io odio e che devo dire, mi esce piuttosto male. Per fortuna dura poco: tempo 15 minuti e il vento ricomincia a salire sempre da NW, verso i 10 nodi in progressivo aumento, ma ora c’è il sole e il mare è un po’ al traverso: Poppa difficile, ma bolina wow! Facciamo ancora un paio di bordi in queste condizioni e poi puntiamo a casa, preciso in orario per il pranzo domenicale…sarebbe da restare fuori un altro po’ ma ho promesso la mia presenza ad un orario decente (le 2 è decente, le 3:30 no, al tramonto…decisamente no).

E quindi niente, la nostra strada verso la quattroesettantitudine continua.

lunedì 24 febbraio 2014

Cosa ho imparato a navigare con più di 40 nodi

Scrivo questo post tecnico per lasciare traccia di tutto quello che ho imparato sulla navigazione in condizioni d’emergenza in un solo pomeriggio: 
  • la barca deve essere praticamente perfetta. Manutenzione senza nessun, e ripeto, nessun tipo di sbavatura.
  • Il motore deve partire al primo colpo, senza se e senza ma. Ok siamo d’accordo la sicurezza proviene dalle vele, tormentina, fuggire il mare e tutto il resto. Ma se sei a 20 metri dagli scogli con un vento che ti strappa le sopracciglia e che ti ci spinge contro dai motore e DEVE partire al volo. Un fuoribordo a strappo…praticamente morte certa.
  • Ogni manovra deve avere il suo stopper. In particolare noi abbiamo il frullaprua che corre fianco alla murata e arriva a poppa, e qui semplicemente facciamo un mezzo collo per bloccarlo (ovviamente è una di quelle manovre che usiamo tutto aperto-tuttochiuso, con un carico relativamente basso con venti normali). Per ridurre/chiudere con 30 nodi ci vuole il winch, a mano è impossibile. Messo il frullo sul winch abbiamo arrotolato quanto volevamo e poi non potevamo più liberare il winch, pena la riapertura immediata del genoa: questo, ci ha impedito di manovrare  a vela col solo fiocco e, unito ad un paio strambate involontarie, vento fortissimo e vela vetusta, ha contribuito alla distruzione del genoa.
  • non fidarsi del lazybag: abbiamo ammainato randa a sparo, bloccato la drizza in basso per non farla risalire e stop. Alla prima strambata il lazy ha ceduto (si è strappato il ponticello dalla crocetta) e la randa è finita in coperta, facendo presa al vento e creando ulteriore casino. Quindi nel momento che si ammaina, gerli, gerli, gerli (che noi prontamente teniamo a dritta della scaletta, quindi sempre disponibili: la nostra è stata proprio una leggerezza)
  • le barche che hanno concluso la regata: tutte armate con i fiocchi, non col genoa. sicuramente aiuta, come aiutano i 2 timoni e lo spigolo dell’Elan 350. Ma soprattutto, quando è arrivato il groppo si trovavano più al largo di noi, con più acqua per manovrare. Avessimo avuto spazio, probabilmente senza randa e con un triangolino a prua finivamo la regata. (se hai spazio, hai tempo, se hai tempo pensi se pensi sbagli meno)
  • il mare con 40-45 nodi d’aria si riesce ad alzare piuttosto rapidamente (contrariamente a quanto succede con 25-30). Nella mezz’ora di casino si è messa su un’ onda rispettabile dell’ordine del 1.5 m. Passato il casino altrettanto rapidamente si è spianato.

martedì 11 febbraio 2014

Weekend wrap-up

Sabato,  esco con Ugo in 470 nel primo pomeriggio,  in modo da incrociare in acqua il supercazzut LNI laserist squaron. Ci troviamo verso l’una e spicci, e subito iniziano i guai: una crocetta è bloccata non si apre e non si chiude. Scuffiamo la barca a terra e appuriamo la verità: la vitona che fa da regolazione (stiamo parlando del sistema con la vite dentro la crocetta della Superspars – per me il sistema Selden è decisamente superiore) è completamente piegata e questo spiega l’insvitabilità. Probabilmente è successo durante l’ultimo allenamento, abbiamo scuffiato su un fondale un po’ basso. Long story short: perdiamo una bella mezzoretta a tirare fuori al crocetta danneggiata e sostituire il terminale con quello di una crocetta presa dal secondo albero.Fatto tutto sto casino finalmente riusciamo ad armare e uscire (rifacendo, per l’ennesima  volta, una centra alla buona, giusto per andare in giro) Fuori è uno spettacolo: scirocco andante sui 10 nodi+ per tutto il pomeriggio sarà così magari sotto le raffiche più forti è arrivato a 15.
Una figata.
Per prima cosa ci spariamo una bolina infinita, virate su virate, non riusciamo ad avere la fluidità che vogliamo e continuiamo a provarci finché il risultato non ci soddisfa, almeno parzialmente. Io ad ogni virata colleziono una bottarella più o meno consistente sule gambe, Che il dolore mi sia da monito per un rientro errato! Scopriremo  solo a fine giornata che per il momento l’unica e entrare in virata più lentamente, per permettere  a me di impostare correttamente il passaggio mani e il passaggio del sottoscritto. Se parto male per la fretta succedono i casini, se imposto bene la manovra va liscia ma un po’ lenta. Meglio impostare bene, la velocità arriverà con l’esercizio (anche perchè ad oggi Ugo ha delle procedure e velocità da laser in manovra “pronti….[0.6 sec]…vado!”)
Il secondo tema della giornata è ovviamente la strambata. Anche qui facciamo prove su prove, tipo io passo la randa e Ugo porta lo spi, io passo la randa e tengo il braccio, oppure  io cazzo il meolo e lui col gomito molla il barber…
Insomma un miglioramento alla fine c’è stato, ma non abbiamo una procedura stabile: il discorso è ancora aperto. Nel far questo ci spariamo un lasco di quelli straplananti, incrociamo un B25 e ci giochiamo un po’ e poi facciamo una bolina e una poppa con il laserist supercazzut di cui sopra.
Insomma un pomeriggio ben speso, siamo tornati a terra alle 5 e mezza…

Domenica, C’è la seconda tappa della Pescara x 2 e noi dobbiamo difendere l’onore e il piazzamento. la giornata sembra partire bene, sembra. È previsto garbino, il che significa vento da terra mediamente forte. In verità per 4/5 della regata c’è aria tra i 10 e i 15 con picchi verso il basso intorno agli 8. Per dire sul bordo ad andare fuori diamo spi leggero e ce lo portiamo facile facile. Il nostro scopo è semplicemente non arrivare dietro in compensato ad Aldebaran, un Elan 350 fighissimo: la cosa è fattibile. 
in partenza, quando sembrava ancora una regata normale...
Fino all’ultima boa navigavamo nei target  e più o meno stavamo lì, neanche 2 minuti dietro in reale. L’ultimo bordo a salire ce lo siamo fatto con 20 nodi stabili (randa sistematicamente lasca, vang in mano) e l’ultimo bordo ci siamo presi una botta di vento micidiale che ci ha letteralmente tritati. Nell’ordine abbiamo ridotto randa, ridotto genoa, ammainato randa e ridotto ancora genoa, poi il povero genoa ha gettato la spugna e si è aperto metà e alla fine abbiamo dato motore e ci siamo ritirati, mentre faticosamente rientravamo in assetto tirando via i brandelli di vela che ancora sventolavano a riva.
Abbiamo dato motore a circa 20 metri dagli scogli.
Sono stato io a prendere la decisione e Ale (il mastro comandante) non ha esitato un attimo: lì ho capito che era veramente seria: Alessandro non si ritira mai…
Terribile.
Ieri abbiamo perso la regata ma abbiamo vinto la barca.
20 metri.
...e dopo, quando di normale non c'era più nulla 
In quei venti metri il mastro comandante ha dimostrato un sangue freddo da pilota di caccia (guardacaso): con la barca ingovernabile, le vele da tutte le parti il motore a canna e tutta la barra scontrata, continuavamo a puntare a terra scarrocciando di lato: la forza degli elementi era tale da schiacciarci in quella posizione e procedevamo con una velocità frontale tale da non avere portanza sulle appendici. A quel punto Ale ha raddrizzato barra, puntato dritto sugli scogli per il tempo necessario a fare velocità e ha poggiato secco per rimettere la prua al largo, mentre sopra le nostre teste il boma strambava a secco (anche il lazybag è sufficiente a fare vela con tutta quell’aria) Ha letteralmente puntato la sua barca verso le rocce per poterla salvare un attimo dopo. Un attimo di ritardo nella manovra e stavamo sui giornali.

Tornando alla regata: Il maledetto Elan è riuscito a tagliare il traguardo, Oltre alle personali bravure delle persone a bordo va detto che loro con i due timoni un po’ in stile open oceanico governavano senza problemi con qualsiasi angolo di sbandamento. Quindi in soldoni: L’eroico MAN che oggi si è sparato un bullet vince e porta a casa, loro secondi, noi da primi finiamo terzi. 
Ma va bene così, dai.

lunedì 10 febbraio 2014

La conta dei lividi

Ieri sera mi sono venuti i crampi a stare steso sul letto. C’è un perché ovviamente, che comprende una allenamento super in 470, la seconda tappa della Pescara per 2  e un groppo da 40 e passa nodi (voci incontrollate si inseguono al rialzo, la più alta dice 52 oggi, noi in barca abbiamo letto 40, la giuria ha fotografato col cellulare un 44…insomma un sacco di vento)
Ho tanti di quei lividi sulle gambe che sembrano Pongo&Peggy…
Ecco più o meno così ma più brutto ancora :-(
Per la storia in dettaglio è in arrivo, stay tuned.

venerdì 7 febbraio 2014

L'antica arte del mosaicista

be' questa merita di essere vista nel dettaglio, cliccateci su:
sono fighettaggini di un certo livello di fighettitudune, lo so.