mercoledì 27 ottobre 2010

Zucche e timoni

Ieri ho passato la serata con la carta finissima a levigare il timone del 470 dopo aver stuccato le bottarelle che ha preso durante lo scuffincastro al CICO. Carteggiando sono emersi altri graffietti più infimi e sottili, quindi dovrò dare un’altra passatina di stucco… in tutto questo vedo anche di pesarlo così a furia di grattare lo porto al minimo di stazza.
Quasi ora di cena, prendo il timone e la carta e mi apparecchio sul divano per darci dentro di olio di gomito. La luce dei miei occhi ha un lampo sinistro nello sguardo e mi chiede dov’è il coltello più affilato che ho. Io apparentemente distratto, ma seriamente preoccupato (oddio, e ‘sta volta che ho combinato?) rispondo. Continuo temerariamente a ignorarla anche se emette dei ridacchiamenti satanici ogni 20 secondi, e alla fine alzo la testa e vedo questa:
Zuccadò!

lunedì 25 ottobre 2010

Performances, ginocchia e fragliotte girls

Sabato sono andato a pascere i cavalli in quel di Milano, con tanto di superbevuta qui con i vecchi amici e ritorno di notte fino a casetta. Sono andato a nanna moderatamente birrificato alle 4:45. Domenica mattina sono uscito in allenamento con la fragliotta girl: ore 10:30, sveglia alle ore 9:00 per un totale di 4 ore di sonno. Alla prima issata spi si è visto, ma andiamo con calma.
Arriviamo che c’è Giò che sta giocando con il suo Vaurien ottimamente ricondizionato: una barca di legno e di fascino. Ha fatto da sé i lavori, e va piuttosto orgoglioso:
“…si in definitiva volevo una barchetta a spigolo, tranquilla, ma che fosse anche performante…”
Il mio cuore salta un battito e capisco che ormai Giò è stato attratto definitivamente dal lato oscuro.
Una barca ragionevolmente performante, secondo me

Una barca che sia anche performante secondo Giò

Vabbè, visti i 2 nodi variabili io e la fragliotta armiamo con tutta calma, e sempre con tutta calma verso mezzogiorno usciamo. Mentre tiriamo la barca sento un piccolo clic al ginocchio sinistro, quello ancora sano, ma niente di che. Andiamo fuori, io al timone lei a prua, un po’ scuola vela un po’ chiacchiere, velocità a tratti interessante. All’orizzonte la flotta della Pescara x 2 dipinta sullo sfondo, immobile, noi molto più dinamici scrocchiamo la loro boa di percorso per allenarci un po’. Alla prima issata spi scopriamo che le scotte passano dentro le sartie, il barber è un nodo gordiano e nonostante tutto lo spi va a segno benino. La prossima volta dormi di notte ragazzo, non mentre armi la barca.
Sistemiamo tutto poi bolina-poppa, poi di nuovo bolina, e poi ancora poppa…
Lei ha un buon dinamismo e mostra ampie doti intuitive, io sono immobile e cerco di dormire tra una virata e l’altra, butto lì una fantomatico esercizio di conduzione ad occhi chiusi ed in silenzio. Vento sottile e posizione scomodissima,la sensazione è quella di uno spillo piantato nel menisco ma siamo marinai d’altri tempi e gettare la spugna non è da noi. La fragliotta girl risponde bene, la forza scorre potente in lei: presto diventerà una giovane Padawan, e un giorno brillerà tra le stelle di prima grandezza dell’ empireo velico della nona zona, primeggiando tra i 4 equipaggi campagnoli che lo compongono. Poi mi sveglio e chiamo la strambata, 1’ 12” da bordo a bordo, evabbene….
E alla fine, mentre gli aspiranti oceanici pescaresi rientrano a motore, sparisce il sole, iniziano le nuvole e finisce il vento: as usual bordo rientro a 0.5 nodi di VMG: cedo il timone e mi spatascio sottovento a ronfare adducendo plausibili motivi sulla necessità di stare perfettamente immobili quando c’è pochissimo vento. Mi sveglio che siamo a terra, quando già le motovedette ci davano per dispersi.
Oggi ovviamente ginocchio fasciato, che culo…

venerdì 22 ottobre 2010

Frigidume

Ci sono istanti la cui straordinaria bellezza ti ripaga dai sacrifici che hai fatto per viverli. Uscire col freddo invernale non è tra questi, ma lo faccio lo stesso, perché o così o a terra.
E così d'improvviso, mentre ero lì a riflettere su come togliere peso al 470, è arrivata, algida come una palla di neve sul coppino, la consapevolezza che domenica mi tocca rimettere la stagna, brr brr…
La mia praticissima muta stagna, in dotazione un piede di porco della Magic Marine per indossarla.

mercoledì 20 ottobre 2010

Falsi miti e false paure

Parliamo di spinnaker. Lo spi è la bestia nera di molti, moltissimi velisti amatoriali, che magari hanno la barchetta, che magari fanno pure le regate, ma che seriamente preferirebbero far uscire a cena la propria figlia con un ingegnere nucleare sovrappeso piuttosto che dare spi di poppa.
…tesoro tu stasera vai lì e chiedi di Armando, che ieri papà non ha voluto dare spi. E vestiti carina!

Ma dico io.
Ma dico.
Io sono un velista medio, vado in 470, ma non sono neanche lontanamente paragonabile a un 470ista autentico. Se vado per regate serie colleziono i dnf. Eppure quando esco con la fidanzatina (la fidanzatina non è Larissa Nevierov) sul bordo per tornare a terra diamo spi. E si, stiamo ancora insieme. E no, non è un astuto modo per farla fuori e cercare di farlo sembrare un incidente. Lo facciamo e basta. Magari con vento sostenuto lasciamo perdere, ma fino a 10-12 nodi è la norma.
Iniziamo a sfatare qualche mito pericoloso:
  • gli spinnaker non vengono allevati fin dalla più tenera infanzia per uccidervi
  • anche se ci riescono benissimo
  • è possibile impiegare più di 10 secondi per manovrare, certo non ci vincerete le regate, ma tanto siete a spasso!
  • sopra i 15 nodi dare spi su un cabinato non è follia: di poppa l’apparente crolla drasticamente e potete sempre ammainare dietro la randa. Non fatevi fregare alle due ore di bolina dura con il vento in faccia: prima di issare dovrete poggiare e penserete: “ehi, ma il vento è calato!” già che ci siete cercate su google la definizione di vento apparente.
  • Sopra a 15 nodi sulla deriva magari ci vuole un po’ di pelo sullo stomaco, ma è umanamente possibile e divinamente divertente.
  • Se le cose si mettono male è possibile mollare scotte e braccio e renderlo inoffensivo. Come quando la barca si sdraia e molli randa, hai presente?
  • Il groviglio di cime aggiuntive rispetto alle vele bianche richiede di essere ordinati, certo, ma ditemi voi se per mare ci si può prendere il lusso di essere approssimativi.
  • Strambare non è una roulette russa. Basta farlo a colpo secco, quando siete alla massima velocità con lo spi bello gonfio e la randa sgonfia. In questo essere derivisti aiuta.
  • Uno dei più bravi prodieri in altura e minialtura che ho conosciuto è una donna sui 55 kg, quindi non è un fatto di forza fisica.
  • A conferma di ciò, Io stesso potrei battere a braccio di ferro la nazionale olimpica di 470 femminile, almeno spero…

Ora passiamo alla parte pratica:
è molto semplice, basta legare all’albero maestro un vostro amico che possiede il segreto della conoscenza delle andature portanti e percuoterlo ripetutamente mentre lo portate al largo, a quel punto dovreste essere quasi sicuri che collaborerà.
Insomma il succo della storia è che se volete provare a dare spi fatelo e basta, un giorno che ci sono 6-8 nodi e poche pippe! Sulla tecnica…il mondo è pieno di manuali che dicono tutti la stessa cosa: sceglietene uno a caso e leggete.

Ulisse legato all’albero della nave, si notino oltre lo sguardo terreo dell’eroe anche l’antico fiocco-pallone sullo sfondo e la sirena alla scotta.

martedì 19 ottobre 2010

Eccoci!

Dopo il succitato week end e un intero lunedì per riprendermi eccoci qui. sabato abbiamo fatto la Pescara-Vasto, con il barconaltura. Siamo arrivati insieme ad un Nytec 25 e ho detto tutto, non era proprio giornata.
Domenica sono andato in 470 per competere nella prestigiosissima ranking list zonale. la cronaca della regata la trovate qui e dopo un astuto copincolla anche qua. Sul pregevolerrimo blog vi racconto solo i flashes salienti:
  • tanto per cambiare regatiamo con distacchi misurabili in Parsec. Bisogna lavorare un po’ per far crescere la zona…in particolar modo bisogna sbloccare l’autocisterna di acqua di Lourdes che è ferma per incidente tra Roncobilaccio e Barberino del Mugello da settimane.
  • pastasciutta post-regata buona, ma buona buona!
  • In compenso il circolo organizzatore non ci ha premiato neanche con le coppette del gelato. TRISTISSIMO!
  • Vento figo, un po’ ballerino ma figo. Tenuto conto che c’è stato sabato brutto -lunedì brutto e domenica isola felice in mezzo alle perturbazioni, c’è solo da ringraziare Zeus. Assurdo ma c’era gente che si lamentava…per i 12-15 nodi di garbino, che per carità è rafficato, ma con sole e vento a Ottobre è grasso che cola
  • Alla fine si sono tutti metaforicamente girati verso di me per chiedermi: “si va in acqua o no?” Io ho metaforicamente risposto “ho scaricato&armato la barca ho già indossato ben una gamba della muta, ci fossero anche trentatrè nodi che entrano trotterellando io vado in acqua!” Abbiamo fatto due prove e tutti contenti.
  • Dopo la cura di Formia mi sembra tutto più facile, eh eh
  • Gli spazzolini da spi appena montati sono durati 14 secondi…la prossima volta compro degli spazzolini della harken, altro che mentadent flex per gengive sensibili!
Povera autocisterna!

giovedì 14 ottobre 2010

Weekend ricco

Una splendida alba sul mare: un evento che di sabato non si dovrebbe mai vedere


Domenica regata 470 in quel di Francavilla. La solita gitarella sociale, speriamo di concludere qualcosa…
Sabato regata di altura del campionato invernale. È prevista “la lunga” da Pescara a Vasto. Briefing pre-partenza alle ore…




Ore….





Ore….





Ore 7:00.
Secondo me è reato, controllerò sul codice penale e sulla carta dei diritti dell'uomo

mercoledì 13 ottobre 2010

Statistiche di fine stagione - Laser

Quest'anno ho fatto cinque regate zonali saltandone una (due non sono state proprio disputate) mi sono beccato un podio all’esordio (miracolo!) e poi ho galleggiato sempre tra la quarta e la sesta piazza. la classifica (classifica vera come da appendice A , 12 prove-2 scarti, non le astruse equazioni differenziali della ranking assolaser) è questa:
Pubblico questa classifica stilata secondo il regolamento ISAF, perché io ritengo che il sistema di conteggio e calcolo della Ranking Assolaser sia un metodo per complicare gli affari semplici. ‘Fanculo il coefficiente di smorzamento secondario della balumina dei primi trenta in ranking list, le regate le vince chi arriva davanti. Presto all’assemblea nazionale faremo sentire la nostra voce di regatanti, è un ingiustizia! Come noto la ranking assolaser è basata su un sistema inutile di calcolo che è quanto di peggio possa progettare un matematico sadico. Tuttavia per completezza pubblico anche la ranking ufficiale:
A ben vedere la limpida e trasparente formuletta ufficiale, l’unico riferimento valido per la federazione, mi vede 2°: in definitiva non è così incomprensibile anzi mi sembra un ottimo metodo per stilare le classifiche! :-)
E ora qualche considerazione semiseria:
  • sono quarto dietro a Rodolfo (e ci mancherebbe), all’eurotimoniere (e pure qui, chepeau) e al Tissellone, che a dirla tutta in acqua l’ho visto sempre come mio pari o quasi (e in effetti mi ha staccato di due punti).
  • Rodolfo è praticamente imprendibile. Ha perso solo due prove (arrivando secondo): una perché in partenza un'altra barca l’ha speronato ed ha scuffiato, e una perché Marco è stato più bravo e basta.
  • La regolarità viene premiata: Andrea non ha punteggi molto migliori dei miei, ma ha partecipato a tutte le regate disputate ed è stato l’unico a farlo. Bravo.
  • Enrico il Bagnino è uno da tenere d’occhio…e gli piace fare la prua sul 470. Da grande diventerà un buon tattico.
  • Io galleggio a metà classifica. Del gap dai primi direi che: 20% è colpa del peso (io faccio 68, Marco 75 Rodolfo sui 72 e Tissellone 80 abbondanti ) 20% colpa della vela/barca anzianotta (ma il Tiss non sta molto meglio, per non parlare dello Spinotto) e il resto perche sono una pippa.

Date le premesse l’obiettivo dell’anno prossimo è imparare anche a strambare…ehm...

Cose rare e meravigliose

Regalini:
mi sono autoregalato un po’ di scottifredi (scotta della gottifredi) + bozzello laser + altre cosucce per il fiocco, e la cosa stupenda è che avendo comprato 8 metri di cima me ne hanno recapitati 12. Grazie !!
forse pure quelli di Oltrevela sapevano che era il mio compleanno

Vertigo Style:

Fulgido esempio di rara eleganza, un vero yachtsman

Andare in Laser con la canotta del camafro marchiata “470 ASITALIA” è uno di quelle soddisfazioni che non ha prezzo!

lunedì 11 ottobre 2010

The day after

Ieri si è corsa l’ultima regata zonale laser dell’anno. stamattina mi sono svegliato con doposbornia, raffreddore e schiena a pezzi. Per i malpensanti questi eventi NON sono collegati chiaro?
Ho concluso in bellezza!...questo è quello che direi se avessi fatto una bella regata, ma siccome su 5 partenti ho chiuso quarto, dico che mi sono perso in un bicchiere d’acqua.
Help!

Comunque.
Un po’ di cose belle si sono viste anche ieri:
  • la prima partenza, abbastanza a destra veloce e ben allineato. Per metà prima bolina navigavo insieme ai primi due, mai successo prima.
  • Chiesto acqua a Rodolfo, io mure a dritta. Probabilmente questo evento segna l’apice della mia carriera di laserista
  • I duelli la lasco col tissellone, moooolto divertenti, molto ravvicinati e veloci
  • La velocità di poppa, mi ha ragionevolmente soddisfatto

E poi la lista delle cose brutte:

  • Le boline, tutte. Da dimenticare
  • La seconda partenza.
  • La seconda prova, ero fuori dai giochi alla prima boa.
  • Il vento che saltava proprio un bel po’…e io ovviamente stavo sempre dalla parte sbagliata.

E adesso fino a febbraio prossimo ci si riposa...zz…zz..zz

altro che Brontolo sailing team...PISOLO!!!

giovedì 7 ottobre 2010

Lampadine che si accendono

Una volta ho sentito dire da un mio amico questa cosa:
“in barca è come avere due timoni, uno sott’acqua e uno sopra: la randa. La randa lavora come un timone ma con l’aria invece che con l’acqua. ”
Non è un amico a caso, è uno che qualche anno fa ha fatto il circuito eurolymp col finn, e secondo al CICO.Secondo me questa frase è illuminante per quanto riguarda come ci si deve atteggiare nei confronti della randa, soprattutto di bolina.

Niente ,così mi andava di rendervi partecipi della mia gioia…

mercoledì 6 ottobre 2010

Ultima di campionato

Domenica prossima c’è l’ultima regata zonale Laser. Vuoi per un motivo, vuoi per un altro sono mesi che non regato con il Laser, esclusa la veleggiata sociale ad inizio settembre. Domenica scorsa sono uscito nel pomeriggio, con 6-8 nodi d’aria. Ho fatto un po’ di manovre, prevalentemente passaggi di boa, e ho notato che sono come dire…un po’ imbolsito…imbambolato…imbalsamato ecco. Magari sabato prossimo faccio un altro po’ di manovre, tanto per gradire.
Prima della regata rimuoverò i bendaggi…spero.

Mi piacerebbe dire che la tensione è palpabile nell’aria, ma in verità c’è una sonnacchiosa pace indolente stile ultimi giorni di scuola. La regata scorsa, a Giulianova, erano in due per dire. A Pescara io spero in almeno cinque-sei standard!
La situazione in classifica (non la ranking assolaser, proprio la classifica) attualmente mi vede terzo ma tallonato da vicino da gente più forte di me che può giocarsi scarti migliori. In ranking sono quinto, su ben 15 laseristi, che non si sono mai visti in acqua tutti insieme.
A dirla tutta una classifica su 8 mesi di regate premia più la regolarità che non la bravura, soprattutto tendendo conto che in generale il numero di partenti è molto variabile da una giornata all’altra: da 10 a 2 con tutte le sfumature intermedie.
Stay tuned.

lunedì 4 ottobre 2010

CICO - Quarto ed ultimo giorno

Dopo la tempesta perfetta , passiamo la serata nel miglior o quasi ristorante del mondo dove io i prendo i bombaciotti imperiali, ovvero dei cosi di carne, avvolta nella pancetta, avvolta a sua volta nella pasta della pizza e impanzerottati e/o fritti. Ogni bombaciotto pesa mezzo kg. Oh mi devo riprendere!
Il giorno dopo, l’ultimo di regate, arriviamo come al solito per aprire il circolo. Per un fortunatissimo disguido nessuno ci avverte che oggi i parcheggi sono requisiti, quindi mettiamo la macchina al solito posto e filiamo alla chetichella. Vedremo poi l’organizzazione sbroccare perche le autorità si lamentano che non ci sono parcheggi: peggio per loro! Io mi sono svegliato alle 7 e loro potevano transennare l’area!
La vera gara della giornata non è quella in acqua ma quella per estrarre il carrello stradale dal fosso in cui si trova e metterlo in posizione vantaggiosa per ripartenza. Eseguiamo tale manovra e noto che qualche geniaccio ha fatto secco il ruotino di manovra del mio vetusto carrello. Si reggeva da quattro mesi con lo spago…eroico…
Poi visto che sono le 8:05 e non abbiamo niente da fare, prendiamo la barca e la piazziamo davanti allo scivolo nel piazzale semivuoto. Tramite questa astutissima mossa andremo in acqua tra i primi, e non alcune ore dopo come i giorni precedenti…
Alle 11, puntuale il vento arriva, una bella rafficona secca sui 15 nodi e i fiocchi schioccano tutti insieme. I Dubbini tolgono le scottine e mettono le scottone, Andrea Trani spiega loro come il rinforzo sia dovuto alla sovrapposizione della termica e del pre-esistente vento di gradiente. Ah quante cose si imparano a mettere la barca davanti allo scivolo…voglio anch’io le scottine da arietta e le scottone da vento!
In acqua due prove, con vento a salire. Prima prova abbastanza incolore, l’eurotimoniere vuole partire in barca e quindi si infila all’ultimo secondo, siamo un po’ coperti e non possiamo virare subito. Poi becchiamo un bel corridoio di aria libera (e ti credo gli altri sono tutti avanti…) e facciamo i nostri bei due giri. Tutto abbastanza nella norma. I nostri limiti di passo sono evidenti e imbarazzanti.
Per la seconda prova è necessario ripetere un paio di volte la procedura, e alla fine si parte sulla nera. L’euro timoniere vuole partire sempre più in barca ancora e praticamente ci si spatella contro. Io parabordeggio ed evito l’impatto. La giuria ci grazia…tecnicamente dovremmo fare il giro tondo. Siamo i primi in battello, ragionevolmente lanciati. Viriamo praticamente subito, e anche se paghiamo i nostri limiti rimaniamo attaccati al gruppone dei 20-30. In lay line vedo passare la Conti (di solito ‘sta gente la ribecchiamo che scende a metà lato) issiamo che siamo dietro a ITA 87, la doppia Giulia. O noi stiamo facendola regata della vita, o loro stanno facendo una regata di merda. Primo lasco e prima poppa ok, ci saranno 20 nodi scarsi e di spi si vola. Poi seconda bolina e teniamo duro, le barche iniziano a scuffiare…
E poi ovviamente il disastro. Virata frettolosa per la layline, io vado giù con tutta la barca.
Calma adesso, e tutto buio, sono a testa in giù e il trapezio mi tira verso il basso.
Calma adesso, mani sul petto, scendi palmo a palmo e trova il gancio.
Calma, raddrizzati, c’è una cima intorno alle gambe ma non è importante,la togli dopo,ora metti la testa fuori e respira.

Riemergo, Raddrizziamo e mentre stiamo a 90° un'altra barca che non governa si incastra col nostro timone che a momenti si rompe, manco la legge di Murphy! Alla fine ci liberiamo con un po’d i graffi sullo specchio di poppa e il timone a bandiera lo blocchiamo col bullone del perno e via.
Noi e l’altra barca mentre ci incastriamo a modino dopo la scuffia.

A questo punto scendiamo di poppa piano piano, che il timone tende ad alzarsi rendendo la barca ingovernabile. Ogni tanto ci dobbiamo anche fermare per rimetterlo giù.
A terra scopriamo che abbiamo graffiato per bene timone e carena, fatto 49-49 e storto il perno del timone stesso.
E il CICO finisce così, con una prova un po’ buttata via e un mese di manutenzione da fare.
Mangiamo, ci rilassiamo e impacchettiamo tutto, dandoci l’appuntamento all’anno prossimo, magari più allenati, con la barca in ordine e le vele nuove. Si parla del Garda, non ci sono mai stato. Non sei un vero velista se non sei mai stato a Torbole, o a Riva.
Magari!
Che faccio, prenoto?

venerdì 1 ottobre 2010

CICO – Terzo giorno

Ecco una giornatina del genere…

Ovvero come Corr scopre che si può navigare con 25 e passa nodi e tornare a terra tutti interi.
Ci svegliamo alle 7:00 e piove, ancora. Ma un’accurata ispezione di tutti i siti meteo noti e non ci avvisa che la pioggia lascerà spazio al sole e al vento, tanto vento, tantillimo vento! Andiamo al Circolo Caposele, e parcheggiamo al nostro solito posto: ormai è talmente nostro che troviamo tappeto rosso, valletto e un addetto all’ autolavaggio. Sono le 8, il vento ancora latita, e c’è ancora qualche nuvola.
Il vero dubbio della giornata è: c’è vento bestiale, centriamo da medio o pesante? La centra pesante è tale che con qualsiasi altra condizione che non sia 20 nodi e più la barca è sorda, lenta e non orza. E per mettere le sartie a quel buco, mea culpa, bisogna smontare mezzo rigging, e una volta fatto non si torna indietro.
E ovviamente visto che è previsto il vento di cui sopra, scegliamo la…






la…






la….






la media! Quando dici astuti come le faine…
il mio sguardo basito alla domanda: ”ma perche abbiamo centrato da medio?”

Comunque quando usciamo in mare, sembra ancora una scelta valida. Non ci sono più di 18 nodi, si naviga al traverso per andare al campo e si va bene senza onde.
Poi arriva l’aria. E iniziano i casini. È una lezione che già conosco, ma ogni tanto ci ricasco. I dettagli che sottovaluti con 10 nodi con 20 diventano una grana, con 25 e passa ti mandano in acqua o quasi. A me manca il gancetto di ritenuta della drizza spi, ho meglio ne ho uno ma funziona male. Non è un gran danno:alla fine al drizza sta lì e stop. Ecco con 25 nodi lo spi voleva issarsi da solo di bolina. A momenti facevamo pesca a strascico…
L’elastico della deriva è un po’ lento, andrebbe cambiato. Be’ non è una di quelle cose che ti impedisce di navigare normalmente. A 25 nodi, non c’è modo di tenere la deriva giù dal traverso in poi. Di bolina se la alzi parzialmente come andrebbe fatto sale del tutto.
Tante piccole cose, che insieme rendono la vita impossibile.
Comunque sia nonostante tutte queste amenità dovute al mezzo, partiamo boliniamo e poppiamo più o meno come al solito, nelle 10 barche di coda. La randa è sventato per il 100% del tempo, andiamo più di lato che davanti, ma reggiamo botta. Non diamo spi, anche se abbiamo la conferma che è umanamente possibile: lì davanti li vediamo belli gonfi…pochi ma gonfi. Un giorno voglio imparare anche io.
In queste condizioni una scuffia ci sta tutta, intorno a noi le barche vanno giù una dopo l’altra. Per noi è solo questione di tempo, e infatti paghiamo dazio a metà della prima poppa.
Al grido di “Barcollo ma non mollo” tagliamo il traguardo insieme ad un Finn esaltato, c’è qualche vela dietro di noi, una barca ha ammainato la randa e va solo col fiocco. Non dovremmo essere andati peggio delle altre volte, anzi considerati i probabili ritiri anche meglio.
Peccato che lì davanti c’è la creme de la creme olimpica, che con 25-30 nodi si preoccupa dei buoni e degli scarsi, che vola letteralmente e che ci manda fuori tempo massimo.
Peccato, perche mi sarebbe piaciuto sapere com’eravamo andati. Di buono oggi mi rimane la consapevolezza che nonostante tutto noi abbiamo concluso la giornata tagliando la linea d’arrivo e non ritirandoci. Appena dopo l’arrivo l’eurolaserita mi fa: intelligenza o no io vado a terra! E io intelligentemente sono d’accordo,e scorgo comunque l’intelligenza su H issata in barca giuria. Non c’è niente da fare, astuti no, ma intelligenti si!
Per avere un’idea di cosa sia navigare con 25-30 nodi provate a fare così!