giovedì 28 maggio 2015

Allenamentino 470

l'istante supremo in cui siamo riusciti a strambare senza far sgonfiare lo spi. Epico, quasi
Così semplice semplice: fuori dal lavoro, barca in acqua alle 17:40, manovre  a raffica fino alle 19:00 e poi a casa. 
Che vuoi di più dalla vita?

(che poi ‘sta cosa che arrivo al circolo e trovo la barca armata è una gran cosa)


lunedì 25 maggio 2015

Seconda nazionale contender – secondo giorno

Per intercessione divina (o forse a furia di madonne, dipende se avete ceduto al lato oscuro) domenica mattina non piove e a tratti c’è anche il sole.
Il vento è sempre leggero, la direzione –secondo il locals- non è quella giusta ma noi non siamo locals e quindi ce ne freghiamo. Non piove, c’è vento quasi trapeziabile: in pratica rispetto a ieri è il paradiso.
In quest’atmosfera paradisiaca io armo il mezzo e mi preparo pronto con la lunga (e mi sfiato, quasi quasi ci vorrebbe il maledetto mutino…), Guido prova il tutto per tutto con la Wave.
In acqua il vento latita e ci mettiamo un paio d’ore di ciondolamenti prima di avere un campo di regata decente e pronto all’uso: il CDR fa del suo meglio, ma se non c’è vento non è che ti puoi inventare chi sa che. Lo dice pure la Sensini nella pubblicità…(che tra l’altro la Sensini è di qua  e quindi è una locals: se non lo sa lei!)
Alla fine ci danno una partenza con 6-7 nodi, io riesco a partire quasi decente per una volta e passo tutta la prima bolina a ripetermi: POGGIAPOGGIAPOGGIAPOGGIA…[]
Pare che funziona. Giro nei 10-12, faccio un po’ di casini di rotta al lasco e perdo qualcosa, ma di bolina reggo botta. Far correre la barca, ecco il segreto. Interessante scoprirlo dopo 15 anni di vela nel campo di regata più leggero d’Italia…mangio pane e volpe la mattina, si sa.
Di poppa guardo attentamente il mio avversario principale: il giudice della 42. Non lo so se li scelgono tutti così ma i giudici della 42 sono tutti degli sceriffi dal grilletto facile, appena ti gratti un orecchio parte la cazzo di bandierina gialla. Finché il giudice è girato di schiena io rollo come se non ci fosse un domani, che mi sto ingarellando con ITA 20 che pure lui non scherza.
Ad un certo punto sentiamo un fischio: io e lui immobili come statue, contemporaneamente.  
Un terzo poveruomo è stato sanzionato, non tiriamo un sospiro di sollievo, ci mettiamo a ridere e riniziamo il duello.
Che purtroppo per me vince lui, comunque siamo sempre lì in mezzo alla flotta.
Seconda prova molto simile, l’aria adesso è stabile sugli 8, trapezio fisso di bolina e io più o meno confermo la prestazione, complice anche ua seconda bolina spettacolare che inizia con un giro di boa in cui infilo una barca al volo, tanto per gradire.
Nel frattempo il Ciccottino ha raccolto per strada un 1 e un 4: forse forse che ‘sta wave vecchia di 7 anni è la vela giusta?
Ultima prova della serie, sale il vento. Sulla spiaggia si iniziano a vedere i kite il che vuol dire almeno 13 nodi. Decido di partire tranquillo, mi cerco uno spot a centro linea poco frequentato e allo zero sono già in velocità. Con più aria non tanto mi fido a infilarmi negli stretti pertugi degli estremi della linea ;-)
Prima bolina non va tanto bene, gente che di solito mi è dietro me la trovo davanti, per il semplice fatto che non ho passo con quest’aria. In boa vedo la Oscar: pompaggio libero, e sappiamo tutti quello che vuol dire.
Vuol dire che è l’ultimo lasco della giornata e dell’intera regata, vuol dire che dopo non ci sarà più nulla, vuol dire che non devo conservare le forze per qualcos’altro.
Vuol dire che tutto quello che ho devo darlo ora.
Attacco con una cadenza da 2 pompate a secondo e la tengo per tutto il lasco, su entrambe le mura.
Le braccia iniziano a fare male, ma avrò una settimana per recuperare. Ora devo solo correre.
Tutto il mio equilibrio passa per l’alluce di prua, passa dalla gamba all’anca al cervello e direttamente alla mano di poppa: scendere dalle onde al lasco è la cosa più bella del mondo, tra quelle fattibili in pubblico.
Sul lasco recupero 3 barche.
Bolina cerco di tenere duro, e limito le manovre al minimo sindacale per ridurre la probabilità di errore: rimango al centro del campo e mi prendo un buon margine per approcciare la boa mure a dritta. Passaggio boa da manuale (almeno la mia edizione del manuale, ridotta e a fumetti per bambini…ehm…) e giù per l’ultima poppa che, ça va sans dire, tiro alla morte per infilarne un altro.
Lasco finale e risultato 18, quasi 17 (c’era tipo un Erasmo a caso in difficoltà che per poco non sono riuscito a superare sulla linea).
Riflettendoci, con l’aumentare del vento ho perso 5 barche, non è certo una bella notizia. Ho navigato bene, senza fare errori, se non altro.
Mi sono divertito, soprattutto.

Seconda nazionale contender – primo giorno

Partenza tattica da Pescara a ora di pranzo, dopo aver fatto sega al lavoro per il pomeriggio. L’unica vera botta di culo del viaggio: in partenza e all’arrivo non pioveva. Per tutto il resto del tempo…doccia. Al di qua e al di là degli Appennini, senza pace. Dopo 5 ore sulla tratta Pescara –un po’ prima di Poma- Orte-Viterbo-Tuscania-Montalto di Castro-paesini a raffica non segnati sule carte, arrivo finalmente nella Contea e con pochi ma efficaci errori la signorina Tom mi porta a destinazione: l’approccio finale l’ho fatto navigando a vista puntando gli alberi dei catamarani che stazionano al circolo.
Pianto la tenda lunare (la signora del campeggio è visibilmente brilla, io faccio il simpatico sperando che offra ma niente) e mi ricongiungo alla tribù per la cena. Durante la cena iniziano i dolori, non tanto per la stessa (che anzi ha un buon rapporto qualità prezzo), ma perché inizia a piovere. Smetterà circa 17 ore dopo, vi ricordo che sto in tenda.
La notte la passo piuttosto umidamente a rigirarmi sul materassino gonfiabile, ad ascoltare la pioggia e a scommettere quanto durerà ancora la tenda. Temperatura da novembre e assetto da luglio: ottimo, se non mi becco un raffreddore stavolta vuol dire che per anticorpi ho tanti piccoli robocop.
La mattina dopo sono piuttosto sbauttito. Faccio la mia solita colazione hobbit e guardo la situazione: nuvolo, pioggerellina e un cazzo d’aria.
Amen, faccio con calma a scaricare e armare tanto prima delle 12:30 non si esce, sempre che. A proposito: per uscire bisogna attraversare un’ oasi naturalistica di DUNE sabbiose…alcuni dei regatanti sono stati ritrovati qui, a poche centinaia di metri dal mare che li avrebbe tratti in salvo.Quando portiamo le barche in acqua sembriamo la schiusura delle uova di una tartaruga marina…
In tutta la mattinata si verifica un solo quarto d’ora di sole, ed è esattamente mentre sto scegliendo come vestirmi: io che sono furbo, anzi furberrimo, indosso il mutino, perchè fa caldo, è ovvio!
Fa caldo una ceppa, la terza prova l’abbiamo fatta con 5 nodi, ondina di cazzo e pioggia battente. Poi vai a spiegare a giudice della 42 che non stai pompando col corpo ma sei scosso ripetutamente dai brividi! Stavolta per salvarmi più che gli antirobocop ci vuole Rambo.
i virus, inseguiti dai miei anticorpi in assetto antisommossa
Tre prove il primo giorno, due normali (con poco vento, un po’ ballerino ma normali) dove raccolgo un 13 e un 20, frutto della mia incapacità di camminare con poca aria (stesso di Numana...uff). La terza prova è una storia a parte: arriva un cazzo di nuvolone nero della morte (nome tecnico del cumulonembo) che ci si piazza sopra la testa. Ovvio che lì sotto il vento è instabile, lo so pure io.
Nonostante questo ci fanno partire alle 5 del pomeriggio, sotto la pioggia battente per una regata in cui si bolinerà e basta sui tre lati del percorso tanto ha girato il vento, ridotto al primo giro per misericordia/disperazione.
Capisco la volontà di regatare e farci regatare, ma questa prova, dopo averne fatte due e con previsioni confortanti per la domenica, era quanto meno evitabile.
Vabbè non l’abbiamo evitata, quelli forti comunque stanno avanti, salti o non salti, e io mi sono morto di freddo.
Parliamo di Partenze: se decido di partire da velista, dal lato buono ecc ecc, non parto. se mi cerco lo spot libero se non altro sto sulla linea, ed è già qualcosa. a Questo punto la scelta: o uso le poche partenze a disposizione per fare pratica e mi vado a cercare i guai, o mi tengo 'sti pochi guai e penso al risultato. siccome che i risultati tanto sono quello che sono...io provo a partire. 
E non ci riesco.
il fatto che solitamente la linea è storta da un lato e il campo è buono dall'altro non mi aiuta: parto in centro per fare né carne né pesce?
A terra, quasi mollo la barca lì dov’è e mi sistemo, più che altro per rientrare in temperatura. Nel frattempo ci organizziamo per la serata: a una certa si andrà a cena da qualche parte.
Organizzazione micrometrica.
E allo scoccare della ‘na certa in punto partiamo guidati dal capogita Bordini, che conosce lui un ristorante che gliel’ha detto una tipa de circolo.
Il ristorante è a tre giorni di marcia verso sud.
Ogni 200 metri il buon Ragionier Bordini ci rassicura: “Fantocci, che fa dubita? Guardi il ristorante è vicinissimo, in pratica dietro l’angolo, organizzazione Bordini!” per fugare ogni dubbio controlliamo ogni angolo fino alla provincia di Viterbo.
Effettivamente, quando ormai disperavamo, salta fuori ‘sto benedetto ristorante Da Nello, quello giusto (lungo la via ne abbiamo visti e scartati almeno una decina, non dissimili da questo: Il casolare, Il marinaio, Il pescatore, la casetta del marinaio, Da Gabriello, Da Lello, Il casolare di Orbetello…etc etc ).
Una volta seduti, per prima cosa ordiniamo da bere e nell’arco della serata gli finiamo la scorta di birra.
Ci siamo andati piano, che domattina dobbiamo regatare.
Infine per una pura combinazione di culo, meteorologia e umidità, appena apro la tenda per stendermi riinizia a piovere.
(quasi) mai ‘na gioia…

Back from Maremma Maiala

Pioggia, tanta.
Stanchezza, Tantissima.
Vento, così così.

adesso recupero tre giorni di sonno e poi racconto
stay tuned

giovedì 21 maggio 2015

Mai 'na gioia...meteo edition

E 'nnamose a prende stra tragnata d'acqua a Marina di Grosseto, va'!

stay tuned

lunedì 18 maggio 2015

Vacanzine in vista, lavoretti, strambate

Dato che presto, molto presto partiremo in vacanza con la Strega –ormai relegata a ruolo fisso di barca da crociera veloce- sabato lo passiamo io e il mastro comandante a fare amorevoli lavoretti per preparare il battello allo scopo. In pratica smanettiamo col quadro elettrico dl motore, cercando di disinnescare quel nodo gordiano di fili che c’è lì dietro. Più o meno ne usciamo vincitori, bravi noi. A seguire un giretto alle prime crocette, perché il faretto di illuminazione della coperta è morto: 10 minuti su, selfie d’ordinanza, e risolto pure questo: ci siamo proprio meritati un aperitivo!
Sabato pomeriggio entra anche uno scirocco decente, ma io sono sonnacchioso come un gatto e faccio finta di niente.
Domenica pomeriggio: allenamento con Rodolfo in 470: il vento c’è e tiene, finalmente si sta al trapezio STESI!
Per l’occasione monto la gopro su boma giusto per vedere cosa ne esce e soddisfare la mia vanità. Carino, ma se sto fuori per bene esco dall’inquadratura, devo lavorarci su (sull'inquadratura...mica sulle virate con rollio...)
Vanità a parte ho 2 ore di manovre da rivedere e analizzare, per cercare di imparare da noi stessi. Per il momento, beccatevi la vanità:

martedì 12 maggio 2015

Seconda Zonale Contender

la scalpitante flotta zonale
Dal mercoledì inizio a monitorare il meteo con precisione da far invidia al Colonnello Giuliacci. Il detto meteo non promette nulla di buono: ventone, ventone con fulmini, ventone con fulmini e ire divine.
Da mercoledì a domenica le cose cambiano, per fortuna: ogni giorno scalano 3-4 nodi e una nuvoletta fino ad arrivare ad un più pacifico 10-15 nodi e sole. Quasi speravo nel ventone per fare un po’ di ore volo in condizioni serie, ma alla fine niente, vento medio e onda incrociata pizzuta e bastarda.
Noi da Bando dobbiamo correre tre prove e da IDR il percorso sarà un bastone con arrivo in boa di bolina, per non pestarci i piedi con i laseropodi, che invece fanno il classico trapezio. Noi che potremo fare dei bei laschi al trapezio…niente: tre boline (per un totale di 9 in giornata) e neanche un laschetto di disimpegno, veramente una bastardata!
All’inizio ho avuto difficoltà. All’inizio ho sempre difficoltà poi mi sciolgo.
La prima prova è la mia peggiore: parto maluccio, bolino male e vengo graziato solo dal fatto che chi mi sta davanti va a spasso per il campo di regata (dobbiamo fare 2 boe, ce ne sono 4: è n’attimo a incasinarsi) chiudo terzo mettendomi dietro solo Marco.
Seconda prova è la mia migliore: vado subito a sinistra (strano che sia la favorita ma è così) e ci resto fino a quasi la layline. Incrocio davanti a Guido –udite udite- e scendiamo giù di poppa affiancati, io personalmente con lo scopo di guardare e imparare. Ho capito che se ho una lepre poppiera valida io per imitazione riesco ad avere un buon passo, il problema è quando sto da solo che non ho riferimenti precisi su quanto devo scendere e come.
Un momento che verrà ricordato e tramandato ai posteri
Comunque.

In boa siamo talmente vicini che ci tocchiamo e a me viene il patema di avergli rovinato la barca nuova, e con questo patema faccio una seconda bolina disastrosa facendomi scappare Federico.
Io, accortomi che guido non indossa il proverbiale caschetto, cerco di stenderlo a bomate. Lui attentamente schiva
All’arrivo ancora terzo.
Mentre i laser rientrano, ci chiamano per la terza prova. Il vento è un po’ calato, roba da trapezietto adesso. Ci fanno aspettare un po’, perche devono girare il campo per assecondare la rotazione del vento: io ricordo distintamente dalle previsioni che a ‘na certa dovrebbe mettersi da destra, convinto di ciò parto in barca e viro subito, appena ho un po’ di velocità. Convinzione errata perché, vuoi perché hanno girato il campo “in crescenza”, vuoi perché non ancora entra, la sinistra è meglio. Male, Male, giro ultimo e senza troppi sconti.
Poppa idem, strambo sulla boa e scendo dritto, senza il Ciccotti da tamponare non vado così forte.
Seconda bolina tutti vanno a sinistra e da ultimo io riprendo ancora la destra, unica opzione possibile: se gli vado dietro dietro certo non li supero.
Ergo anche al secondo giro niente di fatto, al limite riduco un po’ le distanze. Se non che mentre sono ancora che vado di poppa vedo in boa il ciccottino che si aggancia e va fuori steso per bene: il vento è in aumento, sta cambiando qualcosa, sicuro. E se sta cambiano sta entrando quel destro che mi tiro da ieri sera.
‘Sta volta vado a destra per precisa scelta tattica: da quarto recupero una posizione in una bolina, e chiudo ancora terzo: indovinate un po’ il risultato complessivo? 
Dopo l’arrivo, col vento steso e risalito noi dei contender ci spariamo un bordo al lasco fino a montesilvano quasi, giusto per rientrare a terra facendo il giro largo. Non sembravamo delle barche a vela, sembravamo degli F14 in formazione d’attacco.
Torre qui ghost rider, chiedo autorizzazione a passaggio radente…[cit.]
Nel complessivo siamo stati fuori per un buon 5-6 ore, e siamo piuttosto cotti, tutti. Quando ci chiamano in premiazione ci andiamo zoppicando, nessuno escluso. Di 20 regatanti non ce n’è uno che riesca a camminare dritto…

È ‘na vitaccia.

martedì 5 maggio 2015

L’altura godereccia

Week end come si deve, di tre giorni tre giorni in mare.
Venerdì: portiamo Born to be –in assetto race, con vele sbrilluccicose in black kevlar, tuff luff sbrilluccicoso pure lui e chi più ce ne ha ce ne metta- da Pescara a Ortona. Si mette uno scirocco che perderselo sarebbe un peccato e grazie a questo vento bello frizzante arriviamo –bolinando- in circa 3 ore. La navigazione è un po’ bagnata, ma io faccio sorprendentemente la randa e non ne risento. Ne approfitto per raccogliere le mie prime impressioni: la carena ha un buon passaggio, le vele sono buone si regolano con facilità, forse anche troppa facilità. In navigazione, visto che non c’è molto da fare, gironzoliamo in giro per fare foto alle vele (da dare al velaio) foto a noi stessi (per facebook) e tante chiacchiere su cosa è migliorabile cosa deve essere modificato e cosa invece va bene così. Arriviamo ad Ortona due birre e 13 pizzette dopo… Siamo in porto appena in tempo per scappare ain stazione a prendere il treno per tornare  a casa. In viaggio ci scoliamo un prosecco e ci sbafiamo una torta al cioccolato.
E che volete, La controtailer faceva gli anni.
Questo equipaggio già mi piace come ragiona.
io, che cerco di darmi un tono pontificando sulla catenaria
Sabato mattina dormo.

L’appuntamento è per il pomeriggio per uscire in 470. A Pescara nel frattempo sono in corso ben 2 regate nazionali: una di FD e una di catamarani. Io guardo le flotte dal terrazzo e nell’ordine osservo come i cat vengano mandati a terra mentre gli FD galleggiano senza speranza alcuna…sigh…bonaccia (quasi) assoluta. Mentre continuo a sonnecchiare tengo comunque un orecchio teso verso il vento, tipo gatto al sole insomma. Verso le 4 capto un tremito nella forza e richiamo all’ordine il timoniere: si esce!
In 5 nodi d’aria.
Se non altro abbiamo fatto manovre (poco soddisfatti, qualcosa non quadra) e abbiamo iniziato ad impostare le strambate secondo il metodo stanislaski-ciccotti. Pare che va, ma pare una volta ogni 5 strambate.
potevamo restare a terra? direi proprio di no
Prossimo obiettivo: alzare la media e la qualità delle manovre.
Diciamo che sabato siamo usciti per timbrare il cartellino, più che altro.

Domenica mattina mi sveglio alle prime luci.
Devo portare metà equipaggio in macchina ad Ortona, ove la barchetta ci attende e ove correremo l’improbabile regata locale.
E devo farlo per le 9, ergo sveglia all’alba: Doh…
Una volta arrivati i soliti riti, saluti, boat prep, meteo e iscrizione, andiamo io e un altro membro dell’equipaggio. Mentre compliamo il modulo, chiedo a Cristiana esattamente chi sono gli iscritti:

IO: Cri, ma chi c’è oltre noi e i mini?
CRI: guavda…un po’ di bavche da cvocieva di qua, con le vele in dacvon, niente di che…
IO: che in pratica se non vinciamo ci dobbiamo andare a nascondere, giusto?
CRI(sorriso sornione): eh vedi un po’ te…

Per fortuna abbiamo vinto. L’onore è salvo.
la prova probante della nostra supremazia...ehm...
Per bravura ce la siamo giocata con i Beneteau25 –che ovviamente facevano categoria a parte- tutti nella nostra scia tranne un solo eroe, Flash cube. E i B25 con le ariette sono degli spari, io ne so qualcosa…
Il percorso è un lungo bastone costiero quasi al vento, noi facciamo i nostri due giri più o meno puliti senza inventare nulla c’è una rotazione costante a sinistra che ci porta sempre sul lato fuori. Va tutto liscio tranne una tack-n-hoist sulla seconda issata che è uscita un po’ in ritardo: passata la boa non eravamo ancora su, sulla mia spalla spunta il diavoletto che mi dice di correre a prua, farmi largo a spallate e sistemare fare ‘sta benedetta issata smadonnando a mezza bocca durante l’intero processo.
L’angioletto sulla spalla destra mi intima di rispettare i ruoli, mi cuce la bocca e molla la scotta al posto mio, mentre io ascolto il diavoletto. Poi riinizio a guardare i filetti e la regata continua senza che la prua sappia mai quanto ha rischiato: per 10 secondi di ritardo in issata deu giri di chiglia, ai tempi.
A terra porchetta monumentale e spillatrice della birra altrettanto monumentale: c'è tutto quel che serve per regatare come si deve.

Be’ direi che la stagione altura è iniziata giusta…

lunedì 4 maggio 2015

Prima regata nazionale Contender – secondo giorno

il secondo giorno si può riassumere con una rapida galleria fotografica:

questa è stata la situazione meteo per tutto il sacro die, di conseguenza:
e di conseguenza ulteriore...
naturalmente mentre io ne ho approfittato per fare qualche lavoretto di taglio e cucito:
qualcun'altro non avendo 'na ceppa da fare ha fatto divertire la famiglia:
 che promette bene la famiglia, per inciso.