lunedì 25 maggio 2015

Seconda nazionale contender – primo giorno

Partenza tattica da Pescara a ora di pranzo, dopo aver fatto sega al lavoro per il pomeriggio. L’unica vera botta di culo del viaggio: in partenza e all’arrivo non pioveva. Per tutto il resto del tempo…doccia. Al di qua e al di là degli Appennini, senza pace. Dopo 5 ore sulla tratta Pescara –un po’ prima di Poma- Orte-Viterbo-Tuscania-Montalto di Castro-paesini a raffica non segnati sule carte, arrivo finalmente nella Contea e con pochi ma efficaci errori la signorina Tom mi porta a destinazione: l’approccio finale l’ho fatto navigando a vista puntando gli alberi dei catamarani che stazionano al circolo.
Pianto la tenda lunare (la signora del campeggio è visibilmente brilla, io faccio il simpatico sperando che offra ma niente) e mi ricongiungo alla tribù per la cena. Durante la cena iniziano i dolori, non tanto per la stessa (che anzi ha un buon rapporto qualità prezzo), ma perché inizia a piovere. Smetterà circa 17 ore dopo, vi ricordo che sto in tenda.
La notte la passo piuttosto umidamente a rigirarmi sul materassino gonfiabile, ad ascoltare la pioggia e a scommettere quanto durerà ancora la tenda. Temperatura da novembre e assetto da luglio: ottimo, se non mi becco un raffreddore stavolta vuol dire che per anticorpi ho tanti piccoli robocop.
La mattina dopo sono piuttosto sbauttito. Faccio la mia solita colazione hobbit e guardo la situazione: nuvolo, pioggerellina e un cazzo d’aria.
Amen, faccio con calma a scaricare e armare tanto prima delle 12:30 non si esce, sempre che. A proposito: per uscire bisogna attraversare un’ oasi naturalistica di DUNE sabbiose…alcuni dei regatanti sono stati ritrovati qui, a poche centinaia di metri dal mare che li avrebbe tratti in salvo.Quando portiamo le barche in acqua sembriamo la schiusura delle uova di una tartaruga marina…
In tutta la mattinata si verifica un solo quarto d’ora di sole, ed è esattamente mentre sto scegliendo come vestirmi: io che sono furbo, anzi furberrimo, indosso il mutino, perchè fa caldo, è ovvio!
Fa caldo una ceppa, la terza prova l’abbiamo fatta con 5 nodi, ondina di cazzo e pioggia battente. Poi vai a spiegare a giudice della 42 che non stai pompando col corpo ma sei scosso ripetutamente dai brividi! Stavolta per salvarmi più che gli antirobocop ci vuole Rambo.
i virus, inseguiti dai miei anticorpi in assetto antisommossa
Tre prove il primo giorno, due normali (con poco vento, un po’ ballerino ma normali) dove raccolgo un 13 e un 20, frutto della mia incapacità di camminare con poca aria (stesso di Numana...uff). La terza prova è una storia a parte: arriva un cazzo di nuvolone nero della morte (nome tecnico del cumulonembo) che ci si piazza sopra la testa. Ovvio che lì sotto il vento è instabile, lo so pure io.
Nonostante questo ci fanno partire alle 5 del pomeriggio, sotto la pioggia battente per una regata in cui si bolinerà e basta sui tre lati del percorso tanto ha girato il vento, ridotto al primo giro per misericordia/disperazione.
Capisco la volontà di regatare e farci regatare, ma questa prova, dopo averne fatte due e con previsioni confortanti per la domenica, era quanto meno evitabile.
Vabbè non l’abbiamo evitata, quelli forti comunque stanno avanti, salti o non salti, e io mi sono morto di freddo.
Parliamo di Partenze: se decido di partire da velista, dal lato buono ecc ecc, non parto. se mi cerco lo spot libero se non altro sto sulla linea, ed è già qualcosa. a Questo punto la scelta: o uso le poche partenze a disposizione per fare pratica e mi vado a cercare i guai, o mi tengo 'sti pochi guai e penso al risultato. siccome che i risultati tanto sono quello che sono...io provo a partire. 
E non ci riesco.
il fatto che solitamente la linea è storta da un lato e il campo è buono dall'altro non mi aiuta: parto in centro per fare né carne né pesce?
A terra, quasi mollo la barca lì dov’è e mi sistemo, più che altro per rientrare in temperatura. Nel frattempo ci organizziamo per la serata: a una certa si andrà a cena da qualche parte.
Organizzazione micrometrica.
E allo scoccare della ‘na certa in punto partiamo guidati dal capogita Bordini, che conosce lui un ristorante che gliel’ha detto una tipa de circolo.
Il ristorante è a tre giorni di marcia verso sud.
Ogni 200 metri il buon Ragionier Bordini ci rassicura: “Fantocci, che fa dubita? Guardi il ristorante è vicinissimo, in pratica dietro l’angolo, organizzazione Bordini!” per fugare ogni dubbio controlliamo ogni angolo fino alla provincia di Viterbo.
Effettivamente, quando ormai disperavamo, salta fuori ‘sto benedetto ristorante Da Nello, quello giusto (lungo la via ne abbiamo visti e scartati almeno una decina, non dissimili da questo: Il casolare, Il marinaio, Il pescatore, la casetta del marinaio, Da Gabriello, Da Lello, Il casolare di Orbetello…etc etc ).
Una volta seduti, per prima cosa ordiniamo da bere e nell’arco della serata gli finiamo la scorta di birra.
Ci siamo andati piano, che domattina dobbiamo regatare.
Infine per una pura combinazione di culo, meteorologia e umidità, appena apro la tenda per stendermi riinizia a piovere.
(quasi) mai ‘na gioia…

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