lunedì 25 maggio 2015

Seconda nazionale contender – secondo giorno

Per intercessione divina (o forse a furia di madonne, dipende se avete ceduto al lato oscuro) domenica mattina non piove e a tratti c’è anche il sole.
Il vento è sempre leggero, la direzione –secondo il locals- non è quella giusta ma noi non siamo locals e quindi ce ne freghiamo. Non piove, c’è vento quasi trapeziabile: in pratica rispetto a ieri è il paradiso.
In quest’atmosfera paradisiaca io armo il mezzo e mi preparo pronto con la lunga (e mi sfiato, quasi quasi ci vorrebbe il maledetto mutino…), Guido prova il tutto per tutto con la Wave.
In acqua il vento latita e ci mettiamo un paio d’ore di ciondolamenti prima di avere un campo di regata decente e pronto all’uso: il CDR fa del suo meglio, ma se non c’è vento non è che ti puoi inventare chi sa che. Lo dice pure la Sensini nella pubblicità…(che tra l’altro la Sensini è di qua  e quindi è una locals: se non lo sa lei!)
Alla fine ci danno una partenza con 6-7 nodi, io riesco a partire quasi decente per una volta e passo tutta la prima bolina a ripetermi: POGGIAPOGGIAPOGGIAPOGGIA…[]
Pare che funziona. Giro nei 10-12, faccio un po’ di casini di rotta al lasco e perdo qualcosa, ma di bolina reggo botta. Far correre la barca, ecco il segreto. Interessante scoprirlo dopo 15 anni di vela nel campo di regata più leggero d’Italia…mangio pane e volpe la mattina, si sa.
Di poppa guardo attentamente il mio avversario principale: il giudice della 42. Non lo so se li scelgono tutti così ma i giudici della 42 sono tutti degli sceriffi dal grilletto facile, appena ti gratti un orecchio parte la cazzo di bandierina gialla. Finché il giudice è girato di schiena io rollo come se non ci fosse un domani, che mi sto ingarellando con ITA 20 che pure lui non scherza.
Ad un certo punto sentiamo un fischio: io e lui immobili come statue, contemporaneamente.  
Un terzo poveruomo è stato sanzionato, non tiriamo un sospiro di sollievo, ci mettiamo a ridere e riniziamo il duello.
Che purtroppo per me vince lui, comunque siamo sempre lì in mezzo alla flotta.
Seconda prova molto simile, l’aria adesso è stabile sugli 8, trapezio fisso di bolina e io più o meno confermo la prestazione, complice anche ua seconda bolina spettacolare che inizia con un giro di boa in cui infilo una barca al volo, tanto per gradire.
Nel frattempo il Ciccottino ha raccolto per strada un 1 e un 4: forse forse che ‘sta wave vecchia di 7 anni è la vela giusta?
Ultima prova della serie, sale il vento. Sulla spiaggia si iniziano a vedere i kite il che vuol dire almeno 13 nodi. Decido di partire tranquillo, mi cerco uno spot a centro linea poco frequentato e allo zero sono già in velocità. Con più aria non tanto mi fido a infilarmi negli stretti pertugi degli estremi della linea ;-)
Prima bolina non va tanto bene, gente che di solito mi è dietro me la trovo davanti, per il semplice fatto che non ho passo con quest’aria. In boa vedo la Oscar: pompaggio libero, e sappiamo tutti quello che vuol dire.
Vuol dire che è l’ultimo lasco della giornata e dell’intera regata, vuol dire che dopo non ci sarà più nulla, vuol dire che non devo conservare le forze per qualcos’altro.
Vuol dire che tutto quello che ho devo darlo ora.
Attacco con una cadenza da 2 pompate a secondo e la tengo per tutto il lasco, su entrambe le mura.
Le braccia iniziano a fare male, ma avrò una settimana per recuperare. Ora devo solo correre.
Tutto il mio equilibrio passa per l’alluce di prua, passa dalla gamba all’anca al cervello e direttamente alla mano di poppa: scendere dalle onde al lasco è la cosa più bella del mondo, tra quelle fattibili in pubblico.
Sul lasco recupero 3 barche.
Bolina cerco di tenere duro, e limito le manovre al minimo sindacale per ridurre la probabilità di errore: rimango al centro del campo e mi prendo un buon margine per approcciare la boa mure a dritta. Passaggio boa da manuale (almeno la mia edizione del manuale, ridotta e a fumetti per bambini…ehm…) e giù per l’ultima poppa che, ça va sans dire, tiro alla morte per infilarne un altro.
Lasco finale e risultato 18, quasi 17 (c’era tipo un Erasmo a caso in difficoltà che per poco non sono riuscito a superare sulla linea).
Riflettendoci, con l’aumentare del vento ho perso 5 barche, non è certo una bella notizia. Ho navigato bene, senza fare errori, se non altro.
Mi sono divertito, soprattutto.

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