giovedì 30 settembre 2010

CICO - Secondo giorno

Piove.
Semplicemente piove per tutto il santo giorno.
E comunque si regata.
Arriviamo al circolo Caposele sempre prestissimo,e parcheggiamo al solito posto, ormai è il nostro. Aspettiamo un po’, perdiamo tempo, vediamo cosa deve succedere. Per essere pronti a tutto, armiamo sotto la pioggia, ci cambiamo e aspettiamo. Il CDR (che tra l’altro è lo stesso di una qualsiasi zonalina ad Ortona, non scherzo!) oggi tocca le più alte vette di sadismo federale: dopo un oretta di intelligenza a terra parte la stupidera in acqua. Ovviamente continua a piovere, e se va avanti così non ci sarà più bisogno di portare le barche sullo scivolo, inizieranno a galleggiare da sole nel piazzale.
Gabrio Zandonà e Pietro Zucchetti, intenti a studiare il campo di regata


Comunque sia usciamo, boliniamo nel vento abbondantemente umidificato fino alla barca giuria (ancorata appena fuori dalle acque territoriali) per poi scoprire che hanno issato Intelligenza su A, per u giro di vento fortunato anche il ritorno è di bolina, e piove ancora, piovono delle gocce che con ognuna ci riempi una tazzina di caffè. L’unica cosa bella (e invidiabile!!) è l’ombrellino con cui si copre Pietro Zucchetti mentre vengono trainati a terra. Voglio anche io un ombrellino fiammagiallolimpico…
A terra, mentre altri inspiegabilmente coprono le barche (oddio…e se si bagna? Perche fin’ora dove sei stato, in un universo parallelo?) io e il timoniere facciamo un bordo a terra verso il chioschetto: pizza fredda e birra freddissima, mi si fa la brina sulla pancia per la condensa: credo che la nostra temperatura basale sia a 33-34 gradi ora.
Aspettiamo un altro po’, e mentre siamo nel pieno della digestione ci mandano in acqua, per fortuna ha smesso di piovere. Il bordeggio per raggiungere la barca giuria (rimasta coraggiosamente all’ancora) è insolitamente di bolina e, siccome siamo fortunati riattacca a piovere con l’idrante sette metri dopo aver superato l’uscita del porto.
Alla fine viene fuori un vento decente e ci fanno partire, noi galleggiamo più o meno come al solito nel treno delle ultime 10 barche.
Poi avviene il Miracolo: cala il vento, e in compenso aumenta la pioggia. La prima poppa si deve orzare, la seconda bolina sto genuflesso, e l’ultima poppa avanziamo spinti solo dall’ onda lunga. Le vele, flosce & mosce servono solo per raccogliere l’acqua piovana.
Purtroppo siamo DNF, insieme alle solite barchette che ci mettiamo dietro: l’ultimo bordo alla moviola ci ha ucciso. Come premio di consolazione dobbiamo tornare a terra di bolina, sempre con vento tendente allo zero.

-Che lavoro schifoso! -Potrebbe essere peggio... -E come? -Potrebbe piovere!

Arriviamo che è quasi buio, laviamo tutto e chiudiamo, che tanto a quest’ora non si asciuga più niente, dopodiché filiamo all’ostello del terrore per darci una rassettata, che stasera c’è la cena di gala: il tendone Stazze & pasta sembra una sala da ricevimenti di un matrimonio, un matrimonio di classe.
L’organizzazione ha fatto le cose in grande: i migliori ristoranti di Formia si occupano del catering, ognuno prepara le sue specialità. Il pesce fritto lì sul posto fa il fumo, letteralmente e metaforicamente, le polpette idem. C’è anche la Roby che fa il compleanno e diventa maggiorenne, pensa che bello.
A proposito ma chi è Roby?

tanti auguri a teeee tanti auguri a teeeeee!

Dopo un paio d’ore di bella vita, che io passo ad ammiccare amichevolmente ad un cameriere convinto che abbia fatto due olimpiadi e chiedo a Robert Scheidt se mi può portare altro vino io e l’euroralserista filiamo all’inglese, che siamo cotti a puntino.
Faccio fatica a premere sull’acceleratore, figuriamoci a trapezi are domani, che è previsto il Vento Maximo!!

mercoledì 29 settembre 2010

CICO – Primo giorno

A colazione (ore 7:30 sigh) il proprietario riprende da dove l’avevamo interrotto con il nostro inopportuno sonno, ovvero ci spara il consueto pippone politic-metereologic-filosofic-esistenzialista mentre consumiamo la pappa che ci ha preparato. Guai a fargli notare che il cucchiaino è sporco…si rischia la vita!
Arriviamo al villaggio CICO che è praticamente deserto, buona idea perchè riusciamo a trovare parcheggio. Neanche un’ora dopo ti tocca piazzare la macchina due comuni più in là. Il villaggio CICO è bellissimo, ci sono i tendoni delle stazze, le BMW, i tendoni degli sponsor, le BMW, la sede del prestigiosi circolo, le BMW, le colonne alte 4 metri con il logo della manifestazione illuminate dal basso da potenti riflettori, altre BMW e poi ci sono le auto di servizio per gli organizzatori. Vi ho detto che sono delle BMW?
Dopo esserci orientati smontiamo la barca e portiamo scafo, antenne e vele a stazzare.
  • Randa: OK
  • Fiocco:OK
  • Spinnaker: “guardate la vela è vecchia e non è stata stazzata prima dell’introduzione delle vele nuove, e ora sarebbe fuori stazza, ma qui non stiamo a castigare nessuno, ora chiudo un occhio e con l’altro prendo la mira per mettere il timbro”. Rigraziamo, e portiamo a casa.
  • Scafo: OK pure troppo (scopro che pesa 122 dico 122 kg, passerò tutte le boline seguenti in silenzio a cercare di capire dove diavolo sono ‘sti chili…alveare nei cassoni laterali? Nido di cinciallegre? Colonia di puffi?)
  • Albero:OK
  • Tangone: 1905 mm, siamo fuori. Senta ma visto che lo spi è vecchio, la barca è sovrappeso, probabilmente siamo pure i più scarsi velisti del circondario non è che si potrebbe…neanche per sogno. Mentre io rimonto tutta la giostra l’euro timoniere va in giro per Formia a cercare un fantomatico negozio di nautica fornito di trapano, seghetto e rivetti. Torna dopo una mezzoretta con il tangone a misura e la varea tenuta da due viti: niente rivetti al negozio di cui sopra. Però lo stazzatore malefico mette il cavolo di bollino adesso!
Poi con una certa puntualità ci mandano in acqua. il nostro primo impatto con le regate di livello nazionale è un impatto con un cretino sottovento che per litigare col suo prodiere mi centra la barca. Per carità se mi chiedi acqua te la do, ma cazzo guardati in giro! Non eravamo neanche nei 4 minuti!
Prima procedura di partenza noi siamo spaventati e intimoriti da tutti questi cattivoni che fanno a sportellate e partiamo col freno a mano tirato. Venticello morbido e sole, si va che è un piacere. Anche gli altri vanno che è un piacere e per la maggior parte un piacere superiore al nostro…
La giornata continua così per un totale di tre prove con vento leggero, solo nella seconda si riesce a stare a trapezio decentemente . Ogni due partenze buone c’è nell’ordine:
  1. prima procedura annullata con primo ripetitore
  2. seconda procedura con bandiera papa annullata 4-5 secondi con intelligenza
  3. terza procedura finalmente valida con la nera e due o tre BFD a prova.
Che ci vuoi fare, flotta scalpitante e irrequieta…
Una della partenze, probabilmente annullata.

In una di queste partenze annullate avviene l’episodio che ricorderò per sempre come il miglior momento della mia carriera: ho chiesto acqua a Gabrio Zandonà, esattamente con le testuali parole: “OOH! Acqua! oh caspio è Zandonà, no no scusa scusa passa!”
Per inciso era mure a sinistra e ha dato acqua, ma sappiate che è veramente difficile chiedere acqua a qualcuno cui vorresti chiedere l’autografo.
Al ritorno, mentre trasciniamo la barca sullo scivolo vedo una piccola folla di giornalistelli locali, roba tipo “Telefratta cassinate” e lì ho il lampo di genio, me ne esco con un: ”be’ dai due primi e un secondo, siamo partiti bene , ma dobbiamo mantenere alta la concentrazione” detto con aria di sufficienza e determinazione. Rotazione simultanea di tutte le teste…tre metri dopo, fuori dalla loro vista sbottiamo a ridere come due ragazzini, la supercazzola è sempre la supercazzola non c’è niente da fare.Poi quando escono le classifiche scopriamo di “non essere andati molto lontani” dal nostro scherzo, infatti abbiamo dato prova di grande regolarità: 46 46 46! Valentino Rossi sarebbe orgoglioso di noi.
I panni stesi ad asciugare, il piazzale nel post-regata sembrava un suk marocchino. Apprezzabile il pantalone steccato dell’eurotimoniere, in pieno stile anni 70-80

martedì 28 settembre 2010

CICO - Arrivo

La nostra guida spirituale per tutto il CICO, lo usavamo pure per andare in bagno

Viaggio della speranza da Pescara a Formia, 3 ore e spicci di strade suggerite dalla signorina tom tom. Giungiamo dunque verso le 20:30 al circolo Caposele, situato in un porticciolo antichissimo: lo spiazzo dei 470 è di epoca ciceroniana, la fanghiglia ivi presente pure. Lo spiazzo è in discesa, quando si tratta di frenare le barche a fine giornata, e in salita quando si tratta di portarle dentro, ah il mio carro traino ha i freni rotti da epoca immemorabile: si scarica in movimento o quasi.
Comunque sia troviamo un paio di ritardatari come noi che da bravi 470isti stanno misurando il 24° rake della giornata a notte inoltrata e ci facciamo dare una mano a mettere a terra Vertigo. Già che ci siamo armiamo tutto, per bene benino, e dopo aver annodato l’ultimo cordino del telo uno dei due pellegrini ci fa: “ah scusate mi è passato di mente, ma non vi conveniva alberare, domani fanno le stazze…”
Tante grazie, che numero velico hai, se ti becco in acqua ti affondo...
Fatto sta che dopo 2 ore di inutile e meticolosissimo lavoro, domattina si smonta tutto.
Stanchi e affamati andiamo al B&B, un inquietante struttura con letti cigolanti e proprietario sovversivo-maniacale: sembra di essere sul set di “Hostel”. Comunque mangiamo qualcosina mentre il detto proprietario ci spara un pippone di svariati minuti su come lui negli anni settanta avesse predetto l’avvento del GPS e sia stato messo a tacere dai politici locali corrotti, probabilmente collusi con i militati americani, e che Ustica poteva essere evitata. Giuro non è uno scherzo.
Una simpatica caricatura (ma neanche troppo) del padrone del B&B
Sconvolti dall’inquetante padrone di casa, io e l’euro timoniere ci guardiamo fugacemente negli occhi e in un momento di pausa, (prima che attacchi con la storia della sua antichissima famiglia che possedeva mezza Formia, ma non ha mai votato DC) filiamo in branda che domattina alle 8:00 si va pesare la barchetta. L’intera casa è piena di sculture fatte con pietre e radici di legno contorte simili a questa qui:
C'è un posto dove le tue fantasie più malate sono possibili dove puoi sperimentare tutto quello che desideri dove puoi torturare, punire o uccidere. Pagando.

lunedì 27 settembre 2010

Aggiornamenti in tempo irreale

Una foto dietro le quinte del mio studio di trasmissione globale, eccomi mentre aggiorno il mio blog: si noti l’evoluzione tecnologica delle ali del piccione viaggiatore
I comunicatori fighi e bravi fanno i siti tipo adessovela che vi dicono in tempo reale se Bressani ha fatto cazzare il meolo del fiocco prima della boa di bolina, se il prodiere tal dei tali ha fatto la pipì, se quel giudice ha starnutito nel pre-partenza ciccando gli OCS. Ma loro sono velisti comunicativi evoluti, con ipad, blackrib, podcast e tutto l’armamentario, e twitterizzano pure le barre del timone aerografate. Siccome io o regato (e pure alla sopravvivenza) o cazzeggio sul blog, e il mio cellusquillofono già è tanto se lo uso per far le foto, prima ho regatato e adesso vi racconto com’ è andata. Ma siccome sono comunque più figo dei velisti figamente dotati di iphone satellitare vi aggiorno in tempo irreale differito: inauguro la serie di post “l’altroierivela” in cui vi aggiorno con 6 giorni di ritardo di come stanno andando le regate.
Ok, fate finta che è mercoledi pomeriggio…
Stay tuned.

Visto al CICO

Ho fatto il CICO 2010. E ne ho viste di cose strambe…
  • Ho visto il capo d’abbigliamento del 470ista perfetto: la canotta del camafro, una canotta bianca di lycra attillata come poche cose altre al mondo. Nell’intento si dovrebbe indossare sopra il giubbetto salvagente, ma nella verità ho visto tamarri velici di rara stirpe indossarla a pelle, sopra pantaloni a mezza chiappa e occhiali da saldatore.
  • Ho visto la prodieressa nazionale (la Micol per capirsi) andare in giro con infradito da signorina per bene, e pioveva che dio la mandava con l’idrante. Perché il vero velista si riconosce dall’infradito.
  • Ho visto uno scivolo di alaggio con pareti in cemento largo due metri…per 57 barche. Con 25 nodi. Fatti più botti lì che in partenza
  • Ho visto più BMW che barche a momenti, sembrava un autosalone…
  • Ho visto gli occhi rossi di sale dell’eurotimoniere dopo la prova di sabato che sembrava Lord Voldemort
  • Ho visto velisti che sotto la pioggia battente si affannavano a coprire le barche, per poi scoprirle un’ ora dopo, sempre sotto la stessa pioggia per uscire in mare. E rimanere sotto la pioggia per ulteriori tre ore.
  • Ho visto un B&B che sembrava Hostel…ho ancora i brividi…
  • Ho visto come si prepara una podiata euromondiale 10 minuti prima di scender e in acqua: banana giubbetto e via. Serve il potassio per i crampi!
  • Ho visto 2 laser nel parco barche dei 470: anticonformisti?
  • Ho visto un altro laserista a petto e piedi nudi, pantaloni corti e più gruppi muscolari di quanto l’anatomia preveda andare in ragata: vento previsto 25 nodi +raffiche, no comment

Eh si, è stato un bel CICO

mercoledì 22 settembre 2010

Ritivo pve-gava

noi atleti al top siamo soliti pvepavave le gave al meglio...vengo da una settimana di lavovo pvepavatorio svolto in savdegna in un Vesovt a 4 stelle...ah...doppio ah...
dopodichè mi travesto da marinaio duro e crudo e vado a formia per il cico. previsto maltempo maximo of course...

vi aggiornerò al ritorno

martedì 7 settembre 2010

L’abbastanza inatteso evento sociale, più sociale del precedente

Domenica c’è stata la seconda regata sociale dell’anno, un evento più unico che raro, ben 14 partenti. Io sono andato con il laserino, chè l’eurotimoniere era di servizio come giudice quasi unico et maximo sulla barca CdR.
Ho insegnato a tutti i convenuti come leggere il nome del mio laser scritto sulla poppa…ovvero io davanti e tutti gli altri dietro. In seguito a terra ho risposto alle domande dei giornalisti e ho accettato i complimenti della federazione e del CONI con la mia solita modestia, of course.
Questa foto è stata scattata per la copertina del Times, niente di che

scherzi a parte, si è fatta regata in tempi compensati con i numeri di Portsmouth, con due categorie: regatanti (classi olimpiche e/o gente che fa solitamente regate) e diportisti (gente che solitamente va a spasso).Venticello leggero leggero, sono stato tutto il tempo genuflesso. Campo vergognosamente buono sulla destra, e quindi…andiamo a destra. Tutti. In queste condizioni si corre contro il proprio tempo, quindi finire nei rifiuti di qualcuno e male, e rimanerci è malissimo. Sono partito in barca un po’ invischiato, c’erano un paio di tridentoni che mi hanno coperto e non ho potuto virare subiterrimo come avrei voluto. Quindi partenza brutta.
L’ostico tridente, la leggenda narra che abbia fatto quarto al giro del mondo del ’73, la Whitebread

Giro la boa di bolina terzo, dietro un tridente figo e un arcaico finn. Il finn me lo sono portato su per tutta la bolina, camminiamo praticamente uguale. Io sono entrato nelle tre lunghezze dalla lay di sinistra e devo cedere l’interno in boa. Di poppa io ho un po’ più di reattività sulle raffiche rispetto al tridente, che però ha un signor gennaker. Il finn perde terreno quando lo copro, ma poi ci rimane attaccato senza schiodarsi di un metro.
L’ostico finn, la leggenda narra che in famiglia abbiano fatto 13° alla traversata atlantica in solitaria nel 2009, la Solidaire du chocolat …ops, ma questa è vera…

Verso la fine della poppa provo a poggiare per superare il tridente (lui è sottovento), visto che lui non può poggiare o si ferma, io invece possiedo l’arma segreta: la strapoggia! Cerco così di cuccarmi l’interno. Il tridente a questo punto mi fa un regalo inspiegabile: orza, mi passa dietro la poppa, e poi si rimette in rotta. Poteva chiedermi acqua e non l’ha fatto…Io filo dritto in boa, interno e tanti saluti. Il finn è sempre lì da qualche parte.
L’ostico laser, la leggenda narra che abbia fatto il giro della diga foranea in solitaria e controvento
La seconda bolina saliamo insieme per un luuungo bordo mure a sinistra, il finn stringe un po’ di più e sale bene. A 40 metri dalla boa siamo quasi ingaggiati, lui sopravento. Se tiriamo avanti così in boa ci arriva prima di me, la forza scorre potente in lui. Vedo che la mia prua rinizia a salire e la lay si allontana…non cedo al lato oscuro della lay di dritta e viro, vado sinistra e lo costringo a poggiare dietro la mia poppa. Poi quando sono sulla lay di sinistra (che grazie allo scarso mi viene incontro) viro e passo la boa con 3-4 lunghezze di vantaggio. Insomma tattica da manuale, e la cosa ancora mi stupisce un po’…
Seconda poppa senza storia, il vento ha continuato a girare e quindi un bordo unico.
Chiudo primo assoluto in tempo reale, torniamo tutti a terra e aspettiamo i conti con le gambe sotto al tavolo. Alla fine io sono primo assoluto, il tridente secondo (e primo della categoria diportisti) il finn molto penalizzato dal coefficiente è solo 6°.
Ecco come ho festeggiato il mio assolutamente assoluto primo posto

Articolo ufficiale e classifica li trovate qui (quando verranno messi on line).
Le foto sono una courtesy del veteradial che per l’occasione faceva il posaboe.

lunedì 6 settembre 2010

Estiquaazi

dal sito federale di questa mattina. ora scusate ma devo rilasciare un' intervista telefonica per la rivista rande e segugi

giovedì 2 settembre 2010

Mutazioni

Una bellissima e cornuta capra hiricus, caratteristica lo sguardo attonito per l’improvviso freddo, fotografata nella stagione della muta.

Ieri purtroppo è accaduto quello che temevo da giorni. A nulla è valso rimandare, anzi la situazione è peggiorata proprio nell’ultima settimana, e se devo essere sincero ormai ho perso le speranze che nel prossimo futuro si possa recuperare e tornare allo splendore dei giorni passati.
Ieri, per la prima volta da mesi, mi sono dovuto mettere il mutino per uscire in barca…addio sole caldo! Addio giorni felici! Addio adorato lycrino antisole bianco splendente! Come mi mancherai!
Purtroppo ieri è iniziata la stagione della muta, a nulla valsero le mie strenue proteste contro l’asse di rotazione terrestre, gli appelli al buco dell’ozono, e una frenetica consultazione dell’ ultim’ora del calendario maya.
Mi toccherà convivere con questa scomoda, pruriginosa, irritante seconda pelle fino ad aprile prossimo temo; proprio vero che l’amore per la vela si misura in millimetri di neoprene.
Una papera muta: quest’è l’unica muta con cui vorrei avere a che fare…provate voi a cucinare della gomma sintetica!

A parte questo, ieri mi sono fatto tre quarti d’ora di cinghie, seppur con la morte nel cuore per il gommoso rivestimento. Bello scirocco onda lunga e pedalare. Davvero non male, sto acquisendo una certa confidenza col vento a due cifre,dopo attentissimo studio ho appurato che lascando la scotta riesco a rimanere con l’albero fuori dall’ acqua e questa consapevolezza è di grande conforto…ehm…
La nota negativa è che con i miei tempi un’ ora di vela non mi riesce più. Ieri sono rientrato al tramonto e sono andato via dal circolo che era quasi buio, ad occhio e croce avrò ancora un 10-15 giorni di uscite pomeridiane post-lavorative davanti a me.
Che tristezza…

mercoledì 1 settembre 2010

Slurp!

ecco questa immagine è foriera di veliche erezioni . io ci spero...