mercoledì 29 settembre 2010

CICO – Primo giorno

A colazione (ore 7:30 sigh) il proprietario riprende da dove l’avevamo interrotto con il nostro inopportuno sonno, ovvero ci spara il consueto pippone politic-metereologic-filosofic-esistenzialista mentre consumiamo la pappa che ci ha preparato. Guai a fargli notare che il cucchiaino è sporco…si rischia la vita!
Arriviamo al villaggio CICO che è praticamente deserto, buona idea perchè riusciamo a trovare parcheggio. Neanche un’ora dopo ti tocca piazzare la macchina due comuni più in là. Il villaggio CICO è bellissimo, ci sono i tendoni delle stazze, le BMW, i tendoni degli sponsor, le BMW, la sede del prestigiosi circolo, le BMW, le colonne alte 4 metri con il logo della manifestazione illuminate dal basso da potenti riflettori, altre BMW e poi ci sono le auto di servizio per gli organizzatori. Vi ho detto che sono delle BMW?
Dopo esserci orientati smontiamo la barca e portiamo scafo, antenne e vele a stazzare.
  • Randa: OK
  • Fiocco:OK
  • Spinnaker: “guardate la vela è vecchia e non è stata stazzata prima dell’introduzione delle vele nuove, e ora sarebbe fuori stazza, ma qui non stiamo a castigare nessuno, ora chiudo un occhio e con l’altro prendo la mira per mettere il timbro”. Rigraziamo, e portiamo a casa.
  • Scafo: OK pure troppo (scopro che pesa 122 dico 122 kg, passerò tutte le boline seguenti in silenzio a cercare di capire dove diavolo sono ‘sti chili…alveare nei cassoni laterali? Nido di cinciallegre? Colonia di puffi?)
  • Albero:OK
  • Tangone: 1905 mm, siamo fuori. Senta ma visto che lo spi è vecchio, la barca è sovrappeso, probabilmente siamo pure i più scarsi velisti del circondario non è che si potrebbe…neanche per sogno. Mentre io rimonto tutta la giostra l’euro timoniere va in giro per Formia a cercare un fantomatico negozio di nautica fornito di trapano, seghetto e rivetti. Torna dopo una mezzoretta con il tangone a misura e la varea tenuta da due viti: niente rivetti al negozio di cui sopra. Però lo stazzatore malefico mette il cavolo di bollino adesso!
Poi con una certa puntualità ci mandano in acqua. il nostro primo impatto con le regate di livello nazionale è un impatto con un cretino sottovento che per litigare col suo prodiere mi centra la barca. Per carità se mi chiedi acqua te la do, ma cazzo guardati in giro! Non eravamo neanche nei 4 minuti!
Prima procedura di partenza noi siamo spaventati e intimoriti da tutti questi cattivoni che fanno a sportellate e partiamo col freno a mano tirato. Venticello morbido e sole, si va che è un piacere. Anche gli altri vanno che è un piacere e per la maggior parte un piacere superiore al nostro…
La giornata continua così per un totale di tre prove con vento leggero, solo nella seconda si riesce a stare a trapezio decentemente . Ogni due partenze buone c’è nell’ordine:
  1. prima procedura annullata con primo ripetitore
  2. seconda procedura con bandiera papa annullata 4-5 secondi con intelligenza
  3. terza procedura finalmente valida con la nera e due o tre BFD a prova.
Che ci vuoi fare, flotta scalpitante e irrequieta…
Una della partenze, probabilmente annullata.

In una di queste partenze annullate avviene l’episodio che ricorderò per sempre come il miglior momento della mia carriera: ho chiesto acqua a Gabrio Zandonà, esattamente con le testuali parole: “OOH! Acqua! oh caspio è Zandonà, no no scusa scusa passa!”
Per inciso era mure a sinistra e ha dato acqua, ma sappiate che è veramente difficile chiedere acqua a qualcuno cui vorresti chiedere l’autografo.
Al ritorno, mentre trasciniamo la barca sullo scivolo vedo una piccola folla di giornalistelli locali, roba tipo “Telefratta cassinate” e lì ho il lampo di genio, me ne esco con un: ”be’ dai due primi e un secondo, siamo partiti bene , ma dobbiamo mantenere alta la concentrazione” detto con aria di sufficienza e determinazione. Rotazione simultanea di tutte le teste…tre metri dopo, fuori dalla loro vista sbottiamo a ridere come due ragazzini, la supercazzola è sempre la supercazzola non c’è niente da fare.Poi quando escono le classifiche scopriamo di “non essere andati molto lontani” dal nostro scherzo, infatti abbiamo dato prova di grande regolarità: 46 46 46! Valentino Rossi sarebbe orgoglioso di noi.
I panni stesi ad asciugare, il piazzale nel post-regata sembrava un suk marocchino. Apprezzabile il pantalone steccato dell’eurotimoniere, in pieno stile anni 70-80

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