martedì 9 dicembre 2014

Weekendino zoppicante

Sabato: regata altura alle scotte, osipite su un crocierone che più crocierone non si può: roba che per virare saltavo il tavolo del pozzetto da una panca all’ altra. Nulla di fatto per assenza di vento e presenza di corrente di livello rapide del Nilo, il meglio che riusciamo a concludere è stata una partenza non partita (talmente forte ‘sta benedetta corrente che era letteralmente impossibile tagliare bordi meno che quadri…).però si mangia si beve e c’è il sole.

Domenica: la dolce fidanzatina ha una gara in mezzo alle fratte teramane, e io vi assisterò. La gara è nel pomeriggio. Va da se che la mattina alle 8 sto alla lega, pronto a lavorettare/uscire, e faccio entrambi in sequenza. Armo alla buona (dovrei controllare le tensioni ma non lo faccio, vado a fiducia) e esco verso mezzogiorno, quado finalmente il vento si degna di apparire e segnare addirittura 8 nodi…
Insieme a me il supercazzut laserist squaron, e anche il on-the-good-way bambinett team. Almeno ho scoperto che riesco a superare Paolo Lachi di bolina, con un contender (e lui in laser). Se non ci riuscivo manco così cambiavo sport.
Fuori è molto carino e divertente, trapezietto morido, tutto facile, anche se un po’ di ruggine addosso la sento, soprattutto alle prime virate. Però ho messo qualche punto fermo nelle manovre e questo è l’importante (per una corretta virata: passare la scotta a prua di entrambe le gambe, poi flettere il tallone di poppa…)
Vedo anche i miei zii in FD e un mucchietto di bolidi sotto gennaker e squaretop, gente di un certo livello…
Unica nota stonata è che ho fatto secco il grillo che teneva la leva del vang , vai a sapere perché (il grillo, o quel che ne resta, è disperso negli abissi). Ad una prima ispezione la leva in costosissimo carbonchio sembra ok quindi si tratta solo di tovare un grillo compatibile e montarcelo, nel frattempo rabbercio una soluzione stroppi&gomma americana per continuare a navigare, poi comunque mi metto di poppa e quindi il vang neanche è fondamentale…

Lunedì: non pervenuto, dicono che sia stata una giornata di quelle serie, ma io stavo nelle terre di Rohan con la mia bella a costruire gradini intagliandoli nella viva roccia manco fossi un nano di Moria, e quindi nisba. tra l'altro di albero e presepe neanche l'ombra, che tristezza. 

Oggi, ciliegina sulla torta,  mi fa male il ginocchio e zoppico…ma porc…

venerdì 5 dicembre 2014

ehi....

...Non sono sparito nel nulla, è solo che sono stato un po' in giro e comunque a novembre c'è la solita bonaccia pescarese, quindi niente allenamenti giusto qualche lavoretto a a rilento
domani vado in regata con l'altura, ospite di amici, speriamo che si alzi almeno una bavetta!

lunedì 10 novembre 2014

Cascette e cassette

Cascette: quando non riesci a fare un lasco decente che sia uno. è un ingiustizia che l'andatura più divertente sia anche quella in cui passi più tempo in acqua...
sul contender il lasco è una questione di apparente, e sostanzialmente la capacità di vedere l'apparente dipende da quanti midiclorian hai nel sangue...e io sono ancora un giovane padoan, la via è lunga, lunga e bagnata. 
Questo è il sunto di sabato, siamo stati fuori per tre ore piene, con vento degno di tal nome e manovre da dimenticare (un po' meglio a dire il vero, nessun bagno in manovra) più che altro per la lentezza con cui torno in assetto e in velocità. sul passo un po meglio, sono sempre il più lento (e anche il più leggero con aria lavorata conterà anche qualcosa) ma è una lentezza ragionevole data la minore esperienza.
comunque sabato fighissimo, allenamento, birra e patatine per debriefing e spatasciamento. per inciso il debriefing è stato condotto nei baretti del porto (non marina proprio porto canale) dove la fauna locale ci ha fissato per tutto il tempo con un misto di incredulità e sospetto, in piedi tutti intorno al noi seduti ala tavolino.  Solo andando via abbiamo scoperto che stavano puntando il nostro tavolo per il tressette delle 17:00.
il nostro debriefing. ma ho scoperto che siamo dei dilettanti, altrove fanno stinco di maiale con polenta...
Cassette: domenica sono cooptato dalla dolce metà per questioni arboree-equine: andiamo sugli altipiani a piantare alberi e giocare col bestiame ivi presente:
mbe? voi non ce l'avete l'arbre magique in macchina?
bella lei! 
quindi il meglio che posso fare è che in serata, stanco arboreo ed equinamente infangato, dopo una dubbia cena con cinese takeaway, continuo l'opera sulla ultimate cassett of tools: vertici di cazzutaggine mai visti da questo lato del fiume, indubbiamente:
E non so se mi spiego.

giovedì 6 novembre 2014

The mother of all regatant's cassetts of tools



work in progress, sto facendo un lavoro eroico. La mia dolce metà non capisce e mi deride perchè sto catalogando i bozzelli di rispetto in base a marca, misura, numero di pulegge, stato di usura e probabile destinazione d'uso...dilettante!

e non mi ha ancora visto con le viti e le rondelle....ehm....

lunedì 3 novembre 2014

Il Principessino dei bavettari

Sabato e domenica, 2 giorni pregni di contenderitudine. Sabato devo fare un po’ di ammasciate, tipo che pesare la barca (barca nuova non voglio sorprese alle regate!), riarmarla e uscire. Venerdì sera finisce così:
e sabato mattina inizierebbe così, se non fosse che le ho finite:
e quindi inizia così:
insomma mal di testa epico, maledetto vino novello.
Nonostante le premesse, arrivo ragionevolmente puntuale alla Lega, e grazie al prezioso aiuto di Federico potiamo a termine l’operazione “quarto di manzo”  in breve tempo, solo un paio d’ore (per pesare 40 secondi netti, per decidere dove e come armare il paranco bilanciato – o bilancia parancata, fate voi-  quasi due ore). Poi riarmo e faccio due lavoretti in attesa che il vento si stenda, finalmente verso le 12:30. All’una e mezza sono pronto a uscire, Fede no, sta ancora lì che cincischia con gli agugliotti, pazienza vado da solo e lo aspetto fuori.
Appesa come un porco al 2 di gennaio...
Fuori c’è aria da trapezietto, raffiche da trapezio e onda lunga. Incrociata. Ripida. Di bolina, col vento in faccia, ancora ancora. Di poppa, sul bordo che incrocia male una roba che levati! Non so di che colore sono ma probabilmente oscillo tra il rosso pompeiano e il blu tenebra, il collo della muta mi stringe e soffoca, a momenti svengo (andare per mare non è un modo furbo per smaltire l’hangover, decisamente no soprattutto se c’è mare lungo). Strambo, trovo una rotta che mi riporta a terra e faccio fare tutto alla barca per 5-10 minuti, per fortuna su queste mure l’onda è da dietro e quindi mi porta dritto a casa senza troppi scossoni. Sul bordo del rientro un ultimo impeto d’orgoglio mi spinge a lavorare sulle onde con pompata e rollio, tanto per dare un senso a questa debacle…sono stato fuori solo un’ ora e spicci e sto a pezzi. Incrocio Federico che sta uscendo in quel momento scambiamo 2 parole e ci salutiamo lì, scoprirò poi che sfortunato ha beccato solo le ultime raffiche ed è stato fuori meno di me.
Domenica ce la prendiamo comoda. Io devo solo regolare il rake (ieri nonostante la debolezza debilitante ho comunque fatto in tempo a vedere che il vang struscia in coperta, e che ci passo per la si e per la no, con poca aria…)  e poi sono pronto a uscire. Vento zero o quasi, c’è una regata optimist e sono tutti a terra: decidiamo di muoverci solo quando si muovono loro.
Verso l’una prendiamo il mare io, Federico e Guido. Dalle prime boline appare evidente il miracolo eucaristico: grazie ad una combinazione di mia leggerezza, vela wavelength che notoriamente va forte con le ariette, e poderose sculate cammino più di loro, nettamente. Velocità e angolo. Una roba mai vista, se danno le partenze con 4 nodi e se la regata è una monobordo tipo corsa di cavalli me la posso giocare (a manovrare perdo ancora quella mezza lunghezza buona…).
Bolina che ti bolina arriviamo in mezzo al campo di regata dei nanerottoli dove –toh chi si rivede!- c’è la Strega a fare da barca giuria. Tra una partenza e l’altra mi accosto e faccio due chiacchiere con Ale che mi offre un caffè, e dico vuoi mettere che lusso un bel caffe in contender? Poi già che c’è mi scatta anche un paio di foto, ah se ci fosse un po’ di vento vero…
Ci salutiamo che devono dare la partenza ai microbi e non mi va di stare lì in mezzo a disturbare.  raggiungo il resto della flotta e ci spariamo una bella poppa di ritorno.
Con 3 nodi.
Sperimentate le seguenti posizioni:
  • spatasciato da falchetta a falchetta (tutti)
  • sirenetta tutto sottovento (io)
  • seduto spalle a prua al centro (guido), probabilmente infilatosotto la prua passando  con culo e gambe nei fori di ispezione, sbuca solo la testa
  • seduto sul boma spalle a prua al centro (io)
  • spatasciato con piede sul vang per tenere aperto il boma (federico, si è avvicinata una motovedette per controllare che fosse vivo)



insomma un’ora per fare da Francavilla a casa, che due palle… 

venerdì 31 ottobre 2014

20 giorni

20 giorni di Volvo Ocean Race, e si potrebbe riassumere in questo modo:

"posizionati sempre tra l'avversario e l'arrivo della prossima tappa" 

Perchè è questo che stanno facendo, spiegato benissimo con le merendine sulla coperta di Brunel: se gli entra lo scarso, si trovano avanti in boa.
Wow.

lunedì 27 ottobre 2014

Dei Cristi e delle Madonne a due a due finché non diventano dispari

I miei primi 20 nodi in contender li ricorderò per questo motivo:
Su, da bravi mettetevi in ordine alfabetico...San Zenobio, tu vai dietro a san Zaccaria!
per il resto gnente, con ventone e onda formata (ma soprattutto l’onda devo dire) ho difficolta consistenti a manovrare di bolina e a fare i laschi. Le poppe vanno da dio, si plana in maniera egregia.
Sono uscito sabato con la squadra laser, e domenica con Guido. Sabato ci saranno stati 20 nodi da tramontana e onda consistente, insomma un discreto casino. Il principali problemi li ho avuti nel virare da mure a dritta a mure a sinistra, (mi incastro sotto al boma, strano nell’altro verso no: schiena asimmetrica?) e in generale ad uscire dalle virate rapido, il più delle volte mi incastravo con la scotta e non arrivavo ai trapezi in tempo, il risultato non cambia: barca sdraiata e io in piedi sulla deriva. Ma niente di che, sono problemi che si risolvono facendo 2-300 virate finchè non impari. Sono un po’ meno sereno riguardo l’argomento “piantarsi al vento in virata” perché da solo non ne vengo a capo.
Al lasco mi dimentico di: 1 mollare il vang  (o meglio lo mollo ma non abbastanza), 2 alzare il paranco. Risultato: al primo tentativo decollo dopo secondi 3 e vengo proiettato nel regno di lontano lontano, al secondo (privo dei filetti segnavento, incollati alla vela) dopo 40-50 secondi veramente fighi e veloci,  un’ onda più alta delle altre mi travolge e mi trascina via…quando torno rovinosamente a bordo do una facciata al vang che levati, ed è lì  che decido che prima di farmi male davvero è il caso di puntare a terra…la poppa con 20 nodi per il rientro è una scoperta: sembra di stare su un giocattolo, rispetto al laser la barca naviga sulle rotaie. Rientrando quando ormai sono a terra   con deriva e timone su -e barca praticamente ingovernabile per questo motivo- impatto con la vela sul paletto delle acque sicure, spinto dall’ennesimo frangente bastardo, facendo il danno di cui sopra. Dopo il mio mesto rientro seguono 2 laseristi nell’ordine A) cinghia rotta B) a rischio ipotermia. Nzomma ‘na giornatina.
Domenica pomeriggio esco con Guido. Un’ ora soltanto giusto per fare un po’ di passo. Guido mi riassetta la barca, toccando qui e lì, e in teoria dovrebbe andare meglio: in effetti è vero, c’è anche meno vento (sui 15 invece che sui 20) per cui scuffio solo in manovra (meno rake = meno spazio) ma il passo migliora sensibilmente (Guido se ne va con facilità ma non di angolo).
A lasco il solito disastro e di poppa la solita goduria: sono riuscito a salire sull’onda che precedeva, in planata costante: non dico che camminavo più di guido, ma forse (e dico forse) quanto lui.
Lo dico ovviamente per rialzarmi il morale da solo…ehm… 

martedì 21 ottobre 2014

Spiragli

Sabato e domenica, doppietta in 470. Nulla di serio –ormai sembra impossibile fare sul serio sul 470- ma comunque.
Sabato un mio amico alturista esce ovviamente timono io, in 4-5 nodi scarsi, ci eravamo ripromessi di uscire almeno una volta per fargli provare le derive…e quella volta è stata sabato. Non male, giusto per mettere la barca in acqua. Voleva provare l’ebbrezza delle derive, è finito a quasi castrarsi col trapezio e a fare il babysitter a dei bambinetti che passavano di lì, si perché un altro mio amico, che poi è il mio gommista, portava a spasso sulla spiaggia i nipotini di anni 6 e 4, più amichetta di anni 6, più mamma dell’amichetta (hai capito…) e ovviamente previo accordo mi ha intercettato per portarli al largo (i bambinetti) e far provare loro la magnifica esperienza del mare... Per amor di ingenuità non chiediamoci qual è la sottotrama dei bambinetti a largo e  gommamico+mammina a riva. Per amor proprio tacerò il mio riflesso condizionato di velascuolianamemoria.
Insomma sabato buono giusto per riarmare la barca (era ferma dal Trofeo del medio Adriatico) e per lavarla.  

Domenica un po’ meglio. Dovrei uscire in contender, e la giornata inizia in quella direzione: apro la barcantiere, impiombo  il circuito chiuso del vang (finalmente!) verso mezzogiorno dovrebbe arrivare Guido, cisentiamo un paio di volte per aggiornarci sulla situazione del fronte (freddo) orientale. Se non che alcuni laseristi rampanti si approssimano desiderosi di timonare il mezzo, che giace lì accanto sotto la sua copertina. E io che per la stagione 2015 sono in carenza cronica di timonieri (o di prodieri se timonassi io) certo non mi tiro indietro: prendo il più grande dei due e gli propongo una stagione full immersion, già il fatto che non ricevo un “no” secco è una mezza vittoria,  il più piccolo dei due invece spinge per uscire e tanto facciamo. È il classico ragazzino che si allena 5 giorni a settimana, sul dritto andiamo, ha quella sensibilità che io non avrò mai e non sa cos’è uno spi. In complessivo una buona uscita, poco vento, trapezietto nei momenti migliori, ma soprattutto buona per metterlo nel giro dei timonieri a cottimo di cui ho disperato bisogno…gente così ti risolve le regate, di questi tempi!

lunedì 13 ottobre 2014

Lavoretti

Settimana avara di vento e di tempo (ieri ad esempio ho passato la giornata a svolgere incarichi per la famiglia, 11 ore filate, sabato ho passato la giornata a mangiare, 11 etti di pappardelle filate), ciò nonostante sono riuscito a fare qualche lavoretto qua e là, per mettere KSC in assetto da battaglia feroce. nell'ordine;
  • rifatto circuito tendibase (interno al boma), 
  • rifatto circuito deriva con cima carina e bozzelli cristiani
  • fatti loop per scotta randa in spectra fighissimo
  • fatti trapezi in spectra secondo lo standard 470
  • messe toppe sulla randa in corrispondenza delle crocette


Posto che si ripete lo schema classico in cui 1) compro una barca 2) studio tutto lo scibile da Noè  a Ben Ainslie 3)decido che ho capito tutto, e rifaccio tutte le centre (pure sul laser...ehm) 4) cambio tutte le cime con potenti mezzi della premiata ditta Scottifredi; che io quella roba di marca ignota non la tocco neanche con i guanti...
ad oggi mancano ancora due tre cosette stupide (tipo fare il vang a circuito chiuso -ma la scottifredi apposita c'è già- mettere due tre toppette in kevlar nei punti di strusciamento boma-sartie, cambiare quel grillo lì, sistemare quell'elastico là...) e poi la barca sarà bella che più bella non si può. Nell'attesa del prossimo sabato ventoso...

lunedì 6 ottobre 2014

Ironia

ironia della sorte ieri ho fatto una zonale laser, con barca in prestito.
buffo...

scherzi a parte, due settimane in cui mi sono allenato in contender, sempre in flotta, sempre arrancando dietro gli altri (tranne l'ortonese Marco con poco vento). e poi ieri regata laser tanto per.
Col bolide ormai riesco più o meno ad andare dritto, e più o meno a manovrare. Inizio ad avere difficoltà serie (e per difficoltà serie intendo che potrei morire travolto dai marosi) verso i 20 nodi. prima non ho prestazioni (in particolare non ho passo di bolina) ma bene o male governo. Guido , che è un inguaribile ottimista, e promotore della flotta in zona, si è allenato spesso con me e Marco. dopo un allenamento di 3 ore (in cui sono stato più tempo a mollo che in navigazione...ma non per colpa mia, la scotta randa modificata si incastrava di continuo, ergo annullare la modifica) il buon guido ha commentato: "be' dai non andate male, dovete solo imparare a manovrare, poi a prendere un po' di passo sull'onda, fare velocità, guardare il campo di regata...be dai!"
in pratica non andiamo male, abbiamo comprato una barca.

domenica, regata laser. in teora dovrei girare sule boe con gli altri contenderes, in pratica sono piuttosto solo. allora via, trovo una barca in prestito e mi faccio al zonale laser...c'èpure vento da cinghietta...chiudo terzo di tre, as usual, anche se a tratti potevo essere addirittura secondo.
si si bello, però ora ridatemi l'imbragatura.

martedì 23 settembre 2014

Divertirsi in snipe

“Solo i sith vivono di assoluti”
Obi Wan Kenobi

Ebbene si, ho fatto una regata snipe. E mi sono divertito (e l’ho anche vinta, se avessi perso non sarei tanto divertito sia chiaro).
Domenica, c’è il Velandiamo, il Velandiamo costa 40€ e ci sono si e no 4 derive iscritte. Domenica c’è regata zonale snipe, Rodolfo ha bisogno di un prodiere e di barche iscritte ce ne sono ben 6 (eh be’ allora…una flottona). Tre le due opzioni scelgo la seconda.
Due prove, non un passaggio di boa scontato, un vento minimalista e a macchie. Noi giriamo rugginosi (non è che sia uno snipista io, e pure Rodolfo non esce da un po’) abbiamo delle vele che definire da regata è una gentilezza, però tatticamente siamo piuttosto svegli. Rettifico: lui è piuttosto sveglio, io sono solo volenteroso e incrollabile, anche quando passiamo da 1° a 4° nel giro di una bolina. se perdiamo 4 posizioni con un bordo noi, lo possono fare anche gli altri. 
La prima prova iniziamo dietro, recuperiamo, andiamo in copertura e chiudiamo secondi. Il presidente sull’ air force one è qualcosa di alieno che rimolla mezzo lato a tutti gli altri, noi neanche ci avviciniamo, gli altri sono come noi, solo hanno beccato più buchi di vento di noi.
La seconda prova è più o meno uguale come vento e salti, solo che  partiamo bene e giriamo primi la bolina, giriamo primi a poppa e giriamo quarti la seconda bolina. In poppa ci giochiamo tutto a sinistra, vediamo un po’ di scuro…lo vediamo solo noi e il presidente. alla fine del lasco siamo secondi dietro al presidente, che comunque ha un distacco consistente: parliamo di lunghezze non di metri. Manca solo la bolinetta finale, noi andiamo subito a sinistra (gira ancora?) e inspiegabilmente il presidente che dovrebbe solo virarci addosso non ci copre…alla fine tagliamo noi sul pin e lui a metà linea, noi avanti di 1 secondo. Viaggiando a tre-quattro nodi significa una metrata scarsa sulla VMG. Abbiamo vinto la regata di un metro.

Bello, anche se in snipe. 

mercoledì 10 settembre 2014

Novanta

Venerdi.
Esco dopo il lavoro, ma c’è poca aria e onda di scaduta. Non è proprio il massimo, trapezietto faticoso e lavorato, se va bene stendo le gambe 5 secondi ogni 40. Si fa quel che si può: e quel che si può è una bolina sbattosa con la base tutta mollata e poggiatissimo a cercare un minimo di pressione. In queste condizioni ho navigato poco quindi non ho la più pallida idea di come metterla a segno sta vela…boo, vado a intuito. Il vento molla ulteriormente e per quando rientro vero le sette settemmezzo (legittimo) in pratica la propulsione arriva più dalle onde che dal vento.

Sabato.
È un’altra storia: vento decente, da N-NE sui 10-12, onda pure ma almeno si naviga a vela più che surfare. L’onda in particolare è quella moribonda di ieri cui si somma quella irrispettosa di oggi opportunamente incrociata rispetto al vento. Risultato: bolina da una parte quasi planante, dall’altra dritta in faccia. Più di 100°-110° proprio non riesco a chiudere le boline, soprattutto sul mure a sinistra. Tanto per non farmi mancare niente finisco pure all’acqua durante un laschetto, stavo chiacchierando con Enrico…non sono ancora al livello di poter chiacchierare con nonchalance mentre navigo.

Domenica.
Il programma originale prevedrebbe una soave uscita in 470 con Ugo (si rinizia?), solo che il buon timoniere è irreperibile causa strascichi lavorativ del sabato. Amen ho un contender bello bello nuovo nuovo, lo armo ed esco! Fuori ci sono 12-15, più verso i 15, oggi è una roba seria (be’ seria…per me!).
Vado fuori insieme agli snipe, titubo un po’ dietro la diga per sistemare deriva-archetto-timone (prima o poi dovrò passare alla baionetta) e metto il naso in mare aperto. onda sempre incrociata ma vento sufficiente per navigarci sopra, faccio le prime virate, cazzo il cazzabile ai massimi storici, vela moolto piatta…sembra una lametta. deriva invece alla seconda tacca, quella del “tutto steso ma ancora non mollo”.
Sul bordo mure a dritta (quello facile) viaggio sui 310-315. Dall’altro lato, ad ogni santa virata faccio un po’ di casino con la scotta (tipo che prende due giri intorno alla coscia/dotazione di famiglia e se cazzo mi eviro se mollo mi metto un laccio emostatico sulla coscia. Interessante) e parto in velocità sistematicamente sui 55-60 e ci metto quei 15 secondi di passo doble ogni santa volta a riprendere la scotta in mano in maniera canonica e mettermi a segno.
Continuo a virare, e continuo a guardare la bussola.
Alla fine dopo un’ora abbondante di balletto qualche timido miglioramento c’è. Ultima bolina della giornata, ultime virate, guardo la bussola e vedo: 310, virata, 40.


Novanta fottutissimi gradi.

lunedì 8 settembre 2014

So Long Plugin Baby

E anche lei è andata. 4 stagioni di cui una interrotta a metà per coma irreversibile del mio interesse in materia. In verità è andata senza andare via veramente, il nuovo proprietario si è comprato barca, vela da regata -quella con le “A” a punta- e posto barca (è diventato socio).
E così la mia spina nel fianco non è più mia. Però.
Però qualcosa resterà sempre, perché anche so non sono mai stato veramente un laserista fino in fondo, non ho mai schienato da laserista, non ho mai zappato col timone da laserista, certo è che qualcosa mi ha insegnato. A soffrire in silenzio di bolina. A scendere di poppa, che in contender e 15 nodi mi sembra tutto facile, perché sono abituato ad avere una saponetta sotto al culo. A fare tutto da solo.

Grazie bambolina. 

martedì 2 settembre 2014

la resa dei conti finita - la veleggiata sociale

La socialità di questa regata (pardon, veleggiata) è la prima cosa che è saltata all'occhio: tante ma tante barche e barchette, un paio di F18 (i catamarani non gli aerei) venuti dal nord, un botto di barche scuola in acqua con equipaggi più o meno improbabili e familiari: com'è giusto che sia, in una bella domenica di fine estate.
veniamo alla parte tecnica: sabato sera sono andato ad un matrimonio in cui pure la bomboniera era una bottiglia di vino, fate voi il resto. sono rientrato alla base alle 3:15, dalla base al letto ci ho messo un altri tre quarti d'ora buoni per togliermi le lenti a contatto.
Sabato a pranzo invece sono uscito con KCS: allenamento al trapezietto con gli snipes, 2 ore tonde tonde, acido lattico ai vertici storici. oltre ai quadricipiti di legno ho guadagnato la consapevolezza che di poppa non tengo il passo dei maledetti scaldabagno, ho provato sia scendendo alla laser maniera sia stando alto, ma non ho avuto risultati apprezzabili.
Domenica mattina l’acido lattico-alcolico presenta il conto dopo sole 4 ore di sonno, e nonostante tutto andiamo in acqua puntuali, in 5 nodi a essere gentili.
Il percorso è stato accuratamente disegnato per essere una corsa di cavalli di circa un ora, che è una veleggiata ‘ngurante e quindi meno si manovra meglio è. In pratica è un bastone al traverso/bolina larga. La partenza è la solita ma a 5-2-1 io prendo i 2 e mi piazzo in boa…non sarebbe neanche tanto male se non finissi coperto da Pino, e siccome è una corsa di cavalli e virare non se ne parla, e siccome ci sono 5 nodi e siccome sto smaltendo la sbornia, mi tengo sta copertura maledetta per tutta la prima bolina. Giro la prima boa terzo dei monoscafi dietro due snipes e dietro due fulmini di F18 (i cat, non gli aerei) che manco abbiamo visto partire, viaggiano veloce come degli F18 (gli aerei, non i cat).
Per intercessione divina, e per corrente e per salti di vento opportuni durante la prima poppa che poi è un ‘altra bolinona riesco 1) ad agganciarmi, 2) a passare da sottovento i maledetti snipes. Alla fine di un altro giro in cui allungo un altro po’ riesco a chiudere primo dei monoscafi, mettendo dietro anche un HC16 con gennaker, che forse era l’unico mezzo un po’ prestazionale del gruppo (tenuto conto che non c’erano virate da fare).
Dato che è presto e dato che ormai sono in acqua e prima di pranzo dobbiamo aspettare l’arrivo del dinghy 12, tanto vale che mi faccio due virate al trapezietto….e di nuovo le gambe urlano pietà, che io non concedo loro: ci ho messo una settimana a costruire i cip&ciop, ora devo ammortizzare l'investimento con più virate possibili!
Risultato finale 1° in reale dei monoscafi, 8° overall in compensato. Gli snipe tutti avanti, uff.

mercoledì 27 agosto 2014

la resa dei conti finale, la veleggiata sociale

...che domenica io farò eroicamente con la nuova bestia: già so che pure gli snipe mi arriveranno davanti (e che due scuffie non ce le vuoi mettere in conto?) ma da qualche parte bisogna pur cominciare. la barca è più o meno pronta, sbassato rake a minimo storico (oggi si prova), cambiatele scivolose cime dei trapezi, sbaciucchiata la prua a dovere come vuole la tradizione.

E cominciamo.

giovedì 21 agosto 2014

Mai 'na gioia

E ovviamente dopo aver ribattezzato Little Wing in Chicken Wing, La mia dolcissima (e a questo punto famelica) fidanzatina ha imposto la stessa sorte anche alla povera KCS, trasformandola in KFC, kentucky fried chicken.

mai 'na volta che riesca a sembrare un velista serio, io. 

venerdì 1 agosto 2014

Annusarsi…

…come due cani la prima volta che si vedono, è quello che stiamo facendo io e KSC.
Be’ magari non proprio così…
Cioè, insomma dopo tre uscite mi è piuttosto chiaro che il cammino davanti a me è piuttosto lungo tortelloso e articolato, la bolina in particolare c’è tanto da lavorare è tortellosa pure lei, invece di andare dritto (anche con arietta 1-2 scuffie ignoranti ce le rimollo per manifesta incapacità in manovra e/o teabagging). La poppa per ora mi limito a fare quello che faccio di solito in laser, ma meno strapoggiato: funziona, più o meno; ne riparleremo con più aria. Però, lavoro permettendo, fidanzata permettendo, cavalli della fidanzata permettendo, costruenda recinzione di ettari 2 per cavalli della fidanzata permettendo ci sto lavorando su. E cazzo, le sensazioni sono promettenti & divertenti.
Alcune cose mi sono estremamente chiare:
  • virare non è una roba che dura 22 secondi da muro a muro: accetta questa verità
  • il controllo del respiro è fondamentale per passare sotto al boma (in questo aver fatto tiro con l’arco aiuta)
  • quasi non è necessario sapere dove mettere i piedi in manovra: il pozzetto è enorme e sgombro, veramente c’è l’imbarazzo della scelta. Al momento mi genufletto verso lo specchio di poppa
  • il vang di questa barca bisogna che sia una roba a standard militare, possibilmente russa degli anni 70 o US di oggi.
  • Le vele in laminato sono diverse dal dacron (eh bella scoperta dopo 15 anni di regate…). Oltre che più belle da vedere, sono diverse, perdonano meno gli errori di regolazione.
  • Non ho ancora capito gli angoli tipo, ma neanche li sto cercando, la parola d’ordine è MANOVRE!
  • Al traverso è un orgasmo paragonabile al 470 (be’…il prodiere del 470 gode di più, il timoniere di meno)

La barca dal punto di vista dell’armo è quasi del tutto in ordine, ho giusto cambiato due tre cime perchè ne avevo da parte di migliori, sostituito degli elastici vecchi, e tolto un po’ di cimaglia, ferraglia che stava in giro (circuiti un po’ sui generis, fortemente personalizzati: io per iniziare andrò sul setup classico): per il resto va bene così per ora, sto solo meditando un vang a circuito chiuso (vang as usual…). L’unica cosa che manca veramente sono i cosi..i cip&ciop…no…i kit kat..insomma i cosi per virare e appendersi. Pare che permettano di fare il salto di qualità in manovra e quindi sono un must.
Ovviamente mi sono già messo al lavoro a costo quasi zero, ho un po’ di ciarpame in giro per casa che fa al caso.

Stay tuned.

venerdì 25 luglio 2014

La mossa Kansas City

Kansas City shuffle, la mossa Kansas City. È quando finti a destra e mentre tutti guardano lì vai a sinistra, rapido e insospettabile.
E così, rapido e furtivo tra una regata 470 e l’altra, al timone tra l’altro, ma che storia inedita…e non si sa che faremo l’anno prossimo, e poi… e poi…e poi mi sono preso un giorno di ferie e ho riportato a casa questa:
           
Si, è un contender. La mia Kansas City shuffle, nel giro di due ore ho deciso di vendere il laser e prendere questa, e nel giro di due giorni me la sono andato a prendere. Siamo rientrati di lunedì verso le 8 di sera, non c’era nessuno al circolo. Scaricata e armata la sera stessa, l’hanno trovata al suo posto barca senza sapere neanche che cosa e di chi fosse…stavano tutti guardando a destra.
Il nome con cui me l’hanno data è Dodò, e non lo cancellerò dallo specchio di poppa: è un nome buffo e troppe coincidenze remano contro: la mia adorabile fidanzatina che anche la madre la chiama Do’ invece che col suo nome, e poi un cavallone bianco che si chiama Mullaghrid Dolphin, detto Dondone o Dodo…e guarda un po’ questa barca è bianca e grande…
Il nome Dodò resta, ma io la chiamerò sempre Kansas City shuffle, la mia mossa kansas city.


…che poi probabilmente sarà l’unico modo per mettere il naso avanti alle regate…tutti vanno da una parte tu solo dall’altra e ti dice culo...ehm...

martedì 22 luglio 2014

TMA - seconda tappa, secondo e inesistente giorno

si noti l'incertezza fatta modello meteo, la tripla: dalla stagna al lycrino in un unica icona!
be' c'è poco da dire. Le previsioni giocano la tripla con vento leggero, la tripla sarebbe a dire solino+nuvoletta+goccia, ovvero scegli tu l'icona più adatta. in realtà il cielo è coperto di perturbazioni più o meno brutte a vedersi, e in tutta questa bruttura le flotte di comune accordo decidono di restare a terra...tarallucci e vino, la regata l'abbiamo portata a casa ieri e tanti saluti. Anzi, la giornata sarà tranquillissima e navigabile, anzi nel pomeriggio è uscito pure il sole.  (è che siamo una banda di pigroni...)
Segue l'estenuante premiazione con discorsi vari che sembra il comizio elettorale per le amministrative di Polignano a mare...alcune ore dopo finalmente siamo liberi di andare ognuno per la sua strada.
in tutto questo c'è anche la prima coppetta vinta al timone di Little wing, sarà pure poca cosa, ma tant'è.

lunedì 21 luglio 2014

TMA – seconda tappa, primo e ultimo giorno

La seconda tappa del TMA ce la siamo fatta al CNP, al figo CNP, al fighettinissimo CNP. Quattro barche, 2 marottopodi, noi e un rimediato dell’ultimo secondo con barca a prestito che ho quasi dovuto minacciarli per mandarli in acqua. La regata è insieme ad un trofeo FD, di loro ce ne sono 7 o 8 di cui almeno uno carboniosissimo (mooolto ma mooolto bello da vedere).
La regata poteva essere un disastro su tutta linea (poche barche iscritte, tassa di iscrizione da CICO, 60 e dico 60 € non trattabili). Per fortuna gli dei sono stati benigni, e ha spirato uno scirocco da far felici i fotografi, per un totale di 3 prove belle fisiche, veloci e plananti. Se in mare ti diverti il resto è secondario, o quasi. 
Tre partenze, linea piuttosto lunga, campo generalmente dritto: di tre una coperto una lanciato e una in cui tutta la flotta era sotto di 2 lunghezze e io sono partito bello bello al momento giusto.In generale non brutte partenze, considerati i miei standard di timidezza.
Parlando della prestazione in sé, in generale il nostro miglior momento è stata una boa di poppa passata secondi di uno sputo, per il resto sempre terzi, più o meno distanziati. Il passo di bolina ci manca: ma proprio al livello di conduzione, di accelerazione sull’onda, roba così. Di poppa scendiamo meglio, più che altro riusciamo a fare qualche in grado in più a scendere del resto della flotta. Per chiudere il prodiere basa la tattica sul posizionamento del gommone col fotografo…
però è una tattica che da i suoi frutti, va detto...
Ad un certo punto stiamo scendendo veramente tanto, ma tanto veramente, il fiocco rifiuta ogni 5-7 secondi. Siamo belli, plananti, veloci il giusto. Arriva una raffica, la barca sbanda, il mio primo impulso è schienare, cazzare e poggiare ancora…per fortuna poi mi ricordo che sotto il culo non ho un laser.  Un attimo prima che sia troppo tardi: sul filo della strapoggia per un bordo intero. Bello, se ti piace questo genere di cose. Ed è in quell’attimo di sospensione tra il volare e lo scuffiare che risenti le parole di Valentino, che diceva a Giulia “tu di poppa, vola come gabbiano” con quell’accento strano, inconfondibile. Ecco, io non sono Giulia Conti e non so se i gabbiani riescono a strapoggiare.

Però bello.

venerdì 18 luglio 2014

saranno famosi

be' dai a guardarci così sembriamo una cosa seria...

venerdì 11 luglio 2014

TMA - prima tappa, secondo giorno

Oggi gliela facciamo vedere noi, sempre che ci sia vento! E ovviamente dopo una notte da capostazione dello scalo tecnico di Pioltello, vento poco o niente. Bè dai: più poco che niente.
Smontiamo il campo base con astuzia e rapidità (tanto da sembrare delle giovani marmotte), fatto questo andiamo di buon ora al circolo per armare il vascello.
il capostazione i Piovarolo a mare che dorme nella nostra tenda. nottataccia, questa è la verità...
Decidiamo di cambiare approccio e di dare fiducia alle Quantum: tanto peggio di così c’è poco da inventarsi, tanto vale sperimentare. Le Quantum sono un po’ più vecchie delle North ma secondo me con vento leggero mi danno un po’ più di spinta. Le ho usate poco, ma le poche volte mi hanno dato sempre questa impressione.

Vento ce n’è poco, 5-6 nodi. Centriamo alti, centriamo medio alti per prendere le misure, che non si sa mai ricentriamo alti e ci prepariamo ad uscire. Le prove sono tutte un po’ CTRL+C – CTRL+V, non particolarmente entusiasmanti. Il vento è oscillante, se navighiamo in fase c’è poco da inventarsi. Se come ognitanto cadiamo fuori fase c’è poco da stare allegri. A questo si somma una costante rotazione a destra. Complice la nostra poca prestazione con arietta scegliamo la tattica standard per queste situazioni: arialiberarialiberarialiberarialiberarialiberarialiberarialibera…
Partire, virare e navigare sbandati. Più o meno funziona e limitiamo i danni così. Io di tre partenze ne infilo una bella ma bella bella, primo in barca e primo a virare, una che sarebbe stata bella se non avessero poggiato addosso (mettendomi tra l’altro il boma in barca, cercando di decapitarci) e una decente, un po’ a centro linea ma veloci, sempre che si possa parlare di velocità con 5 nodi d’aria.
 A parte un raro strafalcione ad un bordo di lasco che si scopre essere una bolina vera e propria che frega me è un'altra barca, di bolina non convinciamo, mentre di poppa si. Di poppa scendiamo, e siamo veloci.
La cosa più divertente della giornata è quando, dopo una prova con manovre nella media catastrofica di chi le fa per la prima volta o quasi, durante la pausa decido di mostrare a Fede come si stramba:
te lo faccio vedere iiiio come si stramba il tangone!
Ed è così che ci accorgiamo mestamente che al contrario funzioneremmo molto ma molto meglio. Ma il signorino non vuole timonare le barche altrui in partenza…
Chiudiamo le nostre prove con uno score tra il 4 e il 5, quarti in generale. Credo che sia giusto, dietro di noi un altro equipaggio fresco fresco e uno che oggi si è perso per strada. Gli altri semplicemente vanno in barca da un po’ e sono affiatati.


Settimana prossima seconda e conclusiva tappa a Pescara. Ci saranno meno barche, speriamo che almeno ci sia più vento!

martedì 8 luglio 2014

TMA - prima tappa, primo giorno

In assetto emergenza equipaggio andiamo io e il buon Fede, strappato dal suo contender per qualche giorno. A Marotta troviamo le solite facce amiche e arriviamo senza particolari difficoltà, nonostante il cedimento strutturale della signorina Tom: ormai conosco la strada, cosa che posso dire solo di sette o otto  luoghi al mondo. 
(che tra l’altro sono quasi tutti pub, per lo più in Inghilterra)
Il piano di guerra è il seguente:
  1. saluti e convenevoli atti a ingraziarci 2 o 3 persone massicce per scaricare
  2. scaricare
  3. far sparire auto e  carro dalla zona pedonale.

Io in particolare, con lampo di genio e astuzia, porto l’auto direttamente alla piazzola del campeggio dove dormiamo, visto che di parcheggi, il sabato mattina a Marotta, sembra proprio che non ce ne siano. Astutissimo.
Il campeggio è un po’ anni 70, ma tutto sommato carino. Peccato che la nostra piazzola sia l’unica non erbosa del circondario…
Tornando alla parte sportiva, armiamo e centriamo il palo con precisissima precisione, mettiamo su le north strafighe e andiamo in acqua. Ci sono 6 barche, se si pensa che gli anni passati eravamo più di 10…un po’ triste ma tant’è.
Prima prova, c’è vento da trapezietto moribondo, però siamo ancora lì. Chiudiamo penultimi, c’è poco da stare allegri, l’unica attenuante è il nostro poco affiatamento. Non è che siamo scontenti, semplicemente ci mancano ore di volo, e non si può cavare il sangue dalle rape.
Le successive due prove sono un doloroso stillicidio sbandato sottovento, in cui per due volte ci riducono il percorso al primo giro. Riusciamo a migliorare un po’: di bolina limitiamo i danni come possiamo –e possiamo veramente poco- di poppa riprendiamo sempre qualcosa. Alla fine sono un 4 e un 5. Di poppa scendiamo veramente bene. Se non altro.
che improbabili facce da velisti seri...
A terra ci ritroviamo a dover combattere con i problemi della vita reale, e il miraggio di una birra a bordo piscina sembra molto ma molto lontano. Prima c’è da montare il campo base in quella specie di pietraia che è la nostra piazzola. Scopriamo con una certa curiosità che siamo a 5,32 metri lineari dalla ferrovia, lo scopriamo perché il diretto Rimini-Ancona delle 18:41 interrompe col suo frastuono le nostre chiacchiere per trenta secondi buoni. Seguono successivi trenta secondi di silenzio imbarazzato, un silenzio pieno di cose non dette e di domande non fatte. In particolare la domanda è “quanti treni passano per Marotta di notte?”
La risposta è tanti, inclusi i treni merci. A tutte le ore se ci tenete a saperlo, ed anche ad alcune mezzore critiche.
Ma questo lo scopriremo poi. Nel frattempo finiamo di montare il nostro campo base (tenda luna autoesplodente per me, puzzle di 250 pezzi per lui, inclusi nella confezione: ago filo e colla), il giaciglio (materasso due piazze gonfiabile per me, ultrasottile/ultrascomodo in poliuretano per lui) e finalmente, meritatamente ci beviamo sta benedetta birra+patatine (moretti per lui, sconosciuta polacca con la parola brau nel nome per me).
Dopodichè cena: il vela club Marotta si esprime al meglio con i primi e ci propina una pasta pescettosa niente male, seguita da un set variegato di dolci e dolcetti e vinsanto. Ci alziamo 3 ore dopo, barcollando.
Per chiudere in bellezza Mohito in locale giovane (dove siamo quasi fuori luogo, ci salvano le infradito da velista) e a nanna, che tra un po’ passa l’intercity notte per Venezia.


Domani gliela facciamo vedere, sempre che ci sia vento.

mercoledì 2 luglio 2014

Metti un contenderista a prua!

-Tu giovine timoniere vuoi uscire in 470 ma non sai con chi?
-Metti un contenderista a prua!

-Tu aspirante campione vuoi un prodiere che ti faccia fare bella figura nelle foto?
-Metti un contenderista a prua!

-Tu velista pronto alla rottamazione ormai ti sei giocato le ginocchia e puoi stare solo comodamente seduto in barca?
-Metti un contenderista a prua!

Se metti un contenderista a prua, lui sa già cos’è un trapezio, quindi almeno le boline le fate! Per l’altra metà di una regata ci stiamo attrezzando, le manovre non sono le cose più immediate del mondo, e tanto per cambiare c’è molto da lavorare.
Ci siamo allenati io e il buon Fede, con l’idea di farci insieme l’interzonale TMA di Marotta. Ugo sta inguaiato col lavoro, non può, non si sa. io non resto certo con le mani in mano e mi reinvento timoniere, con Federico a prua.
Ieri ha tirato per tutto il giorno uno scirocco di quelli belli e vivaci, roba sui 12-14 nodi a scendere nel tardo (ma tardo!) pomeriggio. Siamo stati fuori due ore piene a fare manovre: per improvvisare una regata va di lusso! Basta che:
  • impariamo a virare
  • impariamo a strambare
  • impariamo ad andare dritto alle varie andature
  • impariamo (-aro) a prendere le onde

però riusciamo a mettere la barca in acqua e tirarla su col carrello senza particolari difficoltà! Siamo braverrimi! Bravillimi!
scherzi a parte a tratti sembravano delle boline decenti, di poppa qualche problema in più di attenzione (probabilmente essendo un singolista è abituato a guardarsi intorno, mentre lo spi richiede gli occhi addosso per il 100% del tempo) e di rotta (probabilmente essendo io un timoniere un po’ cane ormai abituato alle rotte da laser poggio troppo. Poi risalgo perchè mi accorgo dell’errore, poi cerco di seguire l’onda, poi ci rinuncio) (insomma non è che gli rendo la vita facile a portare ‘sto palloncino stizzoso).
sulla via del rientro, quando ormai il vento è calato a livelli di rollio in manovra, becchiamo un corridoio d'aria dritto dritto dentro la diga, dove c'è il mare piatto. è il dolcetto finale, farsi due planate la volo quando ormai puntavi dritto a terra...

...e poi ovviamente birra.