lunedì 27 ottobre 2014

Dei Cristi e delle Madonne a due a due finché non diventano dispari

I miei primi 20 nodi in contender li ricorderò per questo motivo:
Su, da bravi mettetevi in ordine alfabetico...San Zenobio, tu vai dietro a san Zaccaria!
per il resto gnente, con ventone e onda formata (ma soprattutto l’onda devo dire) ho difficolta consistenti a manovrare di bolina e a fare i laschi. Le poppe vanno da dio, si plana in maniera egregia.
Sono uscito sabato con la squadra laser, e domenica con Guido. Sabato ci saranno stati 20 nodi da tramontana e onda consistente, insomma un discreto casino. Il principali problemi li ho avuti nel virare da mure a dritta a mure a sinistra, (mi incastro sotto al boma, strano nell’altro verso no: schiena asimmetrica?) e in generale ad uscire dalle virate rapido, il più delle volte mi incastravo con la scotta e non arrivavo ai trapezi in tempo, il risultato non cambia: barca sdraiata e io in piedi sulla deriva. Ma niente di che, sono problemi che si risolvono facendo 2-300 virate finchè non impari. Sono un po’ meno sereno riguardo l’argomento “piantarsi al vento in virata” perché da solo non ne vengo a capo.
Al lasco mi dimentico di: 1 mollare il vang  (o meglio lo mollo ma non abbastanza), 2 alzare il paranco. Risultato: al primo tentativo decollo dopo secondi 3 e vengo proiettato nel regno di lontano lontano, al secondo (privo dei filetti segnavento, incollati alla vela) dopo 40-50 secondi veramente fighi e veloci,  un’ onda più alta delle altre mi travolge e mi trascina via…quando torno rovinosamente a bordo do una facciata al vang che levati, ed è lì  che decido che prima di farmi male davvero è il caso di puntare a terra…la poppa con 20 nodi per il rientro è una scoperta: sembra di stare su un giocattolo, rispetto al laser la barca naviga sulle rotaie. Rientrando quando ormai sono a terra   con deriva e timone su -e barca praticamente ingovernabile per questo motivo- impatto con la vela sul paletto delle acque sicure, spinto dall’ennesimo frangente bastardo, facendo il danno di cui sopra. Dopo il mio mesto rientro seguono 2 laseristi nell’ordine A) cinghia rotta B) a rischio ipotermia. Nzomma ‘na giornatina.
Domenica pomeriggio esco con Guido. Un’ ora soltanto giusto per fare un po’ di passo. Guido mi riassetta la barca, toccando qui e lì, e in teoria dovrebbe andare meglio: in effetti è vero, c’è anche meno vento (sui 15 invece che sui 20) per cui scuffio solo in manovra (meno rake = meno spazio) ma il passo migliora sensibilmente (Guido se ne va con facilità ma non di angolo).
A lasco il solito disastro e di poppa la solita goduria: sono riuscito a salire sull’onda che precedeva, in planata costante: non dico che camminavo più di guido, ma forse (e dico forse) quanto lui.
Lo dico ovviamente per rialzarmi il morale da solo…ehm… 

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