lunedì 30 maggio 2011

Allenamentini, regatone e stalloni grigi

Visto che per il ponte del due giugno l’eurotimoniere era ingabolato in attività familiari avevamo deciso di familiarizzare il tutto, bigiare la regata e fare i pensionati: di conseguenza pure io mi ero organizzato per fatti miei per passare un po’ di tempo sonnacchioso con la mia adorata fidanzatina.
Ma il destino, nostro sovrano padrone, era in agguato. Era in agguato sotto forma di stallone grigio di 6 anni, e sotto forma di campionato regionale S.O. che guarda caso si svolge proprio nel week-end in questione da qualche parte tra le montagne d’Abruzzo.
A parte la barba, lo scettro e i poteri magici la mia fidanzatina e il grigione assomigliano a questi due con qualche licenza poetica…be’ no, la fidanzatina è più sexy
E guarda caso la mia dolce metà ha bisogno di un cavallo..e guarda ancora caso c’è questo cavallone (perché è veramente enorme!!) che è in cerca di cavaliere per l’occasione, più o meno.
E alla fine a sommare tutti questi casi, salta fuori che io mi ritrovo con un week end libero, una barca a nessun timoniere…poco male posso timonare io! Ma poi mi ritrovo senza prodiere…poco male, faccio un paio di telefonate!
Le telefonate le ho fatte.alla fine ha risposto all’appello il giovine Cardone da Francavilla. Il cardoncello così è approdato su vertigo, la prima uscita ce la siamo fatta con pochillimo vento, una roba imbarazzante. Però se non altro è servita per mettere in chiaro alcune cosette, tipo che per virare bisogna mollare il fiocco…La seconda uscita l’abbiamo fatta sabato, quasi insieme alla squadra agonistica laser, con il gommone, l’istruttore e tutto il resto. Finalmente una giornata con vento degno, 13-15 nodi frizzantini, onda bella sveglia e discrete planate. Abbiamo lavorato un bel po’ sulle manovre, appurando le seguenti cose:
  • ad andare andiamo, vira stramba issa e ammaina…
  • ma ogni tanto se ne vedono di certe!
  • Virate col fiocco ad incastro, cispoli, ciaspoli…
  • io mi sono scordato come si timona, diciamo che ho qualche sottile difficoltà ad andare dritto e questo non aiuta...ehm
 date le premesse la trasferta di Bracciano non sarà esattamente alla ricerca del risultato, mi sentirei soddisfatto a portare a casa le regate. viene da chiedersi che senso ha partecipare con queste premesse ad una regata seria: meglio una regata con zero velleità di risultato che nessuna regata, ecco perchè.
Stay tuned ci si vede a Bracciano lake

martedì 24 maggio 2011

Il periodo dei “forse”

Forse oggi mi alleno…ma poi ho dormito
Forse oggi pomeriggio mi sparo un’oretta di cinghie…ma poi non c’era vento
Forse vado a fare quella tal regata su quel barcone con quel tal armatore…ma forse anche no
Forse mi carico il laser e mi sparo la zonale ad alba…ma forse no, visto che per vari motivi sarei l’unico standard…
E allora forse esco in 470 con un prodierino in erba, ecco forse si
E quindi forse me lo porto pure a bracciano per la nazionale visto che l’eurotimoniere non puote, e ancora forse si

Menomale che esistono dei “forse si” in mezzo a questo scazzo primaverile che mi ha preso.

mercoledì 18 maggio 2011

Route dou chinott - pescara double handed

L’atteggiamento figo dei marinai cazzuti…quasi quasi sembriamo due pescatori bretoni…
Domenica, ancora impossibilitato a bagnare le mie estremità, ne ho approfittato per tornare sul barconaltura per una bella regata per aspiranti oceanici in doppio: La ben nota “Pescara quàdavant race”. I migliori skipper del porto si sono dati appuntamento per misurarsi e confrontarsi, e per farsi delle belle bevute di prosecco durante il bordo di ritorno.
La cosa triste della giornata è che si regatava a tempi compensati.
La cosa tristissima è che avevamo la barca in assetto crociera: alghe, pentole, cuscini, vele sfiga e pure la tovaglia sul tavolo.
La cosa ancor più tristissima è che a causa di un feroce disguido ci hanno inserito in classe regata senza possibilità di appello.
La regata era uno strano percorso triangolare olimpico che per puro caso è uscito esattamente al vento, quindi triangolo olimpico vero e proprio. Partiamo, bolina e giretti vari, e già nella prima metà i veri regatosi, con tanto di carbonio e viti in titanio, ci hanno rollato o quasi. Vabbè, con spirito olimpico (visto il percorso) ci godiamo la navigazione: autopilota e sigaro toscano per il capitano, cambio di spinnaker per me. Be’ se non altro ci sono 12-14 nodi, si va che è un piacere, c’è pure il sole dopo giorni di maltempo.
Ma siccome che siamo dei cazzutissimi marinai double-handed e in queste regate qui non sei nessuno se non attraversi le calme equatoriali, alla boa di poppa ci piantiamo con 1 nodo residuo e ci rimaniamo per 5 (dico 5) minuti mentre le altre inspiegabili barche, davanti a noi di 100 metri vanno in giro sbandate: che dilettanti!
Ma siccome che siamo ancora più cazzutissimi e in queste regate non sei nessuno se non hai almeno un avaria, noi rompiamo l’autopilota, che in assoluto è la migliore e la più tradizionale delle avarie per gli equipaggi ridotti!
Il capitano costretto al timone dalle numerose avarie. Io cerco di darmi un tono scarrellando la randa
Come il grande Simone Gesi, che ha timonato per un intera tappa della Minitransat, anche noi siamo costretti a timonare per ben 2,3 miglia, perché nel frattempo ci hanno ridotto il percorso, vista la temporanea bonaccia pseudo equatoriale.
Che eroi, eh?
Per non farci mancare nulla facciamo anche una bella poppa (per davvero! ruoli, io: prodiere e due, Capitano: dea kalì), durante la seconda bolina facciamo pure i cambi al timone dopo un durissimo turno di 15 minuti con 12 redivivi nodi di vento.
Tornati in porto ormeggiamo, sistemiamo la barca e mettiamo a bollire l’acqua (per la serie: visto che ci portiamo dietro il pentolame almeno usiamolo!) si scatena l’inferno, pioggiona, rafficone, max misurato 45 nodi…che giornata! Per fortuna che noi siamo in quadrato, al calduccio e con il fusillo al dente…Ed è in quel momento che mi sono ricordato che ero venuto al porto in bicicletta.
Il mio ritorno a casa, controvento of course
le foto sono una courtesy Antonello Coppola, che tra l'altro ha avuto la capacità di inquadrarmi in modo che la mia faccia finisse sempre nella C di coppola, ma come avrà fatto?

sabato 14 maggio 2011

La vela in 3 dimensioni

Tempo fa la mia dolce fidanzatina mi ha regalato un fantastico volo in parapendio. Per gli interessati lei ha trovato il pacchetto regalo su www.comefarlosembrareunincidente.com Sabato, dopo mesi di maltempo e rinvii, finalmente mi sono librato nell’aere e contrariamente ad ogni previsione sono tornato sano e salvo.
Iniziamo col dire che è una figata. Una figata spaziale per essere precisi.
io nella mia fantasia,  come ho lungamente immaginato questo momento
 Per molti aspetti la conduzione della vela è simile alla conduzione delle derive, si usa molto il peso del corpo e il meno possibile i comandi, che nella fattispecie regolano direttamente le due metà della balumina. Ovviamente se chiudi la balumina…fai più prua e rallenti, ovvero sali e freni. Se la cazzi troppo stalli e ti fermi…nello specifico ti fermi quando ti spiaccichi al suolo.
io nella SUA fantasia, come ha lungamente immaginato questo momento
Sarà che il primo impatto è decisivo, ma in assoluto il decollo è stato il momento migliore: la sensazione è come una planata, ma l’accelerazione invece di essere lineare è in ogni direzione. In barca quando passi dal dislocamento alla planata subisci un’accelerazione fighissima, divertente e goduriosa, che però, vuoi per esperienza o per semplicità del fenomeno, riesci a prevedere: stai andando dritto, e continui ad andare dritto, solo più veloce.
Quando ti stacchi da terra è tutta un'altra cosa. Finchè corri, vai alla velocità consentita dai tuoi piedi. Poi ad un certo punto il passo successivo non incontra più il suolo. Non devi saltare o fare cose strane, semplicemente ti stacchi da terra: ed è in quel momento che la vela esprime il suo potenziale e accelera alla sua velocità, in meno di 5 secondi sei già intorno ai 15-20 nodi. e la direzione non è semplicemente dritto davanti a te, ma è verso l’alto, il mondo diventa piccolo piccolo…dopo neanche 10-15 secondi mi sono girato per vedere dov’era la mia fidanzatina che avevo lasciato a terra e ho faticato a trovarla: era già lontanissima…e molto più in basso di dove guardavo. È come planare a colori, dopo una vita in bianco e nero.
Bello.
Bello.
Bello.


mercoledì 4 maggio 2011

II (o III?) zonale laser: flashes and pictures

L’articolo dei dainese lo trovate sul loro sito insieme alle mie “simpaticissime” pagelle e alle foto. le foto le trovate anche sul photoalbum di Dainese minor. E il tutto è presente ovviamente anche sul sito istituzionale della Lega.
Un plauso particolare va alla LNI Pescara che oltre a gestire il difficile campo di regata ha organizzato un sontuoso banchetto:
Gnam!
e un vivace intrattenimento con scommesse clandestine:
il piccoletto era dato 3 a 1 e io puntandoci sopra ho guadagnato una fortuna
E ora per la gioia dei fan dell’inutile alcuni miei pensieri:
  • sono partito bene wow!
  • devo credere di più alle mie intuizioni tattiche. All’inizio della seconda prova volevo andarmene a sinistra e poi mi sono ritrovato insieme ai due Marchi a destra, per una serie di virate atte a procurarmi aria libera. Marco poi mi ha confidato che gli ho fatto un favore che se fossi andato dove volevo lo avrei messo in crisi.
  • Be’ non esageriamo, sono partito decente.
  • A tratti mi sono ricordato di cinghiare, cosa che con meno di 10 nodi è ampiamente fattibile.
  • E la velocità ne ha risentito (in positivo)
  • Poppa+strapoggia+onda+arietta = casino totale. Non ho ancora capito quali erano le mura migliori, e sono due giorni che ci penso su.
  • A voler essere sinceri la seconda partenza ero un po’ coperto
  • Continua la mia imbarazzante serie di podi di default. Adesso mi vergogno proprio, qualche laserista di buona volontà potrebbe iscriversi alle regate (salvo poi arrivarmi dietro) per favore?
  • Condizioni strane per Pescara, era favorito il bordo a terra, anche se ogni tanto dava qualche bella rotazione a destra.
  • la cosa divertente è che io ho basato la strategia sulle virate di Marco davanti, che manovrava non in base al vento ma in base alle coperture da fare su di me e sull’altro Marco…non è bellissimo?
  • In effetti nella prima partenza ero un po’ basso sulla linea, ma almeno ero veloce.
  • No decisamente, anche queste volte ho fatto delle partenze di schifo.
È importante mettere dei punti fermi nelle proprie convinzioni…

lunedì 2 maggio 2011

Tutta colpa sua!

Ieri, regata laser. Avrei tanto voluto dormire.
Iniziamo da prima dell’inizio: l’altro ieri, sabato, sono andato a pascere i cavalli in quel di Montelibretti, per la somma gioia della mia dolce ed equestre metà. Rientro a casa tarderrimo, dopo aver viaggiato, gironzolato per umidi e piovosi alpeggi, riviaggiato, caricato e scaricato strumenti equini di vario genere e razza. Prima di svenire sul letto, controllo il meteo per domenica, mette giù pioggia battente & vento imperiale: perfetto, come da tradizione zonale si starà a terra e io che sono più furbo, starò a letto.
Domenica mattina alle 8:00 apro un occhio e la serranda: pioggiona e ondone. Chiudo tutto e mi rimetto a ronfare felice nel mio letto al caduccio con la coscienza a posto, mi sono addirittura svegliato per controllare!
Alle ore 10:45 suona il mio maledetto telefonino, è l’eurotimoniere, che mi incita e mi sprona.
soldato scotta di randa, in piedi e arma la tua barca!
Mentre io biascico consonanti a caso, lui mi dice che:
  • il vento sta calando,
  • gli uccellini cinguettano,
  • ci sono almeno 12 standard e tutti chiedono a gran voce di me
  • tra i premi c’è un prosciutto
senza possibilità di replica mi costringe a vestirmi e uscire, tra una cosa e l’altra arrivo al circolo alle 11 e spicci, sotto delle nuvole che più nere non si può, ci sono 34 nodi, siamo i soliti quattro gatti e non ho manco preso il caffè. Non ci sono manco le coppe per la premiazione figuriamoci i prosciutti, e gli unici uccelli presenti sono i gabbiani, fermi a terra.
È tutta colpa sua che mi ha telefonato e ha fatto leva sui miei sensi di colpa velici.
Ormai sono in ballo e allora armo la barca, mi cambio e aspetto. Il vento aumenta ancora tutti quanti tiriamo giù gli alberi al volo per evitare disastri e decolli. Io guardo di sbieco l’euotimoniere che fa il vago…sa benissimo che è tutta colpa sua se a quest’ora non sto dormendo beato!
Dopo il groppo aspettiamo che al situazione si stabilizzi e verso le 13:30 usciamo, ci saranno dei bei 12 nodi e onda un po’ lunga un po’ no, insomma a portare la barca di bolina non ci si capisce una mazza ed è pure faticoso: è sempre di più tutta colpa sua, lo guardo con astio mentre cinghia e schiena con gusto, lui. io arranco e rimpiango il mio coniglietto di cioccolata che stamattina non ho fatto in tempo a mangiare…indovinate perché?

Danno la prima partenza e io mi infilo con una certa dignità verso la boa, visto che la sinistra del campo mi piace di più. Parto abbastanza veloce, e sui primi bordi vado via benino. Se portassi la barca bene quanto gli altri, forse sarei pure davanti, devo dedurne che la sinistra è proprio il lato bello oggi. I miei soliti giretti, e all’arrivo realizzo il mio sogno di laserista: essere sullo stesso lato del percorso di Marco mentre lui taglia il traguardo. In pratica siamo così vicini che gli leggo il numero velico. Mi ha dato solo 100-120 metri…
Il vento è in continuo diminuire, e finalmente si stabilisce su valori consoni alla tradizione di zona, l’onda invece rimane quella di prima. Wow.
Tomas de Torquemada, il grande inquisitore. La leggenda tramanda che sia stato lui a inventare al tortura della bolina con poco vento e onda…
Danno la seconda partenza e io mi infilo meglio di prima, continuo a volere la sinistra ma un po’ di radial mi costringono a virare e quindi finisco a destra. Non so perché ma il distacco con Marco e Marco non è grande, sono abbastanza vicino da essere un avversario da controllare. Mai successo prima!
Durante la poppa perdo un po’, che la strapoggia cos’ non mi esce bene,la barca balla troppo e non riesce a decidere su che onda stare, lei lo chiede a me, ma che posso saperne io! Il vento molla ancora, ma per fortuna ci danno l’arrivo alla fine della seconda bolina e rientriamo a terra dopo un lunghissimo lasco.
In fin dei conti è uscito pure il sole, abbiamo fatto due prove decenti e tecniche e io ho regatato decisamente in palla. Sono terzo (o ultimo fate vobis) as usual, ma con distacchi misurabili in secondi e non in ere geologiche ed è già qualcosa. E dire che volevo passare la domenica a ronfare, e se mi sono divertito in barca è tutto merito suo.