lunedì 30 agosto 2010

Timonismi/2

Dopo la mirabile opera realizzata per il timone del 470, ho deciso di fare altrettanto per il laser che, mea culpa, è andato in giro fin’ora con un giunto cardanico risalente al pleistocene. Ronstan per carità, ma pur sempre arcaico. Indi per cui ho provveduto alla modifica, e ora sono felicerrimo!
Ma non è stata una facile vittoria contro gli elementi.
Avevo previsto la seguente sequenza di azioni:
  • rimozione perno con il trapano
  • foratura barra per sede snodo
  • realizzazione basetta curva di collegamento
  • rivettatura sede snodo
  • montaggio e rifiniture
  • birretta premio

insomma un’ oretta di lavoro nel pomeriggio, dopo il mare. Questo è quello che è accaduto realmente:

  • primo tentativo di rimozione del perno A TESTA TONDA con il trapano, rotta la punta da 2 mm dopo 12 minuti di tentativi: sono calmo, forte e non mi scoraggio
  • creazione di sede per punta: 28 minuti di lavoro con seghetto a ferro, punteruolo e martello. Inizio a odiare questo piccolo innocuo pezzettino di acciaio inox

  • secondo tentativo con il trapano, 3600 RPM, punta di acciaio al cromo super rapido nitrurata. Velocità di perforazione: 1 mm/h. Anni e anni di ingegneria, un rapido calcolo, ma soprattutto 22 minuti di trapanamento inutile mi suggeriscono di lasciar perdere. Nel contempo, passa la mia dolce metà saltellante e felice e chiede: ”amorino come va? Ci stai riuscendo?” io ringhio e non rispondo. Prendo il regolamento di classe Laser e cerco di scoprire se lo stick è obbligatorio…
  • Terzo tentativo col seghetto: la forza bruta. Dopo 53 minuti, una tendinite e il gomito del segaiolo vinco io: uno stupro metallico. Guardo ‘sto cazzo di perno con odio.
    Con celere abilità pratico il secondo foro per la sede dello snodo omniflex (ben 2.6 € contro i 13 dello snodo del 470…il laser si vendicherà un giorno).

  • Tentativo realizzazione un raccordo tra la basetta piatta omniflex e la barra tonda. Sono strasicuro che qualcuno vende l’insertino di plastica a misura, specifico per barre laser, ma poiché proprio non mi si creava di sbattermi su internet, mi sono costruito un ciospetto adeguato con un tagliere di plastica un seghetto e tanta cartavetra. Ci ho messo solo 42 minuti. Non mi si creava di sbattermi , ho detto.L’insertino realizzato è inutile e quindi lo butto via DOPO averlo realizzato.

  • Rivettamento (o rivettatura? o fors'anche rivettaggio?!comunque: dopo aver cercato su google "voce del verbo rivettare") della la basetta e stop. Impiego solo un minutino. Autostima in recupero

  • Montaggio dello snodo, blocco tutto con un pernetto da 4 mm e del nastro isolante al posto del termoretraibile nobile. Sono bravissimo, Autostima in picco verticale, percepisco buoni odorini dalla cucina, la dolce metà cuoce, canticchia e saltella.

  • Monto tutto, e per andare sul sicuro silicono l’intercapedine tra barra e snodo. Anche qui tutto in discesa. Credo di essere il miglio rigger del mondo emerso.
  • Cenetta premio che l’ora della birra è passata da un po’, ma non fa niente, adesso ho un gommo-snodo invece di un cardo-snodo, vuoi mettere!

Riflessioni giovanili

la gioventù velica italiana impegnata al fronte dell’ostico campo di Pescara: si notino gli sguardi fieri di nazionale orgoglio dinnanzi al perfido moto ondoso nemico

Stavo pensando al campionato juniores snipe e sono giunto alla conclusione che non è esattamente cosa buona e giusta. Ok, si fa vela, cosa che in principio non è mai sbagliata.
Entro nei dettagli prima che mi prendiate per pazzo ancora di più: non è cosa buona e giusta spingere un giovinetto a partecipare solo (e ribadisco questo “SOLO”: è il perno di tutto il ragionamento) alla classe snipe (o FJ o dinghy o vattelappesca) juniores ignorando le classi olimpiche. Io la vedo così.
Supponiamo di avere dei potenziali campioncini in erba, insomma dei ragazzi bravetti. Guardate negli occhi questo gruppo di velisti giovani e bravi, hanno lì i loro sogni, mondiali olimpiadi e tutto il resto, sono in quell’età in cui ci credono e, diamine, hanno ancora tutte le loro cartucce da sparare. L’attività sportiva su una classe non olimpica/propedeutica, fuori dalla vela che conta davvero, non può essere l’unica o la principale attività praticata. Può essere un valido comprimario multilaterale, si fa esperienza e tutto il resto con la barca di papà. Ma papà ha 45 anni e 7 kg di sovrappeso, e 25 anni fa era in ranking list nazionale 470 e si è fatto le sue settimane olimpiche di Anzio. Magari quella volta ha girato pure la boa di bolina davanti a Chieffi e lo racconta ancora al figlio, che andando in snipe(o FJ, zef,dinghy…ci siamo capiti), Chieffi o Zeni non lo vedrà mai. Lui ci ha provato ad inseguire i sogni. Dovrebbero provarci anche i ragazzini. Ipotizziamo che gli adulti, i genitori, i circoli e i coach dirottino in massa i giovani under qualcosa sulle classi secondarie: tra qualche anno ci ritroviamo a non avere nessuno da mandare alle olimpiadi. Tra qualche anno alle nazionali 470 ci saranno solo 30 barche invece delle abituali 70-80,ma in compenso potremo vincere a mani basse il mondiale juniores Vaurien! …ops ma questo è già successo…ehm…
Meditate gente adulta, meditate.

PS: Fermo restando che il gesto dei senior di prestare propria la barca per far regatare ragazzini di 13-14 anni che una barca così competitiva se la potranno comprare solo tra 10 anni è quanto di meglio abbia visto negli ultimi anni.

giovedì 26 agosto 2010

Prurito alle mani

la zucchina: terrore di ogni velista aduto che becca dalla parte sbagliata del campo un salto di vento consistente

Come dissi illo tempore, il campionato snipe lo sto guardando solo da internet. E quel che leggo non mi piace. Sul sito di classe ho notato una certa vena astiosa e polemica nei confronti dell’organizzazione del CDR e così via. Andate e leggete, e verificate se è come la vedo io.
Ad ogni modo siccome ho un certo prurito alle mani, chè non si va per mare da troppi giorni, faccio un po’ l’avvocato del diavolo, per la serie “il piccolo Corr e le cause perse”.

Comunicato n°1: la classifica sul sito della LNI gestito da volontari è apparsa neanche un’ ora dopo il comunicato sul sito snipe. Ora per chi non lo sapesse: la persona che gestisce il sito è un socio ordinario della LNI (non pagato), che inoltre presta assistenza sui gommoni. Mi sembra ovvio che dovrebbe procurarsi a sue spese un portatile impermeabile con connessione satellitare per aggiornare la classifica mentre salpa la boa di bolina…visto che sta lavorando gratis per far divertire altri io ringrazierei ad ogni passaggio di boa e stop.

Comunicato n°2: il CDR è cattivo cattivo, non ha annullato la prova, gnè! Mi spiace che chi scrive sul sito snipe pensi che i numeretti su quella palla girevole a prua siano numeri da giocare a lotto, ma quella è una bussola…
Comunque, io ricordo ancora quando a 6 anni la mia mammina premurosa mi diceva:

Mamma: Corrado lavati le manine su, ricordati del principio giuridico del “tam quam non esset” e mangia tutte le zucchine!
Corr: ma mamma! A me le zucchine non mi piacciono, e voglio aggiustarmi le leggi come voglio io!


Posso capire che chi scrive questo comunicato non gradisca le zucchine o i carciofi anche se sono pieni di vitamine. Ma il principio del “tam quam non esset” no, Perdincibacco! Tale principio sostiene in breve che se un evento danneggia tutti allo stesso modo, è come se non fosse avvenuto, perché nessuno in principio ne viene avvantaggiato. Ora siccome i salti di vento sono casuali sul campo di regata e non avvantaggiano COSCIENTEMENTE tizio o caio è evidente che il detto principio deve essere applicato. L’empirica dimostrazione di questo fatto è che quelli forti finiscono sempre davanti, salti o non salti.
Non si cada nell’ errore di dire: 20° a destra, chi sta a destra avvantaggiato! Il piccolo Corr sbaglia e non ha finito le zucchine! Bravi gli idioti: perché il Padreterno la sera prima ha telefonato a quelli fortunati/bravi sulla destra del campo per dirgli che avrebbe fatto girare il vento… certo come no. Mi spiace ma si partiva tutti uguali nelle medesime condizioni. Tam quam non esset, appunto

martedì 24 agosto 2010

Ebbene si!


lunedì 23 agosto 2010

Assistenza sociale

Con questa blanda promessa mi hanno convinto ad assistere…ma questa graziosa assistente non c’era!

In quanto socio del circolo che organizza il campionato italiano snipe nel week end ho dato il mio contributo per l’assistenza. Sia da apprezzare il magnificente e magnanimo gesto con cui ho rinunciato a ben 2 giorni di allenamento a favore della comunità giovanile degli sniper…ora scusatemi ma devo andare a posare per il busto di marmo che ho commissionato per commemorare l’evento. Il busto sarà esposto come monito sullo scivolo di alaggio, che verrà ribattezzato, con pubblica cerimonia, in mio onore.
A parte questi umili dettagli, sabato sono state disputate tre prove, e io ho fatto l’assistenza a terra. In teoria ero di stanza alla base nautica in collegamento radio con il CDR, e con un gommone a disposizione pronto a correre sul campo di regata per ogni necessità. Nella pratica la mia radio era incapace di trasmettere, e quindi ho passato la giornata steso sul lettino a sonnecchiare sotto l’ombra, i miei unici interventi sono stati:
  • mettere in salvo il portafoglio di uno degli organizzatori, l’aveva dimenticato in bagno
  • procurare un carrello alaggio per un gommone di alto adriatici
  • aiutare un po’ a tirare le barche a terra a fine giornata.

Il tutto senza poter confermare che avevo ricevuto e copiato le richieste…
Il giorno dopo, a causa di inspiegabili rotazioni nelle mansioni, sono finito sul gommone posaboe di poppa, e a bordo avevamo come ospite un allenatore trentino. A parte mettere in acqua la boa e ripescarla a fine giornata, siamo andati più o meno in giro seguendo la flotta per il campo di regata, c’era un po’ di onda, e con equipaggi giovani e imberbi è meglio essere vicini in casi di necessità. Ci siamo visti due prove dal mare. I nostri atleti hanno occupato stabilmente la metà bassa della classifica, ma niente da recriminare: sono saliti per la prima volta sul doppio 10 giorni fa. Decisamente positivo ed encomiabile il gesto di alcuni proprietari di prestare le loro barche ai ragazzini per farli regatare.
Il mio personalissimo momento di gloria durante la seconda bolina della prima prova, si chiacchierava con l’esperto velista trentino:

io: “i tuoi ragazzi vanno bene, però secondo me non stanno cinghiando alla morte. Se ce ne hanno ancora nelle gambe forse possono prendere un po’ di potenza, raddrizzare l’albero
allenatore nordico (un po’ scettico):mmhh..ma tu dici mollare il vang? Il Cunningham?”
assistente capo (snipista, istruttore, atavica battaglia 470 VS Snipe, bofonchiato con tono molto scettico): "mah…"
io: “ma si insomma, in definitiva hanno quasi tutto il culo in barca…”

un quarto d’ora dopo, dopo che i lacustri ragazzi (bravi) hanno concluso quarti, il coach altoatesino chiede di avvicinarsi alla barca: “ciò bravi ragassi, bravi…’scoltate, se ce ne avete ancora, mollate un po’ di vang , raddrizzate l’albero e date più potenza alle vele! Davi, dagli due dita di cunny, ciò bravi…dai adesso!”

certe volte mi stupisco di me stesso…

venerdì 20 agosto 2010

Arrrrgghh!

gli organizzatori del campionato coordinano gli sforzi dei volontari, affinchè l'evento abbia la miglior riuscita


l'altro ieri esco dal lavoro bel bello, col pantalone con la piega e tutto il resto, deciso ad andare presso il mio circolo per farmi un oretta di cinghe laseriste.
arrivo lì, c'è una gradevole brezza, armo il vascello mi cambio e mi accingo a trainare il mio valoroso naviglio giù per lo scivolo di alaggio, quand'ecco che spunta dal mare uno degli organizzatori del campionato italiano snipe, con tanto di barca e prodiere, ed io compio il malefico errore di salutarlo gentilmente, e mi inizia a dire:
Organizzatore: "e qui stiamo con l'acqua alla gola, che mancano i gommoni, quel gommo lì ha la timoneria grippata, quell'altro là ha ha il motore bialbero in testa , quell'altro ancora ha la tapioca prematurata tutta verso destra, quell'altro..."
Corr: "e già vabbo' dai com'è fuori?" (netre mi riavvicino rapido al laser e faccio un passo verso il mare)
O: "guarda un casino, mi hanno lasciato solo, adesso devo andare al club nautico a prendere un gommone e tu dimmi come faccio, quello sta in acqua..."
C: "si mi sembra che ci sia un po' di scirocco, ma non c'è tanta onda, le mie condizioni preferite" (un altro timido passo verso il mare...)
O: "cioè, io dico, ma i velisti della lega sono spariti tutti? però quando fa comodo pare che a fare le veleggiate ci vengono, guarda la verità è che se ne fregano questi del campionato..." (co n tono tr al'accusatore e il tristillimo)
C: "ho capito smonto la barca e arrivo..." (con tono di chi mastica pezzi di vetro mentre parla)

ieri, bel bello, felice, con i pantaloni bianchi con la piega, esco dal lavoro e provo a passare di nuovo alla LNI per farmi 'sta benedetta ora di cinghie. Povero illuso. invece di uno stanno rientrando tre, dico TRE snipe. Non ho fatto neanche in tempo ad armare. ho provato una fuga tattica, sillabando un timido:
C: "amen è finito il vento io vado a cas..."
OOO(tripli organizzatori in coro): "ma come c'è da mettere in acqua il cabinato del presidente che deve prendere gli arrivi e tu te ne vai?"

ovviamente no...

mercoledì 18 agosto 2010

È aperta la stagione della caccia alla beccaccia

Mmmhh.
Manca meno di una settimana all’inizio del campionato italiano assoluto Snipe, e questa è la lista degli iscritti. Ad oggi 40 partenti che è un bel numero. Solo 5 barche dalla zona, che è un brutto numero. Al di la del fatto che ci si possa prendere in giro, che “il 470 è più bello” e tutte le altre storielle da bar, spero in un colpo di coda finale che porti in acqua almeno altri 3-4 armi all’assoluto, ché non ci si fa una bella figura ad essere gli organizzatori di un evento e avere una flottina misera misera.
Ho visto i ragazzini juniores allenarsi, mi auguro che siano della partita, spero che non si siano abbattuti quando di poppa li superavo ripetutamente con il laser...dai ragazzi non è colpa vostra! È la barca che è uno scaldabagno a vela, voi siete bravi!
Non ho ancora visto tra gli iscritti il pregiatissimo Rodolfo, non so come sta Federica, ma spero bene.
Mancano all’appello un 2-3 equipaggi ortonesi, insomma si è ancora in tempo per fare la bella figura di 9-10 barche iscritte!
Quindi se avete uno snipe, se non l’avete ma volete andare in acqua, insomma se volete fare qualcosa fate sentire la vostra voce qui.
Certo, non è divertente come andare in 470, ma potrebbe valerne la pena…

martedì 17 agosto 2010

Demoltiplicità applicata

attenzione: questo articolo è un po’ da nerd e quindi palloso. Fuggite sciocchi!


Mentre godevo delle mie meritatissime ferie, tra una pennichella e l’altra, ricevo questa mail:

“Ciao ADL
Hai ricevuto questo messaggio da: daniele.ita153 (danie****@****.**)
dal:
http://www.timonieri.it/forum/
ciao corrado, mi chiamo Daniele e vado in 470..siccome non ho molta esperienza avrei bisogno di chiederti una cosa (sono un fan del tuo blog, lo guardo quasi tutti i giorni)..saresti in grado di spiegarmi come si fa a calcolare la demoltiplica dei paranchi? ti ringrazio..ciao”
Una lettera a caso di uno dei miei fans

La mia risposta:
"Figliuolo,il tuo impegno va premiato, e invece di risponderti farò di più: scriverò un post a te dedicato sul mio blog. sei contento? Insieme alla risposta ti invio una mia foto autografata con dedica. È impermeabile, così potrai sistemarla in barca accanto al santino di San Zenobio orzatore. Sono sicuro che ti aiuterà nei momenti difficili, mio giuovine velista.

buon vento!"

Chi siamo noi per negare a questo giuovine velista un polpettone di 22 pagine sulla legge di Atwood?
Chi siamo noi per fargli spezzare le braccine su un vang 3:1?
Chi siamo noi per fargli tirare 72 metri di cima per cazzare il carica alto?
Non siamo nessuno, e quindi mi prendo la briga di rispondere pubblicamente, cosi anche io giuovini più timidi avranno le risposte alle domande che non hanno mai osato chiedere (Ecco,il nuovo servizio di pubblica utilità: le risposte di Corr alle domande che nessuno ha fatto).
Se per caso avete fretta perche vi siete dimenticati il gatto nella pentola a pressione, ecco il metodo di calcolo per non saper né leggere né scrivere:
prendete il vostro paranco ignoto, con 23 pulegge a random, 4 cime diverse e chi più ce ne ha ce ne metta: cazzate in modo da spostare il punto di applicazione di 10 cm, e poi col metro misurate quanta cime avete cazzato. Il rapporto è SEMPRE pari al rapporto di demoltiplica. se è un paranco con la fine e la veloce dovete calcolare usando la fine.
MEOW!
E ora passiamo alla spiegazione comoda. Prima di iniziare a leggere, prendetevi 2 giorni di ferie.Per prima cosa distinguiamo tra rinvio e paranco. un rinvio semplicemente cambia la direzione di tiro di una manovra. Le pulegge a piede d’albero sono rinvii. I bozzelli dello spi sono rinvii. i rinvii fissati in coperta sono rinvii. Di solito sono fissati alla barca, non sono bozzelli volanti.
Un bel rinvio deve arrivare ben oltre metà campo e atterrare sui piedi del tuo miglior centrocampista.
Un paranco invece determina una riduzione del carico di tiro in uscita, ovvero sollevi 10 kg ma devi applicare una forza minore, ad esempio 5 KgF, pari a circa 50 N. i paranchi sono costituiti da bozzelli mobili e bozzelli fissi. Un paranco è fatto da un punto di applicazione e da un punto di tiro. Il punto di applicazione è dove si aggancia il carico, ad esempio il gancio a S della ghinda o il grillo del vang sul boma, insomma è il punto mobile. Il punto di tiro e dove mettete la manina per cazzare la manovra, di solito è un punto fisso e c’è uno strozzatore vicino, ad esempio la torretta della randa, o qualsiasi manovra strozzabile in giro per la barca.Esistono due casi generici:
  1. Se l’ultimo bozzello della manovra è sul punto di applicazione del paranco e tirando la cima tirate nella stessa direzione del punto di applicazione quel bozzello fa parte del paranco.
  2. Se l’ultimo bozzello è sul punto di tiro e tirando la cima tirate in una direzione “diversa e/o contraria” rispetto alla direzione di movimento del punto di applicazione, allora l’ultimo bozzello è un rinvio.Per capire quante demoltipliche fa un paranco contate le pulegge, escluse quelle di rinvio, aggiungete 1 alla fine e quello è il vostro rapporto di demoltiplica.
il punto di applicazione è dove sta appesa la massa m…wow sembra una lezione di fisica.
Naturalmente per raggiungere elevati rapporti di demoltiplica si possono combinare i paranchi, in questo modo si risparmia spazio e cima da tirare. È il classico caso di un paranco a cascata (tipico dei vang, della ghinda).Ad esempio la mia ghinda è un 32:1: vuol dire che cazzare 10 cm il cavo nel fiocco in teoria mi obbliga a cazzare 3,2 metri di cima da qualche parte e che avrei bisogno di due bozzelli a 16 vie l’uno…ma anche no!Il mio paranco è fatto così: un 2:1 sull’albero che smezza subito il carico, poi un 4:1 (la veloce) e in cascata a questo un altro 4:1 (la regolazione di fino) il totale è dato dal prodotto dei fattori: 4x4x2=32.Perché si risparmia cima?Facciamo che dei 10 cm da tirare io ne tiro 7 con la veloce (8:1) e 3 con la fine (32:1) per mandare a segno la ghinda avrò tirato 7x8= 56 cm + 3x32 = 96 cm = 152 cm totali, contro il 320 di un paranco semplice. Non è fantastico? Si certo, uno sballo…ehm
La mia ghinda è differente…
Un altro fulgido esempio di paranco a cascata è lo stupendo vang del laser, che è composto da un primo paranco 3:1 e da un successivo 5:1 per un totale di 15:1. In questo caso non si ha il vantaggio di tirare meno cima (perché si regola solo al fine, quindi sempre e comunque 15:1) ma si riesce a far cazzare il vang anche a un quattordicenne denutrito sul 4.7. tra l’altro se avete troppa cima in giro potete sempre togliere una demoltiplica e fare 12:1 molti Standard più fighi vanno così perché tanto la forza non gli manca.
Vi ho mai parlato dello strano rapporto che ho col vang del Laser?

giovedì 12 agosto 2010

tanto per gradire

Oggi allenamento in Laser, tiè! e la mia dolce metà che mi ha promesso solennemente che non uscirà mai più in barca con me, fosse anche l'ultima scialuppa del Titanic, ha fatto un po' di foto da sotto l'ombrellone...
un' avvincente immagine in cui mi faccio lo splendido mentre cerco di non andare a scogli

per il resto tutto as usual, faccio la vita di un gatto pigro in ferie.

giovedì 5 agosto 2010

Timonismi/1

attenzione: questo articolo è un po’ da nerd e quindi palloso. Fuggite sciocchi!
Domenica quel sant’uomo dell’eurotimoniere ha portato la barca con QUESTO!

Per gli appassionati di meccanica della frattura, si possono notare le linee di spiaggia e la zona resistente che ha ceduto di schianto alla fine. La zona resistente è verso poppa, cosa prevedibile visto che lo snodo è stato sempre riposto in flessione verso poppa, quindi con la parte prodiera in trazione. Ha passato in questa posizione la maggior parte della sua vita. Sul pezzo sono presenti numerose cricche, quindi a stare attenti era un avaria prevedibile. Comunque sia sono andato dal mio pusher di cosine da barche e ho preso questo stupendo snodo:

per metterlo in opera, è stato necessario in primo luogo smontare i pezzi semidistrutti del vecchio. Lo stick ha un perno in alluminio ribattuto, che tiene in posizione lo snodo in gomma. Esistono vari modi fantasiosi per toglierlo, ma probabilmente il più semplice è fargli saltare la testa con il trapano e poi batterlo con un punteruolo fino a farlo uscire per un po’ dalla sua sede. Infine l’ho tirato via con le pinze. Nessun problema in questo.

Indi ho dovuto allargare i fori sullo stick, perché il perno Ronstan è largo 4.75 mm contro il foro da 4 del vecchio perno. Quindi ho dovuto fare dei fori da 5 mm: ci va un po’ largo e la cosa non mi piace molto. Potendo l’ideale sarebbe fare dei fori senza gioco o con interferenza minima (4.6-4.7 al massimo, chi non ha in casa una punta da 4.7 mm?). Ho messo in sede il nuovo snodo (la cui forma è molto più figa del precedente!)e l’ho forato. La gomma è elastica, quindi se la forate con una punta da 5 ottenete un foro da 3.5 di forma irregolare, sapevatelo. Quindi per tentativi ho allargato il foro sulla gomma (solo sulla gomma!) fino a 6 mm, che corrisponde ad un diametro reale tale che il perno ci entra a martellate senza troppi problemi.
ATTENZIONE!
Prima di montare lo snodo e perno definitivamente infilate il tubetto di termoretraibile e il copri-cazzullo in plastica nera che poi andrà claccato sul porta snodo sulla barra. Se non lo fate siete molto stupidi e passerete la serata con pinze e fil di ferro a cercare di far entrare la parte quadrata dello snodo nel foro tondo del copri-cazzullo, mentre sacramentate a mezza voce. Come lo so? …ehm…
Dicevamo, montate lo snodo, infilate il perno e rifilatelo con un seghetto a ferro, o una mola se l’avete. Il perno fornito dalla Ronstan è un perno cavo di acciaio inox, probabilmente è pensato per gli stick in carbonio che hanno un diametro esterno maggiore del mio stick in alluminio. Non rifilatelo proprio a filo, che alla lunga magari i fori sullo stick si rifollano e il perno scappa via. Io ho lasciato circa un mm per parte. Fatto questo resta solo da proteggere il tutto con la guaina termoretraibile che potete scaldare con un qualsiasi phon.
Sulla manutenzione futura: per allungargli la vita utile può essere una buona idea smontarlo dalla barra tutte le volte. Ci vuole un attimo!
Un truciolo riccioluto, stupendo esempio di lavorazione a bassa velocità di taglio di un materiale duttile.

In tutto questo ho notato che i rivetti che tengono insieme la barra sono un po’ lenti, e che quindi andranno sostituiti a breve, inoltre vorrei mettere delle guarnizioni in gomma in modo da annullare completamente i giochi tra pala e barra, ma questo ve lo racconto un'altra volta.

mercoledì 4 agosto 2010

segnalescions

trovate l'articolo della regata di domenica scorsa qui. il sito della zona tace e putroppo non ci sono foto, tranne la premiazione, poiché la macchinetta è rimasta inutilizzata sul gommone dei controstarte-posaboe. E pensare che mi sono sparato lo stacchetto d'arrivo lasco+trapezio solo per motivi di immagine!
Ma dico io, quando ci ricapita!

lunedì 2 agosto 2010

Siamo una squadra fortissimi

Finalmente, grazie a Saturno che è entrato nella settima casa siamo riusciti ad avere vento, sole, mare, giudici e atleti tutti disposti a regatare contemporaneamente.
È la regata del Professore, la Franco Di Gregorio memorial.
Bellissima prova di forza del sottoscritto, che si aggiudica alle 18:00 circa ben due primi (spaghetti allo scoglio) e un secondo (frittura di pesce) anche questo bissato, il tutto annaffiato da dell’ottimo bianco fresco. Bellissima prova di forza dicevamo, infatti ho replicato a cena alle 20:30: dopo sole due ore mi sono sparato un primo-secondo-contorno 1-contorno 2-birra/e: veramente inavvicinabile!
Ah si, nel pomeriggio abbiamo anche regatato.
Tre prove, e semplicemente abbiamo asfaltato gli avversari. Il fatto è che l’eurotimoniere sa molto bene il fatto suo, e io bene o male ho le idee abbastanza chiare di come funzionano le regate: bisogna girare intorno alle boe, prima degli altri. A nulla è valso il tentavo del sabotatore mascherato che ha limato lo snodo dello stick, che si è rotto nel prepartenza della seconda prova.
Sarà forse lui il sabotatore mascherato?

Comunque sia siamo andati via lisci lisci, dei sei equipaggi partenti, solo un paio erano da tenere d’occhio, anche se nel vento calante del pomeriggio il distacco tra noi e loro è aumentato in maniera imbarazzante…forse merito del fatto che senza stick l’eurolaserista ha dovuto scomodamente timonare dentro al barca, e quindi avevamo un ottimo assetto.
Comunque sia abbiamo manovrato bene, lavorato con attenzione sul campo di regata e tenuto l’occhio vigile sugli altri. Di tre partenze una buona, una media e una male.
…O forse uno di questi due loschi individui?

Tre prove a bastone, quindi per la mia somma delusione solo 30 secondi di lasco al trapezio, all’arrivo della prima prova. Campo di regata abbastanza shifty, con prevalenza giornaliera verso destra insomma un occhio costante alla bussola.

Prima prova:
vento da trapezietto, a tratti riesco ad allungare un po’ le gambe sulle raffiche. Siamo centrati da medio e di bolina non abbiamo spunti brillantissimi, fatichiamo un po’ a scrollarci di dosso l’equipaggio autoctono Caravaggio-Medoro che è partito decisamente meglio di noi. Ma noi abbiamo l’arma segreta e vincente: una bussola, grazie alla quale riusciamo a virare sugli scarsi. Di poppa allunghiamo su tutti, anche perché manovriamo decisamente meglio. Dalla seconda bolina in poi regata senza storia, controlliamo le mosse degli altri e basta.
La randa ha una bella forma, la stecca alta con questo vento è puntata il giusto, forse solo un po’ troppo rigida.

Seconda prova:
briefing di bordo durante la pausa, vento è calante e decidiamo di alzare la centratura di un buco. Scelta giusta, scopriremo poi durante la bolina.
Con questo vento la stecca alta della randa è un po’ troppo puntata e fa arrabbiare l’eurotimoniere.
A tre minuti dallo start si rompe lo snodo dello stick, evento sottolineato da buona metà del calendario che è stato rapidamente citato a memoria da tutto l’equipaggio e da amici solidali sulle altre barche, i giudici hanno sottolineato con dei colpi di tromba San Pietro, San Zaccaria e Santi Cirillo e Metodio.
Rabberciamo riparazione volante con cimino del 4, regge fino a una strambata di disimpegno a 45 secondi dallo start. Pazienza, a questo giro si timona senza stick, ma comunque andiamo bene, anche se il timoniere fatica a trovare una posizione. Primi in partenza, primi in boa, primi e basta. Se prima di bolina non volavamo, con l’assetto rivisto e corretto non ce n’è per nessuno. Sono l’unico della flotta che trapezieggia saltuariamente!
La stecca alta provoca delle crisi epilettiche al timoniere che sbraita ad ogni strambata

Terza prova:
nella pausa vediamo di realizzare una giuntura barra-stick che sia più resistente: durerà fino a metà della prima bolina, un ottimo lavoro.
la prova è una fotocopia sbiadita (con meno vento) della seconda. Vediamo il coach Azzariti in boa (molto bravo, barca e vele vecchie, prodiere giovane ma lui manico) ma si suicida sotto le nostre vele. Noi ce ne andiamo e di poppa col vento morente e sotto i 6 nodi mettiamo dei distacchi notevoli.
La stecca alta è talmente puntata che il timoniere si percuote la testa con il boma accecato dall’ira mentre recita il Necronomicon.
In questa pagina del’antico testo viene spiegato quanta tensione dare alla stecca alta in funzione delle condizioni meteo marine.
Il resto della prova la passo genuflesso sulla deriva, come vuole la tradizione di zona. Vediamo spi sgonfi dietro di noi, strambate geologiche, noi cerchiamo di rimanere più fermi possibile e andiamo verso la boa. Tagliamo primi e ci avviamo verso il porto, dove il rientro si trasforma uno stillicidio sbandato sottovento.
Finalmente a terra possiamo ammainare e mollare quella cazzo di stecca.E infine veniamo giustamente premiati, e sorridenti veniamo immortalati dai giornalisti:
si noti la targa di primo classificato classe SNIPE data al mio timoniere: o al circolo velico di Ortona avevano finito le coppe o vogliono sottilmente farmi capire qualcosa…mmmh…

Lo dicevo io...

Gli illustri scienziati di Viterbo hanno appurato questo fatto. io che sono di fatto una mente razionale e scientifica mi offro volontario per la campagna sperimentale volta a verificare la tesi esposta.
del resto se il verbo principale di questo sport è cazzare...