lunedì 29 aprile 2013

St Ruffin Lake – 2013 Snipe panzapien regatta


Dopo anni di ardua resistenza sono capitolato e alla fine, con un pathos dell’Alcesti, ho messo piede per la prima volta su uno Snipe. Non un beccaccino qualsiasi, ma l’Air Force One, la barca del presidente. Be’ se proprio devo…che almeno ne valga la pena.
si noti come uso le pinze per afferrare la mia tessera  di socio snipe, per non venire  contagiato.
si noti anche il volto gaudente del capoflotta Aternum
Il detto presidente mi ha subdolamente convocato per la regata più importante dell’anno (per gli snipisti, sia chiaro) La invitational panzapien St Ruffin Lake regatta, millantando la soavità dell’agriturismo e la abbondanza e la qualità dei pasti.
Tutto vero.
Dal nostro circolo partiamo in tre, noi, Alberto&Paolo Gianfr&Pino, che in particolare mi prende per il culo un minuto si e l’ altro pure. Fosse anche l’ultima cosa che faccio in barca a vela, dopo tutte ‘ste prese per culo gli devo arrivare davanti. Non ci sono Caspi. Io sono un 470ista e i 470isti arrivano davanti agli snipisti, è l’ordine naturale delle cose. 
Primo giorno, partenza all’alba, viaggio neutrale sulle colline marchigiane e arriviamo lì per tempo, come una regata che si rispetti.  Trovo tutti a dormire o quasi. Nell’ordine scopro che:
  1. la partenza è prevista per le 13:30, che prima è troppo presto e voglio dormire
  2. il briefing è alle 13:00
  3. il briefing è un solo modo camuffato di chiamare un pranzo a base di bruschette, salumi e formaggi  indigeni.
  4. L’ air force one ha un’ unica centra fatta due anni prima dal gran visir di tutti gli snipisti e il presidente non la cambia manco sotto minaccia, da 0 a 28 nodi. Io che stavo lì carico come un tensiometro per fare 2 ore di centre pre-regata mi ritrovo a ghindare fino al segno (l’unico segno!) e stop, questo è tutto.
Nonostante questo, da bravo velista semiprofescional cerco di darmi un tono,  e ignaro di quanto detto sopra, se la partenza è alle 13:30, significa alle 12:30 in acqua, alle 12 mi cambio. Rimango per due ore a mangiare salumi con la muta indosso, ovviamente. Con un caldo degno dei prossimi 3 mesi.
E alla fine, ormai liquefatto, la regata ha inizio.
Noi iniziamo, per un banale disguido in partenza, 48 secondi dopo gli altri. Il banale disguido consiste in un’ interessante incastro ravvicinato nella flora a bordo lago, i rami sono sommersi e il lago è stretto, ma stretto stretto! Dalla linea è un attimo virare negli alberi…
Comunque ci scastriamo, partiamo e bordeggiamo. Di bolina abbiamo un passo decente, e complici dei culosi salti di vento riusciamo anche a non essere ultimi. Seconda  e terza prova a seguire, capisco come funziona il gioco: partire male, recuperare di bolina, perdere tutto di poppa. Per fortuna il percorso prevede l’arrivo di bolina e questo ci permette dei recuperi in zona cesarini talmente eroici che se fosse un film, saremmo Tom Cruise e Mel Gibson, per dire.
Dopo tre di queste buffe prove ci spediscono a terra, dove ci viene consegnato individualmente l’imbuto che servirà per farci dare da mangiare durante la cena di gala. Tale sontuosa cena, paragonabile ad un matrimonio, per qualità, quantità e invitati ha luogo ne miglior ristorante del circondario, sito nel ridente paesino di Pioltello, no Ravello, no Tortell…Smerillo, si chiama Smerillo.
Forse.
Quattro case di pietra in croce, una chiesa un ristorante e un panorama bellissimo, Trabattello è tutta qui. Prima della detta cena una guida assoldata per l'occasione ci porta in visita per il paese, in particolare ci intratteniamo nelle sale del museo d'arte moderna di Gerbillo, ricco di esponenti del ben noto (?!) Dadaismo Maceratese. E poi la carovana famelica si sposta al ristorante.  In acqua, eravamo 22 velisti. Più 3 giudici e una manciata di organizzatori. Totale a cena: 200 persone. Questi hanno davvero capito tutto. Gran buffet di antipasti, due primi, due secondi, vino finché ce la fai a centrare il bicchiere, caffe, amaro, dolci, il tutto rigorosamente offerto dagli Sponsors (con la S maiuscola!). Dopo l'ultimo Varnelli (ottimo liquore d'anice secco tradizionale del luogo, che ben si sposa con il caffè, ma anche da solo...ok scusate, ma ho scroccato talmente tanto che il marchettone è d'obbligo), un ultimo sguardo al cielo stellato di Tranello e filiamo a nanna.
Il giorno dopo, apparentemente ancora in fase digestiva, ci mandano in acqua alla stessa modalità e ora del giorno prima, e noi facciamo più o meno le stesse cose: grazie ad una partenza meno al rallentatore delle altre e ad un bordeggio giusto riusciamo a girare la prima bolina nel gruppetto di testa ad una prova ma l’arrivo impietoso è sempre tra la 6° e 9° posizione, né più né meno. Per grazia degli dei, per una penalità inflitta senza pietà alcuna, e per una certa bravura nel cogliere anche il più timido refolo utile riusciamo nell'intento: Gianfr e Pino sono dietro. 
Chiudiamo la regata 8°, migliori della nostra spedizione pescarese, ma sicuramente tra quelli che hanno mangiato meno (siamo magrolini, io e il presidente). Ah a proposito, dopo la regata c’era ovviamente la supergrigliata di carne e patate, tipo un mezzo bove a testa.

…snipisti…se non stai attento questi ti si mangiano pure un UDR a fine giornata…

mercoledì 17 aprile 2013

La luuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuunga bolina

(ovvero come lavorare per 11 minuti in due giorni e farci pure la bella figura di fronte all'equipaggio)

si noti la tensione atletica di questo equipaggio in assetto da bonaccia: zz....zzz.....zzz
Sabato e domenica, continuiamo con il campaltura con le regate costiere: Pescara-Vasto e ritorno per un totale di 54 miglia in 2 regate. Potrebbe essere divertente,potrebbe. Sabato partiamo con un vento indefinito più o meno al traverso e più o meno di 5 nodi. Appena partiti diamo spi, ma lo teniamo giusto 5 minuti, prima di dover iniziare a bolinare fin a vasto, nei 5 nodi di cui sopra che nei momenti migliori arriveranno addirittura ad 8. Non c’è neanche da virare, in pratica mi si incancrenisce una chiappa (sempre la stessa, regata monobordo…) contro la falchetta. Per arrivare ci mettiamo 4 ore e rotti, e arriviamo terzi dietro quelli che, ormai lo sappiamo con le ariette ci tritano di passo. E oggi c’era solo da fare passo, non è che potessi inventarti chissà che. In totale sabato ho lavorato  nei 5 minuti della partenza e poi un issata e un ammainata.
A Vasto abbiamo tempo per cazzeggiare alla grande, io finisco a fare una specie di partita di calcetto sulla spiaggia laddove qualche folle temerario (e ribadisco il concetto di folle temerarità, io non lo fare per nessun motivo al mondo) si butta anche in acqua per il primo bagno di stagione.
la bella spiaggia di Vasto
Domenica, per fortuna il vento è cambiato: ci tocca bolinare anche al ritorno, ma invece di essere un bordo unico è un bordeggio esatto, in pratica 74 virate in 8 ore.
Si, 8 ore.
E mezza.
Fino ad Ortona tutto più o meno bene, navighiamo in circa 8-9 nodi d’aria, in target (oh come parlo figo) e ci stiamo lasciando dietro i nostri avversari diretti. Dopo Ortona il vento inizia a calare, calare  e ancora calare…da Francavilla Foro a Pescara porto ci abbiamo messo 4 ore abbondanti, bonaccia assoluta durante la quale i nostri avversari ci hanno ripreso e superati.
Il picco di sfiga è avvenuto quando abbiamo anche preso una nassa col bulbo passando inesorabilmente da 1 nodo a 0: subito il mastro comandante mi chiama, io alla seconda R di “Corrado” mi sono già tolto la giacca, al “vedi se” mi sono tolto maglia, all’ “abbiamo pre..” mi sono tolto pure le scarpe e il “so la nassa!” l’ho sentito mentre mi tuffavo: due tre respiri fatti bene (più che altro per andare in temperatura, ) e vado giù a liberare.
Risalgo a bordo acclamato come un eroe, tappeto rosso e tutto il resto. Per 30 secondi di lavoro dopo 2 giorni di nullafacenza…eheheh
La impareggiabilmente tosta e mitica posa in partenza: 4.5 nodi...
E dopo tutto questo mio gesto di incomparabile tostezza e miticità, e ribadisco l'umida eroicità, scopro con orrore che siamo pure 4°…maledette bonacce.

giovedì 11 aprile 2013

Domenica acciaccata


Domenica, il rovescio della medaglia di sabato: invece di sole e 8 nodi, nuvole e 18, nodi.
In questo clima ostile l’ostilissima capitaneria dirama un avviso di burrasca (piuttosto pretenzioso, direi utile per loro per mettere il culo a massa) ma noi capitani coraggiosi usciamo lo stesso per la regata: 4 std, 5 o6 radiales e non mi ricordo quanti piccoletti. Tutti della LNI manco a dirlo. Per andarci piano il Cdr ha messo un campo buono per allenarsi a fare i giri di boa, che nella seconda prova è venuto spaventosamente buono a destra (a loro discolpa va detto che in quelle condizioni è meglio che il gommone posaboe stia a fare assistenza che a spostare le boe appunto.) in entrambe le prove le partenze e le poppe sono state decisive: nonostante i numeri bassi con vento forte ce n’è sempre abbastanza per fare casini, io sono partito a centro linea e ho sentito un paio di urli e botti fatti bene alle mie spalle…
Di poppa anche i migliori rischiano di andare in acqua, figuriamoci io. E infatti pago dazio e chiudo la mia triste prova ultimo di 4, peccato perchè durante la prima bolina ancora ancora stavo lì…mi rode u po’ essere superato anche da Paolo, so che almeno lui è ampiamente alla mia portata.
I miei quadricipiti piangono in curdo, ma tanto io il curdo non lo capisco e mi rimetto in gioco per la seconda prova.
Seconda partenza, più casino se possibile della prima. col campo così storto si fa il mucchione in battello, e io ne approfitto per uscire pulito 2-3 lungehzze sotto. Il mucchio fa vittime importanti, Luca rimane incastrato in un altrui vang e ci mette un po’ ad uscirne fuori decentemente: ha un passo decisamente migliore del mio, (non fosse altro che pesa e si allena come un laserista vero) ma la sua spregiudicatezza, il campo cortissimo, un po’ di culo fanno si che riesco a tenerlo sotto insieme a Paolo, che tomo tomo cacchio cacchio riesce ad acciuffare un terzo posto. Io chiudo secondo, L’eurotimoniere è obiettivamente su un altro pianeta, un pianeta dove forse il mare e piatto e si plana anche di bolina…
A conti fatti sono terzo a pari punti. Che culo!
Torno a casa con la mia medaglietta, e con la seguente lista di acciacchi:
  • spalla sinistra,
  • collo incriccato
  • ginocchio destro (da sforzo)
  • ginocchio/stinco sinistro (da urto)
  • orecchio dolorante (da bugna fiocco, sabato però)

insomma oggi, mezza settimana dopo, sto ancora un bijoux:

martedì 9 aprile 2013

Sabato asfaltato


Sabato regata altura, domenica regata laser (disertando l’atura…il dono dell’ubique obliquità ancora non ce la faccio) ma andiamo con ordine.
Sabato, dicevamo,  regata con la Strega II. Per prima cosa scopro come siamo andati quel dì: siamo primerrimi!essere primi dei croceranti è un po’ come essere orbi in terra caecorum, ma va anche detto che siamo primi di 14 invece che vattelappesca dei 3-4 regatosi iscritti in classe fulmini di guerra. Con questa prospettiva da difendere, andiamo ad armare il vascello e prepararci per la regata, mentre il proprietario di un classe crociera con vele in 3DL che noi dobbiamo pagare (non scherzo) si chiede che razza certificato abbia quell’altra tal barca 2 metri più corta, con vele comunque in laminato e che gli arriva davanti in reale (non noi un'altra ancora)…fatti delle domande e datti delle risposte!
Per inciso noi oggi arriviamo davanti ad entrambe con le vele cartone ondulato del 2001.
Per inciso ci sono scarsi 6 nodi e noi siamo 8 a bordo, per la serie “stamattina nun teneme ngente da fa…”
Prima partenza Il mastro capitano decide per la barca, io chiamo la linea col calibro e spacchiamo il secondo, mettendo per altro paura ad un pacioso bavarione sopravento che pur di andarsi a nascondere chiude la porta ad un nostro avversario diretto (uno dei due laminati, il più onesto dei due) che non vediamo più per tutta la regata. Per il resto noi fatichiamo un po’ a tenere dietro il bestione 3DL ma abbiamo il Michetti dalla nostra che chiama i bordi con insperata sicurezza: wow! Primi in reale, non  malaccio in compensato. C’è solo una barca che mi fa paura, una di quelle con un rating a quattro cifre, di quelle che gli basta arrivare. E arriva, 4-5 minuti dopo.
Seconda prova il vento è salito a ben 8 nodi, partenza tranquilla senza strafare e come sempre siamo davanti quei 40 metri dal mostro 3DL. Issata, poppa sempre in controllo, in ammainata, a dirla tutta un po’ concitata, abbiamo dei problemi di scotte, rullafiocco e tangone, nel senso che se cazzi la controscotta alzi il tangone che si incastra nel frullaprua. Per fortuna dalla boa conviene andare a destra, quindi non c’è da virare, ma ci metto u po’ a rassettare, spolverare e mettere in ordine. In tutto questo nella concitazione dell’eroica ammainata ho acchiappato lo spi per la base e questa mi è rimasta in mano, uno sbrego sullo spi di mezzo metro almeno. Il tessuto è talmente liso che basta tirare per strappare…e comunque ci fa andare più veloci degli altri.
Passo metà bolina ad improvvisare una riparazione sottocoperta, nastro forbici e tela adesiva. Ad un certo punto viriamo e lo spi mi inghiotte, riemergo e continuo il lavoro. Quando torno in coperta noto con un certo odio che il mostreddielle è avanti, bordo cannato completamente. A fine bolina ci rincontriamo, virata suicida sotto le sue vele. Male, male. Di poppa noi facciamo la nostra strada loro la loro. Ma loro fanno caramelle in strambata noi no e torniamo quasi pari. In boa siamo avanti e di nuovo primi in reale, eheheh…
Domenica regata laser io circa 18 nodi + raffiche: due prove corte, prese e date mazzate. (soprattutto prese, of course). Della strega, pure lei in mare, ho solo queste notizie:
come disse il capo "ognuno asciuga lo spi come vuole"
e sono sinceramente preoccupato per chi mi ha sostituito a prua, il Michetti di cui sopra. Però poi leggi questo sul sito nazionale e ti rincuori un po’…

giovedì 4 aprile 2013

Il venerdì sanctus delle sanctae impiombature

venerdì santo è vacanza finalmente non devo lavorare!!!
ed è per questo che mi pianto in barca a fare impiobature, manutenzioni varie cippi e ciappi senza conoscere nè dolore nè fatica per ore 9 e mezza:questa si che è vacanza, altro che lavorare!
nello specifico feci:
  • nuova cima del trasto (scittifredi violetta un po' frocegna ma figa) che il timonators vuole il trasto continuo ed era separato
  • nuova cima a circuito chiuso del vang, che la piomba di quella che c'era non è che mi facesse impazzire (altra scottifredi strafiga, che adesso vi sfido a trovare dove inizia e dove finisce)
  • scambio stick dei timoni, che il timoniers si è affezionato a quello di vertigo (ma soprattutto scambio delle basette...)
  • loopare i loop per le fasce puntapiedi et inde rimontarli (anche se mi sono venuti in po' lunghi)
  • assemblaggio strafigo della basetta della tacktick
  • varie ed eventuali

il mio vang, a circuito chiuso
Sabato siamo usciti il mastrotimoniere ed io, quando sembrava che non ci fosse più niente da fare. il supercazzut laserist squaron esce e rimane dentro la diga a fare manovre a distanza ravvicinata (dalla costa) nel caso in cui il flebile venticello li pianti lì. 
(il gommistruttore tra l'altro non è neanche tanto gommo: con pantaloni stagni-ascellari da pesca alla mosca sta in mezzo a loro che fanno manovre in un metro d'acqua. geniale. )
noi ce la prendiamo comoda e centriamo sto palo al meglio, tira qui tira lì, crocette e scrocette, insomma il solito.
alla fine usciamo e grazie agli dei il flebile vento, si trasforma, saltando a destra e sinistra come una capretta. vuoi vedere che si fa sul serio? 
una capretta che salta, per gli scettici è un paragone molto calzante!
SI!!! eio che pensavo che il cunny fosse solo di abbellimento...
si fa sul serio, trapezio, cinghie e tutto il corollario. 
siamo rientrati tre ore e mezza dopo per altro nell'unico quarto d'ora di bonaccia che ci ha fatto faticare per raggiungere terra: prima e dopo 12 nodi fissi...tsk gli scherzi del vento...