lunedì 27 gennaio 2014

Pescara x 2

Addì, 18 brumaio dell’anno di grazia 2014, gli intrepidi marinai Simionato-Di Nicola (cioè me ndr) hanno intrepidamente solcato le tempestose acque dell’adriatico, per competere altrettanto intrepidamente nella prima prova del campionato zonale altura in doppio, e hanno prevalso, inferiori di mezzi e vele, sull’intera flotta ivi presente ad imperitura testimonianza d’ardimento e di marinaresca perizia…[]
Cosi recita la targa in marmo e bronzo che sto facendo realizzare, a spese del comune ovvio, e che verrà svelata con pubblica cerimonia. Nel frattempo vi racconto com’è andata veramente. Io c’ero.
La ANMI presenzierà alla pubblica cerimonia, com'è giusto che sia
Si parla del Campionato zonale double-handed,  che sto facendo in qualità di prodiere tuttofare sul barconaltura. Il campionato si svolge in due date, che per venire incontro ai marinai desiderosi di avventura ed eroismo sono state posizionate non già nel caldo mese di luglio, ma gelidamente a cavallo di gennaio e febbraio. Bene! almeno uso la cerata nuova che è due anni che ha ancora su il cartellino del prezzo…
Partiamo dal sabato, che ci troviamo a sistemare la barca per ben benino, una pulitina alla carena, serbatoi vuoti al minimo tabellare,  qualche piccola ottimizzazione per le manovre da gestire in due invece che in 7. Tutto fatto sotto una bella pioggia battente. Dopo pranzo dovrei incontrarmi con Ugo per allenarmi in 470 ma non se ne parla, i frangenti sulla spiaggia dicono “NO!” e quindi pomeriggio del sabato a cazzeggio.
Domenica appuntamento alle 9, c’è da capire come funziona questa regata (percorso costiero a vertici fissi) e da armare i circuiti della barca. 
Scopriamo quel che c’è da sapere (il percorso è un triangolo + bastone NON al vento, vertici fissi parallelo alla costa, per un totale di 12 miglia) armiamo quel che c’è da armare e siamo fuori, anche abbastanza in orario. In mare sembra esserci poco vento, direzione da terra, non esattamente quello previsto ma comunque utilizzabile per partire. Noi già prima della partenza prepariamo il circuito spi sulle mura giuste, ad occhio sembra che un lasco stretto ci stia. Partiamo il mastro comandante al timone e io alle scotte, e ovviamente nessuno davanti a chiamare le lunghezze. Risultato forziamo un po’ troppo e siamo fuori, a detta dei giudici di 3 secondi. Pazientemente (mica tanto in verità, direi piuttosto a furia di porchidii) rientriamo dagli estremi e partiamo davvero, 3 minuti e spicci regalati agli avversari.  A questo punto siamo in recupero, la rotta è stretta, il vento è poco e la boa non si vede. noi decidiamo di osare, che altrimenti la regata finisce qua: diamo spi (bello strallato) e cerchiamo di fare velocità. In qualche modo funziona recuperiamo a vista d’occhio. E soprattutto il bordo a terra non paga, noi per tenere su Jessica siamo costretti a stare più a largo quindi un po’ per caso un po’ per bravura riprendiamo buona parte del distacco. ammainiamo appena ci accorgiamo di essere in rotta appena un po’ bassa e di genoa passiamo la boa di francavilla per puntare verso il largo. Strambiamo in boa ci mettiamo in rotta: davanti c’è un gennaker che va, il poderoso MAN allunga la strada inspiegabilmente,  noi decidiamo di dare di nuovo spi per un altro traverso stretto: giro il circuito e isso al volo, un altro bordo impegnativo: lo spi in queste condizioni tira come una bestia, e la randa pure, ovviamente scotte in mano, che mica siamo a passeggio!
si apprezzi nel gesto tecnico il trepidante eroismo di cui siamo intrepidamente intrisi! 
Ammainiamo a due terzi del bordo quando vediamo il gennaker di cui sopra sdraiarsi: evitiamo di farci fregare,  tiro giù da sottovento veloce come posso, apriamo il genoa e andiamo avanti così. Il vento rinforza e gira un po’: il bordo di ritorno verso la boa di partenza è di bolina (non proprio bolina al vento, ma bolina).
Noi di bolina abbiamo sempre un buon passo, il vento è sui 10 nodi scarsi che vuoi di più? Siamo terzi in reale, camminiamo bene e ci diamo dentro. Ma l’ammainata di prima è stata un po’ frettolosa e rocambolesca, e in previsione della rotta del prossimo bordo io decido di andare a fare un po’ d’ordine ora che è tutto tranquillo. Ci facciamo due conti su come dove e perchè isseremo (ma soprattutto perchè) e preparo il tutto di conseguenza, mi rifaccio lo spi sottocoperta e torno su per affrontare la boa, giusto 1 minuto prima.   Passiamo la boa e il vento crolla. Niente, crolla proprio. Roba che ci muoviamo a 1, 5 nodi…
Diamo spi, usiamo la scottina light da vento ultralight e cerchiamo di farlo portare la meglio. Non è un cazzo facile, abbiamo l’onda contraria al vento –poco, pochissimo- e questo rende le vele instabili. Alla fine un po’ rinforza, un po’ gira, un po’ poggiamo noi, insomma riusciamo a fare un'andatura di poppa piena nella norma, ci tocca addirittura strambare per andare in boa,a 34 lunghezze l’ammainata è la classica da sottovento (non voglio complicazioni) e ci rimettiamo di bolina stretta per tornare a casa: è l’ultimo bordo, quello dell’arrivo. Siamo piazzati bene,  terzi in reale, dietro a MAN e ad un elan 350 tutto figo che sembra un class40 e sprizza carbonio da tutti i pori. L’ultimo bordo è bello frizzante, il vento passa dai circa 8 nodi che avevamo in boa a 12, poi 15 poi 18 e qualcosina in più sulle raffiche. A questo punto l’unica è portare la randa in mano e il vang bello scarico, carrello perennemente sottovento. Straorzare è un attimo e noi ci andiamo vicini in un occasione, mente io ero sottovento a cazzare il genoa. Capiamo al volo che aria tira: tanta, servono 2 persone fisse timone e alla randa, e che il genoa si aiuti da solo. Per fortuna il vento cntinua a ruotare a destra, quindi passiamo da bolina abolina larga/traverso, che è un po’ più agevole. A rigore in 2 sarebbe da prendere una mano, ma a questo punto siamo praticamente arrivati…tanto vale stringere un po’ i denti.
Chiudiamo terzi in reale, neanche 8 minuti dopo MAN (che ricordo è un GS42 race con vele next generation, campione del mondo corinthian, ex campione italiano, portato per l’occasione dalla deliziosa signora MAN, che è arrivata seconda alle selezioni croate per le olimpiadi di Londra 2012) e, ça va sans dire, primi di giornata in compensato.

Adesso dobbiamo “solo” fare una regata perfetta la settimana prossima!

lunedì 20 gennaio 2014

Sunday doubty sunday

(che lo so io che si dice doubtful, ma poi non usciva l’assonanza)

Sabato, poco da dire, ci atteniamo ai piani. I piani sono:
  • appuntamento a ora di pranzo
  • armiamo
  • fuori a far manovre fino al tramonto (che può sembrare eroico… ma in questo periodo dell’anno significa 2 ore e spicci)

il resoconto è che c’è un aria da trapezietto (sembrava ce ne fosse di più, all’inizio, centriamo medio, risultato: barca un po’ piantata) e in quest’aria la conduzione è decente, le virate sembrano quasi normali, ma nelle strambate lo spi collassa. È senza dubbio il nostro punto dolente, ci lavoriamo su a lungo(arriviamo fino al colle del telegrafo!) ma non basta. A orecchio credo che sarà il topic dei prossimi allenamenti, nel frattempo vedremo un po’ di video ispiratori, è il meglio che possiamo fare soli soletti.
L’ evento degno di nota è che ho scoperto nel modo più stupido che c’è una fossa oceanica proprio davanti alla Lega Navale. In rotta di rientro, inizia ad essere scuro e il meteo è coperto, il mare è un monocromo blu scuro. Ci fermiamo al largo, liberiamo timone e deriva che siano pronti a salire, avvicinamento a terra…. Ad un certo punto sento la deriva che tocca la sabbia ma non si vede nulla del fondale, sollevo subito e altrettanto subito mi lancio in acqua per prendere la barca, mentre la barca fa altri 4-5 metri: pluff! Scompaio sott’acqua: ci saranno stati 2 metri di fondale…Per un attimo penso di dirgli: cazza randa e portami a terra io rimango qui a fare la polena”, poi cerco di darmi un tono, risalgo mentre benedico la stagna, Ugo mi guarda giusto un po’ basito (tutta sta manovra l’ho fatta in un nanosecondo quasi senza parlare): dal suo punto di vista ha semplicemente visto un pazzo che di punto in bianco si è buttato a nuoto dalla SUA barca a gennaio…
Io, un attimo dopo essere saltato in acqua per fermare la barca.
Poi ho spiegato.
Poi.
Nel complesso un bell’allenamento, c’era abbastanza aria per divertirsi ;-) .

Domenica, l’appuntamento è per la mattina, ma tutti i sistemi meteo del regno prendono una cantonata imperiale e dai 10 -15 previsti stiamo a 0-sbuffetti timidi. Per non sprecare la giornata ci mettiamo a fare centre e messa a punto e qui che casca l’asino, cioè me. Ugo si legge e rilegge la guida north, ci mette del suo e mina le mie poche certezze a suon di numeri e sensatezze. E io non sono indifferente alle sensatezze!
Long story short: passiamo 3 ore buone a rifare la centra base, portando di piede d’albero un po’ più avanti, chiudendo di più le crocette, alzando di mezzo buco le sartie, e già che ci siamo tirando un paio di tacche il puller: il tutto per far tornare prebend e rake di riferimento. In pratica  cambiamo tutto, per non cambiare niente (apparentemente).
Sarà il mare a dirci se va bene, ma senza un avversario per confrontare la velocità la vedo dura…
Il pensieroso sottoscritto, ibernato nella grafite a furia di pensare alle centre.



martedì 14 gennaio 2014

470 - L’uscita

Io e Ugo ci abbiamo riprovato domenica seppur con un’arietta minima sindacale, appena sufficiente per un paio di strambe. Giusto per annusarci un po’.
sniff sniff...
Io passo il più tipico dei sabati del 470ista, faccio centre sull’albero race (riassunto della saga: fatte centre sull’albero allenamento, stuccata ghinda, scambiati alberi per poter navigare in attesa di riparazione, fatta ghinda nuova nel frattempo, da ripassare con la sonda) e guardo la manica a vento che punta a terra. Timido e speranzoso mi sono portato pure la muta, che non si sa mai. Inutile.
Domenica ci troviamo di buon’ora, i sistemi meteo del regno sono indecisi tra il nulla totale e l’arietta governabile: solo 3 nodi di scarto ma lì in mezzo c’è una bella differenza. Noi nel dubbio armiamo con calma, che Ugo fa un sacco ma un sacco di domande: ma questa drizza qui…ma se ghindi un po’ di più qua che succede…e se tiro quo…e se premo questo pulsante rosso con scritto “AUTODESTRUKTIONEN” che fa… (per chi non se lo ricorda la barca è di origine lanzichenecca)
Insomma mi piace. È uno che le cose vuole capirle, e capirle bene.
Alla fine di questa didattica sessione di armamento durata solo mezza mattinata facciamo l’issata di prova a terra, lo spi si gonfia garrulo e rotondetto e allora decidiamo che basta teoria: si va in acqua. Il tempo di cambiarci che il vento inizia a morire&girare: il più classico dei classici. Andiamo lo stesso: passiamo i primi 40 minuti a bordeggiare nel nulla (e nonostante tutto la barca pare muoversi: corrente?) e poi entra qualcosa di stabile in intensità, direzione in corso di definizione (ma tendente al N NW, bello freddino) che ci permette di portare la barca come se fosse una barca, filetti a segno e tutto il resto. Sbandata sottovento, ovviamente. L’allenamento è breve, ma manteniamo un tasso di manovre alto per compensare: non è che ci escano un granchè bene, ma era prevedibile. Lo stile medio è di due che vanno a spasso, quindi decisamente meglio della media zonale (dove lo stile medio è due cecati a fa a pretate), ma decisamente peggio della media nazionale. Se dovessi dare un voto sarebbe un 6 d’incoraggiamento. Miglioreremo con la pratica, ma il guaio è che io ho dimenticato molte cose di come si fa il timoniere, quindi neanche riesco ad istruirlo a dovere. Sul dritto però andiamo dritti, che bravi ;-)
Purtroppo, quando il vento inizia a salire e farsi divertente noi rientriamo, abbiamo irrinunciabili e pressanti impegni familiari e quindi nisba, all’una e mezza a terra. Per stiracchiare al limite il tempo in mare decido al volo che una volta a terra lasciamo la barca aperta, sistemiamo solo le vele e ripasso dopo pranzo a mettere in ordine tutto con calma, dopo il pressante impegno appunto. Noi ci accordiamo per sabato prossimo, meteo permettendo.
Al ripasso quando vado a lavare e coprire la barca vedo questo:


…ovviamente.

lunedì 13 gennaio 2014

470 - La svolta

Ed un bel giorno di dicembre, l’eurotimoniere mi informa che per il 2014 vorrebbe tirare un po’ i remi in barca, impegni familiari, poi le tasche piene di prendere schiaffoni dai ragazzini che vengono su dal 420…E poi la vera verità, è che vuole provare a qualificarsi al mondiale 2015 in snipe, e per farlo si deve fare la stagione 2014 sullo snipe appunto. (con chi, con quale barca, con quali ambizioni non mi è chiaro. La mia impressione è che sia un tentativo mal congegnato in partenza: per finire nei primi 5 –anche in classe snipe!- ti ci vogliono barca decente, vele nuove di pacca e prodiere costante e allenato)
Molto cortesemente mi chiede anche se la cosa può interessarmi.
Molto gentilmente declino.
Io non ne ho le tasche piene di planare sotto spi: questioni di punti di vista, in fondo sono io quello appeso che si diverte…
E così le nostre strade si separano, almeno per un po’. E io mi ritrovo a cercare un timoniere per rimettere il culo in acqua. Mi guardo un po’ attorno, gente brava ce n’è, gente brava con tempo da perdere per andare in 470 un po’ meno…
E così un bel giorno di gennaio, ci troviamo io e Ugo, per uscire (anche se poi non siamo usciti, garbino rafficoso per la nostra prima volta…forse non era il caso). Ugo è un laserista radial, di quelli che in zona girano davanti. Ha anche una bel curriculum di monotipi e minialtura, insomma potrebbe essere un ottimo acquisto. È interessato ma ha la cautela di chi approccia per la prima volta ad una nuova classe. Io sono mooolto interessato e basta.

Ci abbiamo riprovato questo week end, stay tuned

venerdì 10 gennaio 2014

Piccole buffe stranezze del sottomondo

Dove con sottomondo si intende quell’interessante e variegata popolazione delle classi non olimpiche, che quest’anno ho frequentato un po’.
Iniziamo con la perla delle perle: In snipe per lubrificare il manicotto dello sparatangone i più forti sono convinti che la mano santa sia la crema nivea. Proprio la Nivea! nel barattolo basso e azzurro, diffidate anche dalle altre marche di creme idratanti. (per inciso io ho continuato ad usare il WD40 che è un lubrificante di professione). Posso solo immaginare quale campionissimo dei primi anni ’90, trovatosi a corto della preziosa bomboletta mentre armava la sua barca che cammina, abbia sopperito con brillante inventiva con la crema mani della moglie e da allora tutti così.
-Amore hai qualcosa per lubrificare lo spara tangone?
-lo sparache?...(mumble mumble)...Porco! siamo in pubblico e tu hai una regata da fare!
In FJ abbattono in carena per qualsiasi cosa, per regolare le crocette (e posso ancora capirli) per misurare il rake e prebend (!), anche per assicurarsi che la randa sia in testa. Hanno ‘sta passione per scuffiare la barca a terra, nun c’è gnente da fa’.
Sempre in FJ si vedono tra le più fantasiose e complicate soluzioni a problemi noti e già risolti e sepolti, tipo: drizza spi rinviata al solito paranco elastico, non già 1:3 ma 1:5, rinviato di lato, lungo la panca invece che al centro, tanto per aggiungere 2 o 3 bozzelli in più…oppure rullo di solinghiana memoria precaricato con elastico ritorto a poppa e/o guinzaglio estensibile del cane  (smontato il guinzaglio, montata la drizza) legato a poppa. Quest’ultimo molto fantasioso, va detto.
Ancora in FJ: Circuito scotta randa bifido (tipo snipe per capirsi) passante nel boma (figo! Scotta a scomparsa) uscente da un rinvio incassato nel boma, e da qui verso la torretta direte voi…no! verso un bozzello esterno fissato con un ponticello sul boma in verticale sopra la torretta, 10 cm più a poppa del rinvio di cui sopra. Ma mettere il rinvio 10 cm dietro  e stop pare brutto vero? Eppure sul laser (o sullo snipe o sul vaurien, o sul vattelappesca) funziona così bene…
Non lo so, più lo guardo più non capisco…è non è che sia un cassone che galleggia con onda a favore, è una barca nuova, figa e sbrilluccosa! Mah…
La poche centre: una sola per gli snipes e due (una per tutte le stagioni e una di sopravvivenza) per i FJ…io ne ho 5, e sono abbastanza normale come 470opode ;-)

Vabbuò il mondo è bello perchè è pieno di barche strambe.

giovedì 9 gennaio 2014

2013 stats

Abbiamo chiuso l’anno, e come sempre mi faccio due conti in tasca per vedere che ho combinato. Velisticamente,  s’intende.
54 uscite “di lavoro” tra regate e allenamenti su tutte le classi veliche frequentate, circa una a settimana in linea con i miei standard. Di più proprio non mi riesce…ma continuo a provarci. 
470:
  • 7 giorni di regata (2 nazionali tra cui il nobile 14° a Bracciano e l’omettibile a Formia, Trofeo del medio adriatico, Velandiamo e altri eventi minori)
  • 14 uscite in allenamento, tra eurotimoniere e fragliottina e gente casuale/una tantum

Laser:
  • 2 sole regate a inizio stagione, manco mi ricordo i piazzamenti (tipo 2° e 2°)
  • 9 soli allenamenti
  • 3° in ranking assolaser, per quel che vale (siamo tipo in 4…)

Altura:
  • 9 giorni di regata
  • Vittoria della cooking cup (ovviamente merito dei cuochi)
  • 2° al primaverile classe crociera
  • 2° all’autunnale classe crociera (proprio ‘un c’è ngente da fa’)
  • 11° alla sfida, partendo molto ultimi

Varie ed eventuali:
  • 7 giorni di regata su snipe e FJ
  • 6 giorni di allenamento su Snipe, FJ e 49er
  • 9° al campionato nazionale FJ, per un totale di 5 giorni in acqua
  • 8° nazionale Snipe di Pescara
  • 8° alle vele di San Ruffino
  • Incalcolabile numero di scuffie in 49er


Salta subito all’occhio che ho cazzeggiato fortemente in laser. Ma proprio tanto! Il problema è che il calendario zonale di quest’anno è stato unificato in parte al calendario doppi e questo ha portato me ed altri pluriclasse a dover scegliere. In altre occasioni semplicemente è successo che si sovrapponesse con il calendario nazionale 470. Insomma partito male l’anno, non è che poi mi sia sbattuto più di tanto ad allenarmi, questo è quanto.
Il 2014 sarà l’anno della verità, il campionato 470 di zona praticamente non esiste più (sono rimasto solo), vedremo se riesco a fare qualche regata laser in più.
In 470 abbiamo fatto alti e bassi, la barca nuova va benone con vento, un po’ meno bene con arietta. Sta di fatto che la prossima stagione non sarà come questa appena passata, ne parlerò diffusamente più avanti. Resta il fatto che abbiamo fatto due sole nazionali, e una tappa del TMA, il resto sono robette locali (divertenti ma niente di serio dal punto di vista agonistico)
In altura è la solita attività zonale stabile e senza sorprese, anche se abbiamo salutato con giubilo l’arrivo dello spi nuovo.

Infine la vera novità del 2013 è stata la mia attività di prodiere in affitto, ho fatto regate qua e là per i puro gusto di farle. Bene in snipe (dove una sanruffinica trasferta non si rifiuta mai e ho detto MAI), carino in FJ: bella l’esperienza, ma definitivamente la barca mi mette in difficoltà dimensionali. Per il 2014 continuerò a fare il freelance, magari limitandomi allo snipe (anche se non è detto: un Lannister accetta sempre quanto gli viene offerto).