lunedì 29 novembre 2010

Mmh…giornatona!

il nostro spassionato consiglio agli avversari: NON SEGUITECI! La loro risposta è stata:“tranquilli, non ci pensiamo minimamente!”

Sabato, ultima regata del campionato altura. Le previsioni sono per 4-6 nodi di scirocchetto pigro e novembrino. La verità è una roba indefinita per direzione e intensità da 6 a 18 nodi. È stato toccato il record annuale di cambi vele, nell’ordine:
  • leggero (prepartenza)
  • medio (prepartenza)
  • pesante ma con medio in coperta (prepartenza, india su)
  • medio con leggero in coperta (prepartenza, india su)
  • pesante (prepartenza, india su)
  • medio (con cui siamo partiti)
  • durante la poppa rotazione del vento giù spi su leggero (c'era il medio in coperta)
  • medio (prepartenza seconda prova)
  • pesante con medio in coperta (ma teniamo il leggero a portata di mano)
  • pesante e via così ripiegare sottocoperta il medio alla meglio, sia mai che serva (ed è lì, a fine giornata, che capisci l'intima bellezza di un laser con UNA SOLA VELA)

ovviamente ad ogni passaggio dei 13 nodi di reale anche lo spi doveva essere cambiato. Ciò è avvenuto almeno 5 volte…
il tutto per indicare che, nonostante il risultato infimo, io la birretta me la sono meritata! Per la cronaca, siamo stati talmente “bravi” che abbiamo ciccato un arrivo (riduzione di percorso sui generis) quando stavamo andando fortissimo, e siamo andati a spasso per tutta la seconda prova.
Mah, chiudiamo il campionato con due sesti posti un po’ incolori, le classifiche le trovate qui.

venerdì 26 novembre 2010

Statistiche di fine anno - 470

Eccoci qui a raccontare una stagione definitivamente anomala: tanto per dire è inziata ad agosto…
  • Solo 9 giorni di regata di cui 4 a Formia, l’unica trasferta dell’anno. L’anno scorso sempre 9 giorni di regata, con 4 giorni fuori. La cose non sono migliorate da questo punto di vista.
    16 prove fatte, di cui 8 vinte. Le altre sono un secondo e gli imbarazzanti over 45 del CICO
  • 57 strambate in regata
  • 1 h 22’ di planata complessivi in regata
  • Un paio di potenziali 470isti sottratti al lato oscuro della forza
  • 2 stecche perse in mare (ma vaff…)
  • Un tangone perso in mare (epporcatroia!)
  • 173.5 smadonnamenti assortiti in uscita di manovra per i seguenti motivi: dolore al ginocchio (96), maniglia sui denti (7), ammainate in acqua (2), strappi sulle vele (2),scotta nuova scivolosa (9), virata&scuffia senza preavviso (0.5: metà del cristone si è perso sott’acqua), copertura degli avversari (15), ed infine con vento forte per motivi coreografici (44). Fuori classifica la recente dipartita del costosissimo e amato tangone.
È stato inoltre un anno che ha visto il mio cambio di ruolo: sono passato a prua ed è cambiato timoniere (è salito l’eurotimoniere e gli ho ceduto lo stick: ci ho messo 27 minuti ad aprire la mano il giorno del primo allenamento…) per un guadagno complessivo in tutte le andature. Continueremo anche l’anno prossimo, con l’obiettivo di partecipare alle regate, non guardarle da poppa.
Una gnocca ritoccata con Photoshop, messa qui a scopo dimostrativo su come un opportuno postprocessing migliori il risultato finale.
E ora un po' di considerazioni a posteriori: benchè in zona ce ne siano di persone che mi insegnano a portare la barca, con opportuni aggiustamenti salta fuori che ho vinto la ranking list il 470 con una regata di anticipo e sono arrivato secondo in ranking list Laser, nell’anno d’esordio. Inoltre regato attivamente in altura, classe regata. Sulla carta, presentando opportunamente le cose sono fortissimo! che bella cosa le statistiche!
Appena mi sgonfio rinizio ad allenarmi, che in queste condizioni non entro neanche nella muta…

Un'altra gnocca ritoccata, messa qui per aumentare i contatti giornalieri

mercoledì 24 novembre 2010

Estrema e timonesca leggiadria

Eureka! Ho trovato la causa quasi certa delle nostre scarse prestazioni al CICO: il timone è in sovrappeso di ben 9 grammi…e allora cambia tutto!
Si apprezzi peraltro la graziosità del vassoio con le ochetteche sembrano camminare e starnazzare sul timone :-)

La caccia ai pesi continua…

lunedì 22 novembre 2010

Obiettivo raggiunto!

Con somma prepotenza io e l’eurotimoniere ci siamo imposti sulla flotta locale, regolandoli con ben due primi e un secondo (per la cronaca: mezze maniche con la pancetta, zuppa di farro e ceci, capretto al forno con patate…scusate era pessima ma non ce l’ho fatta a tenermela)
Decisiva la scelta tattica di affrontare il laschetto d’arrivo sotto spi:

EUROTIMONIERE: vento in rotazione, 2 lunghezze alla boa, prepariamo l’ammaina
ZONALPRODIERE: aspetta, visto gavitello di arrivo, direi che strambiamo e punti ben al centro della linea , ci entriamo di spi facile
ET: sicuro? Non conviene puntare in boa? E se ammainiamo?
ZP: niente ammaina, punta in barca: ho visto che c’è il fotografo e ho bisogno di aggiornare il layout del blog, l’hai visto che figo quello di Giulia Tobia? E quello di Giulia Conti?
ET: a beh allora…aspetta che mi aggiusto la bandana…

Per essere sicuri abbiamo tagliato l’arrivo 6 volte, provando a variare le impostazioni della macchinetta.
Finalmente mi hanno fatto una foto sotto spi decente, quindi posso ritirarmi dall’attività agonistica, comprare l’argentil e lucidare le coppe…

Per la cronaca, che troverete sul solito sito LNI e sul sito federale, abbiamo vinto la ranking zonale scartando un 2, dietro di noi il coach Azzariti, che ieri correva con la barchetta nuova. Il due è accaduto perché da bravi sboroni abbiamo dato spi con garbino rafficoso e siamo partiti in straorza+scuffia un attimo prima dell’ammaina. Ovviamente dopo aver sganciato il tangone ma prima di averlo riposto sotto la paratia, risultato: adesso il tangone riposa in pace nel fondo del mare.
Ci piace ricordarlo così: ricoperto di vestiti, a Formia, dove avrebbe voluto invecchiare…addio amico mio
Invece il capo fraglia Azzariti, ha sboroneggiato di meno e ci ha passato in souplesse all’ultima poppa…vabbè amen, meglio planare e scuffiare che non provarci neanche, soprattutto se hai già due primi che ti mettono al sicuro il risultato!
Ad ogni modo tangone a parte, giornata strepitosa con vento degno di tal nome e planate spettacolari!
ah, incidentalmente abbiamo asfaltato gli avversari...in ranking listi scartiamo un 2!

eccoci qui, con la barca nuova per la prossima campagna olimpica...si si adesso mi sgonfio!

venerdì 19 novembre 2010

La qualità più importante

Riflettevo, così. Di quando timonavo, e di adesso che invece prueggio. Della mia prima barca e della barca attuale, Vertigo.
Per me il prodiere non deve essere particolarmente bravo (be’ insomma neanche un cane sia chiaro) o tatticamente superiore, anche se farebbe comodo. Per me la cosa più importante è che deve darmi fiducia. Io devo stare lì e timonare, senza preoccuparmi che il prodiere possa farsi male in manovra o non essere in grado di fare un lavoro perché il gioco si fa duro e la paura ti blocca il cervello. Se timoni pensando a cosa combina il prodiere allora non stai timonando, è semplice.
Ecco.
Il prodiere ideale è una persona di cui fidarsi, al 100%. Una persona di cui, a furia di manovrare, conosci ogni possibile reazione, come un estensione muscolare di te stesso. Tu pensi di orzare e lui si stende.
Il timoniere ideale, oltre ad essere dotato di una sovrannaturale capacità di concentrazione, deve ispirare fiducia nel prodiere. Il prodiere non deve pensare “oh, io vado fuori e mi appendo, ma tu non mi buttare in acqua” se si va di questo passo avviene un penoso dentro-fuori con la barca che rolla e la randa che non va mai a segno. Penoso appunto. Il pensiero giusto è”vado fuori per tenere la barca piatta, lui sa fare il suo lavoro.”
E poi c’è la barca, che ha il suo peso. Non riuscirei mai a tirare il collo ad una barca di cui non mi fido. La paura di tirare giù il palo, o di spaccare tutto sarebbe troppo grande. Il giorno che smetti di fidarti della tua barca vendila di corsa, non fa più per te. Ecco perché il tempo passato a terra è così importate. La gente ride quando controllo e ricontrollo tutto periodicamente, prende per il culo quando per l’ennesima volta smonto tutto per la manutenzione periodica. Che ridano, io resto dell’idea che tutte quelle ore costruiscono la mia fiducia nella barca, e che la sfortuna non esiste, la sfortuna è solo mancanza di manutenzione.
Alla fine tutto questo sport si riduce ad un castello di fiducia, negli uomini, nei mezzi in e te stesso.

mercoledì 17 novembre 2010

So long Lila

Divertiti col tuo nuovo fidanzato, scommetto che sarai bravissima a fare la mamma. Ci mancherai, tu e il tuo naso peloso…

lunedì 15 novembre 2010

Weekend ottimista

Finesettimana bellissimo, soleggiato, tempo mite e…bonaccia assoluta. Vento medio: un nodo variabile nell’arco delle due giornate.
Il terribile Adriatico di Pescara, e il Mar de la Plata. Trova le 5 sottili differenze!

Sabato sono stato impegnato nell’assistenza di una regata optimist, la coppa AICO, e quindi ho fatto il gommonauta, in tre sul gommone del controstarter: Il motorista, l’UDR e il salpancore. Indovinate io chi ero? Tutto molto bello, i bambinetti che van per mare, le future generazioni, la vela di domani e tutto il resto. Duecento e passa impuberi (altro che Velascuola, queste era veramente una falange armata!!) che secondo me necessiterebbero una bella raddrizzata. Come detto vento zero, si stava lì sul mare come optimist d’autunno. Ad un certo punto intorno alla barca giuria parte una forma di protesta da parte dei regatanti per motivi ignoti, i bambinetti si sono messi a fare casino con i fischietti.Tutti.
Io, che per abitudine ringrazio il CDR all’arrivo, non capisco. Se ci mettiamo a protestare con l’arbitro che differenza c’è tra un velista e un calciatore di serie C2? Di un genitore incazzoso di un calciatore che gioca in eccellenza?
ARBITRO CORNUTO, c’erano più di 4 nodi!!!

Ho sempre creduto che gli UDR sono sacri, magari incapaci, ma sacri, fosse solo che mentre io mi diverto loro lavorano non pagati, di domenica. Non esiste al mondo che si possa far un casino tale. Giustamente il CDR ha salpato e rientrato in porto, con mezz’ora di anticipo sull’orario limite.
Se io fossi stato l’allenatore di quei ragazzini gli avrei fatto una bella cazziata, altro che “so ragazzi!”
Per la cronaca credo che ieri i rigazzini siano riusciti a fare una prova tirata per i capelli.
Domenica sono stato impegnato col pranzo parentale per cui non prestato la mia opera di salpancora, così nel pomeriggio mi sono ritagliato un paio d’orette di manutenzione. Mi sono dedicato al laserino, che aspettava da quel dì il suo bozzello nuovo per il boma, e già che c’ero ho messo il passascotte in tessuto togliendo il ponticello d’acciaio: mai più craniate dolorose in virata! Indi ho sostituito le ruote al carrello di alaggio (con moderato scojonamento, visto che c’era la barca su e con una mano facevo il crik e con l’altro cambiavo le ruote, comunque sempre meglio dei pit stop ferrari…). Alla fine mi sono dedicato all’ammiraglia della flotta. Tempo fa avevo deciso di installare un tappino di scolo sul longherone centrale a poppa, per far arieggiare meglio. ieri l’ho fatto, e ho scoperto che il detto longherone è riempito di schiuma, non credo che servirà a molto...vabbè ora comunque è li.
Comunque, schiuma o no, domani carichiamo la barca che domenica prossima c’è l’ultima regata del campionato zonale, finalmente si torna in acqua!

Strane richieste in "redazione"…

ma la domanda che mi sto facendo da giorni a questo punto è: ma come diavolo fanno queste fortissime veliste a mettere la sfondo figo e gocciolante invece del tristissimo nero che ho io?

Mi contatta un mia amico altoscano (ovvero della toscana alta) per chiedermi se posso aggiungere al mio blogroll un blog di un equipaggio che sta iniziando a lavorare sul serio. Stiamo parlando della doppia Giulia, tanto per essere precisi, e infatti le trovate qui di lato. Io accetto ben volentieri, conscio che i miei circa 15 contatti al giorno le aiuteranno senza dubbio ad avere molta visibilità: cioè, parliamoci chiaro, una volta che arrivi sul prestigiosissimo e selezionassimo Vertigo blog tre quarti della campagna mediatica è praticamente fatta!…si …certo…
Per inciso fino ad ora il mio unico contatto con le suddette giulie è avvenuto al CICO, quando appena dopo un giro di boa eravamo a soli 5-6 metri di distanza. Io le vedo, e dico all’eurotimoniere: “quelle lì hanno fatto Istanbul, o noi stiamo facendo la prova della vita o loro stanno regatando di merda. adesso ci attacchiamo al loro culo e non molliamole per un attimo”
Ovviamente, loro stavano facendo il loro scarto.

giovedì 11 novembre 2010

Confusione naval-terminologica

In questo post, ho ricevuto un commento anonimo (ma sospetto che sia l’eurotimoniere, ai tempi un aitante Capitano di Corvetta, mica cispolotti!) in cui si scoprono dei retroscena della Nave Vespucci talmente belli che meritano assolutamente la prima pagina. Chi siamo noi per negargliela?
Vista la mia ignoranza ho cercato su google “parrocchetto”: forse sbaglio qualcosa….

Anonimo ha detto...
E bravo il Corradone!!! Sei stato sulla Nave che è il nostro orgoglio. Pensa che per 103 giorni (estate 1985)
ci ho vissuto sopra anch'io. Qualche commento:
  1. hai visto che bitta lucente? indovina chi la lucida? E tutti quegli altri ottoni che vedevi un po' dovunque?
  2. hai idea come vengano trasmessi gli ordini per la regolazione delle vele dalla plancia alle sezioni ed ai pennoni? E tu pensi che i vari Torben Grael & Co. saprebbero capire quel "linguaggio in codice"?
  3. la tua voce marinaresca dovrebbe sapere che non esiste la "gabbia di mezzana" ma esiste la contro mezzana fissa e la contro mezzana volante
  4. il Guardiamarina che imbroglia il parrocchetto??? Tut ... tut.....
  5. "regia marina militare"? Tsk ... tsk
  6. ma oltre a rimanere basito in cerca delle manovre corrette, dopo averle trovate, come pensavi di serrarle: da solo? senza il fedele winch??? E senza passare una bozza prima di mollarle dalle caviglie????????
  7. Li hai visti i bastingaggi?
  8. Sei sceso sotto nei locali della prima o della seconda squadra?
  9. Sai perchè bonariamente la Nave la chiamavamo anche ... "Vespauschwitz"?

Poi ho cercato “gabbia”, e inizia ad avere un senso: così è più facile serrare il parrocchetto!

Le mie risposte:

  1. I poveri marinaretti di bianco vestito…e quindi anche tu nel lontano 1985
  2. So che si usa un fischietto, in mano al Nostromo. Credo che un simpatico scherzo per i nuovi arrivati consista nell’usare un fischietto per cani a ultrasuoni… E no, sono sicuro che neanche Torben ci capirebbe nulla, ammiriamo il nostrano Straulino anche per questo! (alla faccia della multilateralità federale)
  3. Supercazzola! E la cosa che mi stupisce e che tu te le ricordi ancora…103 giorni che ti hanno segnato, vero?
  4. Super-suercazzola!
  5. Antani, come fosse una gabbia volante terzarolata a destra?
  6. Ti poni queste domande dopo avermi visto al trapezio con millemila nodi? Le mie risorse sono inaspettate e insospettabili, bozza o non bozza!
  7. Bastingaggio lo dici a qualcun altro!! Sgrunt! Io sono una persona per bene!
  8. purtroppo no. Noi gente pev bene veniamo invitati solo il quadvato degli ufficiali supeviori…Ma voci di corridoio narrano di amache misura criceto per i comuni mortali
  9. Suppongo per gli ampi spazi vitali concessi agli allievi di prima e seconda classe, del tipo: ”ah, in questo gavone lungo la murata altresì noto come bastingaggio riponete le vostre amache ripiegate?” “No quelli sono gli alloggi”

Delle caviglie: e qui finalmente ci siamo. Sono convinto che ogni marinaio che si rispetti lascia perdere il parrocchetto e la gabbia quando le vede!

lunedì 8 novembre 2010

No wind, no race

Domenica assolutamente statica, abbiamo fatto ben 5 virate, con un folle vento di 3 nodi e ci abbiamo messo 2 minuti. Poi abbiamo ammainato il genoa e abbiamo aspettato per 4 ore che fosse troppo tardi. Il vento non è mai stato superiore ai 5 nodi e spicci e quindi non si è fatto nulla, tranne ciondolare in acqua e raccontarci barzellette. In compenso io ho sfoggiato un nuovissimo pantalone della cerata marca Slam, rosso fiammante, più bello che mai.
Un gabibbo in assetto da regata

La storia è questa:

IO: Amorino, mi si sta scucendo il pantalone della cerata, mica puoi prestarmi il tuo?
AMORINO: eh? cosa? Io possiedo una cerata?
I: ma si, te lo regalò tuo padre sull’onda dell’entusiasmo quando nel 2005 uscisti con lui in barca per due domeniche di fila! Te lo comprò a Genova a prezzo fiera, ricordi?
A: ahhh, ma non era un costume del Gabibbo quello?
I: no, luce dei miei occhi, è una cerata e anche di buona marca, me la puoi prestare?
A: Oh mio prestante e adorato fidanzato, te la regalo!...sempre che la ritrovo, l’ultima volta che l’ho vista era in soffitta sotto gli addobbi di pasqua del ’94...
I: oh, quale gesto sublime! ma sei sicura? E se poi ti serve?
A: mi hai mai visto in barca con più di 7 nodi e in un giorno che non fosse compreso tra metà maggio e settembre? E se anche fosse indosserei una sciccosissima cerata rosa di hello kitty! Mica ‘sto sacco informe con scritto russel..coutts..e poi chi è ‘sto Russel?
I: Errore mio, domanda idiota…

La mia dolce fidanzatina adora i gatti giapponesi macrocefali.

E così Corr ha vinto una cerata nuova di pacca (c’erano ancora i cartellini dal 2005…) in prestito a tempo indeterminato!

Marineria d’altri tempi

Sabato sono stato qui:
e devo dire che inorgoglisce non poco l’animo marinaresco di chiunque passeggiare in coperta su una simile nave. Abbiamo gironzolato in coperta, e poi complice il marinaresco cognato, siamo scesi per dare un occhiata anche nel quadrato ufficiali, un CAPOLAVORO!
Se questa è “solo” una bitta figuratevi il resto

Il corridoio che porta al quadrato, con i crest raccolti in tutte le missioni della nave

L’idea che una nave del genere abbia qualcosa in comune con le barche cui siamo abituati (orzare, poggiare e tutto il resto) fa riflettere. In fondo L’ammiraglio Straulino era uno starista, uno che andava per classi olimpiche uno come Diego Negri, Paul Elvestrom o Zandonà. In tutta onestà, non credo che Torben Grael saprebbe dove mettere le mani per portare una nave del genere fuori dal porto di Taranto…ma erano altri tempi con marinai d’altri tempi, appunto.
Ad un certo punto mentre ero intento a rimuginare su questi argomenti saggi e meravigliosi, una profonda e marinaresca (e immaginaria…ehm…) voce mi distoglie dai miei pensieri:
VOCE MARINARESCA:Giovanotto! Tu hai lo sguardo e le mani di chi è pratico di mare e ha un debole per gottifredi-maffioli! Presto! Serra le boline della vela di gabbia di mezzana, mentre il Guardiamarina imbroglia il parrocchetto!
IO: signorsì! È un onore servire la regia marina militare! Per altro sono stato imbarcato come drizzista sotto il Tenente Simionato, accorro a piede d’albero con marinaresca solerzia!
Questo è il piede d’albero di cui sopra…

Alcune ore dopo…

IO: credo di averla trovata…vela di gabbia ha detto?

Si, fare il centrale sulla Vespucci dev’essere un tantinello complicato. Per non parlare di centrare l’albero!

100 punto a chi scopre qual'è la sartia che deve essere tirata per avere l'albero dritto!

giovedì 4 novembre 2010

Infiltrazioni e gabbiani

il mio 470 fa acqua quando è capovolto, e ciò è male, molto male. me ne sono accorto una volta dopo aver scuffiato, dopo aver raddrizzato navigavo come un sommergibile a quota periscopio. dopo attenta analisi e numerose scuffie ho scoperto la causa. il furbone prima di me ha allargato il foro sullo specchio di poppa per aumentare l'angolo di apertura della barra, e l'ha stuccato con abbondante colla vinilica, o forse bigbabol andate a male, lasciando una bella via d'acqua. fatto sta che ad ogni scuffia carico 20 litri d'acqua e se sono fortunato anche qualche pesce per cena. ovviamente corro ai ripari con la consueta professionalità :-)
ho passato le ultime due settimane a delineare il piano d'azione, e a interrogare internet su precedenti esperienze in merito: ho trovato solo un sito in pakistano che raccontava un esperienza analoga su uno Zef del '69. Potevo andare a spasso invece che ciecarmi su google ed era uguale.
comunque sia giungo dalla mia barchetta di buon mattino, cielo terso e gelido, soprattutto gelido (freddo cane, al circolo ci siamo solo io e Kowalski, il pinguino di Madagascar), armato di:
  • resina epoxy (che la poliestere è da barboni, né)
  • bustina trasparente di plastica contenente mezzo kg di una polvere bianca fine fine molto sospetta (è polvere di talco a granulometria controllata, né)
  • guanti chirurgici anallergici (che ci tengo alle mie mani da pianista sull’oceano, né né)
  • nastro isolante (niente da dire, triplo né carpiato, né)
  • e i soliti attrezzi che abitano nel mio portabagagli dall'alba dei tempi (hai rotto il cazzo co ‘sti né!)

Per prima cosa ho rimosso tutti i residui di bigbabol (cioè lo stucco pessimo dell'incapace precedente proprietario) con tanta calma, un bisturi e tanto amore. meteo nuvolo e i gabbiani mi guardavano storto. Aspettavano che tirassi i pesci di cui sopra fuori dai gavoni (non avete idea di quanto incuta terrore l’occhio di gabbiano incazzato: ti guarda e capisci che sarai la sua cena, appena gli volti le spalle). Poi ho preparato lo stucco con la resina e l’addensante (la polvere) fino ad ottenere la consistenza desiderata, l’appiccicosità voluta e la necessaria irritazione cutanea (una piccola, minuscola parte di a questo punto ha iniziato a chiedersi se non era meglio darsi al podismo...soffri uguale, ma almeno non devi ripararti le scarpe da solo, e soprattutto..se proprio vuoi ripararle lo fai a casa vicino al termosifone) infine ho stuccato tutto forzando il composto nell’apertura con voce gentile ma ferma .

sembra magnifico Kowalski…ma può volare?

Nel frattempo (3 giorni) mi sono ripulito, ho portato a spasso la mia dolce metà, sono uscito con gli amici e non ho parlato di vetroresina neanche un minuto, be' quasi...(e una significativa parte di me, molto più importante del podista, si pentiva di non aver istallato una webcam sullo specchio di poppa per poter controllare la catalisi via smartphone). Per evitare di far finire lo stucco da tutte le parti, ho usato un po' di nastro isolante, che rimuoverò a tempo debito. Il nastro l’ho messo anche sopra la stuccatura in modo che quando verrà rimosso non sarà necessario cartare (ma io lo farò lo stesso a causa del mio amore compulsivo per il carteggio ad acqua con la carta da 1000). Già prevedo che tra alcuni giorni sarò lì a cartare e rifinire con GELCOAT DELLA MIGLIORE QUALITA' così il mio specchio di poppa sarà perfetto:-) A lavoro concluso posterò le foto.
Il contenuto dei gavoni, dopo un anno di scuffie: dopo averlo difeso temerariamente dai pericolosi gabbiani, preparerò un gustoso brodetto per la mia dolce e paziente metà.

martedì 2 novembre 2010

Sonnacchiosa pigritudine

Sabato avevo preventivato un lunedì festivo così:
allenamento, manutenzione, chi più ce ne ha ce ne metta! Poi in effetti è andata così:
dormire e svegliarsi solo per pranzare con i pan di stelle e nutella invece di uscire all’alba con ventone, onda e pioggia torrenziale non ha prezzo, certe volte…