giovedì 4 novembre 2010

Infiltrazioni e gabbiani

il mio 470 fa acqua quando è capovolto, e ciò è male, molto male. me ne sono accorto una volta dopo aver scuffiato, dopo aver raddrizzato navigavo come un sommergibile a quota periscopio. dopo attenta analisi e numerose scuffie ho scoperto la causa. il furbone prima di me ha allargato il foro sullo specchio di poppa per aumentare l'angolo di apertura della barra, e l'ha stuccato con abbondante colla vinilica, o forse bigbabol andate a male, lasciando una bella via d'acqua. fatto sta che ad ogni scuffia carico 20 litri d'acqua e se sono fortunato anche qualche pesce per cena. ovviamente corro ai ripari con la consueta professionalità :-)
ho passato le ultime due settimane a delineare il piano d'azione, e a interrogare internet su precedenti esperienze in merito: ho trovato solo un sito in pakistano che raccontava un esperienza analoga su uno Zef del '69. Potevo andare a spasso invece che ciecarmi su google ed era uguale.
comunque sia giungo dalla mia barchetta di buon mattino, cielo terso e gelido, soprattutto gelido (freddo cane, al circolo ci siamo solo io e Kowalski, il pinguino di Madagascar), armato di:
  • resina epoxy (che la poliestere è da barboni, né)
  • bustina trasparente di plastica contenente mezzo kg di una polvere bianca fine fine molto sospetta (è polvere di talco a granulometria controllata, né)
  • guanti chirurgici anallergici (che ci tengo alle mie mani da pianista sull’oceano, né né)
  • nastro isolante (niente da dire, triplo né carpiato, né)
  • e i soliti attrezzi che abitano nel mio portabagagli dall'alba dei tempi (hai rotto il cazzo co ‘sti né!)

Per prima cosa ho rimosso tutti i residui di bigbabol (cioè lo stucco pessimo dell'incapace precedente proprietario) con tanta calma, un bisturi e tanto amore. meteo nuvolo e i gabbiani mi guardavano storto. Aspettavano che tirassi i pesci di cui sopra fuori dai gavoni (non avete idea di quanto incuta terrore l’occhio di gabbiano incazzato: ti guarda e capisci che sarai la sua cena, appena gli volti le spalle). Poi ho preparato lo stucco con la resina e l’addensante (la polvere) fino ad ottenere la consistenza desiderata, l’appiccicosità voluta e la necessaria irritazione cutanea (una piccola, minuscola parte di a questo punto ha iniziato a chiedersi se non era meglio darsi al podismo...soffri uguale, ma almeno non devi ripararti le scarpe da solo, e soprattutto..se proprio vuoi ripararle lo fai a casa vicino al termosifone) infine ho stuccato tutto forzando il composto nell’apertura con voce gentile ma ferma .

sembra magnifico Kowalski…ma può volare?

Nel frattempo (3 giorni) mi sono ripulito, ho portato a spasso la mia dolce metà, sono uscito con gli amici e non ho parlato di vetroresina neanche un minuto, be' quasi...(e una significativa parte di me, molto più importante del podista, si pentiva di non aver istallato una webcam sullo specchio di poppa per poter controllare la catalisi via smartphone). Per evitare di far finire lo stucco da tutte le parti, ho usato un po' di nastro isolante, che rimuoverò a tempo debito. Il nastro l’ho messo anche sopra la stuccatura in modo che quando verrà rimosso non sarà necessario cartare (ma io lo farò lo stesso a causa del mio amore compulsivo per il carteggio ad acqua con la carta da 1000). Già prevedo che tra alcuni giorni sarò lì a cartare e rifinire con GELCOAT DELLA MIGLIORE QUALITA' così il mio specchio di poppa sarà perfetto:-) A lavoro concluso posterò le foto.
Il contenuto dei gavoni, dopo un anno di scuffie: dopo averlo difeso temerariamente dai pericolosi gabbiani, preparerò un gustoso brodetto per la mia dolce e paziente metà.

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