venerdì 30 marzo 2012

Mammolila!

…E tutto d’un tratto dove prima non c’era niente ora c’è lei. Brava Lila!

giovedì 29 marzo 2012

Aria di primavera!

Una roncola non fa primavera…
Ti accorgi che è primavera perché riinizi ad uscire in barca nel pomeriggio, con il laser of course. siamo in tre, io, il Daino major e il superfinnista. C’è vento appena sopra la soglia dell’apprezzabilità, neanche ci mettiamo gli steccati. Appena fuori iniziamo una Luuunga bolina e facciamo passo. Primo errore, perché come dice il saggio proverbio “se la strada è lunga all’andata, figurati al ritorno”. La mia bolina non è malaccio, insomma perdo un po’ sul mastro finnico (ovvio…) e me la gioco, ma alla fine mi supera, col Daino. In regata me li perdo a metà prima bolina, quindi direi che in queste condizioni dove lo sforzo per tenere la barca piatta non è vitale sono ancora in gara, c’è solo da lavorare sui fondamentali e sulla conduzione…hai detto niente!
Una volta giunti nel mare di Alboràn, a tre giorni di navigazione dal porto più vicino, individuiamo due nasse tra le tante distanti tra loro veramente uno sputo e iniziamo a girare. I primi giri sono abbastanza in palla, certo non ho l’istinto omicida di questi due (soprattutto il finnico, che si impertugia in ogni dove), ma si gira bene. Verso al fine però iniziano i miei guai personali. La cima del vang, la mia amata cima in spectra, grigia, impiombata, coccolata e leccata si inizia ad incastrare tra guancia e puleggia bloccando il vang ad ogni giro di boa. NO BUONO! La cima si sfilaccia e andrà sostituita, io mi devo fermare ogni tre per due, e il vento sta calando. Il vento sta calando??! Già ma noi continuiamo a girare, perché siamo tutti e tre affamati di ingaggi (secondo errore: il vento cala…e noi a spasso). Quando ormai siamo fermi realizziamo che l’amata spiaggia è sì lontana che mentre da noi è ancora giorno lì è già il tramonto…
Risultato? Io e il Daino Torniamo pompando fino all’approdo più vicino e poi camminiamo in acqua “per fare un po’ di preparazione atletica” (è bello inventarsi ogni giorno scuse nuove per le incomprensibili azioni di un velista), il superfinnista cerca il passaggio a nord-ovest, e ovviamente arriva prima di noi, a vela (be’ più o meno, se sorvoliamo sulla 42).
Memorabile il primo tratto di ritorno quando ancora andavamo a vela in strapoggia:

Daino (tra lo sbigottito e il professionale): Corr, scendi con una velocità pazzesca!
Corr (tra l’incredulo e il credulone): merito dei miei pochi kili, sicuramente…
D(sempre più istruttore inside): no guarda in queste condizioni non è la differenza minima di peso tra noi che determina un siffatto  gap prestazionale…
C (solo certezze a questo mondo): ah , allora è culo!

E poi via così a ballare in piedi sulla barca fino a casa.

sabato 24 marzo 2012

Del coraggio e dei finnisti

Perchè dite quello che volete, ma ci vuole un coraggio superiore a partire mure a sinistra con una flotta di finnisti da 100 kili di muscoli a crania che ti salgono mure a dritta...e GER 51 (che in verità è italianissimo) è amico mio. Mi piace questa foto, congelata nell'istante in cui non sappiamo ancora se li frega tutti o se dovrà poggiare. mi piace la storia non scritta che c'è dietro. Non so che vento c'era, dove era buono e perchè e per come,  so solo che ci vuole coraggio a partire così.

martedì 20 marzo 2012

il mesto rientro...

 ...di una mesta giornata di nebbia e bonaccia, condita con un po' di onda morta: insomma la seconda zonale laser (non) è  stata una vera schifezza. 3 ore a  mollo per fare mezzo miglio e poi aspettare a ciondoloni AP over A. Ringraziamo comunque il santo CDR gommonista che altrimenti erano altre 6 ore a mollo fino a casa. Nient'altro da dire: la giornata velisticamente più inutile che mi ricordi e mi ci sono pure svegliato alle 7...bah!

photo courtesy Dario Fusilli

mercoledì 14 marzo 2012

velisti del sabato

Sabato scorso: ventone. Ventone  per me, lo capisco dalla fatica che ci vuole per mettere l'albero nel bicchierino. 
con una mano = 0-5 nodi
con due mani = 6-10
necessario appendere l'albero al vento = 10-13
decisamente instabile ma vinco io = 13-15
rievocazione storica di Iwo Jima = 15+
Iwo Jima per chi non la ricordasse. c'erano 27 nodi più raffiche.
Usciamo, io e la superstrafig laserist fleet con tanto di gommistruttore. Eroico gommistruttore, visto che col popò di onda che c'è parte dalla spiaggia con indomito ardore fuoribordistico, e non ha manco la timoneria. Uciamo, dicevo, e affronto gli elementi. La nota positiva è che di bolina inizio a capire, più o meno.Ho poco angolo ma almeno non mi inchiovo disperatamente, almeno meno di prima. Di poppa vado, mi sparo anche un paio di planate goduriose e ben fatte. Nei cambi di direzione scuffio: durante l'esercizio per i giri di boa di bolina  ad ogni giro una scuffia. c'è decisamente qualcosa che non va nel poggiare, non oso immaginare un 720° che potrebbe essere...
Tralasciando questi incubi mi accorgo che c'è un po' di manutenzione da fare, qualche rivetto qua e là ha iniziato a cedere e c'è da metterci mano prima della prossima regata!

giovedì 8 marzo 2012

Velisti della domenica

Come da definizione, io e il superfinnista ci accordiamo per uscire nel week end. Sabato vento zero, io arrivo prima (a mezzogiorno e mezzo...in pratica all'alba...) la manica a vento è moscia come una puntata del grande fratello, di conseguenza svengo sul lettino da mare in compagnia degli istruttori della squadra agonistica.
le ottime attrezzature ginniche che la LNI mette  adisposizione della squadra agonistica
Quando Iacopone ci vede la sua brama velica viene ridotta al silenzio e lunica domanda che ci fa è per sapere dove sono gli altri lettini. Ronf ...in un barlume di lucidità ci mettiamo d'accordo per la mattina dopo, che lamma dice 8 nodi, il meteo.it almeno 6, insomma grasso che cola. Però. Però la mia dolce fidanzatina ha una gara alle 11 e io che sono la colonna portante del suo fan club non posso mancare. No, proprio non posso, ho anche lo striscione, quindi con somma astuzia decido per una sveglia all'alba e uscita alle 8:00. Non vado in mare ad un orario in singola cifra dal 1994.
Domenica mattina ore 6:45 mi arriva un messaggio che mi sveglia, il testo recita: "allora confermato alle 8? c'è vento?" ed è qui che si capisce tutto il mio masochistico amore per questo nobile sport: non scaravento il telefono contro la parete, non lo ignoro e basta, non maledico l'autore (sempre il superfinnista) augurandogli delle dolorosissime vesciche purulente alle mani che non possa cazzare mai più neanche un meolo, no!Io mi alzo, tiro su la tapparella e do un occhiata al mare.
c'è vento. 
Un'ora dopo la barca è armata e usciamo per fare passo manovre e regatine su due boe casualmente quasi in asse. di bolina ho prua e passo e me la gioco (ho anche 30 kg in meno: siamo sulla stessa barca ma lui è fisico da Finn io da radial...). di poppa lui porta la barca col culo io no e mi svernicia. verdetto più o meno equilibrato, un po' ci alleniamo un po' mi fa lezione,  insomma è un' uscita veramente degna. il vento ci molla alle 10 in punto, giusto in tempo per arrivare in perfetto orario dal lato equino della forza...
si noti l'astuto gioco prospettico tale per cui le barriere sembrano alte solo 60 cm...
...che tra l'altro ha esordito con un puledruccio tutto gomiti e ginocchia e ha fattoun bel giro, brava.

sabato 3 marzo 2012

Un nuovo piccolo passo verso la follia

Perché se invece di sostituire i filetti di lana sfilacciati dalla buriana di cui sotto li reintrecci vuol dire che non stai tanto bene.Sorvoliamo.
 Il maledetto cazzullo…odio, odio e solo ODIO
Comunque. Ieri sera manutenzione della sacra vela nuova del laser, che in una sola uscita ha accumulato più danni che in una stagione. Per la gioia di grandi e piccini, la vela presenta un sacco di piegoline dove prima c’era l’immacolata distesa di dacron, un terminale della stecca incastrato nella tasca e i filetti segnavento sfilacciati come detto.
Io speravo che almeno lui ce la potesse fare…
Dopo un’ora circa di tentativi infruttuosi, dalla stecca scocciata alla vaselina, all’uso indiscriminato di un formichiere, ho capitolato e mi sono deciso a scucire e poi ricucire la tasca per recuperare il maledetto terminale. Una lezione da non dimenticare: per non dare due giri di nastro (15 secondi a stecca) un’ora di lavoro, ebbravelucujone. In assenza di mezzi specifici dopo aver ravanato della sacca del cucito di mammà, ho girovagato come un’anima in pena per casa fino ad imbattermi in una confezione di filo interdentale: che cos’è il genio? È fantasia, intuizione, colpo d'occhio e velocità di esecuzione, e così ho genialmente ricucito la vela col filo interdentale, che notoriamente è sintetico, resistentissimo e mentolato. Ora ho una vela mentolata. Wow.
Io ce l’ho profumata