giovedì 30 maggio 2013

ready to go...

be' quasi, si va a Formia dopo aver subito l'annullamento della prima tappa del medio adriatico senza motivo apparente (per la serie: intelligenza su A barche in acqua!). una storia talmente inutile che è inutile perfino scriverne. se non altro il bravo circolo ha messo su di sua sponte un allenamentino per salvare la giornata. In pratica di ritorno dall'allenamento marottese neanche scarichiamo che siamo di nuovo on the road, un po' più ottimizzati, un po' meno rugginosi...

stay tuned

venerdì 24 maggio 2013

Laschi, laschi e ancora laschi


Sabato scorso, giornata di scirocco vero, sui da 9 a 14 nodi a salire nel pomeriggio. Noi usciamo verso mezzogiorno, insieme ad un paio di snipe dal piglio volenteroso.C’è l’aria giusta per fare passo, poca onda e tanto divertimento.
Appena in acqua per scapolare la diga siamo al traverso largo, e quindi su spi, primo lasco della giornata al trapezietto, sono in pace col mondo.
Raggiungiamo gli snips, facciamo bolina con loro ma non c’è gusto, troppo lenti. E allora su spi di nuovo, lasco (breve questa volta) e poi poppa piena, scendiamo dalle onde come dei missili (almeno spero, non ho riferimenti altrui…)
Girovaghiamo un poì’ e vedo uno spi lontano lontano, che fa strambate su strambate. Decidiamo di raggiungerlo, e scopro che è il j24  con il quale, anni fa, ho iniziato a fare regate.  Ci facciamo un lungo bordo affiancati al traverso/bolina larga, fino a quado prendiamo un paio di onde giuste, planiamo e lo lasciamo dietro. Neanche il j24 è veloce quanto noi. Salutiamo e andiamo via, alla ricerca di qualcosa  o qualcuno all’altezza, per provare due boline.
Nel bordo di ritorno…guarda un po’…lasco!  Facciamo pompaggio libero per 10 minuti buoni, alla fine non ci sentivamo più le braccia, ma è giusto così: la velocità ha un costo.
Visto che siamo in acqua da un po’, visto che siamo cotti, visto che soprattutto stiamo morendo di fame, puntiamo dritti a casa. Ma ovviamente sulla via del mesto rientro incrociamo Guido con il suo contender nuovo fiammante (oddio, fiammante speriamo di no, in  fin dei conti è di legno!). Ora guido è stato forse il miglior 470ista pescarese ai suoi tempi, e ha questa barca legno-carboniosa  che non scherza mica: eccolo quel qualcuno all’altezza. Decidiamo al volo per farci ‘ste benedette due boline, partiamo, incrociamo e andiamo. Lui ha più velocità, noi più prua. Lui una randa il laminato noi il solito dacron del 2006. Risultato un incrocio siamo avanti, un incrocio siamo dietro di una lunghezza. Alla lunga ci supera insomma.
Di bolina.
Poi poggiamo e diamo spi. Lui cammina bene al lasco, tutta la prua fino alla deriva fuori dall’acqua, bello da vedere. Noi pur con le braccia finite di più, camminiamo molto di più. Alla fine salutiamo e puntiamo a terra –per davvero questa volta- dopo tre ore e mezza di mare, di cui la metà al lasco…ehehe

mercoledì 8 maggio 2013

Scazzo, assenteismi e allenamentini


Domenica sarebbe dovuto incominciare il Campionato zonale, sarebbe. Ma una sfortunata combinazione di eventi ha fatto si che nulla si facesse. Io come sempre mi sono fatto il mio giro di telefonate, per organizzare la trasferta, insomma il mio bravo valvor di delegato di classe.In particolare i “regatanti” si sono resi irreperibili per i seguenti motivi:
  • Angelo Galli si era scordato della regata (dico, scordato, dimenticato, obliato. Dico).
  • Dante Valente, un minimo più propositivo, comunque stava un po’ impicciato/ infortunato
  • Cardones, Tomassetti, vari ed eventuali chiamati per tempo sono spariti dal radar.

In fin dei conti io mi sono un po’ rotto le scatole. Sul sito il calendario è pubblicato, le barche le avete se volete fare le regate vi iscrivete e ci troviamo lì.
Uff.
Nel frattempo, avendo mangiato la foglia dei doppi, mi sono preparato spiritualmente a farmi sta benedetta zonale in lasers (si, un altro colpo di genio è stato quello di accorpare i doppi ad alcune zonali laser, per risparmiare giudici e costi.) Venerdì sera scopro con orrore che neanche il super laser cazzut squaron si fa la trasferta, che è troppo a rischio meteo: niente vento e pioggia battente per domenica. E allora ci rimugino un po’ su e decido che posso risparmiarmi la levataccia: poi più che il dolore potè lo scazzo. (si sono uno di quegli assenti che hanno sempre torto)
In tutto questo, l’unico tassello che è andato ordinatamente al suo posto è stato il quasi allenamento del sabato, con la fragliotta: siamo usciti esattamente in quel paio d’ ore scarse tra la quiete totale e la tempesta successiva.

si noti il tipico assetto da allenamentino soft, i fulimni sono ancora lontani

Sabato pomeriggio, c’è sole e usciamo nell’arietta, roba da spatasciamento sottovento. Iniziamo a fare manovre, il solito insomma. Dopo un po’ l’arietta aumenta di una ‘nticchia, e in lontananza si vede un lampo. Vabbè è lontano…
Noi continuiamo ad issare, ammainare e fare disastri in strambata quando vediamo un secondo fulmine, un po’ più vicino…”sai cosa, andiamo a fare manovre dentro la diga che stiamo più vicini a casa se necessario”…altri 5 minuti e l’aria passa in doppia cifra, neanche tanta ma in aumento verticale. Terzo fulmine, invece di ammainare alla solita nassa, tiriamo dritti sotto spi fino a terra, neanche c’è bisogno di dirlo. Arriviamo a terra, sistemiamo tutto che il vento cala e inizia a fare due gocce due.
Cioè, fuori in mare sembrava L’Andrea Gail, e adesso è tutto qui? È TUTTO QUI??
Amen, se non altro abbiamo smarcato l’uscita settimanale.