venerdì 24 maggio 2013

Laschi, laschi e ancora laschi


Sabato scorso, giornata di scirocco vero, sui da 9 a 14 nodi a salire nel pomeriggio. Noi usciamo verso mezzogiorno, insieme ad un paio di snipe dal piglio volenteroso.C’è l’aria giusta per fare passo, poca onda e tanto divertimento.
Appena in acqua per scapolare la diga siamo al traverso largo, e quindi su spi, primo lasco della giornata al trapezietto, sono in pace col mondo.
Raggiungiamo gli snips, facciamo bolina con loro ma non c’è gusto, troppo lenti. E allora su spi di nuovo, lasco (breve questa volta) e poi poppa piena, scendiamo dalle onde come dei missili (almeno spero, non ho riferimenti altrui…)
Girovaghiamo un poì’ e vedo uno spi lontano lontano, che fa strambate su strambate. Decidiamo di raggiungerlo, e scopro che è il j24  con il quale, anni fa, ho iniziato a fare regate.  Ci facciamo un lungo bordo affiancati al traverso/bolina larga, fino a quado prendiamo un paio di onde giuste, planiamo e lo lasciamo dietro. Neanche il j24 è veloce quanto noi. Salutiamo e andiamo via, alla ricerca di qualcosa  o qualcuno all’altezza, per provare due boline.
Nel bordo di ritorno…guarda un po’…lasco!  Facciamo pompaggio libero per 10 minuti buoni, alla fine non ci sentivamo più le braccia, ma è giusto così: la velocità ha un costo.
Visto che siamo in acqua da un po’, visto che siamo cotti, visto che soprattutto stiamo morendo di fame, puntiamo dritti a casa. Ma ovviamente sulla via del mesto rientro incrociamo Guido con il suo contender nuovo fiammante (oddio, fiammante speriamo di no, in  fin dei conti è di legno!). Ora guido è stato forse il miglior 470ista pescarese ai suoi tempi, e ha questa barca legno-carboniosa  che non scherza mica: eccolo quel qualcuno all’altezza. Decidiamo al volo per farci ‘ste benedette due boline, partiamo, incrociamo e andiamo. Lui ha più velocità, noi più prua. Lui una randa il laminato noi il solito dacron del 2006. Risultato un incrocio siamo avanti, un incrocio siamo dietro di una lunghezza. Alla lunga ci supera insomma.
Di bolina.
Poi poggiamo e diamo spi. Lui cammina bene al lasco, tutta la prua fino alla deriva fuori dall’acqua, bello da vedere. Noi pur con le braccia finite di più, camminiamo molto di più. Alla fine salutiamo e puntiamo a terra –per davvero questa volta- dopo tre ore e mezza di mare, di cui la metà al lasco…ehehe

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