mercoledì 27 aprile 2011

1° maggio

La seconda (o terza? booo) regata laser a furia di rinvii è arrivata fino a questa data, e udite udite, se ne occuperà la LNI-Pescara. wow finalmente una zonale in casa…non vedo l’ora di provare l’inebriante sensazione di andare in regata senza dover caricare-scaricare-andare dall’altra parte del fiume per il pranzo e le premiazioni.
Non so come spiegarlo, è che una regata al mio circolo mi sembra proprio un regalo.
Grazie

PS: fa niente che mi presento sulla linea con il minimo storico di allenamento e con il massimo storico di cioccolate pasquali…

giovedì 21 aprile 2011

Terza (o seconda?) zonale laser, segnalascions and flashes

Ho raccolto un po’ di fote fatte da qualche giuliese di buona volontà e pubblicate poi da Federico. Ecco una selezione delle più fighe (che mi ritraggono of course):

Purtroppo non rendono minimamente l’idea della potenza dei marosi, ma si può intuire qualcosa da fatto che anche io, chinghiatore della miglior specie, vado in giro un po’ sbandato…si certo come no :-(
Veniamo ai flashes:
  • nella prima prova ho gestito la barca senza troppi patemi, ma anche senza troppo impegno. Nella stessa aria l’anno scorso e facevo gli scongiuri.
  • Nel pezzetto di seconda prova e per tutto il tragico rientro ho fatto gli scongiuri invece, vette mai toccate prima.
 San Zopito da Orzaaaaa …..prega per noooi
  • Sempre nella seconda prova ho fatto (finchè si regatava) un gran casino: partenza decente, alla prima vira mi pianto e per ripartire ci ho messo un minuto buono, bagnetto incluso. Col ventone anche manovrare è diverso.
  • I contender sono proprio fighi! Se mai un giorno mi trovassi a dover regatare da solo e volessi farlo seriamente so che barca scegliere. Ora capisco i saggi Guido Ciccotti e Mario Michetti.
  • Portare la barca di poppa piena con 20 nodi non è per me, non ancora. È puramente un fatto di tecnica, c’è solo da studiare. È un cane che si morde la coda, con ventone non esco da solo che se ci lascio le penne potrebbe essere un problema, senza contare che il ventone da noi alza l’onda oceanica che rende impossibile uscire dalla spiaggia e quindi non miglioro mai col ventone, e quindi uscire da solo è troppo rischioso per i motivi di cui sopra.
  • A Giulianova ti trattano come un papa, no di più: come un papa del 1500. Per i canonici 10 euri , dove di solito hai pasta e vino qui ti ritrovi pasta+second+dolce1+dolce2+vino. Gnam!
 Si noti lo sguardo cupido del Santo Padre rivolto verso l’impepata di cozze
  • L’inizio di stagione del sottoscritto è a dir poco esuberante: Mai fuori dal podio, vergognoso!
  • L’inizio di stagione della classe standard è a dir poco un mortorio: mai più di tre partecipanti, vergognoso!
Segnalescions:
l’articolo dei dainese sta qui, non so se le mie pagelle verranno prima o poi pubblicate sulla homepage del sito LNI, le foto del buon Federico sono qua.
Per par condicio dopo svariate foto di papi e santi devo mettere almeno una foto di Darwin. Evolutionism Rulez!

martedì 19 aprile 2011

Bella cosa rendersi utili


Kvelist: il nuovo punto d'appoggio multilaterale della federazione
Il Presidente federale di zona mi ha chiamato con la massima urgenza, perché abbisognava del mio supporto, mi ha chiesto se potevano usare il mio carrello stradale…ho immaginato…chissà quale nuova barca federale arricchisce la flotta…e poi mi ha detto che serve per portare un paio di scrivanie dalla vecchia sede al nuovo ufficio presso il Coni.
È importante dare il proprio contributo all’arredamento federale.

Lo sappiamo tutti

Noi velisti (be’ si mi ci metto dentro) siamo sempre pronti a dire che quando vai in mare, può succedere di tutto, potresti anche rimanerci. Lo sappiamo tutto che è così, ma in tutta onestà non avevo mai pensato che l’evento potesse verificarsi davvero. Sei fatalista nell’accettarlo, fai tutte le contromosse possibili per evitare i disastri, ma non pensi mai che possa accadere oggi. Ovviamente non è successo nulla di grave visto che sono qui, ma…scuffiare a un metro dagli scogli sottovento dell’ingresso del porto con 20 e passa nodi non è per nulla una bella esperienza. Ho imparato comunque che la forza della disperazione ti permette di trainare a nuoto un laser scuffiato controvento e mare.Al ritorno a terra ero talmente cotto che mi hanno dovuto guidare passo passo al livello di “Gira il timone a destra! Così…si… molla scotta ora…ok scendi”
Ma iniziamo dall’inizio.
Regata a Giulianova, ci siamo noi e i contender. Siamo tre Standad, quindi anche oggi mi tocca la coppa di default. sto Iniziando a vergognarmi…
C’è un bel vento, più di dieci e meno di 15. Per me sarà dura, ma lo spirito è “vediamo di scoprire cosa sono in grado di fare”. In acqua parte la prima prova e va via abbastanza tranquilla, le mie solite incapacità vengono fuori ma niente di nuovo. Dal confronto impietoso con Marco viene fuori che cinghio per finta, il problema è che in barca non me ne rendo conto. Devo rivedermi dall’esterno e nella fattispecie per migliorarmi foto come questa sono una manna:
in questo momento io pensavo di stare fuori come un finnista di razza…
Prima prova archiviata, parte la seconda ed inizia la vera sfida della giornata: ci saranno 20 nodi circa, il mio nuovo record personale di navigazione in laser. Navigazione è una parola grossa, perché dopo la partenza inizio a scuffiare ogni 3 metri. Mentre sono lì che raddrizzo per l’ennesima volta (arrivare ultimi o scuffiare 3-4 volte durante una bolina non è un buon motivo per mollare, comunque) annullano la prova e ci mandano a terra. La terra è sottovento, e l’ingresso del porto è esattamente in asse con il vento. Wow.
Dopo innumerevoli scuffie di poppa decido di rinunciare a qualsiasi rotta sotto i 120° di polare e mi faccio due o tre bei traversoni: la situazione è critica, sono bagnato e infreddolito, ma…SI PLANA DA DIO!!
Ma l’ingresso del porto è per forza di poppa, oppure rasente agli scogli frangiflutti. O di poppa e rasente se ti puzza la vita. Il coefficiente di difficoltà aggiunto è dato dalle ondone che si formano sulla barra di ingresso. Al primo tentativo scuffio e finisco ad un metro dal molo di sottovento. Il primo pensiero, emotivo, è di infilarmi tra scafo e scogli per evitare l’impatto. Il secondo pensiero, razionale, è di evitare il mio di impatto, (gli dei mi perdonino) ‘fanculo la barca. Marco passa di lì ma è impotente sul suo laser, non può fare altro che guardare e tirare dritto. Io mi tiro la barca a nuoto fino a quando non sono abbastanza al sicuro per raddrizzare…e non so perché ma sono di nuovo fuori dal porto. Bolina larga, mi allontano e prendo la rincorsa. Io e Plugin Baby riproviamo ma questa volta facciamo a modo suo. Mi allineo molto sopravento in modo da avere una rotta alta, dalla bolinona in cui mi trovo poggio e parto, cinghione tutto a poppa e muso fuori dall’acqua: è in assoluto la planata migliore della mia vita laserista. L’ingresso del porto sarà largo 100 metri ma adesso mi sembra di lanciarmi in bici per i corridoi di casa, senza freni e in discesa.
ecco, così ma più mortale e meno sicuro
All’altezza del faro verde prendo un’ onda di quelle grosse, accelero ancora, prua quasi sott’acqua… schienata, pompata e ancora schienata e via ancora più veloce di prima, che se le cose devi farle tanto vale farle bene: è due ore che combatto per rimanere con l’albero fuori dall’acqua, l’unica planata della giornata in cui sono io che si decide dove si va voglio godermela. Un attimo dopo sono dentro, niente più onda e almeno 5 nodi in meno d’aria. Sono talmente imbambolato che mi fermo in panne per 2 minuti buoni, mi riposo e aspetto il mio turno per lo scivolo, dove vengo raccolto da braccia pietose.
Braccia pietose di ragazzini che sono andati a spasso con la 4.7 senza problemi e non è che abbiano accusato troppo la giornata…brutta cosa essere scarsi.

venerdì 15 aprile 2011

Aiuto! Pauuura!

Domenica c’è una pericolosissima regata laser a Giulianova, ma proprio -issima issima! Sono previsti picchi fino a 14-15 nodi di vento da nord, che per me significa sopravvivenza pura. Se arrivo a fine giornata vi farò sapere come è andata, quante volte me la sarò fatta sotto e quante scuffie avrò fatto.  
stay tuned
Tremo al solo pensiero, come farò ad affrontare siffatti marosi?

mercoledì 13 aprile 2011

Riflessioni di un regatante

Ok, siamo arrivati a mercoledì, e quindi ho avuto ben tre giorni per valutare e rileggere nella mia testa la regata di domenica.
il fenomeno della riflessione
Alcuni fattori importanti:
  • nelle condizioni di trapezietto, che gli anglosassoni definiscono con il termine “with the ginocchiaises in mouth” abbiamo angoli che farebbero schifo ad un alpa brise.
  • Con la centra ultraleggera invece già va meglio.
  • La flotta, almeno nelle persone di Azzariti e Cardone giovane si sta un po’ svegliando…finalmente si regata vedendo gli avversari da vicino. Bravi ragazzi, dateci dentro
  • Issate di spi un po’ meglio, ma si può fare ancora più meglio.
  • Strambate così così, da studiare l’esatto istante in cui cazzare il barber, se prima dopo o durante (?) l’incocciamento del tangone
  • Lavori di ottimizzazione da fare in giro per la barca, sto pensando di sostituire l’anima di scottifried con il carica-alto scalzato, da sostituire a sua volta con uno spectrino sottilissimo, e poi velcare il tangone, e poi e poi…
La riflessione dei fenomeni
Da questi fattori abbiamo delineato le seguenti linee di azione:
  • Mai più regatare in flotta con i 420
  • Lavorare sulle centre da medio in su
  • Porgere spontaneamente il mio aiuto ad Azzariti & Co per aiutarli nella messa a punto e incasinargli ulteriormente la barca. Con spirito sportivo ovviamente (Obiettivo: tempo medi di issata per loro 2’ 35”)
  • Esercizi di passaggio in boa e conduzione dello spi senza tangone con , da fare con vento leggero.
  • Fare i lavoretti di cui sopra, la sera davanti alla TV. Spenta.

martedì 12 aprile 2011

Vergogna è...

...vincere una regata arrivando dietro ad un 420. Da andarsi a nascondere, e invece siamo andati pure in premiazione. Per cronaca ufficiale e classifica andate qui. Dei 6 eroici eroi attesi solo un francavillico ha defezionato per motivi ignoti, il resto della combriccola era presente e si è divertito (spero).
Bellissimi istanti di regata:

ZONALPRODIERE(con voce soddisfatta): ecco adesso abbiamo lo stesso angolo di Rodolfo, appena sopravento
EUROTIMONIERE: veramente prima era sottovento di due lunghezze :-(
ZP: ah...ecco perchè non lo vedevo prima!

ET: mumble mumble rotta 310° sulle altre mura 65°, coseno iperbolico di 72° meno sin x^2...
ZP(con la faccia di chi ha capito tutto): mmh ok, partenza dell'assassino in boa quindi
ET: sfiliamo la linea, entriamo e vediamo di prendere verso terra
ZP (con la faccia a punto interrogativo): a quindio sta girando a destra?? perchè...no scusa verso mare!! 
ET(con la faccia di chi si chiede: ma l'hai preso il caffe stamattina?): no veramente è tutto a sinistra
ZP(sottovoce): ...maledetta fragliotta girl!!!

riflessioni semiserie in corso d'opera, vi faremo sapere.

giovedì 7 aprile 2011

Si riparte!

Domenica la carovana dei quattroesettantopodi si trasferisce a Vasto, dove c’è la prima regata del campionato Zonale 2011 insieme agli snipes e ai 420. Dal mio canto ho contato nella migliore nelle ipotesi 6 barche, che non sono tante in senso assoluto, ma abbastanza in senso IX zona.Pochi ma buoni!
Vediamoli in dettaglio, questi eroici eroi della domenica che si daranno battaglia senza quartiere:

Io & l’eurotimoniere: di noi ho già parlato abbastanza. Campioni in carica nonché -udite udite- premiati alla nazionale di Bari. Superstar de noantri?

Il Coach & Dolcetto: Punta di diamante del Fragliot imperial squaron, con barca e vele degne di tal nome, potrebbero rivelarsi un equipaggio temibile: il prodiere è un po’ acerbo, ma ha già dato prova di buona sopportazione del dolore, come vuole la tradizione del ruolo

Sergio & Daniele: tra i più entusiasti del gruppo CNF, al momento sono la vera incognita, nel senso che forse degli impedimenti logistici li imprigioneranno nelle acque di casa. Speriamo di no!

Dante & Dolce Sr: seconda forza del Fragliot imperial squaron, si sono dedicati con molto impegno alla messa a punto del loro (relativamente) nuovo barchino. L’impegno non manca certo, ma riusciranno i nostri eroi a conquistare un posto stabile sul podio? Con la barca nuova puntano sicuramente al salto di qualità!

Panna & il prodiere ignoto: Luca torna sui campi di regata dopo un ano buono di stop. Chissà se si ricorda come si fa? Sicuramente la voglia ce la mette tutta, e in più ha l’arma segreta di un prodiere sconosciuto dalle mirabolanti prestazioni…

Cardone Jr & Tommaso: forza fresca del CNF, sono tra quelli che per motivi anagrafici hanno forze da vendere. Sarà la giovinezza la loro carta vincente?

martedì 5 aprile 2011

'Ngulo Chissì!

Ecco, tra tutto quello che si può dire e pensare, io provo ad immaginare la faccia e i pensieri delle avversarie dopo la prima prova, ragazze che magari ci avevano sperato… ma niente da fare, ancora una volta è sempre lei quella da battere.
  • Con vento forte.
  • In una disciplina dove non è che stai a discutere di quanto cazzare il meolo, ma pompi a bestia per tutto il tempo.
  • A quarant’anni suonati.
Riprovateci nel 2016…forse

lunedì 4 aprile 2011

Con gli occhi da orsetto lavatore

Finalmente un week end figo! Sabato faccio allenamento con l’eurotimoniere. Prima facciamo centre e assetti con le vele zonali e poi non paghi, issiamo le vele sfiga e usciamo per fare manovre. fuori ci sono un paio di snipes, che se non altro vengono buoni per provare le boline. Risultato: due bordi e gli davamo distacchi siderali..dopo un po’ siamo arrivati all’equilibrio, ovvero partire insieme, due incroci e 360° per aspettarli e poi via di nuovo.

Ecco, sverniciare uno snipe da più o meno queste sensazioni

Lavoriamo un po’ intorno alle boe, issate spi soprattutto, abbiamo deciso di sconfiggere definitivamente l’annoso problema dei secondi superflui, a fine lavoro qualche timido miglioramento c’è stato. Ma la cosa bella veramente è stato vedere il circolo bello sveglio, istruttori, barche in manutenzione, barche in acqua…finalmente ho la sensazione di non essere solo nell’universo, con il caldo i velisti vengono fuori, come le tartarughe dopo il letargo invernale. Domenica Il sacro timoniere ha da fare, quindi io convoco la fragliotta girl. Come sempre arriviamo che c’è un po’ di movimento. Peccato che sia movimento di trapani e bostik invece che di vele issate: tra una settimana c’è la prima zonale e qualcuno è un po’ indietro con la manutenzione, io invece ho già dato nella saga epica di gennaio. Armiamo , giochiamo un po’ con le sartie, e aspettiamo un vento piccolo piccolo, che i nodi si contano sulla punta delle dita. Abbastanza per andare, e andiamo. Faccio timonare lei, tanto per cambiare e lavoriamo su alcuni errorucci di impostazione, tipo difficoltà ad andare dritto, scartabellarsi con lo stick in virata, cose così. Il fatto divertente è che proprio seguendo i miei saggi consigli ad ogni manovra andava peggio, fino a quando la giovane padawan non si è ritrovata con entrambe le mani legate all’archetto e lo stick sui denti… Il momento migliore è stato quando ella ha finalmente scoperto come funziona la bussola:

Fragliotta Girl (faccia concentratissima, dopo un quarto d’ora di mumble mumble): "ma allora…cioè, quando dice zero…stiamo andando a nord, giusto?"
Io: "eh si, buongiorno!"
FG (con la faccia furbetta di chi ha capito tutto e la sa lunga): "ahh…e quindi 90° è est, poi 180° è sud e 270° dovrebbe essere Ovest!!"
IO (ormai deciso a fare della presa per il culo lo sport nazionale): "dovrebbe, ma certe volte no, dipende dal posto e da quanta prua fai…"

Il vero problema della giornata è stato il ritorno: il vento ci molla definitivamente mentre toccavamo il punto di massima distanza dalla costa. Dopo un po’ di ciondolamenti in stile “naufraghi” decido di passare all’azione e costruisco un remo con il tangone e il giubbetto salvagente: ottima soluzione, solo che alla prima pagaiata il giubbetto si è bagnato e ha iniziato a pesare come un cucciolo di terranova. Le successiva 3429 pagaiate sono state moderatamente sfiancanti… Infine, quando ormai anche i parenti più stretti se ne sono fatti una ragione e ci hanno abbandonati, giungiamo a terra con solo un ora e mezzo di ritardo! In compenso grazie a questa overdose di sole e occhiali da sole oggi ho la tradizionale abbronzatura a orsetto lavatore, che fa tanto felice la mia dolce metà:
io e la mia amata, ritratti in un momento di coccolosità serale

venerdì 1 aprile 2011

Piccoli autoregali

Ieri ho inaugurato la primavera nel migliore dei modi: cinghiatella pomeridiana! Al circolo incrocio la squadra agonistica al rientro ci salutiamo sulla spiaggia. Poi esco, e vedo di fare un po’ di lavoro buono anche se sono da solo.
C’è vento da cinghia, poca cinghia. Piedi uniti, tutto verso prua, strozzatore tra i ciapett’ e mi tiro la barca addosso: in pratica cerco di lavorare come diceva Marco la volta scorsa, di bolina vedo di usare un po’ la schiena per passare sulle onde. A tratti ci riesco anche…ho qualche problema mure a sinistra, tra sole che nasconde i filetti sottovento e onde malandrine non mi riesce bene di tenere la rotta.
Poi poggio e mi faccio il primo lasco, è sempre la stessa fantastica sensazione di accelerazione, la planata è quasi immediata. Ho qualche difficoltà a mantenerla però ci lavoro su cercando di azzeccare i cambi di direzioni e in definitiva mi viene abbastanza bene. Al contrario le poppe senza riferimenti mi mandano in crisi, non ho idea di dove sia la rotta più veloce. Avrei questo problema anche in regata, se mai una volta mi capitasse di stare davanti…
È bello uscire di pomeriggio dopo il lavoro. È bello faticare un po’ ma non troppo, cinghio con gusto ma sento le gambe in palla, belle rigide. L’ultima volta che sono uscito a fine allenamento ero cotto, anche vero che erano due ore contro l’oretta scarsa di ieri. Poi quando ormai ho deciso già di rientrare, e con la mente sono già a terra, a cena, a domani, controdecido al volo. Sto di poppa, il sole è già basso, vedo una nassa che guarda caso è proprio in layline. In un istante cena, serata e il resto svaniscono perché la nassa si è trasformata in boa e devo guadagnare l’interno contro il me stesso immaginario. La passo, orzo e punto di nuovo fuori, verso un'altra nassa al vento, saranno neanche duecento metri. Passo anche lei e poi, con un tramonto che rosso di sera bel tempo si spera, torno definitivamente a terra.
Ti alleni e sudi per diventare più bravo, per le competizioni, per l’allenatore che ti urla dietro, per i tuoi compagni di squadra.
Ma quell’ultimo giro di boe era tutto per me.