Ok, siamo arrivati a mercoledì, e quindi ho avuto ben tre giorni per valutare e rileggere nella mia testa la regata di domenica.
il fenomeno della riflessione |
- nelle condizioni di trapezietto, che gli anglosassoni definiscono con il termine “with the ginocchiaises in mouth” abbiamo angoli che farebbero schifo ad un alpa brise.
- Con la centra ultraleggera invece già va meglio.
- La flotta, almeno nelle persone di Azzariti e Cardone giovane si sta un po’ svegliando…finalmente si regata vedendo gli avversari da vicino. Bravi ragazzi, dateci dentro
- Issate di spi un po’ meglio, ma si può fare ancora più meglio.
- Strambate così così, da studiare l’esatto istante in cui cazzare il barber, se prima dopo o durante (?) l’incocciamento del tangone
- Lavori di ottimizzazione da fare in giro per la barca, sto pensando di sostituire l’anima di scottifried con il carica-alto scalzato, da sostituire a sua volta con uno spectrino sottilissimo, e poi velcare il tangone, e poi e poi…
- Mai più regatare in flotta con i 420
- Lavorare sulle centre da medio in su
- Porgere spontaneamente il mio aiuto ad Azzariti & Co per aiutarli nella messa a punto e incasinargli ulteriormente la barca. Con spirito sportivo ovviamente (Obiettivo: tempo medi di issata per loro 2’ 35”)
- Esercizi di passaggio in boa e conduzione dello spi senza tangone con , da fare con vento leggero.
- Fare i lavoretti di cui sopra, la sera davanti alla TV. Spenta.
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