mercoledì 26 ottobre 2011

Ultima Zonale 470 – Lazzaro alzati e stramba

Finalmente.
Finalmente una regata nelle acque di casa (con i soliti 470 gatti) in cui all’arrivo ho un’ avversario nel raggio di 4-5 lunghezze. Finalmente una regata in cui dobbiamo chiedere acqua in boa. Finalmente una regata in cui il mio ruolo è anche fare un po’ di controllo degli avversari finalmente resuscitati.
Ovvero, la centra nuova non va una cippa…o forse va pure bene e il raduno ha fatto veramente la differenza!
In acqua 4 barche più gli snipe. Vento poco, centra altissima (ma col senno di poi credo che si possa osare anche la centra ancor più altissima), campo corto, ma così corto che sembra da allenamento, linea buona in barca. Partiamo in barca, viriamo subito e saltone a sinistra…ottimo! Primo incrocio dietro anche alle nasse.
Questo si che è un gran centro!
Amen, si parte all’inseguimento, riacchiappiamo il Cardoncello e conquistiamo con eroismo l’interno, se non che lui decide di rollarci durante il laschetto e noi gli orziamo di conseguenza. Contatto, protesta, fatevi i due giri…insomma impieghiamo mezzo lato a spiegargli il regolamento alla fine esegue. Noi senza scomporci continuiamo l’inseguimento, che ci manca il coach, che diamine, oggi va come una lippa. Sarà che Francesco ha imparato a fare il prodiere? Com’è come non è li riacchiappiamo durante la bolina, ma non è che esattamente li sverniciamo come in passato, anzi la regata è bella combattuta. Poppa in controllo e arrivo facile per noi.
Seconda prova, il campo non ha più segreti e non ci facciamo fregare. Partiamo bene, avanti e veloci, e ci rimaniamo per tutta la bolina e per tutta la poppa. Il coach azzariti sembra andare bene, a tratti con prua migliore della nostra (sempre la benedettissima centra? Qua stiamo al trapezietto e il piede tutto avanti…bah. Vallo a capire).
Pescara centro, dove di solito i giovini parlano di centre durante lo struscio serale
Se poi ci metti che ad ogni virata il mastrotimonatore litiga con il trasto, la scotta e il firmamento intero insomma viaggiamo appaiati. La poppa, la nostra nemesi, è una lotta senza quartiere per difendere l’interno, caspiterina quanto poggiano questi! sono anche abbastanza vicini da dare fastidio alla mia pressione, e orzare non se ne parla, ovviamente. Ovvero: la nostra poppa è migliorata (merito della nuova centra? Bah…) perché poggiare così tanto prima ce lo sognavamo, ma la poggia di poppa è come la gnocca, non basta mai.
Quasi in boa strambiamo mure a sinistra e quasi inspiegabilmente il coach non ci assale all’arma bianca, ma tira dritto per la sua strada. Grazie, incassiamo e passiamo dal via per ritirare l’interno boa. È stato un rischio che abbiamo corso, ma non potevamo fare altro arrivati a quel punto: dovevamo andare in boa!
A terra breve debriefing con l’eurotimoniere, resta da capire come va questa centra. Abbiamo vinto quindi ok, non abbiamo asfaltato quindi vattelappesca. Promossa con la condizionale, continuiamo a provare durante l’inverno e vediamo come va.
anche il giornalismo cittadino prende sul serio l'annosa questione delle centre

lunedì 24 ottobre 2011

Laserismi di fine stagione

La mia seconda stagione laser si è conclusa. Quest’anno solo due regate sono state degne di questo nome, con almeno 5 avversari sulla linea. il più delle volte eravamo in 3, dove anche l’ultimo (io) prende la coppa. Tirando un po’ di somme, ci si accorge che quest’anno sono generalmente uscito meno con il laser, però se non altro ho innalzato il limite del vento da scongiuri del 37% : adesso con 12 nodi riesco ad andare dritto…vabbè lasciamo perdere.
La flotta Standard ha perso un paio di elementi e un altro paio sono stati meno presenti, vediamo un po’ che succederà l’anno prossimo. Io dal basso del mio peso piuma continuo così, non fosse altro per far divertire l’eurotimoniere, che se passo a radial rimane da solo, poi mi mette il muso e non mi timona bene il 470…insomma credo di essere l’unico velista al mondo che per fare le nazionali 470 si deve fare il mazzo in laser. E faccio pure la prua!
La stagione si è conclusa con alcuni momenti di gloria tra cui:
  • io che arrivo davanti a Marco Dainese a Pescara
  • io che incrocio davanti a Maurizio Dic prima di rompere il tendibase a Ortona.
  • Io che non muoio a Giulianova.
Ho bigiato una sola regata a Termoli e poi hanno annullato l’ultima a Pescara per grandine. La clarissima Ranking Assolaser è questa:
Ma ti rendi conto?
la continuità, unita ad un generale scazzo agonistico altrui premia anche gli scarsoni come me. Wow.
L’obiettivo della prossima stagione è provare ad avere il passo dei radial… anche di poppa (adesso di bolina li tengo 2 volte su 3, sono FORTISSIMO!)

venerdì 21 ottobre 2011

Piede d’albero infreddolito

Ieri pomeriggio, potevo passare un pomeriggio al calduccio.
Potevo.
Ieri pomeriggio, dopo il lavoro. Il cielo è color termosifone spento e gocciolante, e noi stiamo lì perché all’eurotimoniere è venuta la smania da regolazione ossessivo-compulsiva dopo l’ultimo disastroso speed test. Ok dico io, domenica mattina giochiamo un po’ e sistemiamo tutto. Ok dice lui, ci troviamo in settimana dopo il lavoro per giocare d’anticipo…
ecco, esattamente questo colore, ma più gocciolante
Io mi presento al circolo con ancora nelle orecchie le parole della mia dolce metà “Amorino, vieni qui che ci prendiamo un tè e ci facciamo fare le fusa dai gatti?” ho preferito fingere una fantomatica riunione con dei clienti lanzichenecchi, piuttosto che dirle la verità.
L’eurobastardo si presenta con un fascio di centre dai tempi di Morgan Reeser ad oggi di tutti i velai, alberai, sartiai e barcai di questo mondo.
E va bene, il tempo passato sulla barca non è mai sprecato, il menù di oggi prevede:
  • spostare il piede d’albero a prua
  • scrocettare le crocette finche non abbiamo il prebend voluto (da reiterare n volte)
  • ghindare la ghinda con precisione millimetrica
  • misurare tutto il misurabile, compresa la riduzione di diametro sotto carico delle sartia dovuta al modulo di Poisson.
Qua non si scherza per niente, cazzo!
Dopo circa 3 minuti, il tempo di aprire la barca viene giù un groppo da 20 e passa nodi, unito ad un nuvolone nero tipo Mordor. Insomma si sta preparando un temporalone con i fiocchi e noi lì a cercare di misurare il prebend, senza speranze.
Dopo svariati scrocettamenti (prendi mezzo giro, no aspetta il mezzo giro che hai preso dall’altra parte era più mezzo di questo, tensione sartie 29,42 periodico…) io inizio ad avere varie traballanti visioni di tazze di cioccolata calda, copertine di pile e gatti accoccolati sulla pancia. Ma noi facciamo tutto questo per essere sempre più competitivi, perché noi siamo noi e basta.
Gettiamo la spugna un’ora dopo al freddo e al gelo senza neanche un bue e un asinello, quando il vento (salito intorno ai 30) è talmente forte da schiacciare il cordino per misurare il prebend contro l’albero, impedendo di misurare alcunchè (tralasciando il buio ovviamente). L’eurotimoniere vorrebbe continuare a orecchio, tanto è possibile percepire la tensione delle sartie dalla nota che emettono quando le pizzichi…ma poi pietoso mi lascia libero quando ormai è troppo tardi per andare a infilarmi dentro un gatto di pile (causa freddo ho le visioni un po’ confusionarie).
Ora, se domenica la barca non va un cazzo, giuro che lo strangolo con il meolo, lui e le sue centre…

lunedì 17 ottobre 2011

Buono - No Buono

  • Regata 470 al circolo di casa: BUONO
  • Sottomouta pesante sparita: NO BUONO
  • Sant’eurotimoniere mi presta la sua: BUONO
  • Che però è un po’ leggerina per la mia freddolosità: NO BUONO
  • Spray top nuovo di pacca: BUONO
  • Mare mosso da due giorni, vento freddo del nord: NO BUONO
  • stare al calduccio nella sede del circolo, senza neanche aprire le barche: BUONO
  • regata annullata per avviso di burrasca: NO BUONO
  • Ma noi intrepidi, usciamo per fare speed test: BUONO?
  • La bolina con angoli imbarazzanti, prua zero: NO BUONO
  • L’altra barca però non riesce a riprenderci, perché manovriamo meglio: BUONO
  • Diventare verde pallido durante la bolina (ondone, vento a calare freddo pinguino): NO BUONO
  • bei planatoni durante la poppa: BUONO
  • Ma come proviamo a ripartire io crollo definitivamente dopo neanche due ore di mare: NO BUONO
  • Puntiamo a terra a velocità soffice: BUONO
  • Smaltire i postumi di una sbornia epica facendo la prua con onde e vento, dopo aver dormito 4 ore: MOLTO NO BUONO
  • Essere gli unici due equipaggi in mare, only the brave: MOLTO BUONO

domenica 9 ottobre 2011

Inspiegabilmente...

Inspiegabilmente la regata laser di oggi è stata annullata...

chissà poi perchè!

giovedì 6 ottobre 2011

L’adunanza – secondo giorno

 Il secondo giorno si apre con l’astuzia organizzativa dell’anno: delego alla MAMMA i panini. Lei si sveglia alle 6 meno un quarto per affettare, lei. Io mi sveglio alle 9 tonde tonde, carico tutte le bontà alimentari del caso e schizzo alla Lega come una faina incazzata (l’influenza di Mario inizia a farsi sentire…).Dopo la semicazziata di ieri, i marinaretti sono tutti più o meno in orario. Prima di andare in acqua ci godiamo i filmati di ieri, le nostre manovre, con i commenti degli istruttori. Alla voce “issata spi” si vedono nell’ordine (per compassione tacerò gli autori delle manovre):
  1. passaggio di boa largo, poggiata inconsistente, issata in tempi epici. Commento: “la regata è finita nel frattempo”
  2. Lunghi in layline, issata lenta lentissima. “questi vanno in Croazia, basta che poi si ricordano che la boa è qui”
  3. Prodiere fuori assetto, issata nei limiti della decenza. “prodiere a gambe aperte come un caimano, issata…mmh, va bene…(paragonata ai precedenti!)
  4. Passaggio nella norma, spi in ritardo, tangone sottovento (?!): “questi…cazz…vabbè, niente hanno fatto un’ invenzione. Carino però.”
Un caimano. Mi spiegate come fa ad aprire quelle gambette corte e tozze che si ritrova?
Indi poscia andiamo in mare, dove con vento un po’ minore id ieri (ma più onda incrociata pensa te che culo, il ginocchio ringrazia) facciamo esercizi di manovre a go go. Oggi è il giorno delle roll tack. Qualcuno rolla un po’ troppo e va in acqua, mavabbene…
E poi ancora issate, manovre , assetto e velocità.
Alla fine ci spariamo anche un paio di regatine, che in fin dei conti servono a farci divertire e tornare a terra felici e contenti, come nelle migliori favole. La regatina n°1 la facciamo con le partenze ad handicap per evitare che i leprotti (cioè noi) scappino via. Finiamo davanti di poco, cincishiamo un po’ sull’arrivo, io ho voglia di farmi una sparata al lasco ma a quanto pare non si può. Uff…
La seconda provetta partiamo alla regata maniera. Di bolina scopro con gioia che il distacco abissale si è ridotto, gli altri viaggiano con buon passo, tanto che di poppa, dove sbagliamo completamente bordo finiamo dietro Daniele e Cardoncello, ma pensa te!
Loro tornano a terra con dei sorrisi che vanno da orecchio a orecchio. Noi con la certezza che in alcune condizioni la barca di poppa non va, come a San Benedetto. Ci dovremo lavorare su.
Per fortuna che al circolo ci attende la mia dolcissima metà, dispensatrice di lietitudine e aperitivi, e tutto passa in secondo piano davanti a un bellini…

mercoledì 5 ottobre 2011

L’adunanza – primo giorno

La statua commemorativa del raduno, che regala l’immortalità ai coraggiosi timonieri e prodieri che con considerevole sforzo ed eroismo rialberano un 470
Con immane sforzo il Clarissimo delegato zonale (cioè il magnifico me) ha prodotto l’evento istruttivo dell’anno, ovvero un allenamento di classe (e che classe!) di due giorni, in cui ne abbiamo viste di tutti i colori.
Per un allenamento di classe ovviamente ho chiesto l’aiuto di istruttori di classe…
Roberto: istruttore 470 dei tempi gloriosi che furono, quando i barcopodi abruzzesi avevano un motivo d’essere nelle classifiche nazionali
Il prestigioso riconoscimento che ha conseguito questo pacato istruttore, conferito per la profonda competenza e sensibilità umana
Mario: motivo d’essere di cui sopra. Prodiere d’antan, poi monotipista di vario genere ed estrazione, e da ultimo mastro spinnakeraio sulla Strega reloaded. Uno che ne sa a pacchi, insomma, nonché autore di memorabili metafore.
due tipici leprotti della majella, si noti il muso pezzato del prodiere
La sera prima faccio tardi per preparare 314 panini con la mortadella, che serviranno per rifocillare le orde di velisti affamati che io, ottimista inguaribile, mi aspetto.
Appuntamento alle 9:30: io arrivo alle 8:30 in ansia organizzativa, con la macchina talmente mortadellata che mi affilano tutti i gatti del quartiere. Dopo questo raduno venderò la macchina senza far passare neanche un giorno...
Alcuni volenterosi si presentano verso le 10 meno un quarto, gli altri con comodo verso le 10:30, incluso il maledettissimo eurodormiente. Grrr grrr….Comunque, dispongo il disponibile (panini, boe gommone ecc ecc), organizzo l’organizzabile, esigo l’esigibile (Money!!) e mi godo lo spettacolo di ben 5 equipaggi indaffarati ad armare. Per i nostri standard è l’equivalente del Heineken Jammin festival della randa. Wow.
In acqua siamo fortunatissimi: sole caldo e vento a due cifre, si va che è uno zucchero. Facciamo più o meno tutti gli esercizi che ci vengono impartiti, gli istruttori di cui sopra fanno i salti mortali e si sgolano. Siamo bravissimi. Siamo tutti bravissimi. Se lo ripeto ancora una volta finisco col crederci…
Dopo 4 ore in mare, un panino e 36 issate questo è il bollettino della giornata: un ferito grave, un ammutinato, un disalberamento.
Poteva andare peggio.
Alla fine in mare siamo solo noi e i giuovinastri fraglia (ovvero dolcetto e fragliotta girl) gli altri sono tornati a terra sani e salvi chi più chi meno.
Due parole due debriefing (il bello ce lo teniamo per domattina) e poi ci mandano a casa…non proprio, alcuni vanno a casa altri vanno a fare sessione straordinaria di centratura barche, insomma di riffa e di raffa tiriamo finché è buio…dura la vita del radunante.