domenica 25 dicembre 2011

Nuovi vertiginosi picchi di follia

Per Natale la mia dolce fidanzatina mi ha regalato un paio di sciccosissimi guanti nuovi, il top del top. Appena scartato il pacchetto, li ho indossati, mi stavano come un guanto, belli attillati come piace a me. E poi me ne sono uscito con: 
Corr: wow, amorino, sono fantastici, adesso ci devo scire un paio di volte con vento leggero per fagli prendere la forma e poi così uso gli harken neri in allenamento e questi in regata, i gill li tengo per le passeggiate che ormai sono alla frutta...

forse non solo i gill sono alla frutta.

lunedì 19 dicembre 2011

La Giustizia di San Giusto

San Giusto è il santo protettore di coloro che rosicano quando qualcuno fa un bel gol. Perché poi, San Giusto lo punisce quel qualcuno…Hai vinto al gratta e vinci? E San Giusto ti fa arrivare una multa. Hai preso per il culo tizio perché lo hai sverniciato in regata? Ci pensa San Giusto! che minimo minimo ti fa aprire in due uno spinnaker.
Sabato arrivo alla Lega nel primo pomeriggio e inizio a cincischiare con il laser. Sono convinto che ci sia scirocco, il meteo che ho controllato tre giorni fa diceva che oggi alle 2 e un quarto si mettevano 6.5 nodi di scirocco…mentre apro la barca, si avvicinano Luca & Paolo (non scherzo veramente si chiamano così!) e mi fanno con faccia sbigottita:

L&P: oh, ma veramente stai uscendo?!
CORR:…ehm…si?
L&P: cioè tu oggi esci in laser… col garbino!
CORR(rapido sguardo di conferma alle bandiere, timore e angoscia mascherati ad arte): Be’ si certo! Mi alleno un po’ con voi…
L&P(tra il serio e la presa per culo): cioè no…sei un eroe…
CORR (certezze incrinate, ma sorriso di facciata): calma giovini..non è la prima volta col garbino!

Dopodichè ho iniziato a farmela sotto. Mentre loro non guardavano: non è la prima volta, ma sarebbe la prima volta che torno senza danni e/o ferite.
I nostri laseristi di punta…siamo messi mooolto bene.
Indosso finalmente con ragion di causa gli steccati e usciamo, e mi sono sparato un ottimo allenamento di Laser, con un po’ di garbino saltelloso e tutta la squadra al completo. Sono l’unico standard, ma tanto sono sufficientemente scarso da giocarmela con i radiales di cui sopra. I Dainese si mettono sui gommi con le boe e ci fanno girare, girare, girare…ad ogni giro scopro un nuovo tassello: il culo qui, il polpaccio quo, le spalle cosà…
Insomma mi sto divertendo un mondo. Il vento è bello steso, sui 10-15, salta un bel po’ ma zero onda: figata! Ciliegina sulla torta Luca mi chiede di provare la Standard e facciamo a cambio barca, io salgo in radial (n° velico 191***) sui sale sul mio vetusto vascello (N° 63***): scopro finalmente com’è fatto un laser vero, scopro come sarebbe avere la forza necessaria per schiacciare la barca, scopro tante cose. Cammino più in radial che in standard…
Da lontano sento le urla e gli ululati di Luca che si esalta con la velona, che per lui è tanta roba…Luca è uno entusiasta per natura, al primo traverso si sente uno YA-HOO! Fino al porto turistico.
Rientriamo che è quasi buio, e finisco a sistemare la barca che è buio e basta, non che ci voglia molto a dicembre…freddo, fa freddo e non mi son ancora cambiato, sistemo tutto alla buona e filo a casa.
Domenica sveglia prestillimo che c’è regata con la Strega, ma ho degli strani brividini…per scrupolo mi do una controllata: 38 tondi tondi, San Giusto mi ha punito per le mie due virate con rollio azzeccate: tre giorni filati di febbre e lotte intestine.

mercoledì 30 novembre 2011

L’alba dei laseristi viventi

Domenica mattina è l’alba. Be’ insomma, non proprio il sole che sorge, è l’alba in senso lato per gli standard lavorativi della domenica. L’eurotimoniere è incimurrito, per cui lasers. Decido che è arrivato il giorno di provare gli steccati che mi sono autoregalato al compleanno, ben 2 mesi fa…ehm…
Il vento decide di no, visto che c’è solo un refoletto minimo e subdolo. Nelle brume mattutine girovago senza meta tra le barche quand’ecco che…incontro una altra anima persa come me…è Pino che ha deciso di ricacciare il suo laser dallo scantinato.
Non esageriamo: c’è il sole e il circolo è bello animato, ci sono un po’ di fragliotti che smontano e rimontano i loro 470 (BRAVI!) e in ordine sparso arrivano i giovinetti della premiata squadra agonistica. E come se non bastasse Pino, lo snipista per eccellenza, fervente sostenitore della superiorità della Razza della Beccaccia Ariana, sembra proprio intenzionato ad uscire!
Ed è Standard: bene, siamo in due!
Armiamo e aspettiamo. Aspettiamo e guardiamo gli altri che armano. Aspettiamo e parlo di dirzze spi con i fragliotti di cui sopra. Aspettiamo e ci cambiamo, assetto mademblik, dodici strati termici traspiranti.
Aspettiamo e ci facciamo due palle così.
Alla fine, ma proprio alla fine, verso le 11 e tre quarti ci buttiamo in acqua con un vento da ginocchia in bocca. Io peso 70 kg, lui 95. Lui ha una barca bella io ho issato delle mutande che varranno 15 euro a peso. Io vado in laser da un po’ lui no.
Risultato: lo svernicio ambo i lati, senza dire A. ah ah ah…che belo sverniciare uno snipista che questa volta non ha la scusa delle “barche diverse”…
Alla fine della nostra oretta mentre tutti escono, mentre si inizia a cinghiare (poco eh per carità, fa che si consumano gli setccati…) io rientro che ho il pranzo prenotato con parenti e porchette di vario grado e genere.
Ma se non altro le mie due virate me le sono fatte in compagnia!

martedì 22 novembre 2011

Al mare

Che rumore fa un albero che cade in una foresta dove nessuno può sentirlo?
Sei partiti, tre già fuori dai giochi a metà strada della prima tappa. Che è la più facile.
Forse, ma dico forse, qualcun ha fatto i conti senza l’oste…Verrebbe da dire che è la prima volta, che magari una cosa così non era mai successa, ma poi guardi un po’ indietro negli anni e ti ricordi della Telstra Syd-Hob del ‘98 o della Vendee del ‘96 che li hanno raccolti col cucchiaino…e vai a parlare di carbonio, di dimensionamenti, di picco di carico sull’onda e tutte le equazioni differenziali che vuoi.
la verità è che al mare non gliene frega niente se tu sei il campione del mondo o gli ultimi degli scarsi, non gliene frega niente se sei maschio femmina, forte o debole, se vai in giro con un optimist della scuola o con uno Swan 45… il mare queste cose non le sa, e manda le sue onde uguali per tutti.
Questa è la sua giustizia. Fateci i conti, o state a terra.

giovedì 17 novembre 2011

Solo noi e i kite

Ecco la prova che i kite viaggiano a velocità curvatura!
Sabato, arrivo che il mare è ancora piatto, ma tira un bel Nord di quelli che ti stuccano le orecchie. Tra l’altro è pure nuvolo. Io e il mastro timonatore abbiamo un programma di tutto rispetto per la giornata: tirare giù il palo, quinci regolare tutta la regolabilia con strumenti sofisticatissimi e infine uscire per il tempo che resta. Gli strumenti sofisticatissimi consistono in:
  • un’asticciuola di legno sulla quale ho attaccato due metri di carta dell’Obi, che partono entrambi dal centro.
  • Un filo a piombo.
  • Un'altra asticciuola con filo a piombo applicato ad un’estremità
  • Il nastro adesivo, as always.
Che sofisticatezze…
Con queste carabattole, mettiamo l’albero in bolla e misuriamo lo spread delle spreaders (che fa figo di questi tempi) onde pareggiare i conti tra destra e sinistra. Indi poscia verifichiamo la rettitudine del palo, lubrifichiamo il lubrificabile, controlliamo il controllabile.
Dopo tutte queste amenità, rialberiamo, centriamo alla buona (tanto oggi manovre) e armiamo. Nel frattempo il vento di prima ha alzato un po’ il mare, belle creste bianche al largo, e ci ha messo sopra almeno un altro paio di nodi rispetto a prima. Io inizio le mie tpiche scaramanzie, ma secondo te quanti nodi ci sono…centriamo medio…che dici metto il sottomuta di pelo di yak…insomma tutto il repertorio di quando me la faccio sotto.
Uno yak, come ti tiene caldo lui…
L’eurotimoniere minimizza, per lui ci sono massimo 12 nodi. Ma io so bene che quando le ali dei kite si alzano in volo, ce en sono almeno 13: sotto 13 nodi i kitesurfer restano a bere birra…e mentre andiamo di ali en conto almeno 7…
 Strane bestie i kite. Per divertirsi hanno bisogno di onda formata e ventone, sotto a 15 nodi quasi neanche si sprecano ad armare. Condizioni che in barca sono ben impegnative, soprattutto se si pensa che i kiters iniziamo a fare sul serio intorno a1 20 e passa. Proprio un altro pianeta.
Noi usciamo in mezzo a loro (be, non proprio in mezzo, piuttosto di lato che non ci va di fare un frontale con uno di ‘sti bolidi) e guadagniamo il largo. È il primo giorno di mare e vento serio da un bel pezzo, e mentre facciamo la prima bolina con una punta di sarcasmo chiedo:
COR: allora quanti nodi ci sono?
ET: una quindicina scarsa…
Ma non ci crede neanche lui. quando scendiamo dalle onde, faccio fatica a rimanere attaccato alla barca, sarà pauroso, ma cazzo quant’è divertente!
Prima poggiata, io vado per lo spi, ma il timonatore tituba, è incerto sul da farsi. Alla fine con le tenagile tiro fuori il motivo di tanta titubanza: a pranzo deve stare a casa tassativamente in orario, lavato e pettinato e se scuffiamo con lo spi ora che raddrizziamo (e si bagna come un pinguino tra l’altro) gli si fa tardi. Amen, del resto pure io non ho tutta sta voglia di fare il bagno, contratto al volo un altro po’ di bolina e poi un bel traverso di rientro. Ci saranno 20 nodi pieni adesso, onda oltre il metro, roba seria, insomma.
Da terra guardo chi c’è in mare.
Solo noi e i kite.

mercoledì 9 novembre 2011

L’era ipertecnologica di Vertigo

È iniziata la terza era della mia (pfui!) carriera quattroesettantopode: dopo la prima era (detta anche prototimonistica) e dopo la seconda era (nota come asfaltaflotta zonale) inizia l’era della tecnologia al servizio del prebend.
L’unità portatile di trasmissione dati che abbiamo a bordo: rileva velocità, angolo, ETA e umore del prodiere della barca sparring partner
Siamo usciti con il coach Azzariti & fragliotta girl, poco vento ma sufficiente per provare la centra altissima, la stessa che abbiamo usato nell’ ultima regata. A dirla tutta proviamo pure due configurazioni di piede d’albero, tanto per non farci mancare nulla…in acqua prevalentemente regatine e bordi appaiati, ci sono un po’ di nasse che fanno al caso nostro. Prima andiamo col piede avanti dopo un oretta passiamo alla configurazione “piede dietro” la velocità sembra più o meno quella, ma secondo il mastro timonatore piede avanti è più bello. Insomma ci divertiamo un po’ mentre inviamo in tempo reale i dati al centro raccolta, dove verranno elaborati da 3-4 cervelloni degni dei peggiori libri di Dan Brown.
Il discreto centro raccolta dati, viene buono anche per contattare gli alieni
Mentre l’etere si riempie con le nostre prestazioni, noi in mare continuiamo a divertirci, tiriamo ancora un po’ e poi un altro po’ purtroppo niente spi, il coach ha rotto non so quale manovrina (credo il carica alto) e non ha molto senso non andare ad armi pari. Uff. vabbè se non altro appena arriviamo a casa conosceremo con certezza i più intimi dettagli della nostra navigazione…

…alcuni giorni dopo, mi arriva una mail direttamente dal NORAD: dice che con vento sotto i 6 nodi devo mollare il puller.
Il NORAD, hanno ingaggiato Morgan Reeser per l’occasione

giovedì 3 novembre 2011

Week end alturoso

Campionato invernale altura, altura per modo di dire, visto che il campo è lungo come quello dei 470 la settimana scorsa, ma va bene così, che c’è poco vento. Sabato due prove, la prima piuttosto incolore, l’equipaggio gira, ma le vele sono vecchiotte e la carena è così così. Insomma non si va un cazzo. Da parte mia io faccio il mio sporco lavoro, che con 7-8 nodi è assolutamente relax. La seconda prova ci fa divertire un po’ di più, se non altro riusciamo a rollare sul filo di lana un’altra barca uguale a noi.
Piccola riflessione: ma se la cosa più divertente della settimana è stata infilare un avversario pari barca e batterlo di 2 secondi come se fosse una bella regata di monotipi…non sarebbe più divertente fare regate proprio di monotipi? Mah, i misteri del Ciava Orci, che manco a farlo apposta qui è rappresentato da MAN, il gran visir de tuti i Ciava Orci, Fine riflessione.
‘A macro de che…
Ma veniamo alla grande differenza di questo campionato: a tavola le cose sono cambiate: tovaglia elegantemente di stoffa, posateria e piatteria vera invece di carta&plastica...chissà quali leccornie per cotanta tavola!E invece...invece del solito piattone di pasta calda è fumante formato famiglia c’è una strana insalatina di piselli e zucca, poi un piatto NORMALE e sottolineo NORMALE di pasta. Oh, ma che siamo velisti macrobiotici? Amen, tanto stasera la mia dolce metà cuoce un chilo sano di pancetta con la scusa di guarnire la sua zuppa di zucca, mica 'sto cosino dietetico!
Menomale che esistono le Fidanzatine Adorabili…
Domenica, una sola prova con vento circa uguale. Noi andiamo circa uguali, cioè schifillimi. Per carità non sbagliamo un bordo, non una manovra, ma semplicemente non camminiamo…e quando vai piano vai piano e stop. Vabbè ci sarà il solito pranzo della domenica del Club Nautico…ah già manco quello.
Sconfitto dagli eventi scappo a casa dopo un deprimente pasto senza manco aspettare le classifiche, salvo poi scoprire che il bilancio del week end è un 7-7-6 su 8 partenti.
Uff…almeno ci si diverte in barca!
week end di Halloween sulla Strega, non fa una piega

Photo courtesy Antonello Coppola

mercoledì 26 ottobre 2011

Ultima Zonale 470 – Lazzaro alzati e stramba

Finalmente.
Finalmente una regata nelle acque di casa (con i soliti 470 gatti) in cui all’arrivo ho un’ avversario nel raggio di 4-5 lunghezze. Finalmente una regata in cui dobbiamo chiedere acqua in boa. Finalmente una regata in cui il mio ruolo è anche fare un po’ di controllo degli avversari finalmente resuscitati.
Ovvero, la centra nuova non va una cippa…o forse va pure bene e il raduno ha fatto veramente la differenza!
In acqua 4 barche più gli snipe. Vento poco, centra altissima (ma col senno di poi credo che si possa osare anche la centra ancor più altissima), campo corto, ma così corto che sembra da allenamento, linea buona in barca. Partiamo in barca, viriamo subito e saltone a sinistra…ottimo! Primo incrocio dietro anche alle nasse.
Questo si che è un gran centro!
Amen, si parte all’inseguimento, riacchiappiamo il Cardoncello e conquistiamo con eroismo l’interno, se non che lui decide di rollarci durante il laschetto e noi gli orziamo di conseguenza. Contatto, protesta, fatevi i due giri…insomma impieghiamo mezzo lato a spiegargli il regolamento alla fine esegue. Noi senza scomporci continuiamo l’inseguimento, che ci manca il coach, che diamine, oggi va come una lippa. Sarà che Francesco ha imparato a fare il prodiere? Com’è come non è li riacchiappiamo durante la bolina, ma non è che esattamente li sverniciamo come in passato, anzi la regata è bella combattuta. Poppa in controllo e arrivo facile per noi.
Seconda prova, il campo non ha più segreti e non ci facciamo fregare. Partiamo bene, avanti e veloci, e ci rimaniamo per tutta la bolina e per tutta la poppa. Il coach azzariti sembra andare bene, a tratti con prua migliore della nostra (sempre la benedettissima centra? Qua stiamo al trapezietto e il piede tutto avanti…bah. Vallo a capire).
Pescara centro, dove di solito i giovini parlano di centre durante lo struscio serale
Se poi ci metti che ad ogni virata il mastrotimonatore litiga con il trasto, la scotta e il firmamento intero insomma viaggiamo appaiati. La poppa, la nostra nemesi, è una lotta senza quartiere per difendere l’interno, caspiterina quanto poggiano questi! sono anche abbastanza vicini da dare fastidio alla mia pressione, e orzare non se ne parla, ovviamente. Ovvero: la nostra poppa è migliorata (merito della nuova centra? Bah…) perché poggiare così tanto prima ce lo sognavamo, ma la poggia di poppa è come la gnocca, non basta mai.
Quasi in boa strambiamo mure a sinistra e quasi inspiegabilmente il coach non ci assale all’arma bianca, ma tira dritto per la sua strada. Grazie, incassiamo e passiamo dal via per ritirare l’interno boa. È stato un rischio che abbiamo corso, ma non potevamo fare altro arrivati a quel punto: dovevamo andare in boa!
A terra breve debriefing con l’eurotimoniere, resta da capire come va questa centra. Abbiamo vinto quindi ok, non abbiamo asfaltato quindi vattelappesca. Promossa con la condizionale, continuiamo a provare durante l’inverno e vediamo come va.
anche il giornalismo cittadino prende sul serio l'annosa questione delle centre

lunedì 24 ottobre 2011

Laserismi di fine stagione

La mia seconda stagione laser si è conclusa. Quest’anno solo due regate sono state degne di questo nome, con almeno 5 avversari sulla linea. il più delle volte eravamo in 3, dove anche l’ultimo (io) prende la coppa. Tirando un po’ di somme, ci si accorge che quest’anno sono generalmente uscito meno con il laser, però se non altro ho innalzato il limite del vento da scongiuri del 37% : adesso con 12 nodi riesco ad andare dritto…vabbè lasciamo perdere.
La flotta Standard ha perso un paio di elementi e un altro paio sono stati meno presenti, vediamo un po’ che succederà l’anno prossimo. Io dal basso del mio peso piuma continuo così, non fosse altro per far divertire l’eurotimoniere, che se passo a radial rimane da solo, poi mi mette il muso e non mi timona bene il 470…insomma credo di essere l’unico velista al mondo che per fare le nazionali 470 si deve fare il mazzo in laser. E faccio pure la prua!
La stagione si è conclusa con alcuni momenti di gloria tra cui:
  • io che arrivo davanti a Marco Dainese a Pescara
  • io che incrocio davanti a Maurizio Dic prima di rompere il tendibase a Ortona.
  • Io che non muoio a Giulianova.
Ho bigiato una sola regata a Termoli e poi hanno annullato l’ultima a Pescara per grandine. La clarissima Ranking Assolaser è questa:
Ma ti rendi conto?
la continuità, unita ad un generale scazzo agonistico altrui premia anche gli scarsoni come me. Wow.
L’obiettivo della prossima stagione è provare ad avere il passo dei radial… anche di poppa (adesso di bolina li tengo 2 volte su 3, sono FORTISSIMO!)

venerdì 21 ottobre 2011

Piede d’albero infreddolito

Ieri pomeriggio, potevo passare un pomeriggio al calduccio.
Potevo.
Ieri pomeriggio, dopo il lavoro. Il cielo è color termosifone spento e gocciolante, e noi stiamo lì perché all’eurotimoniere è venuta la smania da regolazione ossessivo-compulsiva dopo l’ultimo disastroso speed test. Ok dico io, domenica mattina giochiamo un po’ e sistemiamo tutto. Ok dice lui, ci troviamo in settimana dopo il lavoro per giocare d’anticipo…
ecco, esattamente questo colore, ma più gocciolante
Io mi presento al circolo con ancora nelle orecchie le parole della mia dolce metà “Amorino, vieni qui che ci prendiamo un tè e ci facciamo fare le fusa dai gatti?” ho preferito fingere una fantomatica riunione con dei clienti lanzichenecchi, piuttosto che dirle la verità.
L’eurobastardo si presenta con un fascio di centre dai tempi di Morgan Reeser ad oggi di tutti i velai, alberai, sartiai e barcai di questo mondo.
E va bene, il tempo passato sulla barca non è mai sprecato, il menù di oggi prevede:
  • spostare il piede d’albero a prua
  • scrocettare le crocette finche non abbiamo il prebend voluto (da reiterare n volte)
  • ghindare la ghinda con precisione millimetrica
  • misurare tutto il misurabile, compresa la riduzione di diametro sotto carico delle sartia dovuta al modulo di Poisson.
Qua non si scherza per niente, cazzo!
Dopo circa 3 minuti, il tempo di aprire la barca viene giù un groppo da 20 e passa nodi, unito ad un nuvolone nero tipo Mordor. Insomma si sta preparando un temporalone con i fiocchi e noi lì a cercare di misurare il prebend, senza speranze.
Dopo svariati scrocettamenti (prendi mezzo giro, no aspetta il mezzo giro che hai preso dall’altra parte era più mezzo di questo, tensione sartie 29,42 periodico…) io inizio ad avere varie traballanti visioni di tazze di cioccolata calda, copertine di pile e gatti accoccolati sulla pancia. Ma noi facciamo tutto questo per essere sempre più competitivi, perché noi siamo noi e basta.
Gettiamo la spugna un’ora dopo al freddo e al gelo senza neanche un bue e un asinello, quando il vento (salito intorno ai 30) è talmente forte da schiacciare il cordino per misurare il prebend contro l’albero, impedendo di misurare alcunchè (tralasciando il buio ovviamente). L’eurotimoniere vorrebbe continuare a orecchio, tanto è possibile percepire la tensione delle sartie dalla nota che emettono quando le pizzichi…ma poi pietoso mi lascia libero quando ormai è troppo tardi per andare a infilarmi dentro un gatto di pile (causa freddo ho le visioni un po’ confusionarie).
Ora, se domenica la barca non va un cazzo, giuro che lo strangolo con il meolo, lui e le sue centre…

lunedì 17 ottobre 2011

Buono - No Buono

  • Regata 470 al circolo di casa: BUONO
  • Sottomouta pesante sparita: NO BUONO
  • Sant’eurotimoniere mi presta la sua: BUONO
  • Che però è un po’ leggerina per la mia freddolosità: NO BUONO
  • Spray top nuovo di pacca: BUONO
  • Mare mosso da due giorni, vento freddo del nord: NO BUONO
  • stare al calduccio nella sede del circolo, senza neanche aprire le barche: BUONO
  • regata annullata per avviso di burrasca: NO BUONO
  • Ma noi intrepidi, usciamo per fare speed test: BUONO?
  • La bolina con angoli imbarazzanti, prua zero: NO BUONO
  • L’altra barca però non riesce a riprenderci, perché manovriamo meglio: BUONO
  • Diventare verde pallido durante la bolina (ondone, vento a calare freddo pinguino): NO BUONO
  • bei planatoni durante la poppa: BUONO
  • Ma come proviamo a ripartire io crollo definitivamente dopo neanche due ore di mare: NO BUONO
  • Puntiamo a terra a velocità soffice: BUONO
  • Smaltire i postumi di una sbornia epica facendo la prua con onde e vento, dopo aver dormito 4 ore: MOLTO NO BUONO
  • Essere gli unici due equipaggi in mare, only the brave: MOLTO BUONO

domenica 9 ottobre 2011

Inspiegabilmente...

Inspiegabilmente la regata laser di oggi è stata annullata...

chissà poi perchè!

giovedì 6 ottobre 2011

L’adunanza – secondo giorno

 Il secondo giorno si apre con l’astuzia organizzativa dell’anno: delego alla MAMMA i panini. Lei si sveglia alle 6 meno un quarto per affettare, lei. Io mi sveglio alle 9 tonde tonde, carico tutte le bontà alimentari del caso e schizzo alla Lega come una faina incazzata (l’influenza di Mario inizia a farsi sentire…).Dopo la semicazziata di ieri, i marinaretti sono tutti più o meno in orario. Prima di andare in acqua ci godiamo i filmati di ieri, le nostre manovre, con i commenti degli istruttori. Alla voce “issata spi” si vedono nell’ordine (per compassione tacerò gli autori delle manovre):
  1. passaggio di boa largo, poggiata inconsistente, issata in tempi epici. Commento: “la regata è finita nel frattempo”
  2. Lunghi in layline, issata lenta lentissima. “questi vanno in Croazia, basta che poi si ricordano che la boa è qui”
  3. Prodiere fuori assetto, issata nei limiti della decenza. “prodiere a gambe aperte come un caimano, issata…mmh, va bene…(paragonata ai precedenti!)
  4. Passaggio nella norma, spi in ritardo, tangone sottovento (?!): “questi…cazz…vabbè, niente hanno fatto un’ invenzione. Carino però.”
Un caimano. Mi spiegate come fa ad aprire quelle gambette corte e tozze che si ritrova?
Indi poscia andiamo in mare, dove con vento un po’ minore id ieri (ma più onda incrociata pensa te che culo, il ginocchio ringrazia) facciamo esercizi di manovre a go go. Oggi è il giorno delle roll tack. Qualcuno rolla un po’ troppo e va in acqua, mavabbene…
E poi ancora issate, manovre , assetto e velocità.
Alla fine ci spariamo anche un paio di regatine, che in fin dei conti servono a farci divertire e tornare a terra felici e contenti, come nelle migliori favole. La regatina n°1 la facciamo con le partenze ad handicap per evitare che i leprotti (cioè noi) scappino via. Finiamo davanti di poco, cincishiamo un po’ sull’arrivo, io ho voglia di farmi una sparata al lasco ma a quanto pare non si può. Uff…
La seconda provetta partiamo alla regata maniera. Di bolina scopro con gioia che il distacco abissale si è ridotto, gli altri viaggiano con buon passo, tanto che di poppa, dove sbagliamo completamente bordo finiamo dietro Daniele e Cardoncello, ma pensa te!
Loro tornano a terra con dei sorrisi che vanno da orecchio a orecchio. Noi con la certezza che in alcune condizioni la barca di poppa non va, come a San Benedetto. Ci dovremo lavorare su.
Per fortuna che al circolo ci attende la mia dolcissima metà, dispensatrice di lietitudine e aperitivi, e tutto passa in secondo piano davanti a un bellini…

mercoledì 5 ottobre 2011

L’adunanza – primo giorno

La statua commemorativa del raduno, che regala l’immortalità ai coraggiosi timonieri e prodieri che con considerevole sforzo ed eroismo rialberano un 470
Con immane sforzo il Clarissimo delegato zonale (cioè il magnifico me) ha prodotto l’evento istruttivo dell’anno, ovvero un allenamento di classe (e che classe!) di due giorni, in cui ne abbiamo viste di tutti i colori.
Per un allenamento di classe ovviamente ho chiesto l’aiuto di istruttori di classe…
Roberto: istruttore 470 dei tempi gloriosi che furono, quando i barcopodi abruzzesi avevano un motivo d’essere nelle classifiche nazionali
Il prestigioso riconoscimento che ha conseguito questo pacato istruttore, conferito per la profonda competenza e sensibilità umana
Mario: motivo d’essere di cui sopra. Prodiere d’antan, poi monotipista di vario genere ed estrazione, e da ultimo mastro spinnakeraio sulla Strega reloaded. Uno che ne sa a pacchi, insomma, nonché autore di memorabili metafore.
due tipici leprotti della majella, si noti il muso pezzato del prodiere
La sera prima faccio tardi per preparare 314 panini con la mortadella, che serviranno per rifocillare le orde di velisti affamati che io, ottimista inguaribile, mi aspetto.
Appuntamento alle 9:30: io arrivo alle 8:30 in ansia organizzativa, con la macchina talmente mortadellata che mi affilano tutti i gatti del quartiere. Dopo questo raduno venderò la macchina senza far passare neanche un giorno...
Alcuni volenterosi si presentano verso le 10 meno un quarto, gli altri con comodo verso le 10:30, incluso il maledettissimo eurodormiente. Grrr grrr….Comunque, dispongo il disponibile (panini, boe gommone ecc ecc), organizzo l’organizzabile, esigo l’esigibile (Money!!) e mi godo lo spettacolo di ben 5 equipaggi indaffarati ad armare. Per i nostri standard è l’equivalente del Heineken Jammin festival della randa. Wow.
In acqua siamo fortunatissimi: sole caldo e vento a due cifre, si va che è uno zucchero. Facciamo più o meno tutti gli esercizi che ci vengono impartiti, gli istruttori di cui sopra fanno i salti mortali e si sgolano. Siamo bravissimi. Siamo tutti bravissimi. Se lo ripeto ancora una volta finisco col crederci…
Dopo 4 ore in mare, un panino e 36 issate questo è il bollettino della giornata: un ferito grave, un ammutinato, un disalberamento.
Poteva andare peggio.
Alla fine in mare siamo solo noi e i giuovinastri fraglia (ovvero dolcetto e fragliotta girl) gli altri sono tornati a terra sani e salvi chi più chi meno.
Due parole due debriefing (il bello ce lo teniamo per domattina) e poi ci mandano a casa…non proprio, alcuni vanno a casa altri vanno a fare sessione straordinaria di centratura barche, insomma di riffa e di raffa tiriamo finché è buio…dura la vita del radunante.

mercoledì 21 settembre 2011

Che Velandiamo Ragazzi!

18 settembre, vento previsto: poco, da ESE.
18 settembre, 100 e passa barche dai 4 ai 16 metri con 12-14 nodi di scirocco bello pompato: una vera goduria!
Ma iniziamo dall’inizio.
Io preparo il velandiamo di quest’anno studiando gli avversari di categoria, valutando le maree e le correnti, imparando a memoria anche il calendario maya, tanto per andare sul sicuro. La media degli avversari (in funzione della categoria) imbarca dai figli con i braccioli, ai maialetti arrosto con la mela in bocca. Io controllo il prebend con il micrometro laser, IO.
Uno dei drizzisti più ambiti dell’evento…
La mattina della sacra veleggiata ci troviamo per tempo io e fragliotta girl. Dato che ormai ho imparato come funziona, per prima cosa controllo i parametri vitali: riflessi primari, reazione pupillare, stimoli uditivi…ok è sveglia. E a detta sua non ha bisogno neanche del caffè, bene! Iniziamo ad armare la barca e mentre faccio altro, le dico: “prepara lo spi dai!” Lei prontamente esegue, mica dorme! e prontamente afferra la ghinda…le sorge qualche dubbio solo quando si accorge che è di ferro invece che di cima: quisquilie! Però si riprende quando arma le scotte: be’ questo è facile, rosso a dritta..ROSSO A DRITTA?!
Rettifico: SEMBRA sveglia.
In un modo o nell’altro armiamo per un vento leggero leggero come da previsioni, e ci avviamo in acqua, per raggiungere la barca partenza: facile da trovare, è solo una barca a vela con le vele ammainate! Fuori ce ne sono 130, dobbiamo solo aspettare e vedere chi issa le vele.
Aiuta il piccolo corr a trovare la barca comitato…Facile, no?
Comunque riusciamo in questa impresa e girovaghiamo lì intorno, io faccio un po’ di pubbliche relazioni sotto spi, proviamo due boline tanto per…
Ed ecco che arriva il temuto avversario: un possente FD, timonato da mio zio e prodierato da mio zio (un altro ovviamente) salgono su sbandatissimi, saltando sulle onde (bassine in verità)…e qui percepisco un tremito nella forza:

FG (occhioni lucidi e spauriti del tipo “che morte scema che mi attende…”): ma anche noi sbandiamo così tanto di bolina?
IO (sguardo di chi ha capito tutto, voce stentorea): no, io te la faccio portare più piatta la barca, quella è tutta potenza persa!
FG (sguardo valutativo “ce la faccio a scappare a nuoto?”): ah…

 Per fortuna il primo bordo è di poppa.
Per sfortuna questa cosa la sanno anche gli altri 130, ma per intercessione di San Zopito orzatore faccio la partenza della vita, 15 metri dietro MAN e la flotta dei Cazzutissimi Regatanti. 15 metri dietro a loro per sicurezza, ma 40 metri avanti a tutti gli altri, per maggiore sicurezza. Quando sento i botti delle collisioni noi già abbiamo dato spi e stiamo volando. Il primo bordo pompiamo&planiamo, e teniamo botta, navighiamo a medie da barca da regata di 12 metri (ovvero quanto un B25…).
Il primo bordo, di poppa. Io sono quell’astuta macchia di pixel tutta a destra sopravento e in aria libera, nonché più veloce!
La poppa va via facile facile, ce la passiamo a giocare a “facciamo che io ero Giulia Conti e tu Giovanna Micol e io pompavo abbestia per tutto il tempo?” questo lavorio ci frutta un’invidiabile posizione in classifica e una bella foto:
Poi purtroppo inizia la bolina e smettiamo di planare, e chi è più lungo va più veloce e basta. Tanto per dire Il presidente Leone con il suo First 44.7 ci ha passato dopo la boa di piazza duca, ed è arrivato 8°. Io sono arrivato 51°. In una bolina (luuunga luunga bolina) abbiamo perso qualcosa come 30-35 posizioni.
Come se non bastasse, rischiamo di finire nel gruppone “ la ‘gnuranza nun se medica”, che sono un vero pericolo per noi piccoletti. Gli incroci diventano aleatori, randomici, casuali. Se finiamo nei rifiuti di qualcuno rischiamo di scuffiare per il vuoto d’aria improvviso…insomma la cosa migliore è stargli lontani, ma essendo in tanti, ovunque vai becchi qualcuno!
Di riffa e di raffa riusciamo a tagliare il traguardo, superati solo dai miei odiosi zii e dal loro FD…grr grr…mi hanno incrociato davati verso metà bolina…e ovviamente da altre 49 barche che però non fanno classifica contro di noi e quindi chissene.
A terra ricchi premi e cotillon, sangria per tutti e prosciutti per alcuni fortunati, nel miglior stile Velandiamo. In premiazione ad un certo punto finisco accanto a Riccardo di MAN, l’armatore pluripremiato, vicecampione mondiale chi più ce ne ha ce ne metta, El Gran Visir de tuti i Ciava Orci…dato che ci conosciamo, mi complimento con lui e lui mi risponde, indicando la mia coppa: “beh complimenti anche a te, soprattutto per il coraggio!” Se tanto mi da tanto, con il video del CICO dell’anno scorso che fa, mi conferisce al volo la medaglia al valore per “l’intrepido ardore velico dimostrato sul campo”?
Ci vuole coraggio ad affrontare ben 12 nodi. Guardate che zii coraggiosissimi che ho!
Le foto serie sono opera di Alex Falco, fotografo ufficiale dell’evento.

martedì 20 settembre 2011

piccole grandi soddisfazioni della vita

starò qui fino a giovedì, per le interviste e gli autografi!
e dunque dopo il grandioso velandiamo di cui parlerò diffusamennte a tempo debito, vi rimbalzo l'articolo sulla prestigiosa manifestazioe ad opera di nientepopodimenochè Sergio Mistro: proprio qui! nel quale sono citato. Questo insieme alle citazioni su Adessovela e su sito Federvela di febbraio scorso completa i miei sogni di velista famoso....

giovedì 15 settembre 2011

Terza regata zonale 470

Questo giro di giostra a San Benedetto del Tronto, città famosa per avere il porto più labirintico del Mediterraneo.
“Scusi per il CNS?”
Dopo alcune peripezie che hanno messo a dura prova al signorina Tom tom arriviamo al circolo in questione, forse. Lasciamo la macchina e la barca in mezzo alla strada, entriamo e chiediamo:

NOI: salve siamo qui per la regata interzonale 470, 420 e snipe
SCONOSCIUTO: eh?
N: si guardi, la regata,
S: ma chi la organizza?
N (ormai senza speranze)…voi…

Alla fine scopriamo che il circolo ha la sede sociale, la sede operativa, la sede di rappresentanza e la vecchia sede, una in ogni angolo del creato. Raggiungiamo la giusta sede (La sede operativa per le regate in giorni feriali della sezione vela, da non confondere con la sede ecc ecc per i giorni festivi) e scarichiamo il vascello. Ci guardiamo attorno: siamo in 4 noi inclusi, Azzariti, e due francavillici. E poi ovviamente gli snipes e i 420.
Dopo tutte le operazioni di base, partiamo. Passiamo mezz’ora a studiare il campo di regata nel dettaglio, dal colore della sabbia al gradiente di temperatura dell’acqua e decidiamo di partire in Barca, facile, il vento DEVE fare il girasole, e già ora è buono in barca…Peccato che a trenta secondi il vento salta a sinistra di 20 gradi e continuerà a girare per tutta la prima prova, tanto che la seconda bolina è un bordo unico.
Quindi partiamo dietro ma dietro dietro. Se poi ci metti che pure Guido Ciuffo mi è entrato in barca appena dopo la partenza pure stavolta (ed ero mure a dritta: dovrò forse imbarcare un rottweiler da guardia?) la prima bolina ci siamo giocati tutto il bonus di vantaggio che potevamo avere. Ci mettiamo di buzzo buono per recuperare, e fortunatamente, visto che siamo gli unici del circondario a sapere cos’è uno spi (vuoi perché non c’è proprio a bordo o vuoi per ‘gnuranza manifesta) superiamo un bel po’ di gente durante i laschi: finiamo primi dei 470, ma nel mucchio di snipe e 420, che schifo!
Durante la pausa riflettiamo, analizziamo e decidiamo che non ci facciamo fregare di nuovo. Sistemiamo un po’ di cose a bordo, alcuni segretucci che molti snipers vorrebbero sapere…pagando, forse…
Seconda prova senza storia, partiamo in aria pulita DALLA PARTE GIUSTA e ci rimaniamo. Durante la seconda bolina si sbatruccola il vang e io rimango a testa bassa sulla deriva a improvvisare una riparazione con uno stoppo andante. Ci metto tutta la seconda bolina: in pratica la bolina migliore della giornata, testa a testa con Rodolfo e io ero come se in barca non ci fossi: le due cose saranno collegate? Mah… in effetti appena ho finito la mia riparazione mancavano ancora un po’ alla boa e l’eurotimoniere mi ha chiesto di smontare tutto e rimontare da capo che così andavamo così bene…
Riusciamo a chiudere primi assoluti, ma non è che esattamente siamo stati i migliori del mondo, Rodolfo è arrivato dietro di un metro e solo perché lui si è incasinato in boa. A voler essere onesti lui si è incasinato con due vele, noi abbiamo fatto tutto bene con tre…Parliamone di chi è più bravo, ok?

lunedì 12 settembre 2011

Laserismi di straforo

Sabato pomeriggio, dovevo andare al circolo per caricare&legare. Incontro Iacopo, e mi dice: ESCI! E così ho fatto, un’oretta di laser con dieci nodi giusti giusti: wow! Ho incentrato tutta la giornata nel portare la barca in strapoggia. E poi ne tornare a casa con una luuuuunga bolina.
Credo di aver raggiunto qualche risultato…
IO: …conosco la strapoggia
MAESTRO SAGGIO E IMMAGINARIO: Dimostramelo!

giovedì 8 settembre 2011

Era un atleta forte e vigoroso…

Il tipico laserista: un giuovine atleta forte e vigoroso
18 settembre, a Termoli c’è la Zonale Laser.
18 settembre, a Pescara c’è il Velandiamo.
E ovviamente…io che sono (in verità “ero”) un velista duro&puro faccio il Velandiamo, il comodo, pacioso, prosciuttoso Velandiamo. È che proprio non mi tiene di caricare&viaggiare, e ho più voglia di 470 che di Laser. 
E, soprattutto, il dopovelandiamo prevede di aperitivare con la mia dolce metà, mentre il dopolaser prevede rientro ad ora tarda…insomma ho ‘sta voglia di vita facile in questo periodo: chissà perché…zz…zz..ronf…

martedì 30 agosto 2011

E chi ti becco in vacanza?

Questi due tipi qua:
 un tip top e un Pogo 2 belli pronti per la prossima cavalcata oceanica...che ad avere il tempo di stare lì ad ascoltarli ne avrebbero di planate da raccontare ' sti due.

lunedì 22 agosto 2011

Come un missionario nelle indie occidentali

questi bambini impareranno le tack'n'hoist grazie a lui: non merita una beatificazione per direttissima?
Con ordine e strategia ho preso i laseristi della nutrita flotta LNI, uno al giorno, e li ho portati fuori per iniziarli alle gioie del 470…in pratica sto cercando di convertirli a colpi di tangone sulle rotule. L’operazione dovrebbe dare i suoi frutti, perchè sperabilmente i laseristi in questione scroccheranno una barca vecchillima della LNI per la regata zonale che si farà da noi a fine stagione. Durante le ferie sono uscito 4 volte in una settimana sempre con equipaggi diversi: in pratica ho fatto il velista sociale. Nello specifico sono uscito con:
  • Luca Mercurio: laserista radial da 80kg (quindi radial solo per motivi di età) l’ho piazzato a prua e ha deciso che il barber è la sua manovra preferita. “corr ti cazzo il berber? Ti mollo un cm di barber? Aspetta un attimo che ti devo regolare un peletto il barber” il rientro sul laser è stato traumatico, senza neanche un barberino piccolo piccolo.
  • Paolino Lachi: il primo giorno che porto fuori Luca ci snobba dicendoci: “no che se esco su un'altra barca perdo la sensibilità, devo fare un campionato italiano, IO (di laser 4.7 Ndr)” e intanto cerca di salire a bordo con ogni mezzo…ci chiede pure se lo trainiamo tipo sci nautico…dopo la doverosa presa per il culo di 36 ore filate, due giorni dopo usciamo e lo piazzo al timone: nonostante la devastante perdita di sensibilità, di bolina va che è un piacere, di poppa ha qualche problemino, lo spi non lo addomestichi in un ora. Però sa timonare, punto.
  • San timoniere ufficiale: riesco a strapparlo per un sabato dalla famiglia, e stiamo fuori per un 2 ore abbondanti, con poco vento (sic!) però, per sant’elpidio scappellato, quando esco con lui è tutta un’ altra cosa. Si manovra, si va, si manovra al limite del paranormale (ovvero fare una normalissima issata in gybe-set con uscita al lasco per farci gli splendidi con gli allievi della scuola vela sulla stenella, ancora lei!). Il miglior allenamento del periodo.
  • Fragliotta girl: quando già pensavo di dover ritornare sul laser, chi ti becco in giro per strada (mentre pensavo fosse dispersa per l’Europa)? Fragliotta girl! che fai domani… quando parti… si si ok…insomma la ribecco al volo e ci spariamo un’ allenamento di straforo, 4-5 nodi e un ora e più per aspettarli, ‘sti bendetti 4-5 nodi. Poi fuori alterniamo i ruoli, facciamo manovre, manovre e ancora manovre… al rientro per metà voleva uccidermi per metà si era divertita. Mhhh…spero molto nell’altra metà.
Be’ insomma almeno sono andato un po’ in barca…prima di andare a Barça!

mercoledì 17 agosto 2011

E veleggiata sociale fu

Vogliate perdonarmi per la lunga attesa ma ho passato giorni di dolore travaglio e sagre paesane per cercare di metabolizzare l’affronto e il disonore della veleggiata sociale di cui sotto.
Eccoci qui, dopo le immeritate ferie d’agosto. Andiamo con ordine, per prima cosa la grandiosa regata sociale.
  • Grandiosa perché c’erano 26 barche di varia natura ed estrazione,
  • grandiosa perché c’erano 26 kg di porchetta
  • grandiosa perché c’erano 26 litri di vino…
  • grandiosa e basta, perche alla fine siamo tornati a casa tutti col sorriso stampato in faccia.
Io ho partecipato con fragliotta girl, che ormai è abbastanza una conferma: confermo che dorme beata per i primi 20 minuti ma poi si sveglia e si trasforma in una velista vera…basta saperlo, e dargli gli appuntamenti con l’ora illegale.
Prima le brutte notizie: mi sono fatto fregare dalla stenella federale, la tanto bistrattata stenella federale, e udite udite da uno snipe…ebbene si…Ma a onor del vero c’è un motivo per questa debacle: la stenella imbarcava 4 impuberi che sommati non facevano 80 kg + un istruttore, il temibilissimo snipe era in assetto familiare padre prodiere + figlia timoniera (di optimist) taglia scricciolo. C’erano 4 nodi scarsi.
Appuntamento la mattina all’alba, per fare l’assetto. È una veleggiata sociale, accanto a me sta armando un dinghi di legno del ’38, sul Classe A ci vanno su in tre, ma noi facciamo l’assetto, prebend, rake e tutto il circo al completo. Ecchecaspio, siamo velisti di classe olimpica! dobbiamo darci un tono!
 Datti un tono, prendi mezzo giro alle crocette!
 Partenza da terra, in pieno stile “Le mans” e quindi mi tocca pure correre, ma pensa te. Il prepartenza è carico di tensione, da una parte i prodieri con le barche in acqua che scalpitano come purosangue alle gabbie, dall’altra sulla spiaggia i preparativi che della partenza che “aveva lo stesso rituale della partenza dei 100 metri di una finale olimpica” [cit.]
In acqua, prima del via, recupero la fragliotta al volo per un briefing dell’ultimo minuto:
 
Corr (in sindrome competitiva da olimpionico mancato, 315 parole al minuto): allora devi stare attenta a questa barca qui, questa e quest’altra… mi raccomando difendi il sopravento, e quando arrivo cazza il fiocco prima di salire, mentre con l’altra mano spingi la barca, e contemporaneamente ti giri per guadagnare due decimi di secondo nel caso dovessimo fare una tack’n’hoist al volo…
Fragliotta girl (in sindrome sonnacchiosa da caffè mancato): eh? Che ci devo fare io co ‘sta barca?
C: ti dicevo…dunque se qualcuno ti scade addosso anche di un centimetro tu urla come una banshee e fatti rispettare eccecaspio!
FG(con la faccia appoggiata in coperta): ronf…
C: ok, ho capito, tu stai qui, io arrivo di corsa, salti su e andiamo ok?
FG: mmmhh…ok…però mi sa che la prima issata te la faccio male…zz…zz
C(lampo omicida negli occhi, ringhio sommesso): visto che la prima issata è anche l’unica io dico che la fai bene!
 
Quando mi ci impegno so essere convincente, non c’è dubbio. E per la cronaca l’unica issata della giornata è andata uno zucchero, a parte un lieve tremore della fragliotta girl.
Partenza, tutti in piedi, dietro la linea tesi come corde di violino. allo start copro i 30 piani in 9” 84 salto in barca come un salmone che risale la corrente, mi carico la fragliotta afferrandola per l’apposita coda e partiamo sparati verso la boa di disimpegno, più o meno in assetto. Piu o meno…
noi, più o meno in assetto...
Giriamo secondi in reale dietro l’odiabile stenella, che fila velocissima. Il percorso è una costiera verso nord, e c’è il solito scirocchino soffice, ergo dopo la boa diamo spi e scopro con orrore il dramma della giornata: la stenella maledetta ha un angolo di poppa pazzesco! Scende che una bellezza, mentre io se poco poco provo a poggiare mi pianto. E allora rimaniamo più alti, e mettiamo in conto una strambata in più, amen. Tutti gli altri sono dietro di alcuni Parsec, impossibile fare conti realistici. Il ritorno è di bolina, e miglioriamo un po’ la nostra situazione, visto che camminiamo un po’ di più e il vento sale fino ad uno sporadico trapezietto. All’arrivo siamo un paio di minuti dietro, in reale. Noi ci abbiamo messo poco meno di un ora, insomma abbiamo camminato abbastanza, per essere una corsa dei cavalli. 
A terra scopriamo con orrore che siamo terzi: che disonore! veniamo premiati con un coltello (per tagliarci le vene) e con un boccione di vino, per ubriacarci e dimenticare. Infatti il mefistofelico snipe che in reale era ad alcune giornate di navigazione risulta essersi infilato tra noi e la stenella, finendo secondo. Bravo lui (anzi lei), un po’ meno noi…
Icaro, il mio disonore da oggi in poi

venerdì 5 agosto 2011

La versione poco ortodossa del triathlon!

Dopo il primo -non disputato ma mangiato- evento che ho corso con l’eurotimoniere, siamo arrivati alla seconda velegg-pesc-gara di torte sociale dell’anno. L’eurotimoniere di cui sopra si è sacrificato sull’altare dell’organizzazione, di conseguenza io ho convocato per direttissima la fragliotta girl, sia mai che vado in laser…
L’evento ha un piglio deciso e prevede una classifica combinata con i pescatori: il calcolo della punteggi è semplicissimo, sia detto x il peso del singolo pesce pescato, si definisce f(x) come funziona monotona crescente della massa del pescato complessiva. Ora se:
 f’(x) = [T*f(x) * g(x)] / Y
allora risulta evidente che ln (g’(y)) sarà pari al punteggio complessivo, dove T è il tempo impiegato dalla barca in gara, g(y) è la funzione che descrive il suo numero yardstick in funzione del tipo di pesce pescato (ovviamente ad esempio una sogliola avrà un numero inferiore rispetto ad una mujella) ed Y rappresenta il valore della g(y) riferita alla specifica barca. Chiaro, no?
Io so solo che alle 10 in punto devo stare con la barca in acqua…
Nel tardo pomeriggio c’è anche una gara di torte, quindi la giornata nel suo complessi di domani riunisce tutti i soci della nostra amata LNI: i pescatori, le cuoche e i velisti famelici, che sbraneranno tutto ciò che capiterà loro a tiro.
Vi farò sapere com’è andata, se mai riusciremo ad accaparrarci un super-calcolatore del CERN…

Stay tuned