martedì 17 agosto 2010

Demoltiplicità applicata

attenzione: questo articolo è un po’ da nerd e quindi palloso. Fuggite sciocchi!


Mentre godevo delle mie meritatissime ferie, tra una pennichella e l’altra, ricevo questa mail:

“Ciao ADL
Hai ricevuto questo messaggio da: daniele.ita153 (danie****@****.**)
dal:
http://www.timonieri.it/forum/
ciao corrado, mi chiamo Daniele e vado in 470..siccome non ho molta esperienza avrei bisogno di chiederti una cosa (sono un fan del tuo blog, lo guardo quasi tutti i giorni)..saresti in grado di spiegarmi come si fa a calcolare la demoltiplica dei paranchi? ti ringrazio..ciao”
Una lettera a caso di uno dei miei fans

La mia risposta:
"Figliuolo,il tuo impegno va premiato, e invece di risponderti farò di più: scriverò un post a te dedicato sul mio blog. sei contento? Insieme alla risposta ti invio una mia foto autografata con dedica. È impermeabile, così potrai sistemarla in barca accanto al santino di San Zenobio orzatore. Sono sicuro che ti aiuterà nei momenti difficili, mio giuovine velista.

buon vento!"

Chi siamo noi per negare a questo giuovine velista un polpettone di 22 pagine sulla legge di Atwood?
Chi siamo noi per fargli spezzare le braccine su un vang 3:1?
Chi siamo noi per fargli tirare 72 metri di cima per cazzare il carica alto?
Non siamo nessuno, e quindi mi prendo la briga di rispondere pubblicamente, cosi anche io giuovini più timidi avranno le risposte alle domande che non hanno mai osato chiedere (Ecco,il nuovo servizio di pubblica utilità: le risposte di Corr alle domande che nessuno ha fatto).
Se per caso avete fretta perche vi siete dimenticati il gatto nella pentola a pressione, ecco il metodo di calcolo per non saper né leggere né scrivere:
prendete il vostro paranco ignoto, con 23 pulegge a random, 4 cime diverse e chi più ce ne ha ce ne metta: cazzate in modo da spostare il punto di applicazione di 10 cm, e poi col metro misurate quanta cime avete cazzato. Il rapporto è SEMPRE pari al rapporto di demoltiplica. se è un paranco con la fine e la veloce dovete calcolare usando la fine.
MEOW!
E ora passiamo alla spiegazione comoda. Prima di iniziare a leggere, prendetevi 2 giorni di ferie.Per prima cosa distinguiamo tra rinvio e paranco. un rinvio semplicemente cambia la direzione di tiro di una manovra. Le pulegge a piede d’albero sono rinvii. I bozzelli dello spi sono rinvii. i rinvii fissati in coperta sono rinvii. Di solito sono fissati alla barca, non sono bozzelli volanti.
Un bel rinvio deve arrivare ben oltre metà campo e atterrare sui piedi del tuo miglior centrocampista.
Un paranco invece determina una riduzione del carico di tiro in uscita, ovvero sollevi 10 kg ma devi applicare una forza minore, ad esempio 5 KgF, pari a circa 50 N. i paranchi sono costituiti da bozzelli mobili e bozzelli fissi. Un paranco è fatto da un punto di applicazione e da un punto di tiro. Il punto di applicazione è dove si aggancia il carico, ad esempio il gancio a S della ghinda o il grillo del vang sul boma, insomma è il punto mobile. Il punto di tiro e dove mettete la manina per cazzare la manovra, di solito è un punto fisso e c’è uno strozzatore vicino, ad esempio la torretta della randa, o qualsiasi manovra strozzabile in giro per la barca.Esistono due casi generici:
  1. Se l’ultimo bozzello della manovra è sul punto di applicazione del paranco e tirando la cima tirate nella stessa direzione del punto di applicazione quel bozzello fa parte del paranco.
  2. Se l’ultimo bozzello è sul punto di tiro e tirando la cima tirate in una direzione “diversa e/o contraria” rispetto alla direzione di movimento del punto di applicazione, allora l’ultimo bozzello è un rinvio.Per capire quante demoltipliche fa un paranco contate le pulegge, escluse quelle di rinvio, aggiungete 1 alla fine e quello è il vostro rapporto di demoltiplica.
il punto di applicazione è dove sta appesa la massa m…wow sembra una lezione di fisica.
Naturalmente per raggiungere elevati rapporti di demoltiplica si possono combinare i paranchi, in questo modo si risparmia spazio e cima da tirare. È il classico caso di un paranco a cascata (tipico dei vang, della ghinda).Ad esempio la mia ghinda è un 32:1: vuol dire che cazzare 10 cm il cavo nel fiocco in teoria mi obbliga a cazzare 3,2 metri di cima da qualche parte e che avrei bisogno di due bozzelli a 16 vie l’uno…ma anche no!Il mio paranco è fatto così: un 2:1 sull’albero che smezza subito il carico, poi un 4:1 (la veloce) e in cascata a questo un altro 4:1 (la regolazione di fino) il totale è dato dal prodotto dei fattori: 4x4x2=32.Perché si risparmia cima?Facciamo che dei 10 cm da tirare io ne tiro 7 con la veloce (8:1) e 3 con la fine (32:1) per mandare a segno la ghinda avrò tirato 7x8= 56 cm + 3x32 = 96 cm = 152 cm totali, contro il 320 di un paranco semplice. Non è fantastico? Si certo, uno sballo…ehm
La mia ghinda è differente…
Un altro fulgido esempio di paranco a cascata è lo stupendo vang del laser, che è composto da un primo paranco 3:1 e da un successivo 5:1 per un totale di 15:1. In questo caso non si ha il vantaggio di tirare meno cima (perché si regola solo al fine, quindi sempre e comunque 15:1) ma si riesce a far cazzare il vang anche a un quattordicenne denutrito sul 4.7. tra l’altro se avete troppa cima in giro potete sempre togliere una demoltiplica e fare 12:1 molti Standard più fighi vanno così perché tanto la forza non gli manca.
Vi ho mai parlato dello strano rapporto che ho col vang del Laser?

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