lunedì 21 luglio 2014

TMA – seconda tappa, primo e ultimo giorno

La seconda tappa del TMA ce la siamo fatta al CNP, al figo CNP, al fighettinissimo CNP. Quattro barche, 2 marottopodi, noi e un rimediato dell’ultimo secondo con barca a prestito che ho quasi dovuto minacciarli per mandarli in acqua. La regata è insieme ad un trofeo FD, di loro ce ne sono 7 o 8 di cui almeno uno carboniosissimo (mooolto ma mooolto bello da vedere).
La regata poteva essere un disastro su tutta linea (poche barche iscritte, tassa di iscrizione da CICO, 60 e dico 60 € non trattabili). Per fortuna gli dei sono stati benigni, e ha spirato uno scirocco da far felici i fotografi, per un totale di 3 prove belle fisiche, veloci e plananti. Se in mare ti diverti il resto è secondario, o quasi. 
Tre partenze, linea piuttosto lunga, campo generalmente dritto: di tre una coperto una lanciato e una in cui tutta la flotta era sotto di 2 lunghezze e io sono partito bello bello al momento giusto.In generale non brutte partenze, considerati i miei standard di timidezza.
Parlando della prestazione in sé, in generale il nostro miglior momento è stata una boa di poppa passata secondi di uno sputo, per il resto sempre terzi, più o meno distanziati. Il passo di bolina ci manca: ma proprio al livello di conduzione, di accelerazione sull’onda, roba così. Di poppa scendiamo meglio, più che altro riusciamo a fare qualche in grado in più a scendere del resto della flotta. Per chiudere il prodiere basa la tattica sul posizionamento del gommone col fotografo…
però è una tattica che da i suoi frutti, va detto...
Ad un certo punto stiamo scendendo veramente tanto, ma tanto veramente, il fiocco rifiuta ogni 5-7 secondi. Siamo belli, plananti, veloci il giusto. Arriva una raffica, la barca sbanda, il mio primo impulso è schienare, cazzare e poggiare ancora…per fortuna poi mi ricordo che sotto il culo non ho un laser.  Un attimo prima che sia troppo tardi: sul filo della strapoggia per un bordo intero. Bello, se ti piace questo genere di cose. Ed è in quell’attimo di sospensione tra il volare e lo scuffiare che risenti le parole di Valentino, che diceva a Giulia “tu di poppa, vola come gabbiano” con quell’accento strano, inconfondibile. Ecco, io non sono Giulia Conti e non so se i gabbiani riescono a strapoggiare.

Però bello.

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