martedì 12 maggio 2015

Seconda Zonale Contender

la scalpitante flotta zonale
Dal mercoledì inizio a monitorare il meteo con precisione da far invidia al Colonnello Giuliacci. Il detto meteo non promette nulla di buono: ventone, ventone con fulmini, ventone con fulmini e ire divine.
Da mercoledì a domenica le cose cambiano, per fortuna: ogni giorno scalano 3-4 nodi e una nuvoletta fino ad arrivare ad un più pacifico 10-15 nodi e sole. Quasi speravo nel ventone per fare un po’ di ore volo in condizioni serie, ma alla fine niente, vento medio e onda incrociata pizzuta e bastarda.
Noi da Bando dobbiamo correre tre prove e da IDR il percorso sarà un bastone con arrivo in boa di bolina, per non pestarci i piedi con i laseropodi, che invece fanno il classico trapezio. Noi che potremo fare dei bei laschi al trapezio…niente: tre boline (per un totale di 9 in giornata) e neanche un laschetto di disimpegno, veramente una bastardata!
All’inizio ho avuto difficoltà. All’inizio ho sempre difficoltà poi mi sciolgo.
La prima prova è la mia peggiore: parto maluccio, bolino male e vengo graziato solo dal fatto che chi mi sta davanti va a spasso per il campo di regata (dobbiamo fare 2 boe, ce ne sono 4: è n’attimo a incasinarsi) chiudo terzo mettendomi dietro solo Marco.
Seconda prova è la mia migliore: vado subito a sinistra (strano che sia la favorita ma è così) e ci resto fino a quasi la layline. Incrocio davanti a Guido –udite udite- e scendiamo giù di poppa affiancati, io personalmente con lo scopo di guardare e imparare. Ho capito che se ho una lepre poppiera valida io per imitazione riesco ad avere un buon passo, il problema è quando sto da solo che non ho riferimenti precisi su quanto devo scendere e come.
Un momento che verrà ricordato e tramandato ai posteri
Comunque.

In boa siamo talmente vicini che ci tocchiamo e a me viene il patema di avergli rovinato la barca nuova, e con questo patema faccio una seconda bolina disastrosa facendomi scappare Federico.
Io, accortomi che guido non indossa il proverbiale caschetto, cerco di stenderlo a bomate. Lui attentamente schiva
All’arrivo ancora terzo.
Mentre i laser rientrano, ci chiamano per la terza prova. Il vento è un po’ calato, roba da trapezietto adesso. Ci fanno aspettare un po’, perche devono girare il campo per assecondare la rotazione del vento: io ricordo distintamente dalle previsioni che a ‘na certa dovrebbe mettersi da destra, convinto di ciò parto in barca e viro subito, appena ho un po’ di velocità. Convinzione errata perché, vuoi perché hanno girato il campo “in crescenza”, vuoi perché non ancora entra, la sinistra è meglio. Male, Male, giro ultimo e senza troppi sconti.
Poppa idem, strambo sulla boa e scendo dritto, senza il Ciccotti da tamponare non vado così forte.
Seconda bolina tutti vanno a sinistra e da ultimo io riprendo ancora la destra, unica opzione possibile: se gli vado dietro dietro certo non li supero.
Ergo anche al secondo giro niente di fatto, al limite riduco un po’ le distanze. Se non che mentre sono ancora che vado di poppa vedo in boa il ciccottino che si aggancia e va fuori steso per bene: il vento è in aumento, sta cambiando qualcosa, sicuro. E se sta cambiano sta entrando quel destro che mi tiro da ieri sera.
‘Sta volta vado a destra per precisa scelta tattica: da quarto recupero una posizione in una bolina, e chiudo ancora terzo: indovinate un po’ il risultato complessivo? 
Dopo l’arrivo, col vento steso e risalito noi dei contender ci spariamo un bordo al lasco fino a montesilvano quasi, giusto per rientrare a terra facendo il giro largo. Non sembravamo delle barche a vela, sembravamo degli F14 in formazione d’attacco.
Torre qui ghost rider, chiedo autorizzazione a passaggio radente…[cit.]
Nel complessivo siamo stati fuori per un buon 5-6 ore, e siamo piuttosto cotti, tutti. Quando ci chiamano in premiazione ci andiamo zoppicando, nessuno escluso. Di 20 regatanti non ce n’è uno che riesca a camminare dritto…

È ‘na vitaccia.

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