martedì 5 maggio 2015

L’altura godereccia

Week end come si deve, di tre giorni tre giorni in mare.
Venerdì: portiamo Born to be –in assetto race, con vele sbrilluccicose in black kevlar, tuff luff sbrilluccicoso pure lui e chi più ce ne ha ce ne metta- da Pescara a Ortona. Si mette uno scirocco che perderselo sarebbe un peccato e grazie a questo vento bello frizzante arriviamo –bolinando- in circa 3 ore. La navigazione è un po’ bagnata, ma io faccio sorprendentemente la randa e non ne risento. Ne approfitto per raccogliere le mie prime impressioni: la carena ha un buon passaggio, le vele sono buone si regolano con facilità, forse anche troppa facilità. In navigazione, visto che non c’è molto da fare, gironzoliamo in giro per fare foto alle vele (da dare al velaio) foto a noi stessi (per facebook) e tante chiacchiere su cosa è migliorabile cosa deve essere modificato e cosa invece va bene così. Arriviamo ad Ortona due birre e 13 pizzette dopo… Siamo in porto appena in tempo per scappare ain stazione a prendere il treno per tornare  a casa. In viaggio ci scoliamo un prosecco e ci sbafiamo una torta al cioccolato.
E che volete, La controtailer faceva gli anni.
Questo equipaggio già mi piace come ragiona.
io, che cerco di darmi un tono pontificando sulla catenaria
Sabato mattina dormo.

L’appuntamento è per il pomeriggio per uscire in 470. A Pescara nel frattempo sono in corso ben 2 regate nazionali: una di FD e una di catamarani. Io guardo le flotte dal terrazzo e nell’ordine osservo come i cat vengano mandati a terra mentre gli FD galleggiano senza speranza alcuna…sigh…bonaccia (quasi) assoluta. Mentre continuo a sonnecchiare tengo comunque un orecchio teso verso il vento, tipo gatto al sole insomma. Verso le 4 capto un tremito nella forza e richiamo all’ordine il timoniere: si esce!
In 5 nodi d’aria.
Se non altro abbiamo fatto manovre (poco soddisfatti, qualcosa non quadra) e abbiamo iniziato ad impostare le strambate secondo il metodo stanislaski-ciccotti. Pare che va, ma pare una volta ogni 5 strambate.
potevamo restare a terra? direi proprio di no
Prossimo obiettivo: alzare la media e la qualità delle manovre.
Diciamo che sabato siamo usciti per timbrare il cartellino, più che altro.

Domenica mattina mi sveglio alle prime luci.
Devo portare metà equipaggio in macchina ad Ortona, ove la barchetta ci attende e ove correremo l’improbabile regata locale.
E devo farlo per le 9, ergo sveglia all’alba: Doh…
Una volta arrivati i soliti riti, saluti, boat prep, meteo e iscrizione, andiamo io e un altro membro dell’equipaggio. Mentre compliamo il modulo, chiedo a Cristiana esattamente chi sono gli iscritti:

IO: Cri, ma chi c’è oltre noi e i mini?
CRI: guavda…un po’ di bavche da cvocieva di qua, con le vele in dacvon, niente di che…
IO: che in pratica se non vinciamo ci dobbiamo andare a nascondere, giusto?
CRI(sorriso sornione): eh vedi un po’ te…

Per fortuna abbiamo vinto. L’onore è salvo.
la prova probante della nostra supremazia...ehm...
Per bravura ce la siamo giocata con i Beneteau25 –che ovviamente facevano categoria a parte- tutti nella nostra scia tranne un solo eroe, Flash cube. E i B25 con le ariette sono degli spari, io ne so qualcosa…
Il percorso è un lungo bastone costiero quasi al vento, noi facciamo i nostri due giri più o meno puliti senza inventare nulla c’è una rotazione costante a sinistra che ci porta sempre sul lato fuori. Va tutto liscio tranne una tack-n-hoist sulla seconda issata che è uscita un po’ in ritardo: passata la boa non eravamo ancora su, sulla mia spalla spunta il diavoletto che mi dice di correre a prua, farmi largo a spallate e sistemare fare ‘sta benedetta issata smadonnando a mezza bocca durante l’intero processo.
L’angioletto sulla spalla destra mi intima di rispettare i ruoli, mi cuce la bocca e molla la scotta al posto mio, mentre io ascolto il diavoletto. Poi riinizio a guardare i filetti e la regata continua senza che la prua sappia mai quanto ha rischiato: per 10 secondi di ritardo in issata deu giri di chiglia, ai tempi.
A terra porchetta monumentale e spillatrice della birra altrettanto monumentale: c'è tutto quel che serve per regatare come si deve.

Be’ direi che la stagione altura è iniziata giusta…

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