Ovvero come Corr scopre che si può navigare con 25 e passa nodi e tornare a terra tutti interi.
Ci svegliamo alle 7:00 e piove, ancora. Ma un’accurata ispezione di tutti i siti meteo noti e non ci avvisa che la pioggia lascerà spazio al sole e al vento, tanto vento, tantillimo vento! Andiamo al Circolo Caposele, e parcheggiamo al nostro solito posto: ormai è talmente nostro che troviamo tappeto rosso, valletto e un addetto all’ autolavaggio. Sono le 8, il vento ancora latita, e c’è ancora qualche nuvola.
Il vero dubbio della giornata è: c’è vento bestiale, centriamo da medio o pesante? La centra pesante è tale che con qualsiasi altra condizione che non sia 20 nodi e più la barca è sorda, lenta e non orza. E per mettere le sartie a quel buco, mea culpa, bisogna smontare mezzo rigging, e una volta fatto non si torna indietro.
E ovviamente visto che è previsto il vento di cui sopra, scegliamo la…
la…
la….
la media! Quando dici astuti come le faine…
Comunque quando usciamo in mare, sembra ancora una scelta valida. Non ci sono più di 18 nodi, si naviga al traverso per andare al campo e si va bene senza onde.
Poi arriva l’aria. E iniziano i casini. È una lezione che già conosco, ma ogni tanto ci ricasco. I dettagli che sottovaluti con 10 nodi con 20 diventano una grana, con 25 e passa ti mandano in acqua o quasi. A me manca il gancetto di ritenuta della drizza spi, ho meglio ne ho uno ma funziona male. Non è un gran danno:alla fine al drizza sta lì e stop. Ecco con 25 nodi lo spi voleva issarsi da solo di bolina. A momenti facevamo pesca a strascico…
L’elastico della deriva è un po’ lento, andrebbe cambiato. Be’ non è una di quelle cose che ti impedisce di navigare normalmente. A 25 nodi, non c’è modo di tenere la deriva giù dal traverso in poi. Di bolina se la alzi parzialmente come andrebbe fatto sale del tutto.
Tante piccole cose, che insieme rendono la vita impossibile.
Comunque sia nonostante tutte queste amenità dovute al mezzo, partiamo boliniamo e poppiamo più o meno come al solito, nelle 10 barche di coda. La randa è sventato per il 100% del tempo, andiamo più di lato che davanti, ma reggiamo botta. Non diamo spi, anche se abbiamo la conferma che è umanamente possibile: lì davanti li vediamo belli gonfi…pochi ma gonfi. Un giorno voglio imparare anche io.
In queste condizioni una scuffia ci sta tutta, intorno a noi le barche vanno giù una dopo l’altra. Per noi è solo questione di tempo, e infatti paghiamo dazio a metà della prima poppa.
Al grido di “Barcollo ma non mollo” tagliamo il traguardo insieme ad un Finn esaltato, c’è qualche vela dietro di noi, una barca ha ammainato la randa e va solo col fiocco. Non dovremmo essere andati peggio delle altre volte, anzi considerati i probabili ritiri anche meglio.
Peccato che lì davanti c’è la creme de la creme olimpica, che con 25-30 nodi si preoccupa dei buoni e degli scarsi, che vola letteralmente e che ci manda fuori tempo massimo.
Peccato, perche mi sarebbe piaciuto sapere com’eravamo andati. Di buono oggi mi rimane la consapevolezza che nonostante tutto noi abbiamo concluso la giornata tagliando la linea d’arrivo e non ritirandoci. Appena dopo l’arrivo l’eurolaserita mi fa: intelligenza o no io vado a terra! E io intelligentemente sono d’accordo,e scorgo comunque l’intelligenza su H issata in barca giuria. Non c’è niente da fare, astuti no, ma intelligenti si!
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