mercoledì 27 ottobre 2010

Zucche e timoni

Ieri ho passato la serata con la carta finissima a levigare il timone del 470 dopo aver stuccato le bottarelle che ha preso durante lo scuffincastro al CICO. Carteggiando sono emersi altri graffietti più infimi e sottili, quindi dovrò dare un’altra passatina di stucco… in tutto questo vedo anche di pesarlo così a furia di grattare lo porto al minimo di stazza.
Quasi ora di cena, prendo il timone e la carta e mi apparecchio sul divano per darci dentro di olio di gomito. La luce dei miei occhi ha un lampo sinistro nello sguardo e mi chiede dov’è il coltello più affilato che ho. Io apparentemente distratto, ma seriamente preoccupato (oddio, e ‘sta volta che ho combinato?) rispondo. Continuo temerariamente a ignorarla anche se emette dei ridacchiamenti satanici ogni 20 secondi, e alla fine alzo la testa e vedo questa:
Zuccadò!

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