Sabato sono andato a pascere i cavalli in quel di Milano, con tanto di superbevuta qui con i vecchi amici e ritorno di notte fino a casetta. Sono andato a nanna moderatamente birrificato alle 4:45. Domenica mattina sono uscito in allenamento con la fragliotta girl: ore 10:30, sveglia alle ore 9:00 per un totale di 4 ore di sonno. Alla prima issata spi si è visto, ma andiamo con calma.
Arriviamo che c’è Giò che sta giocando con il suo Vaurien ottimamente ricondizionato: una barca di legno e di fascino. Ha fatto da sé i lavori, e va piuttosto orgoglioso:
“…si in definitiva volevo una barchetta a spigolo, tranquilla, ma che fosse anche performante…”
Il mio cuore salta un battito e capisco che ormai Giò è stato attratto definitivamente dal lato oscuro.
Arriviamo che c’è Giò che sta giocando con il suo Vaurien ottimamente ricondizionato: una barca di legno e di fascino. Ha fatto da sé i lavori, e va piuttosto orgoglioso:
“…si in definitiva volevo una barchetta a spigolo, tranquilla, ma che fosse anche performante…”
Il mio cuore salta un battito e capisco che ormai Giò è stato attratto definitivamente dal lato oscuro.
Una barca che sia anche performante secondo Giò
Vabbè, visti i 2 nodi variabili io e la fragliotta armiamo con tutta calma, e sempre con tutta calma verso mezzogiorno usciamo. Mentre tiriamo la barca sento un piccolo clic al ginocchio sinistro, quello ancora sano, ma niente di che. Andiamo fuori, io al timone lei a prua, un po’ scuola vela un po’ chiacchiere, velocità a tratti interessante. All’orizzonte la flotta della Pescara x 2 dipinta sullo sfondo, immobile, noi molto più dinamici scrocchiamo la loro boa di percorso per allenarci un po’. Alla prima issata spi scopriamo che le scotte passano dentro le sartie, il barber è un nodo gordiano e nonostante tutto lo spi va a segno benino. La prossima volta dormi di notte ragazzo, non mentre armi la barca.
Sistemiamo tutto poi bolina-poppa, poi di nuovo bolina, e poi ancora poppa…
Lei ha un buon dinamismo e mostra ampie doti intuitive, io sono immobile e cerco di dormire tra una virata e l’altra, butto lì una fantomatico esercizio di conduzione ad occhi chiusi ed in silenzio. Vento sottile e posizione scomodissima,la sensazione è quella di uno spillo piantato nel menisco ma siamo marinai d’altri tempi e gettare la spugna non è da noi. La fragliotta girl risponde bene, la forza scorre potente in lei: presto diventerà una giovane Padawan, e un giorno brillerà tra le stelle di prima grandezza dell’ empireo velico della nona zona, primeggiando tra i 4 equipaggi campagnoli che lo compongono. Poi mi sveglio e chiamo la strambata, 1’ 12” da bordo a bordo, evabbene….
E alla fine, mentre gli aspiranti oceanici pescaresi rientrano a motore, sparisce il sole, iniziano le nuvole e finisce il vento: as usual bordo rientro a 0.5 nodi di VMG: cedo il timone e mi spatascio sottovento a ronfare adducendo plausibili motivi sulla necessità di stare perfettamente immobili quando c’è pochissimo vento. Mi sveglio che siamo a terra, quando già le motovedette ci davano per dispersi.
Oggi ovviamente ginocchio fasciato, che culo…
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