giovedì 24 febbraio 2011

Prima Nazionale-secondo giorno

Ovvero come “arrivare terzultimi e venire premiati per questo”.
Giornata decisamente migliore di ieri, vento sui 10-12 nodi con previsioni a calare, onda in caduta libera pure lei.
Arriviamo davanti al circolo e l’onnipresente tuttofare ci intercetta sulla strada:

Tuttofare (tono inquisitorio): Vvu che tènet le chèrrell?
Noi (vocina colpevole): ehm..si
TF (tono perentorio):e allèr, iète a pijere le chèrrell!!
N: ci scusi!

Solo in seguito intuiamo che tradotto in italiano sarebbe stato:

TF: salve regatanti quasi sconosciuti con i quali però sento una forte affinità basata sulla condivisione dei valori fondamentali della marineria, immagino che voi abbiate un carrello per trainare la vostra barca, giusto?
N: si, certo
TF: ebbene, in tal caso vi consiglio di andarlo a prendere e poi di parcheggiare lungo la strada che fiancheggia il nostro circolo, in modo da averlo pronto per caricare velocemente dopo la regata odierna. Ah proposito, buon vento!
Vvu che tènete le chèrrell?
Noi eseguiamo l’ordine, e poi ci dedichiamo alla regata. Dopo un accurata sincronizzazione scendiamo in mare alle 8:42 Zulu, in perfetto orario. Neanche il tempo di provare un paio di boline con Matteo e Daniele (i livornesi), che si odono gli squilli di tromba che danno inizio alle ostilità: prima partenza ci troviamo uno spazio a centro linea abbastanza liberi, i forti sono tutti ammassati altrove. Navighiamo al solito, e al primo lasco riusciamo a passare matteo da sopravento: goduria! Io dal trapezio lancio gridi guerreschi…il lasco mure a dritta, con onda incrociata dritta in poppa, è troppo, ma troppo divertente. È impossibile stare zitti in queste occasioni. il saggio eurotimoniers mi richiama all’ordine chiedendo dei commenti brevi e asettici!
Noi, mentre decidiamo la tattica per la seconda bolina:"Comandante, le comunico asetticamente una rotazione asettica del vento di 7 asettici gradi!"
Seconda partenza: i forti sono ammassati su di noi. Partiamo coperti, copertissimi, sottocoperta. Teniamo ancora il passo con matteo, ma ci batte impietoso. Uno pari. Terza prova da dimenticare: col vento a calare cala anche la nostra concentrazione, se la seconda siamo ancora in regata, la terza semplicemente io non giro per nulla, sto in barca utile e agile come un ciocco di castagno stagionato.
La migliore foto che mi hanno fatto a bari…bella eh?
Alla fine dopo aver raccolto un 26-28-25 filiamo a terra dove ci attende la “meritatissima” premiazione. Io sono in ansia come una scolaretta al primo giorno di scuola, da vergognarmi di me stesso. L’eurotimoniere, avvezzo a tali cerimonie mi prende per i fondelli e traspare tranquillità (o stanchezza infinita?) da tutti i pori.
La cerimonia inizia proprio da noi, nell’ordine si complimentano: lo speaker, il presidente dei circolo, il presidente di giuria, il fotografo (!). al dodicesimo “complimenti” ho il sottile sospetto che sia una velata presa per il culo…quando poi passando da un pasticcino all’altro ci congratuliamo con Nicola Pitanti per la sua vittoria e lui ricambia, ne ho la quasi certezza.
Oppure non ho capito niente, ed erano tutti sinceri dal primo all’ultimo, perché in fin dei conti l’amore per questo sport va premiato, e di certo non ti fai 300 km per farti prendere a schiaffi da una flotta intera, armato dell’unica barca di coccio in mezzo alle barche di ferro, se non ami questo sport.
Mi piace pensare che sia così.

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