lunedì 14 giugno 2010

Evento sociale-the day after

Mattina, io felice e speranzoso arrivo al porto. La mia fidanzatina arriverà alle 11:00 in punto del suo fuso orario personale perché deve darsi lo smalto alle unghie dei piedi. Il sole splende e mi bacia con i suoi raggi, c’è un gradevole venticello e io inizio con calma ad armare la barca.
Un’ora dopo della fidanzata nessuna traccia, io misuro per la quarta volta il rake mio, di un altro 470 e pure di un dinghy 12 piedi,nel frattempo il vento sale e si formano le prime crestine bianche. Sono leggermente teso, ed inizio ad andare in bagno ogni dodici minuti, il sole splende alto e mi rosola per ben benino.
Alle 11:00 arriva la promessa sposa, ha delle unghie bellissime. Si narra che Giulia Conti abbia interrotto i suoi allenamenti per chiederle da chi va a farsi la pedicure. Il vento è salito ai limiti di guardia, fuori è una bolgia infernale. Crisi di panico diffuse, io passo al bagno ogni 27 secondi. Il sole infierisce su di noi senza pietà: se poggi un uovo sul cofano di una macchina, tempo trenta secondi ed è sodo.
E poi l’ho fatto.
Ho commesso il più grave errore che un regatante maschio può fare: sono andato in regata (ok si, eventata socialata) con la mia dolcissima metà. In pratica era come cercare di dare ordini all’olandese volante in persona. Per altro dopo l’ormai collaudato e famigerato training autoammorbidente!
Sono riuscito a recuperare uno stralcio dei nostri dialoghi durante una fase delicatissima del bordeggio di bolina:

io: “sc-scusa amorino, po-potresti uscire al trapezietto, sai com’è, ci sono 18 nodi e ho una certa difficoltà governare senza la randa”
lei: “quello lì non sta uscendo!”
io: “si, luce dei miei occhi ma quello è un optimist e sono in tre a bordo”
lei: “embè? Vabbè dai, se mi porti al ristorante giapponese quello che servono lo shake imo yaki cotto nello champagne tartufato mi appendo un minutino”
io: “grazie mia adorata, avevo proprio voglia di sushi stasera, ma allora lo fai? Lo fai davvero?”
lei: “si però sbrigati a cazzare la randa che quella tipa lì mi sta superando e ha delle unghie più belle delle mie, e tu stai pure navigando sotto il target”
io: “certo amorino, si subito amorino, grazie amorino!”
La donna che ha portato gioia nella mia vita, mentre mi ringrazia per la splendida veleggiata


In mare riusciamo in qualche modo a rabberciare una bolina apprezzabile, di poppa a vele bianche (se dai spi che passeggiata è?) mentre il sole di mezzogiorno ci brucia per ben benino.
Poi a terra io disarmo la barca mentre lei va in cerca di un piede di porco per togliersi l’imbragatura del trapezio. Un altro flash di conversazione intercettata:

Amico: mbè? Com’è andata?
Io: non malaccio, certo, con questo mare la mia dolce metà non e proprio a suo agio, però ha dimostrato di poter…
Lei (fuori scena): AAAAARRRGGGHHH!!! TI ODIOOOO!
Amico: Oddio, ma che è successo?
Io: ehm…no niente, credo che si sia accorta dell’abbronzatura a macchie che le ha lasciato il giubbetto salvagente…ehm…hai una macchina da prestarmi?

Io e la mia dolce metà, fotografati a fine giornata


Dopodichè per riprenderci dallo sforzo di 30 minuti di passeggiata velica, abbiamo dormito tutto il giorno zz…zz..zz…
Sul sito della LNI-Pescara (che i ben informati dicono presente anche su faccialibro) c’è articolo e foto, ad opera dell’organizzatore maximo Marcellone Sonaglia, chepeau!

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