Ieri sera da bravo velista eroico qual sono, mi recai presso l’amato vascello per fare un po’ di centre, visto che Sua Santità randa nuova non c’azzecca nulla con l’amato albero vecchio.
Arrivo verso le 6 meno spicci, c’è ancora un po’ di luce. Non fa neanche tanto freddo. Con piglio deciso prendo la barca e la porto vicino al carrello biplano della squadra agonistica: infatti il mio piano perverso per regolare le crocette è di arrampicarmi come una scimmietta sul carrello e da lì sporgermi e fare le mie regolazioni: sono un genio del male, lo so.
Faccio una crocetta, scendo, giro la barca, faccio l’altra…alzo gli occhi un attimo e vedo un tramonto soave…oh che bel rosso…peccato che senza sole inizia a fare un po’ freddino, ma niente di che per un marinaio temprato come me.
Ora tocca al piede d’albero. Al buio (perché ormai il sole è solo un ricordo) apro la barca, inclino l’albero verso prua e sposto il primo perno. Per compiere questa operazione descritta in 2 righe ci ho messo un quarto d’ora…
Tra un cristone e l’altro raccolgo le dita che ho perso nell’operazione, ormai fa talmente freddo che sono completamente insensibili! Con gli arti rimanenti continuo imperterrito e sposto anche il perno di poppa: altri 23 minuti e missione compiuta.
A questo punto provato ma non domo, riarmo la barca, manovre, manovrine e manovrucce: l’ho fatto talmente tante volte che posso farlo al buio ormai, ciò non toglie che tra una cima e l’altra mi chieda chi diavolo me lo fa fare…insomma sabato mattina potrei venire qui e giocarci con sole e luce.
Finisco verso le 19:30 e sarebbe ora di andare a casa. Ma fatto 30 non vuoi fare 31? E allora dai, ghindiamo almeno una volta per vedere che ne esce fuori: tensione ok, prebend ok, albero ancora troppo alto. Devo provare chiudere un po’ le crocette e vedere che succede , ma lo farò con la luce.
Alla fine siamo solo io, vertigo, un gatto bianco e grigio che sembra Saiph e le stelle. Fa freddo, non so neanche che ore sono, sono brutto stanco e cattivo, maledico il giorno in cui sono salito in barca ma in questo momento non vorrei essere da nessuna altra parte se non qui, a lavorare sulla mia barca per farla correre ancora più veloce.
Arrivo verso le 6 meno spicci, c’è ancora un po’ di luce. Non fa neanche tanto freddo. Con piglio deciso prendo la barca e la porto vicino al carrello biplano della squadra agonistica: infatti il mio piano perverso per regolare le crocette è di arrampicarmi come una scimmietta sul carrello e da lì sporgermi e fare le mie regolazioni: sono un genio del male, lo so.
Faccio una crocetta, scendo, giro la barca, faccio l’altra…alzo gli occhi un attimo e vedo un tramonto soave…oh che bel rosso…peccato che senza sole inizia a fare un po’ freddino, ma niente di che per un marinaio temprato come me.
Ora tocca al piede d’albero. Al buio (perché ormai il sole è solo un ricordo) apro la barca, inclino l’albero verso prua e sposto il primo perno. Per compiere questa operazione descritta in 2 righe ci ho messo un quarto d’ora…
Tra un cristone e l’altro raccolgo le dita che ho perso nell’operazione, ormai fa talmente freddo che sono completamente insensibili! Con gli arti rimanenti continuo imperterrito e sposto anche il perno di poppa: altri 23 minuti e missione compiuta.
A questo punto provato ma non domo, riarmo la barca, manovre, manovrine e manovrucce: l’ho fatto talmente tante volte che posso farlo al buio ormai, ciò non toglie che tra una cima e l’altra mi chieda chi diavolo me lo fa fare…insomma sabato mattina potrei venire qui e giocarci con sole e luce.
Finisco verso le 19:30 e sarebbe ora di andare a casa. Ma fatto 30 non vuoi fare 31? E allora dai, ghindiamo almeno una volta per vedere che ne esce fuori: tensione ok, prebend ok, albero ancora troppo alto. Devo provare chiudere un po’ le crocette e vedere che succede , ma lo farò con la luce.
Alla fine siamo solo io, vertigo, un gatto bianco e grigio che sembra Saiph e le stelle. Fa freddo, non so neanche che ore sono, sono brutto stanco e cattivo, maledico il giorno in cui sono salito in barca ma in questo momento non vorrei essere da nessuna altra parte se non qui, a lavorare sulla mia barca per farla correre ancora più veloce.
Nessun commento:
Posta un commento