mercoledì 23 marzo 2011

Seconda nazionale – Primo giorno

Ci svegliamo e usciamo alla ricerca di un bar per fare colazione: il nostro albergo, che di norma è aperto solo per la stagione estiva, è ancora in semiletargo, quindi non colazioneggia. Gira che ti rigira, ci perdiamo un paio di volte ma alla fine troviamo un bar e ci fermiamo. Dopo questi rituali di riempimento pance approdiamo al circolo velico dove scorgiamo…un bar! E pure ben fornito!
Do’h!
Visto che sono le 8, la segreteria apre alle 9:30 e noi non abbiamo nulla da fare, compiamo un giro perlustrativo della spiaggia e indaghiamo i vari siti meteo del regno per capire che aria tira. Basterebbe alzaer il naso all’insù, ma vogliamo fare i precisini…siamo ad una nazionale ecchecaspio! Lammindgurufinder dicono che parrebbe una cosa debole sui 6-8 nodi, con una rotazione a destra nel corso della giornata. Per domani arriva una botta da 15-20.
Ci imbattiamo anche in uno snipista locale, e interroghiamo anche lui. lui guarda le nuvole come un contadino dell’aspromonte che deve potare gli ulivi e sancisce circa 10 frizzanti nodi…booo?
Il circolo Nautico ha l’uscita sulla spiaggia, estuario del fiume con travocchi a destra e palazzoni lontani a sinistra: in pratica è esattamente come Pescara, solo senza la diga foranea.
Il piazzale inizia ad animarsi, noi pure: armiamo la centra super leggera, da 6 nodi ed eventualmente ritocchiamo in mare per aggiustarla ai quasi 8 previsti.
Misuriamo, calcoliamo, valutiamo. Poi per non sfigurare di fronte al super coach di ieri sera, io salgo sulla terrazza del club, chiudo un occhio e guardo la barca come volessi prendere la mira per 30 secondi buoni e infine grido: “OOH! 3° e 14’ di apertura crocette!”
Siamo pronti e in perfetto orario, briefing, poi ci andiamo a cambiare e andiamo in acqua. la prima prova parte appena in ritardo,quando dopo aver visto il campo stiamo per fare due boline con Matteo tirano giù l’intelligenza e inizia la giostra:e che giostra! Pare che vogliamo partire tutti nello stesso punto: in braccio al giudice. Lui si offende e la prima procedura è annullata. Seconda procedura si parte con la nera, non scherzano mica da queste parti…
Noi decidiamo di non correre rischi e ci ritagliamo il nostro spazio libero a centro linea, con noi solo il fortissimo Bertagna: che sia una buona intuizione?
Si parte che il vento è debole stiamo entrambi seduti in barca. Giriamo abbastanza bene, le sacre vele sono fantastiche. Sale un po’ d’aria, mi aggancio e…iniziano i problemi. L’elastico del trapezio è incastrato sotto il piede d’albero (nella vecchia posizione era impossibile, in questa evidentemente no) e quindi non posso stendermi, se lo faccio strappo l’elastico e poi non riprendo più i trapezi. Passo un intera bolina con le ginocchia in bocca, schiena stesa e braccia fuori: in pratica la parodia di un prodiere. In questo momento spero che nessuno mi veda ma purtroppo stiamo andando benino, e quindi siamo circondati da avversari…
In un modo nell’altro concludiamo con 7-8 barche alle spalle, e visto che l’aria è salita a oltre 10 nodi (previsioni ad minchiam?Snipista saggio?) decidiamo di aprire le crocette: sghindiamo, io mi arrampico ed eseguo con la tipica efficienza prodierstica. Aspettiamo un po’ e poi un altro po’, che devono rigirare le boe dato che la rotazione è più consistente del previsto. L’aria sale ancora, saremo sui 15 nodi ora (previsioni ad minchiam superior!Snipista purem!) e allora decidiamo di scendere con la centra. E qui succede il disastro, ma andiamo con ordine. Per prima cosa mentre cambio foro sulla landa trapezio e sartia fanno l’amore e si arrotolano, me ne accorgo ma decido di sistemare la cosa appena siamo in assetto. Poi, ghindiamo sulla nuova centra e sentiamo un botto pazzesco: io per un attimo sono convinto di aver disalberato. Poi vedo l’albero ancora su e il fiocco che cade disordinatamente in coperta. A questo punto decidiamo di ritirarci e con l’albero che sta al suo posto per miracolo puntiamo al porto .Mentre andiamo io faccio un check dell’attrezzatura: Cavo ok, messaggero ok, pulegge ok, paranco…è sparito il gancio a S! breve ricerca e lo troviamo in pozzetto tutto deformato. Amen, regata finita.
Ma noi siamo quelli di Vertigo, se ci ritirassimo saremmo uguali a tutti quegli altri velisti della domenica che di solito arrivano nei primi 10 ad un campionato italiano qualsiasi. Noi siamo meglio di così, e che diamine! Stroppo e bozzelli, vediamo di trovare un modo per alzare ‘sto fiocco e presentarci sulla linea almeno per la terza prova. Alla cappa lavoro freneticamente mente l’eurotimoniere timona, tiene in tiro la ghinda e canticchia la sigla di MacGyver per creare il giusto pathos.
Lo sguardo sicuro di chi sa esattamente come riparare una ghinda con una forcina e una bigbabol…
In qualche modo riusciamo a tornare in assetto e scopriamo che il culo aiuta gli audaci: hanno dato due, dico due richiami generali, e quando noi arriviamo vicino alla barca giuria le barche sono tutte lì, in sitting, bandiera di classe e nera a riva: mancherà si e no un minuto e mezzo. Partiamo senza riferimenti di tempo, ci infiliamo nel mucchio e cazziamo quando cazzano gli altri.
Appena partiti esco a trapezio, mi stendo con piglio eroico e…mi ricordo del casino da sistemare. E chissene, srotolo il trapezio, esco fuori e mi tiro dietro l’elastico tutto grippato sulla sartia. Poi una volta fuori con tutta calma snodo l’elastico e gli faccio fare il giro corretto.
Alla fine a metà bolina siamo perfetti, ma tra casini e partenza a spanne non ce la passiamo bene…però le poppe sono una goduria planante, e si va da dio…
Chiudiamo 32°, niente di speciale, probabilmente la centra non è perfetta, ma siamo troppo stravolti per metterci mano. Parte la terza prova, e rimaniamo un po’ in seconda linea in partenza. Ottimo, visto che la prima linea è tutta BFD. Noi navighiamo con qualche problema di timone, la pala si è un po’ alzata, e il timoniers riesce a risolvere solo durante la prima poppa. Il vento scende, abbiamo ancora al centra da 15 nodi, siamo senza spunto. Chiudiamo dietro Matteo, ma senza brillare. Alla fine siamo 22, ma solo grazie ai BFD appunto…
Torniamo a terra, per smontare il paranco ghinda rimaneggiato ci mettiamo dieci minuti buoni,i nodi si sono stretti alla morte e noi siamo un po’ cotti.
Insomma prestazioni altalenanti, viziate soprattutto da piccole o grandi avarie. Ci sarà un po’ da lavorare…Serata tranquilla, filiamo prima in albergo e poi allo stesso ristorante di ieri, troppo stanchi anche per fare un minimo di vita sociale.
Zz…zz..zzz…

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