martedì 21 agosto 2012

Master cup – l’impatto col cagotto

Secondo giorno della Practice race, piove, ma non è questo l’importante. Io e l’eurotimoniere accusiamo il medesimo malessere..come dire…colonizziamo il bagno del B&B e gli facciamo fare gli straordinari, ecco da questo momento in poi, andare in bagno sarà il leitmotif dele nostre giornate.
Una regata fantastica.
Una batteria, di grande utilità in questa settimana
Saliamo in macchina (che parte al primo colpo, 160 euri di batteria veramente ben spesi), andiamo al circolo senza sbagliare neanche una volta e guardiamo la pioggia scendere per il resto della giornata: nessuno ha molta voglia di regatare, col rischio di rompere qualcosa o peggio di inzuppare la muta il giorno prima della regata vera. La “regata vera” inizia ufficialmente alle 7 quando inizia la cerimonia di premiazione/apertura della Master Cup. Devo dire che è stato piuttosto toccante ed emozionante assistere all’alzabandiera, insomma la parola Wolrd non c’è scritta da nessuna parte ma è sulle facce di tutti.
Siamo ad un Mondiale.  
Conta poco che è open, siamo ad un mondiale. Credo che anche per i neozelandesi accanto a noi sia lo stesso. Molto bello il discorso d’apertura del non so quale assessore ben parlato in inglese, molto bello l’intervento dell sfizzero di cui sopra, che scopriamo essere il Gran Mogol di tutti i master: è opportunamente abbigliato con pantaloni cachi, panama, camicia bianca e cravatta di classe. Wow…ehm…
Molto bello anche l’apporto decisivo del sindaco o giù di lì le cui uniche parole, in italiano, sono state “dichiaro aperto il XVIII master cup” poteva sprecarsi a impararsi la frasetta in inglese…
Ma siccome non si vive di sole emozioni, ci fiondiamo sul buffet, e stringiamo amicizia con questo e quello, insomma facciamo vita sociale e alimentare.
Il giorno dopo, lunedì siamo ancora alla mercé dei nostri intestini, e andiamo in regata un po’ provati dalla situazione. Ci fanno fare tre prove in condizioni che variano dalla genuflessione al  trapezietto faticosissimo (il trapezietto faticosissimo è quella particolare combinazione di vento sui 7 nodi e ondina bastarda che costringe il prodiere a muoversi continuamente, con ripetuti carichi sui quadricipiti e le ginocchia, in pratica le mie condizioni preferite L ).
Noi genuflessi in boa, si noti l’eccellente posizione rispetto alla flotta
Noi facciamo le nostre tre prove, con vento un po’ a salire durante tutta la giornata, la prima schifo (centra troppo bassa) la seconda buona (gran partenza, aria libera, girati 8 la prima bolina) e la terza di nuovo schifo, per sopraggiunti limiti di gambe (mie), intestino (timonatore) e concentrazione (entrambi).
Noi, che abbiamo deciso di partire in barca per prenderci aria libera e la destra e che facciamo tutt'altro perchè siamo cotti
Ce ne torniamo a terra (bolina di un’ora ovviamente), birra, classifica e dritti a morire al B&B. A cena ci facciamo un giro per la Gaeta elegance, ci piazziamo in un ristorante amico del bed’n’breackfastaro, niente di indimenticabile, e infatti non mi ricordo neanche il nome…

photo courtesy Gianluca di Fazio

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