Come detto in precedenza, le lamelle della deriva hanno deciso di staccarsi nell’unica “uscita” dell’anno. Non solo la maledizione di Montezuma, ma pure la beffa…. Visto che tra due domeniche si regata, mi ci sono messo d’impegno mercoledì pomeriggio, coadiuvato dall’ormai succube amico (quello non velista che carica e scarica barche, e che mi ha accompagnato a prendere il laser: a furia di sopportarmi ne sa più lui di rande radiali che un velista medio col Beneteau in porto. E non è mai neanche salito su un canotto). Nell'ordine:
- Scarichiamo la barca (prima ernia per lui, prima madonna per me perché non è abbastanza delicato, la carena tocca la sabbia un po’ troppo rudemente)
- rovesciamo la barca (tendinite per lui, cristone per me perché quantifico l’entità del disastro in opera viva),
- arriva la sua dolce metà (pucci pucci per lui, sniffata di vapori di benzina per me, che rimuovo i residui di colla).
Non ho ancora capito chi dei due ha una visione anomala della vita.
eh si un bel disastro!
e mentre noi lamelliamo, qualcuno (beato lui) si diverte a bassa quota
Comunque sia, mi dedico ad un’ accurata pulizia dei residui di colla, e quindi al riposizionamento della vecchie lamelle (fortunatamente a parte staccarsi nessun danno, un piccolo miracolo) con l’onnincollante bostik. Alla fine, per evitare che si ripresenti il problema decido di mettere un’ulteriore copertura con un film polimerico autoadesivo monocomponente tagliato su misura: lo scotch da pacchi. Il lavoro è venuto benino, abbastanza idrodinamico. Speriamo anche che duri! Alla fine io e il succube abbiamo ricaricato la barca sul carrello, tagliando così il traguardo del terzo infortuno di giornata (colpo della strega per lui, colpo al cuore per me quando ormai stremato ha strusciato il lavoro appena fatto sulla sabbia).
Poi una volta lasciato solo, (tzè che ingrati, gli permetti di imparare un sacco di cose sulla vela e dopo solo due ore di carica e scarica ti mollano lì farfugliando pessime scuse su un’ipotetica “vita sociale”…bah) ne ho approfittato per dare una sistemata alle lande delle sartie, cercando di costruire dei gancetti porta-drizza-spi funzionanti. Vedremo come vanno in mare(…se e quando)!
Poi una volta lasciato solo, (tzè che ingrati, gli permetti di imparare un sacco di cose sulla vela e dopo solo due ore di carica e scarica ti mollano lì farfugliando pessime scuse su un’ipotetica “vita sociale”…bah) ne ho approfittato per dare una sistemata alle lande delle sartie, cercando di costruire dei gancetti porta-drizza-spi funzionanti. Vedremo come vanno in mare(…se e quando)!
eccomi che metto mano al disastro
lavoro finito: sono moderatamente soddisfatto, il mio compare non velista pure, ma credo per motivi diversi.
le sono una courtesy del giannini equitational studio.
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