mercoledì 25 settembre 2013

Pending Bender

attenzione: questo articolo è un po’ da nerd e quindi palloso. Fuggite sciocchi! 
Nel mentre che non si esce, sono lì che faccio un po’ di lavoretti manutentivi alle mie adorate, e anche al nuovo bolide, per il quale percepisco una certa responsabilità anche se non mio (è una barca sociale!). Per carità non dico che ci spendo sopra, ma se mi riavanza un bozzello, ‘na metrata di spectra e così via, piuttosto che tenerli in un cassetto vedo di farne buon uso.
Il menu della settimana è piuttosto incasinato, perchè ho un po’ di barche e poco tempo. Il laser chiede cure più o meno definitive: fa acqua dalla coperta, zona bicchierino. Il 6 ottobre c’è regata e io ho appurato domenica scorsa che se c’è onda imbarco litri…fate un po’ voi, per me è DEFCON 4.
Poi c’è il 470, stagione finita, si tratta solo di stuccare delle bottarelle e ripassarle col gelcoat color Little Wing. Non c’è urgenza se non evitare la stagione brutta in arrivo per evitare catalisi disastrose, diciamo che al momento è un DEFCON 2
Infine c’è il bolide che in verità non ha bisogno di lavori, se non un po’ di tempo per la messa a punto a terra (le tre sartie da far andare d’accordo) e poca roba, tipo magari riciclare una vecchia scotta laser come scotta gennaker, robe così. È la meno urgente di tutte, e manco a farlo apposta è l’unica che posso fare in casa con comodo (impiombature e bricolage…). E così, ieri sera, ho messo mano al bender in dotazione, che non mi piaceva granchè: messo in forza tirava un po’ storto, alcuni bozzelli erano fissati al corpo centrale con dei rivetti d’acciaio da guerra, le cui code occupavano gran parte della canalina per lo strallo impedendo un corretto posizionamento. E allora, via di operazioni meccaniche avanzate!
(per i non avvezzi agli skiff: il bender è un paranchino rimovibile che tira lo strallo per fissarlo alla barca con la giusta tensione. una volta infilato il perno dello strallo lo togli e armi le vele)
Per prima cosa ho deciso di documentarmi su internet. Probabilmente è stata la fase più difficile del lavoro: 
ecco cosa si trova a cercare “bender” su google…
alla fine, a pagina 38 della ricerca ho trovato quello che mi serviva. Per evitare i rivetti, ho deciso di piazzare dei bulloni M4 per fissare i bozzelli , filettando direttamente l’alluminio: non sarà il massimo, ma in fin dei conti dati i circa 250 kg di carico, ogni bozzello si deve fare circa 85 kg, ovvero una 42.5 kg di carico su ogni bullone. La mia unica preoccupazione è che possa plasticizzare l’alluminio. Esageriamo: 500 N su una superficie di contatto proiettata di 9 mm^2, viaggiamo sui 50-60 MPa in compressione, mettici pure l’intaglio dato dalla filettatura, vorrà dire che dovrò tenere d'occhio un eventuale rifollamento.  
Ovviamente i fori dei bulloni non sono allineati, per evitare di ridurre troppo la sezione resistente del corpo centrale (vabbè dai...) a causa del ben noto fenomeno noto in letteratura come "effetto carta igienica".
La fase operativa è stata relativamente semplice, col trapano a colonna ho fatto saltare prima i rivetti, poi ho deciso le posizioni dei bozzelli e punteruolato il pezzo per fare gli inviti per i successivi fori. Fatti questi (sempre con il supercolonnatrivella, punta da 3.2 mm), ho maschiato a mano per fare la filettatura e mi sono dedicato ai bulloni. In commercio non ne ho trovati della lunghezza giusta e quindi mi è toccato prendere e ritagliare col seghetto a ferro degli esistenti…Montare il bozzelli sul corpo centrale è stato una banalità. Già che c’ero ho sostituito lo spectrino scalzato che c’era con una cime che mi girava per casa che se non altro grippa sullo strozzatore.
Una robetta facile, un’ora scarsa di lavoro:
che bello! (salvo poi scoprire che mi si romperà in mano al primo utilizzo…)

1 commento:

  1. tre anni di studio per capire quello che hai scritto. forse non li ho buttati al cesso

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