mercoledì 18 gennaio 2012

I tre tipi di vento


Eolo, il dio dei venti:a lui i velisti rivolgono le proprie preghiere...
Domenica, dei tre possibili tipi di vento non ce n’è neanche uno, e quindi il Royal Laserist Superstrafig Squaron ripiega su una lezione teorica tenuta dal Superfinnista che si mette lì e tiene banco con tanto di lavagna barchette magnetiche e pennarelli.Dalla lezione (sulla quale non mi dilungherò) ho appreso che il vento si può suddividere in tre categorie, che danno differenti esiti alla regata:
  1. vento che non ci si capisce una beneamata: ovvero vento che salta a destra e sinistra, riconoscibile perché tu scegli di partire da una parte e 12 secondi dopo scopri di aver sbagliato strategia. Tendenzialmente ti costringe a fare 37 virate durante la prima bolina e poi sconsolato getti la spugna.
  2. Vento che ti crepa: annunciato solitamente dal nuvolone nero della morte, che suggerisce un freddo e repentino aumento dell’intensità, a raffiche ovviamente. In teoria bisogna andarci incontro per guadagnare una maggior pressione. In pratica bisogna abbracciare il santino di san zopito orzatore, perché sarà una giornata di merda e tornerai a terra bagnato fradicio e con la schiena a pezzi.
  3. Vento che gira: gira, e continua a farlo, ma tu te ne accorgerai in ritardo. Classica per questo tipo di vento la partenza con prevista rotazione costante a destra, tutti in barca. Qualcuno anche sulla barca, i più audaci in braccio al giudice…e tu ovviamente in 14° fila, con 5 partenti. Tipica la domanda al vincitore di giornata: “ma perché alla 2° bolina della 1° prova sei andato di là?” umiliante risposta: be’ era un evidente buono no? Grazie.

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