martedì 23 giugno 2015

Terza nazionale contender – secondo giorno

Grazie ad un’intercessione divina vengo svegliato da una collisione all’ormeggio alle 5:20 antimeridiane, prima dell’alba e con minacciosi nuvoloni temporaleschi in cielo.
In breve il barcarolo sta cercando di ormeggiare un 31 piedi accanto al mio barcoletto, ma vuoi la stanchezza, vuoi l’ubriachitudine molesta sta cercando di farlo di traverso. Bon, se non puoi combatterli unisciti a loro, quindi mi metto lì in pigiama e giacchino a dargli una mano.
(scoprirò poi che sti pazzi hanno fatto la seguente cosa: ore 01:00 decidono di andare a Torbole che c’è figa, vanno lì bevono un po’ ma non c’è la figa che volevano loro, quindi vanno a Riva, bevono un altro po’ e constatano che il tipo di figa ivi presente non è il tipo da smollarla al volo in barca, indi previa telefonata di conferma ad una precedente figa di seconda scelta, tornano a Torbole per chiudere la serata. Alla fine –non so se dopo aver concluso o no, non ho indagato- rientrano in porto alle prime luci, giusto in tempo per incastrarsi con il timone nella mia trappa.)
Alcune ore dopo emergo dal saccopeloso alle presto meno un quarto, che oggi ci fanno partire alle 11. Solita colazione cuoriciosa e via smonto le tende e mi appropinquo alle attività veliche, se non fosse che: 1 non c’è vento, 2 è iniziata la stagione delle piogge.
Alle 11, come da programma piove talmente a dirotto che il povero Udr deve aspettare un momento di relativa calma per issare l’Intelligenza senza bagnarsi troppo. Nel frattempo dato il tipo di vento previsto, la larghezza del lago etc etc, viene modificato il percorso: da triangolo a bastone secco orientato con la bolina verso Riva e la partenza a sud.
Alla fine quando smette di piovere entra un’ arietta sottile sottile e ci mandano fuori. Prima prova: finalmente imbrocco una partenza, e arrivo 11. Le due cose sono ovviamente correlate. Il bordeggio è facile si sta al trapezietto e di poppa –c’è una Oscar dimenticata su un pennone- rollo con un certo impegno. Giro insieme al cruccomanno Aut35, anche se lui è un po’ più smart di me nei giri di boa e quindi alla lunga mi frega.
La seconda prova invece rimango imbottigliato in partenza in malo modo e la conseguente tattica è nel cercare degli spazietti di aria libera nella flotta sgranata e variegata. In pratica uno strazio, tra l’altro con poco vento ballerino. Però infilo un ultimo giro di boa decente e con questo supero sull’arrivo il Cetonze, in maniera a dir poco irrispettosa.
Il ritorno a terra è un’estenuante bolina nel vento morente…morente e bastardo, perché quando siamo ormai sullo scivolo o quasi entra un groppo da 35-40 nodi che ci spiana tutti. Un tritume.
Dieci minuti prima sarebbe stata una tragedia, alla fine invece ce la siamo cavata chi tirando su la barca sullo scivolo con qualche difficoltà chi incastrandosi tra le altre barche in porto passando 5 brutti minuti cercando di ammainare randa. Danni seri: nessuno.
E poi inizia la vera missione eroica della regata tutta: caricare sotto il temporale. La vita è troppo breve ed approssimativa per aspettare che spiova (anche perché potremmo dover aspettare il prossimo ciclo lunare) e quindi via si fa sotto l’acqua, tanto siamo già bagnati. Senza neanche cambiarci ovviamente, che almeno il bonus dei vestiti asciutti me lo gioco quando ho finito tutto il lavoro. Alcune ore dopo (barca pronta, premiazioni fatte, rinfresco inesistente –solo le birre offerte dal Bozz-) io e il ciccottino ripartiamo in colonna, per un bel 7 ore filate di macchina. Io sto a pezzi: dopo regata, caricamento e pioggia in pratica ho lo stesso stato di affaticamento e di ore nelle gambe di chi nel frattempo a Pescara ha fatto L’ironman.
Ed è qui, in un anonimo autogrill dell’A14 che entra in gioco la salvatrice Canadesina. Ella visto il mio stato pietoso decide di offrirsi volontaria e passa dalla macchina del Ciccotti (dove Ciccotti e Ciccotta si danno il cambio alla guida) alla mia, per chiacchierare un po’ e tenermi sveglio.
Nel primo minuto di conversazione asserisce di essere una ragazza molto socievole.
Posso confermarlo.
Non ha smesso di parlare per le successive 5 ore, raccontandomi tutta la sua vita in pratica.

Santa ragazza, se non era per lei io mi spatasciavo contro un guardrail e manco me ne accorgevo…

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