lunedì 2 marzo 2015

Piccoli cuccioli di carbonio crescono - laminazione

Attenzione: questo articolo è un po’ da nerd e quindi palloso. Fuggite sciocchi!

Purtroppo non ho pompe da vuoto e attrezzature fighe, quindi la mia realizzazione è piuttosto artigianale.
Molto artigianale.
Troppo artigianale a conti fatti, ma tant’è.
gli strumenti di lavoro: si noti il sacro termosifone messo a palla per la postcottura: in casa andavamo in giro a maniche corte...
In primo luogo ho costruito uno stampo, che sostanzialmente è fatto di due parti, un maschio e una femmina. Entrambi sono rivestiti di peel ply, e sono realizzato con un po’ di espanso che mi girava per casa. Il maschio è un semplice parallelepipedo la cui forma ricalca l’interno della basetta, semplicissimo. È stato solo necessario ritagliarlo a misura e dargli il giusto angolo di sformo sui bordi, una breve cartata e niente di più.
La femmina è un più elaborata, infatti è in pratica una cornice con i bordi sformati fissata ad una base più o meno solida. La difficoltà più significativa è stata far aderire bene il peelply, per evitare pieghe che poi avrei ritrovato nel prodotto finito, per il resto tutto piuttosto banale: l’espanso si taglia con il cutter, e bastano pochi spilli infilati a mano per montare il tutto. Può sembrare una roba precaria ed in effetti lo è (bene! Un padre non dovrebbe mai neanche seppellire i suoi stampi…ehm) ma la cosa è parzialmente voluta, per facilitare lo smodellamento.
Che per inciso si è risolto nello sfasciare tutto con ferocia.
Il reale, profondo, intimo significato di stampo one-off.
Naturalmente non avendo a disposizione pompe e sacchi di cui sopra la quantità di resina usata è sicuramente virata verso il troppo, d’altro canto non ho idea di come avrei potuto fare diversamente. In tutto ho steso 8 pelli intere e 3 di rinforzo nella zona vang, dando una bella spennellata ogni volta, deponendole bagnato su bagnato direttamente nella femmina.
Infine ho posizionato il maschio e ho applicato una serie di pesi ricavati dalla seguente lista di oggetti:
  • morsa di ferro del ‘76, quando le cose le facevano per durare, massiccia quanto un’ incudine e spesso usata come tale
  • peso da sub ammorsato nella morsa di cui sopra
  • libri di matematica di mia madre, praticamente 2-3 quinquenni di liceo, Geometria, Algebra e anche un po’ di analisi (madre è insegnate, non è che li colleziona per hobby)

il tutto vicino al già collaudato termosifone-postcottura per una temperatura ottimale. Se va in blocco la caldaia sono fregato: non solo butto via tutto, ma devo lavarmi via la resina di dosso con l’acqua fredda!

In tutto questo tramestio di fibre e catalizzatori, la buona notizia è che questa volta la dolce metà non è scappata…si starà abituando alla resina?

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