mercoledì 21 settembre 2011

Che Velandiamo Ragazzi!

18 settembre, vento previsto: poco, da ESE.
18 settembre, 100 e passa barche dai 4 ai 16 metri con 12-14 nodi di scirocco bello pompato: una vera goduria!
Ma iniziamo dall’inizio.
Io preparo il velandiamo di quest’anno studiando gli avversari di categoria, valutando le maree e le correnti, imparando a memoria anche il calendario maya, tanto per andare sul sicuro. La media degli avversari (in funzione della categoria) imbarca dai figli con i braccioli, ai maialetti arrosto con la mela in bocca. Io controllo il prebend con il micrometro laser, IO.
Uno dei drizzisti più ambiti dell’evento…
La mattina della sacra veleggiata ci troviamo per tempo io e fragliotta girl. Dato che ormai ho imparato come funziona, per prima cosa controllo i parametri vitali: riflessi primari, reazione pupillare, stimoli uditivi…ok è sveglia. E a detta sua non ha bisogno neanche del caffè, bene! Iniziamo ad armare la barca e mentre faccio altro, le dico: “prepara lo spi dai!” Lei prontamente esegue, mica dorme! e prontamente afferra la ghinda…le sorge qualche dubbio solo quando si accorge che è di ferro invece che di cima: quisquilie! Però si riprende quando arma le scotte: be’ questo è facile, rosso a dritta..ROSSO A DRITTA?!
Rettifico: SEMBRA sveglia.
In un modo o nell’altro armiamo per un vento leggero leggero come da previsioni, e ci avviamo in acqua, per raggiungere la barca partenza: facile da trovare, è solo una barca a vela con le vele ammainate! Fuori ce ne sono 130, dobbiamo solo aspettare e vedere chi issa le vele.
Aiuta il piccolo corr a trovare la barca comitato…Facile, no?
Comunque riusciamo in questa impresa e girovaghiamo lì intorno, io faccio un po’ di pubbliche relazioni sotto spi, proviamo due boline tanto per…
Ed ecco che arriva il temuto avversario: un possente FD, timonato da mio zio e prodierato da mio zio (un altro ovviamente) salgono su sbandatissimi, saltando sulle onde (bassine in verità)…e qui percepisco un tremito nella forza:

FG (occhioni lucidi e spauriti del tipo “che morte scema che mi attende…”): ma anche noi sbandiamo così tanto di bolina?
IO (sguardo di chi ha capito tutto, voce stentorea): no, io te la faccio portare più piatta la barca, quella è tutta potenza persa!
FG (sguardo valutativo “ce la faccio a scappare a nuoto?”): ah…

 Per fortuna il primo bordo è di poppa.
Per sfortuna questa cosa la sanno anche gli altri 130, ma per intercessione di San Zopito orzatore faccio la partenza della vita, 15 metri dietro MAN e la flotta dei Cazzutissimi Regatanti. 15 metri dietro a loro per sicurezza, ma 40 metri avanti a tutti gli altri, per maggiore sicurezza. Quando sento i botti delle collisioni noi già abbiamo dato spi e stiamo volando. Il primo bordo pompiamo&planiamo, e teniamo botta, navighiamo a medie da barca da regata di 12 metri (ovvero quanto un B25…).
Il primo bordo, di poppa. Io sono quell’astuta macchia di pixel tutta a destra sopravento e in aria libera, nonché più veloce!
La poppa va via facile facile, ce la passiamo a giocare a “facciamo che io ero Giulia Conti e tu Giovanna Micol e io pompavo abbestia per tutto il tempo?” questo lavorio ci frutta un’invidiabile posizione in classifica e una bella foto:
Poi purtroppo inizia la bolina e smettiamo di planare, e chi è più lungo va più veloce e basta. Tanto per dire Il presidente Leone con il suo First 44.7 ci ha passato dopo la boa di piazza duca, ed è arrivato 8°. Io sono arrivato 51°. In una bolina (luuunga luunga bolina) abbiamo perso qualcosa come 30-35 posizioni.
Come se non bastasse, rischiamo di finire nel gruppone “ la ‘gnuranza nun se medica”, che sono un vero pericolo per noi piccoletti. Gli incroci diventano aleatori, randomici, casuali. Se finiamo nei rifiuti di qualcuno rischiamo di scuffiare per il vuoto d’aria improvviso…insomma la cosa migliore è stargli lontani, ma essendo in tanti, ovunque vai becchi qualcuno!
Di riffa e di raffa riusciamo a tagliare il traguardo, superati solo dai miei odiosi zii e dal loro FD…grr grr…mi hanno incrociato davati verso metà bolina…e ovviamente da altre 49 barche che però non fanno classifica contro di noi e quindi chissene.
A terra ricchi premi e cotillon, sangria per tutti e prosciutti per alcuni fortunati, nel miglior stile Velandiamo. In premiazione ad un certo punto finisco accanto a Riccardo di MAN, l’armatore pluripremiato, vicecampione mondiale chi più ce ne ha ce ne metta, El Gran Visir de tuti i Ciava Orci…dato che ci conosciamo, mi complimento con lui e lui mi risponde, indicando la mia coppa: “beh complimenti anche a te, soprattutto per il coraggio!” Se tanto mi da tanto, con il video del CICO dell’anno scorso che fa, mi conferisce al volo la medaglia al valore per “l’intrepido ardore velico dimostrato sul campo”?
Ci vuole coraggio ad affrontare ben 12 nodi. Guardate che zii coraggiosissimi che ho!
Le foto serie sono opera di Alex Falco, fotografo ufficiale dell’evento.

Nessun commento:

Posta un commento