martedì 26 luglio 2011

Quinta regata zonale laser (questa volta lo so!)

Dopo aver girato un bel po’ per la costa finalmente si gioca in casa. Ma proprio in casa, non al CNP che comunque devi prendere la macchina per passare il fiume…proprio da noi, e questo per i regatanti più esperti significa un sensibile vantaggio dovuto alla migliore e approfondita conoscenza del campo di regata, per me significa che posso dormire fino alle 9.
WOW.
Partiamo da prima dell’inizio, la sera prima vado al lunapark e sbanco al tirassegno: mi porto a casa un bottiglione di prosecco e un improbabile leopardo peluche che la mia dolce metà desiderava ardentemente. Tutto questo per dire che le mie cartucce migliori me le sono sparate il giorno prima, letteralmente.
Lo chiamavano il giustiziere delle lattine…
 Il giorno dopo, visto anche che tra una giostra e un fritto di pesce ho raggiunto il materasso alle 2:00, mi presento alla LNI non proprio sveglissimo. Saluto i soliti, gli insoliti e i mai visti prima, e poi armo il mio vascello con la solita meticolosa cura: smonto e rimonto il tendibase 24 volte, tanto per.
L’astuzia del nostro circolo si vede dai dettagli: ad ogni regata dell’anno si è partito in ritardo, sistematicamente. Quindi i geniacci sul bando hanno messo il ritardo in conto e ci fanno partire alle 12 invece che alle 11, e per la prima volta da anni la regata parte in orario…questa "È fantasia, intuizione, colpo d’occhio e velocità di esecuzione".
Andiamo in acqua che c’è tanta aria, e mi tocca financo cinghiare con impegno, pensa te. Partiamo, prima bolina ordinaria anche se i miei avversari sono tutti più titolati e pesanti, reggo botta e cerco di riprendere metri sul lasco. Tutto secondo l’abitudine, fatico come un asino che intosta ma con questo vento è la norma. È questo vento che NON è la norma per le tradizioni di zona!
Un asino che intosta, per la gioia dei miei fan di vecchia data
 La prima poppa è tragica. Scuffio come uno scemo e tempo che mi rimetto in rotta mi hanno superato pure i 4.7 sottopeso (i 4.7 bravi erano già davanti ...ehm…). Riparto con mestizia e mi limito a finire la prova: una bolina di sofferenza e una poppa di preghiere per 5 minuti di lasco su ogni mura: questo sport è iniquo certe volte.
Tra la prima e la seconda prova penso seriamente di passare alla radial, e soprattutto di tornare a terra, visto che ci sono degli interessanti nuvoloni a sviluppo verticale tutti intorno a noi. Ecco sono un po’ scoraggiato, però…però un conto è essere sottopeso, un conto è essere scarsi e un conto è essere piagnucolosi: non puoi essere tutti e tre contemporaneamente. Ed ecco che da uno squarcio tra le nubi filtra un raggio di sole che illumina il mio vang, e capisco che è un segno. Cazzo a morte e riparto che ci danno la partenza. Girovago un po’ troppo e quindi invece di fare il consueto sitting pre-start mi ritrovo a dover bruciare le tappe e parto con la rincorsa da lontano: spacco il secondo, non sarò il primo in barca ma trovo comunque il pertugio dove infilarmi e cercare un po’ di aria libera. La prova scorre via regolare, senza troppi fronzoli, fino a quando Marco&Marco non decidono di fare un regalo a noi altri standard e ciccano boa, donando al coach la testa della classifica, a me la seconda posizione momentanea: wow! Poi però i due marchi splittano e io devo decidere quale marcare: indovina un po’? marco Marco! (scusate il pessimo gioco di parole, ma è un occasione troppo ghiotta per fare l’idiota) l’eurotimoniere manco ci provo a tenerlo e quindi mi focalizzo sul daino, che puntualmente mi passa a mezza bolina. Uff…
Riprendo qualcosa tra lasco e poppa e poi finalmente tutte le mie maledizioni vodoo si avverano e lui scuffia: io lo passo e rimaniamo così fino all’arrivo.
Ah! Potrò raccontare ai miei nipotini di aver battuto Marco Dainese una volta quando ero giovane
Doppio ah!

IO VETERAN: ai miei tempi una volta ho battuto Marco cerv, no aspetta cme si chiamava...Dainese si ecco, marco dainese!
NIPOTINI: Si si nonno… ma chi cazzo è Marco Dainese?

i bambini del futuro non hanno rispetto per i velisti attempati, che peccato

Nessun commento:

Posta un commento