lunedì 24 maggio 2010

Il Puglilismo è uno sport duro ragazzo!

C’ho i pugni nelle mani!

Stamattina mi sono svegliato con le ossa tutte rotte, dolori distribuiti ovunque, e mi sento gli addominali a pezzi. In pratica il ritratto di un pugile a fine carriera dopo un incontro. Ieri mi sono talmente calato nella parte che ho picchiato, non solo simbolicamente, ogni singola onda che mi veniva incontro…si si, una conduzione del mezzo ineccepibile!
L’altra metà della regata (quella in cui le onde vengono da dietro) l’ho passata a cercare di non morire, in un costante stato di profonda eccitazione (wow si planaaaaa!!!) e di profondo terrore (oh cazzo si planaaaaa!!). Comunque sia sono riuscito nell’ intento, a parte un paio di passaggi subacquei e un passaggio di boa circense. Ho passato la sera a ricostruire gli eventi dei 7 secondi di delirio e paura in boa:

  1. arrivo in boa di poppa, pronto per fare il lasco
  2. strambo male, la scotta si è incattivata rimane dietro l’archetto, comunque ho già orzato per il lasco
  3. cerco di liberare la scotta con lo stick del timone, come insegna Paul Goodison
  4. il cazzo che si libera! scopro che la scotta è termosaldata alla barca
  5. lo stick si incattiva nella scotta, ora no posso orzare o poggiare né lascare e cazzare. Ottimo
  6. Smadonno un po’ a centro barca di poppa piena contro stick e randa, onde che mi spingono in planata incontrollata verso non so dove: comunque dalla parte sbagliata.
  7. Avvengono una o due strambate ma io non c’entro niente: la barca fa tutto da sola, sicuramente una falchetta in acqua ma miracolosamente non scuffio
  8. In tutto questo la barca parte all’orza e si punta al vento: ottimo, riesco a liberare scotta e timone.
  9. Riparto verso la boa di lasco, sperando che da lontano pensino che ho toccato al boa e ho dovuto fare il 360° di penalità
L’unica volta che in vita mia ho sperimentato lo stesso fenomeno è stato quando Lila (cloppiti cloppiti) mi è partita pancia a terra in un galoppo incontrollato, e per intercessione di San Giorgio non mi ha scaricato a terra.
Comunque sia, la cosa di cui vado più fiero è che in tutto questo casino di onde e vento io non ho avuto cali di attenzione. Ok, sono andato in giro in sicurezza, con la scotta accorciata e conduzione stabile più che veloce, ma pensavo sempre, sempre, sempre a riprendere “quello davanti”
A riprenderlo veramente ci proviamo la prossima volta…
Guarda mamma sto cinghiando come un vero laserista! Sono bravo?

6 commenti:

  1. Scusa Corà!
    Ma qui, più che in sicurezza mi sembra che cerchi di rimanere "asciutto". Metti fuori quel c...!!! Lo so, mi starai dicendo: "è bello parlare", eh?
    Se non ho capito male sei alla boa di bolina e stai poggiando e per farlo bene servono almeno queste tre cose: mollare il vang prima, lascare la randa mentre poggi e ovviamente tenere la barca dritta schienando duro e possibilmente verso poppa (mentre qui mi sembra tu sia inclinato verso prua). Comunque sei stato bravo, sei arrivato fino in fondo, ma la prossima volta non basta più e lo sai...

    RispondiElimina
  2. stavo osservando le medesime cose. da dentro la barca mi vedevo come diego romero...e poi ho visto le foto.
    il mio giro di boa tipo è:
    1) di bolina mollo il vang e lo ripunto (l'albero si alza un po')
    2) mi preparo 2-3 manate di scotta in chiaro
    3) poggio e vado di lasco.

    1)eri ho natato che: mollare il vang come al solito non bastava
    2)dovevo mollare quasi tutta la scotta e comunque la barca andava a scheggia
    3)poggiando comunque sbandavo una frega e poi si stabilizzava.

    in effeti le mie chiappette sono un po' alte, inizio a pensare che le mie cinghie sianocorte, per questo ti ho chiesto del nodo. magari le guardiamo insieme.

    RispondiElimina
  3. ulteriori note:
    di bolina mi mettevo abbastanza a prua, per cinghiare nel punto più largo della barca e fare più leva. con quel vento e quell'onda è un errore? stavo un palmo dietro l'inizio del pozzetto.

    RispondiElimina
  4. Hai detto due cose che mi sembrano in contraddizione: dovevi mollare tutta la scotta (quindi mollavi!) però poggiando sbandavi una frega (non dovrebbe succedere se mollavi abbastanza). Forse è una questione di tempi: mollare serve soprattutto a non sbandare e a riuscire a poggiare (tanto hai voglia di schienare! Potresti avere anche 10-20 chili in più di muscoli ma se nun molli...)
    Cerca di sfruttare la fisica a tuo vantaggio piuttosto che a tuo svantaggio, per quello già ci sono i 15 nodi da cavalcare....
    Dovresti cercare di mollare anticipando sulla poggiata. Mi sembra inutile ricordarti che se la barca sbanda vuole andare all'orza e se vuole andare all'orza è perchè o hai la scotta cazzata, o hai il vang cazzato o tutte e due. E se la barca vuole andare all'orza e tu alla poggia dai una palata mostruosa in acqua che ovviamente frena (mai provato a muovere far oscillare la pala di taglio o a 90°? Nel secondo caso fai una fatica bestia!) e ti fa tardare la planatona del lasco successivo. In merito alla seconda domanda non credo che mettendoti sul baglio massimo cambi il braccio (sempre che tu vada fuori sempre alla stessa altezza), se infatti vai più avanti la coperta che ti mancherebbe sotto il sedere viene sostituita dalla rigidità delle tue cosce. Non è che niente niente stai a centro barca perchè è più comodo? Una dritta regolati sui piedi sotto le cinghie (esistono due modi di cui uno, il più faticoso è anche il più efficace, poi te lo spiego), sui decimetri di coscia che riesci a portare fuori (più ne porti, meglio è) etc. etc.

    RispondiElimina
  5. Probabile che come dici tu mollo troppo tardi, la teoria è chiara, e con poco vento funziona bene.
    Domenica in effetti mi capitava di mollare-poggiare, e poi veder la barca che voleva partire ancora all’orza, mollare ancora e volare via in boa come una scheggia.
    Circa la posizione alle cinghie dovrei guardarti bene ma tu sei sempre lontanissimo…

    Credo che la soluzione sia sempre la stessa: ore di volo

    RispondiElimina
  6. Dalla foto si vede un bel fettone che sporge in alto (cos'è un 44-45?): Mbè perchè non lo sfrutti? Della serie metti la cinghia sul collo del piede (hai presente quello che serve a calciare al volo violentemente in porta?) se non ancora oltre. Se fai così il piede ti si stende e la coscia si tiene più dritta "naturalmente", ovvero fai meno sacco una volta che vai fuori col sedere (e quindi lo immergi di meno evitando di frenare la barca che è molto bassa di suo sull'acqua). Questo non vuol dire che fai meno fatica solo perchè la coscia "sta" più dritta, è solo che se vuoi tornare a sacco ti fa più male e ti ricordi di voler tornare dritto (non so se nonostante il giro di parole sono stato chiaro).

    RispondiElimina