giovedì 4 febbraio 2010

Riempimenti

Il pozzetto del mio laser, in una giornata con poca onda

Lo svuotatore del mio laser più che svuotare, riempie. Appena metto la barca in acqua mi ritrovo il pozzetto pieno e chiaramente non va bene. Dopo un mese di pediluvio (e neanche un mese a caso, ma gennaio sic!) ho deciso di indagare: infilandomi un attimo sotto la barca (a terra) per dargli un occhiata ho appurato che i perni dello sportellino sono fuori dalle proprie sedi, inoltre i dispositivi elastomerici di richiamo hanno perso le loro iniziali caratteristiche meccaniche…bla bla bla. In due parole: è rotto. L’infame sportellino gira folle, vagola senza meta all’interno del riempitore. Si apre e si chiude (in verità si apre e basta) come e quando vuole: e lui vuole sempre se la temperatura dell’acqua è sotto i 5°. Dopo la solita attenta ricerca su google, ho scoperto che:

  • è un problema frequente
  • ripararlo viene considerata manutenzione ordinaria (e quindi secondo il geniale progettista dello svuotatore io dovrei ordinariamente rovesciare la barca, smontare tutto, riparare, siliconare, rimontare tutto e ri-rovesciare la barca, e cerrrto!)
  • gli o-ring ufficiali costicchiano, ma esistono vari ordini di mcgyver che negli anni hanno trovato sostituzioni più o meno fantasiose. Per la maggiore va la camera d’aria della bici tagliata a striscioline.
  • Una brillante soluzione proposta da uno più pazzo di me consiste nel riscaldare il pozzetto per fare il pediluvio caldo. La mia contro-proposta è di verniciare il pozzetto di nero, per sfruttare il calore solare.
Ora a me le frasi che contengono le parole problema , frequente e ordinario tutte insieme non mi piacciono tanto. Per mare le soluzioni devono essere semplici e possibilmente definitive. Quindi è partita una seconda ricerca a caccia di soluzioni semplici e definitive, e ho trovato questo: http://www.lasersmartparts.com/. per fortuna è in inglese (altre volte ho trovato schemi di rigging POLACCHI e non scherzo: bozzello si dice bloczka). Il succo è questo:
gli o-ring fanno schifo, e non sono concepiti per lavorare come molle, il punto di applicazione delle forze è sbagliato, ed ecco perche si rompe; con delle mollette di acciaio risolvete tutto per l’eternità, io vendo le mollette fatte apposta.
Pur ringraziando la gentile offerta di comprare le mollette del costo effettivo di 1 euro facendomele spedire dall’America e pagandole almeno 15, ho pensato bene che una molla non niente altro che un pezzo di filo di ferro piegato. Ho posto il problema in ufficio e un mio collega noto come “er brugola” mi ha stoppato sul nascere, ha ravanato 2 secondi nel cassetto della scrivania, ha estratto una sega a tazza, un calibro, un prototipo di un progetto mai realizzato e un pezzo di filo per molle che mi ha messo in mano. Io resto basito dalle risorse umane del mio posto di lavoro…
Però l’acciaio per molle del filo di cui sopra non è inossidabile (non fatevi fregare, l’unico acciaio abbastanza elastico e inossidabile è l’AISI 316, a trovarlo!), quindi sulle prime ho pensato di rivestire il filo di nastro prima di piegarlo e metterlo in opera. Insomma una bazzecola! Illuso: arruginirà tra un mese, e tornerò agli o-ring, alla faccia delle soluzioni definitive. Quindi in seconda analisi mi sono procurato delle molle a spirale di acciaio inox, che ho raddrizzato e per poi ripiegarle come di servivano. Avete mai provato a raddrizzare una molla? Dritta dritta non uscirà mai, ma con una pinza, qualcosa che faccia da trafila e un po’ di cristoni ce la si fa.


Purtroppo il rimontaggio non è andato benissimo, in pratica adesso c’è un gradino tra plastica nera e scafo che prima non faceva (teoria del “non smontare il motore vecchio che poi non lo rimonti più”).Questo gradino mi provoca immensi travagli interiori, poiché immagino lo strato limite turbolento tutto intorno, e addio resistenza minima allo scivolamento. Non riesco a immaginare tortura peggiore, è un dolore quasi fisico.
E comunque la morale è questa: se avete un idea brillante, semplice e definitiva per risolvere un problema che affligge circa 200000 barche, se volete trarre un profitto dal vostro colpo di genio, NON DIVULGATE l’espediente tecnico con tanto di video (http://www.youtube.com/watch?v=nyLJHl6APAc), che poi il “brugola” di turno realizza la soluzione senza spendere una lira e non vi paga, tiè!

PS: le molle le ho riciclate smontando dei vecchi dispenser per sapone liquido. Save the planet!
PPS: ci ho pensato mentre piegavo: se trovate delle spille da balia della dimensione giusta risparmiate molto lavoro.

1 commento:

  1. Ottimo Corr!
    L'idea (delle spille da balia) mi è sembrata proprio buona. E' forse impossibile però trovarle di acciaio inox, in ogni caso spero che prima di arrugginirsi al punto da diventare inutilizzabili passi almeno una stagione (gli o-ring si erano già rotti per la regata del mese dopo, ovvero durata efficace solo per una regata). Ti saprò dire comunque prossimamente dato che questa domenica le ho montate! Grazie

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