giovedì 30 aprile 2015

Prima regata nazionale Contender – primo giorno

Dopo una notte tranquilla, in cui tiro relativamente pochi bordi, iniziano i riti pre-regata. 

  • Primo, colazione da hobbit. 
  • Secondo ansia da prestazione a livelli epici, in crescita verticale. Riuscirò a liberarmene veramente solo quando metto la barca sullo scivolo. È sempre così. 
  • Terzo scaricamento collettivo, armo e preparazione. 
  • Quarto, iscrizione 
  • Quinto, vestizione
l'importante è iniziare la giornata con un sorriso. da 2300 calorie, possibilmente
Tutto sommato abbiamo tempo, quindi faccio tutto con calma, Rimonto il palo, controllo tutto, ricontrollo tutto. Amo tutto e ricopro il vang di bacini per sicurezza. Ho anche tempo per fare un giretto del piazzale a guardare gl’altrui armi e prendere spunti interessanti per il futuro: vang pallinati e timoni compensati, su tutti. Puntapiedi centrale: parliamone.
Ok sono le 11:45 e decido di cambiarmi, c’è pochissima aria ma voglio essere puntuale. Alle 12 e spicci sono pronto, spuntino e via in acqua.
Le condizioni sono di scirocco leggero, ma leggero veramente: mai oltre i 12 nodi più spesso sotto i 7: per uscire dal porto bisogna fare timonella. Arrivo in zona prepartenza, inizio a cercare di capire qualcosa del campo ma l’unica cosa chiara è che con questo vento e questa onda ci sarà da lavorare.
ci sarà pure poco vento, ma la location fa la sua figura, dai.
La prima partenza non è che proprio parta, diciamo che mi avvio con agio. Però le boline non sono malaccio, riesco a girare –limitando virate e danni- più o meno a metà flotta. I bordi di lasco mi piacciono assai ma –contrariamente a quanto speravo- non è dove guadagno. Riesco al più a limitare i danni: io punto solitamente dritto in boa, e c’è gente che passando da sotto (ma molto sotto, sembra quasi che vada di poppa) accorcia le distanze. Nei casi peggiori mi supera anche.
(Capirò solo alla fine della giornata che conviene tenersi sotto la rotta diretta, ma se non lo fai da subito chi ha poggiato in boa diventa imprendibile, e io sono generalmente uscito alto dalle boe) La prima prova viene accorciata alla seconda bolina, potrei chiudere nei 10 grazie ad un bordeggio ispirato –a terra-  ma perdo almeno 2 barche negli ultimi metri per una serie di layline ciccate e conseguenti virate. Se non altro riesco ad arrivare davanti a Guido, cosa che racconterò ai nipotini. I suoi nipotini.
Prima della seconda prova faccio un breve debriefing interno e cerco di capire come sia possibile sbagliare l’approccio in boa con tale costanza e precisione. Poi vedo una nassa e capisco tutto, c’è una corrente da marea bretone…
Le boline della seconda prova ne tengono conto e va decisamente meglio, complice anche un’aria un pelo più vivace che facilita il passaggio sulle onde. Sono l’unico o quasi che può fare i laschi al trapezio (ma con un piede in pozzetto) ma la strategia a scendere paga comunque di più. Io nel dubbio faccio una roba né carne né pesce, e reggo botta. Chiudo 10° che è tanta roba per il primo giorno di regata e mi rendo partecipe di passaggio di boa tra i più spettacolari di sempre: al trapezio pieno, trenino, barca 3-4 lunghezze avanti e mezza sopravento scuffia e l’albero si trova pressappoco sulla mia rotta. Io sto quasi impiccato. Se lo passo sopravento non ci entro (e rischio di falciare il poverino che si arrampica, se passo sotto poi dovrò virare e mi ritrovo un muro di vele provenienti da dritta. In mezzo secondo studio la situazione: il tizio è già sulla deriva ce la può fare. Io tiro dritto, e spero che il suo albero si alzi in tempo. Sembra di bruciare un passaggio al livello al contrario in pratica…
E ce la faccio, senza poggiare di un centimetro, giusto giusto sotto il suo albero che torna verticale a mezzo metro dalla mia nuca.
Figata.
(Ovviamente scotta in mano e pronto a poggiare, non sono così criminale)
La successiva poppa la faccio insieme a Luca Bonezzi che non mi distanzia tanto quanto temevo.
Altra figata.
La terza prova è decisamente peggiore: il vento diventa ballerino, prima poco poi cresce poi di nuovo poco, insomma non trova pace. Io rimango un po’ invischiato in partenza (ma in fondo neanche troppo) e soprattutto la prima bolina non ho il minimo passo: le onde sembrano più alte e più corte, comunque uno schifo. Giro la prima boa ultimo, e per tutto il resto della regata non riesco a migliorare il mio triste destino.
Tristezza.
A terra mi prendo il mio tempo per cercare di capire la mancanza di passo dell’ultima prova, non so forse orzavo troppo.
Comunque sia con questi parziali sono 14/20 non male per la prima giornata della prima regata e con lo scarto dovrei anche risalire un po’.
Non male davvero.
Dulcis in fundo scopro che questa magnificentissima classe velica è frequentata da persone abbienti e generose, che non mancano di improvvisare banchetti a base di salami (3 tipi) formaggi (4 tipi a diverse stagionature) pane, panelli tarallucci olive e altre bontà, annaffiate da un merlot e da strane birre pseudopolacche.
prendete e abbuffatevene tutti...
Mi sento in debito con loro perché non solo scrocco l’aperitivo, non solo perché nello scroccare mi devo presentare, ma soprattutto perché in un paio di prove gli sono anche arrivato davanti…ehm…

Nessun commento:

Posta un commento